L'ANGOLO DELLA POESIA...

Registrato
22 Marzo 2011
Messaggi
6
Reaction score
12
Località
Milano
Prima di venire
Portami tre rose rosse
Prima di venire
Portami un grosso ditale
Perché devo ricucirmi il cuore
E portami una lunga pazienza
Grande come un telo d'amore
Prima di venire
Dai un calcio al muro di fronte
Perché li dentro c'è la spia
Che ha guardato in faccia il mio amore
Prima di venire
Socchiudi piano la porta
E se io sto piangendo
Chiama i violini migliori
Prima di venire
Dimmi che sei già andato via
Perché io mi spaventerei
E prima di andare via
Smetti di salutarmi
Perché a lungo io non vivrei.

(A. Merini)
 
Commenta
Registrato
12 Marzo 2012
Messaggi
14
Reaction score
1
Località
Milano
Poesie non dette,
quelle che avrei voluto recitarti,
si sono dissolte,
come sbuffi di fumo di sigaretta,
nel mio cuore.

Cicale,
chiarore senza luna,
luci di lampioni,
strada silenziosa,
che urla,
fruscio di foglie,
che parlano di noi.

Insegna gialla di un pub latino,
auto parcheggiate in silenzio,
risa lontane di fidanzati spensierati,
mistero e malinconia
di versi che avrei voluto scrivere.

Musica latina,
salsa, bachata,
strazianti parole che afferro a fatica
e melodie d'amore,
in tua assenza,
luci rutilanti e colorate sul palco semivuoto,
la festa volge al termine,
di un Festival più triste e vuoto del solito.

Promesse di felicità e divertimento non mantenute,
nostalgia di ricordi passati,
di momenti presenti,
che non tornano.
 
Commenta
Registrato
12 Marzo 2012
Messaggi
14
Reaction score
1
Località
Milano
Esistere
è
creare
la
propria
esistenza.

Non ci sono
norme,
regole,
canoni,
sistemi,
divinità,
scorciatoie,
cui appellarci.

Condannati ad una libertà,
fittizia,
non scelta,
siamo gettati nel mondo
vuoto
privo di significati.

Costruiamo
la
nostra
casa
giorno per giorno.
Alienazione di lavori,
senza senso,
di amori,
senza senso,
di coiti,
senza piacere
- e con disgusto -
leniti dal denaro,
che sempre manca.

Sete
inestinguibile
di pienezza
irraggiungibile.

Condannati
a scegliere
siamo
responsabili
della nostra vita.
 
Commenta
Registrato
12 Marzo 2012
Messaggi
14
Reaction score
1
Località
Milano
Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

P. Neruda
 
Commenta
Registrato
12 Marzo 2012
Messaggi
14
Reaction score
1
Località
Milano
Martirio dell'anima,
essere innamorati,
della persona sbagliata.

Amore non corrisposto
per chi vende illusioni
d'amore.
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2010
Messaggi
4.531
Reaction score
23.229
Quello che c’è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e ciò che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza,
questa stanchezza,
stanchezza.
C’è senza dubbio chi ama l’infinito,
c’è senza dubbio chi desidera l’impossibile,
c’è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perché io amo infinitamente il finito,
perché io desidero impossibilmente il possibile,
perché voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere…
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita…
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza…



Fernando Pessoa
 
Commenta
Registrato
16 Giugno 2008
Messaggi
94
Reaction score
9
Un dolce venerdì di settembre...

Pat Metheny & Lyle Mays - September Fifteenth
http://www.youtube.com/watch?v=6Lfb2qyFOgg



Un dolce venerdì di settembre
assolato, con un po' di vento.
Caldo e generoso di brezze,
quieto ed ansante
come un amore elegantissimo.
Naturale come il fumo di un falò,
carico d'estasi,
come la primavera e l'autunno
della vita.

Così io, sogno e sogno,
in continua realtà forte...,
e ti aspetto.

Domani,
quando verrai ancora da me,
con le tue mammelle azzurre
e dolcissime,
io meglio ti cercherò
il trauma che hai,
e me lo farò dare
definitivamente.



Il Cahos
 
Commenta
G

Glenda Cherubino

Ospite
Ospite
Voglio che tu sappia
una cosa.

Tu sai com'è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l'impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m'attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell'ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.
P. Neruda

sulla riva di un cuore che ama l'amore
http://www.youtube.com/watch?v=7rbAbBAZ_XI

 
Commenta
Registrato
30 Agosto 2012
Messaggi
156
Reaction score
452
Età
64
Località
Milano
Parlavamo d'un bacio.
Nè vedo in verità perchè
la vostra bocca sia così timorosa.
Se la parola è dolce, che sarà mai la cosa?
Irragionevol tema non vi turbi la mente:
poco fa non lasciaste quasi insensibilmente
l'arguto cinguettio per passar senza schianto
dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto?
Ancora un poco, un poco solo ancora, vedrete:
non c'è dal pianto al bacio che un brivido..."

"Ma poi che cosa è un bacio?
Un giuramento fatto un poco più da presso,
un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo roseo messo tra le parole "t'amo",
un segreto detto sulla bocca,
un istante di infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo di potersi respirare un po' il cuore
e assaporarsi l'anima a fior di labbra..."

Dal "Cyrano de Bergerac" di Edmond Rostand
 
Commenta
Registrato
4 Febbraio 2012
Messaggi
18
Reaction score
108
Località
Perugia








Rotola i dadi (Charles Bukowski)

Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Altrimenti non iniziare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Ciò potrebbe significare
perdere ragazze, mogli,
parenti, lavori
e forse la tua mente.
Fallo fino in fondo.
Potrebbe significare
non mangiare per 3 o 4 giorni,
potrebbe significare
gelare in una panchina nel parco,
potrebbe voler dire prigione,
potrebbe voler dire derisione,
scherno, isolamento.
L'isolamento è il regalo.
Tutti gli altri sono
per te una prova della tua resistenza,
di quanto realmente desideri farlo.
E lo farai,
nonostante il rifiuto
e le peggiori avversità.
E sarà meglio di qualsiasi altra cosa
tu possa immaginare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo,
non ci sono altre sensazioni
come questa.
Sarai solo con gli dei
e le notti
arderanno tra le fiamme.
Fallo.
Fallo.
Fallo.
Fino in fondo.
Fino in fondo.
Guiderai la vita fino alla
risata perfetta.
È l'unico buon combattimento che c'è.




 
Commenta
Registrato
16 Giugno 2008
Messaggi
94
Reaction score
9
"i giorni di arpy"

Linkin Park - Powerless
http://www.youtube.com/watch?v=g-TQB1dd8uY


I giorni di Arpy, sono lì nella mia memoria, punto fermo nella storia dei miei ricordi.

E quel bel periodo che trascorsi in montagna, a duemila metri fra pinete ed un sole splendente,
è ormai diventato il lontano e distaccato mito di una favola. Avevo nove anni...

Ricordo tre piccoli laghi dove, immergendomi, godevo nel sentire l'acqua tiepida sul mio corpo.
Ma per raggiungere quei laghetti assolati, che al tramonto precipitavano in una cupa e cattiva tetraggine,
dovevo percorrere un sentiero tortuoso, lungo il quale, in taluni punti, gruppi di piccole,
rapide farfalle bianche fuoriuscivano da piccole, oscure, misteriose cavità della roccia.

Anfratti bui che mi impaurivano, nonostante la luce del giorno intorno a me, nonostante il lieve candore di quei brevi voli... E m'assaliva una strana tristezza, che ora identifico come il presagio dell'ansia di vivere che la vita ci riserva...

Ora so che la mia vita, cosparsa di turbini luccicanti di meravigliose farfalle bianche,
in fondo è tutta vissuta per un breve bagno tiepido.

Prima che il sole tramonti,
prima che restino soltanto tre specchi d'acqua freddi e bui...



IlChaos
 
Commenta
Registrato
16 Giugno 2008
Messaggi
94
Reaction score
9
Un angolo...

Come Rain or Shine- Al Jarreau

http://www.youtube.com/watch?v=9WVieQbomOc


UN ANGOLO...

Un angolo è soltanto uno spazio aperto,
socchiuso tra due lati, ripidi come
parole che fanno fatica ad uscire, oppure
escono vomitate tutto intorno.

Un angolo è una zona buia o, quantomeno, di
penombra. Un velo opaco che scivola sulla
consapevolezza di me stesso con il soffio
eccitante della tua presenza.

Un angolo è un luogo in cui rifugiare la
sicurezza che voglio mostrare. Quella, la
stessa, che ti piace azzannare come un
cane feroce ed affamato.

Un angolo è il sogno del mio desiderio che
si trasforma in una voce calda e calma e
sensuale che abbraccia il mio autocontrollo
per liquefarlo come uno sguardo imbarazzato.

Un angolo è il tocco delle tue labbra, elettrico
e violento come un orgasmo osceno che si impadronisce
del mio corpo. Lo violenta, per poi lasciarlo incrostato
dello sperma rappreso delle mie fantasie.

Un angolo è solo un angolo. È una strada senza
sbocco. Posso scappare soltanto venendoti
incontro. Ne ho timore? Forse. Ma niente mi
impedirà di guardarti negli occhi...

...uscendo dall'angolo.




IlChaos
 
Ultima modifica:
Commenta
Registrato
30 Agosto 2012
Messaggi
156
Reaction score
452
Età
64
Località
Milano
Parlare senza avere niente da dire...

parlare...senza aver niente da dire
comunicare
in silenzio
i bisogni dell'anima

dar voce
alle rughe del volto
alle ciglia degli occhi
agli angoli della bocca

parlare
tenendosi per mano

tacere...
tenendosi per mano

Paul Eluard
 
Commenta
Registrato
25 Gennaio 2012
Messaggi
1.222
Reaction score
37
non ho mai scritto una poesia, oggi mi sento ispirato :buba: ci provo..


Non son poeta,
mi dispiaccio;
nel mio atto,
mi compiaccio.

Faccio e ficco a piu' non posso,
come un toro vede rosso;
fino all'osso come un cane
in queste peripezie umane.

Amore a pagamento,
non mi pento!
 
Commenta
Registrato
30 Agosto 2012
Messaggi
156
Reaction score
452
Età
64
Località
Milano
CIRANO: Andate! Oh, dite, perché mai il naso mi guardate?

IMPORTUNO: Io?

CIRANO: Che cos'ha di strano?

IMPORTUNO: Ma, vostra eccellenza…

CIRANO: Molle e vagabonda, questa sovraeccedenza?

IMPORTUNO: Di posarvi gli occhi m'ero ben guardato.

CIRANO: E perché non guardarlo, fa parte del creato.

IMPORTUNO: È che…

CIRANO: Che vi disgusta.

IMPORTUNO: Signore!

CIRANO: Un'amarena vi sembra il suo colore?

IMPORTUNO: Ma no!

CIRANO: Di forma oscena?

IMPORTUNO: Ma perché…

CIRANO: Perché IO faccio le domande. Forse vostra disgrazia vi trova un che di grande?

IMPORTUNO: Lo trovo pi-pi-piccolo, il minimo anatomico.

CIRANO: Eh? Come? Mi si accusa di avere un che di comico? Piccolo il mio?… Olà! Enorme è il mio naso! Vile camuso, testa rotonda, liscia, vaso! Sono molto orgoglioso di questa mia appendice, se è vero com'è vero ch'essa è rivelatrice d'uomo affabile, buono, cortese, liberale, coraggioso, e di spirito come io sono e quale voi non ci arrivereste a credere che esista, o stupido marrano. Perché la faccia trista che la mia mano cerca su questo vostro busto è così nuda…

IMPORTUNO: Aie!

CIRANO: … di slancio, di buongusto, lirismo, grinta, genio, pittoricità, di naso insomma, come quella rotondità che il mio calcio vi cerca nel fondo dei calzoni.

IMPORTUNO: Aiuto, all'assassino!

CIRANO: Attenti a quei burloni che troveran ridicolo il centro del mio viso. E se poi il mattachione è nobile, l'avviso che io uso piazzargli come intralcio fatale, davanti e in su, del ferro e non dello stivale.

DE GUICHE: Però costui alla fine annoia.

VALVERT: Smargiassate!

DE GUICHE: Nessuno dunque sa rispondergli?

VALVERT: Aspettate. Vado a complimentargli della sua faccia il vanto. Voi! Voi avete un naso… che è grande. Tanto!

CIRANO: Tanto.

VALVERT: Ha!

CIRANO: Basta?

VALVERT: Sì.

CIRANO: Ah no. Non è molto, messere. Ce n'erano, oh Dio, ce n'erano a volere. Variando il tono dire… Per esempio, sentite:

Aggressivo - se avessi per naso un monolite io me l'abbatterei sulla pubblica piazza.
Amichevole - deve sguazzarvi nella tazza, munitevi di giara quando voleste bere.
Descrittivo - è una rocca, è un picco, è un belvedere, che dico un belvedere, penisola, altroché.
Curioso - a cosa serve quell'oblungo canapé? Nasconde uno scrittoio? Oppure un portaombrelli?
Grazioso - Amate forse a tal punto gli uccelli che padre, sposo e amante, offrite una torretta perché vi si ristorino dal becco alla zampetta?
Catastrofico - quando, signore, voi pipate, gli sbuffi dal naso vengon fuori a folate, non vi gridano intorno: "S'è incendiato il camino"?
Cortese - se la testa vi inciampa in quel gradino, attento a non cadere e lasciarci le cuoia.
Dolce - dovete alzarvi una minima tettoia, se no il color nasale al sole si sbiadisce.
Saggio - "Solo una bestia," Aristofane ammonisce, "chiamata ippocampelefantocamaleonte, può avere tanta carne sull'osso sotto fronte."
Drammatico - è un Mar Rosso, quando ha l'emorragia.
Ammirativo - oh, insegna di gran profumeria!
Lirico - è una fontana, e voi siete Tritone?
Naif - il monumento quand'è in esposizione?
Militaresca - carica con la cavalleria!
Pratico - lo infiliamo in qualche lotteria? Non v'è dubbio, signore, sarà il premio più grosso.
E parodiando - Piramo, piangente a più non posso: "Ecco quel naso che del volto del padrone distrusse l'armonia! Ne arrossisce il fellone!"

Ecco che cosa più o meno avrei sentito se di lettere e spirito foste stato unito. Ma di spirito voi, bel saccone di pelle, non ne aveste un sol alito, e di lettere quelle con cui si scrive la parola "Scarafaggio". Aveste per ipotesi avuto poi il coraggio di provocarmi in pubblico, in piena galleria, servendovi di simile, amara allegoria, non sareste riuscito a balbettar l'inizio della metà di un suono, perché io mi delizio di dirmele da me, facendone anche incetta, ma non permetto mai che un altro si permetta.

DE GUICHE: Valvert, per carità!

VALVERT: Che arie arroganti! Un signorotto senza il comlpemento di guanti, di nastri, di alamari, di sbuffi in seta e lino!

CIRANO: Ma io è moralmente che sono un figurino. Io non uscirei mai con, sì, per negligenza, un affronto non ben lavato, la coscienza gialla ancor di dormita nell'angolo dell'occhio, con l'onore gualcito, gli scrupoli in ginocchio, ma io procedo e sono, in piena lucentezza, piuma di indipendenza, pennacchio di franchezza.

DE GUICHE: Basta là!

CIRANO: Io non porto guanti? Il fatto è che me ne avanzava uno, di un paio demodé, e ciò malgrado ancora me lo sentivo in più, tanto da darlo in faccia, non ricordo a chi fu.

VALVERT: Marrano, lercio, zotico, gran pezzo di villano!

CIRANO: Ah sì? E io Cirano Ercole Savignano de Bergerac.

dal "Cyrano de Bergerac" di Edmond Rostand
 
Commenta
Registrato
16 Giugno 2008
Messaggi
94
Reaction score
9
[h=1]Lavorerò allora sino alla fine...[/h]Evanescence - My immortal

http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=ANbyXGc0z4U

-----------------------------

E lavorerò allora sino alla fine,
come un qualunque uomo,
e sarò più vivo di prima,
perchè cercherò l'arte
che resta nel sangue,
e troverò un Dio
prima di sera.

Forse l'incontrerò qui,
senza sesso o divisa.


IlChaos

 
Commenta
Registrato
7 Ottobre 2011
Messaggi
5.499
Reaction score
40
Località
La città del sole
Non ho più voglia di innamorarmi solo al pensiero di una che, senza un vero motivo, mi invade e tutto distrugge. Ed io lì, sempre quello che ama di più. E poi tutte le stronzate, il pensarti, il voler volere, il voglio, ti voglio, ancora..
No!
Non ho voglia di innamorarmi e di perdermi.
Ho solo voglia di te.

Charles Bukowski
 
Commenta
Alto