221ESIMA PARTE ( Tatto, cultura e maieutica )
(In sottofondo impongo: )
Io dico che, comunque, chi si avvicina a certi siti come quelli per sugarbabies e hostesswoman lo deve fare con classe. Provate a riflettere: se io sono una donna che sta su quei siti, e mi arriva il contatto di uno che mi offre 300 per due ore e dice subito che vuole il culo, cosa devo pensare? Che razza di uomini c'è in giro? Ma ci rendiamo conto? Io dico che spaventiamo le inserzioniste: e questo non va bene, specialmente perché danneggia uomini di classe come me. Io infatti so essere esplicito, ma solo dopo che ho fatto dell'empatia e della cultura la base dell'approccio. Infatti comincio con alcune riflessioni sullo stato della letteratura internazionale attuale, perciò tesso le lodi di Annie Ernaux e dei suoi temi, come la distinzione in classi sociali e la sessualità femminile. Poi di colpo sparo: e un bel pompino? E la pecorina? E la sborrata in faccia? Questo lo dico a sorpresa in mezzo ad una frase qualsiasi, come omaggio all'esperienza dadaista. Ora: la hostess o wing non sempre lo capisce in quanto tale. Però, se aggiungo ad esso 350 euri, lo considera subito degno di Jean Arp. Anche se delle volte, dopo la sborrata finale in faccia, nel pulirsi mi ha chiesto chi cazzo è 'sta gente che cito a vanvera prima di chiavare.
Mi sembrano considerazioni interessanti. Io infatti frequento hostess, sugarbaby o wingwoman, ma non tanto per trovare subito da scopare, quanto per il gusto di portare una ragazza normale a maturare il desiderio di buttarsi e trasgredire con uno sconosciuto. Cosa questa che non si può fare con chi fin da subito si lamenta dell’offerta perché non adeguata al sesso che si andrà a fare. Non dico di schifare quest’ultima categoria, ma rifletto bene se accettare o meno: un conto è trovare la ragazza fredda e distaccata incontrata con l’idea di sedurla, un conto è trovarla dopo che si era messo in chiaro che si scopava. Cioè, voglio dire: va bene la cultura, va bene l'empatia, va bene la comprensione, va bene il creare la situazione giusta. Però se dopo che abbiamo parlato un'ora dell'ultimo reading di Giada Biaggi, dopo due cocktail, dopo che mi hai raccontato le tue magagne di donna e io ti ho già dato 350 euri, te donna che devi chiavare manco un pompino con la grazia sai fare, beh: allora devi andare solo a zappare nei campi. Brutta troia.
Il tatto è tutto, passatemi l'allitterazione. Io quando mi avvicino a una wing oppure a una hostess so bene che si tratta di donne sofisticate, non sono certo le comuni pay che prendono chilometri di cazzi da mane a sera. Questo fatto deve indurre l'utente ad un linguaggio appropriato, a citazioni colte, alla prova di parlare più lingue straniere oltre alle solite due che tutti conosciamo ( l'italiano e la trap barese) , alla conoscenza della psiche femminile, specie quando essa si mostra fragile nei rapporti con gli acquisti online di capi di abbigliamento Zalando. Perché è chiaro che in quei momenti la wing , l'hostess, la sugar sono fragilissime, in quanto hanno il loro sogno di cappottino invernale lì, a pochi clic di distanza, ma senza l'uomo forte che finanzia il tutto, beh: da quel mancato cappottino può scaturire tanta sofferenza. Ecco perché, da anni, vincolo il pagamento alla ragazza al vero costo del cappottino su Zalando: così non mi frega, quella troia, e non mi fa la cresta chiedendomi a casaccio quei 400 euri che spara. Perché su Zalando il cappottino lo trova anche a 130, quella brutta mignotta da sbarco che non è altro. Vada a fare in culo, lei, la sua psiche e il suo trauma per quei cappottini di merda. E a fare in culo vadano anche Freud, Jung, Lacan, e tutte quelle merde lì. Anche Cesare Musatti, anche la Rita Parsi, anche Luigi De Marchi. Tutti a fare in culo. Tra l'altro secondo me lo sapevano benissimo e già da tempo, che la psiche femminile andava a finire tutta su Zalando.
Oh, ma su Zalando la trovo una che fa anale? Anche senza comprarci un cappottino?