Ti lascio qui il link al thread specifico che tratta della poesia, penso che questa discussione verta maggiormente sulla prosa:
https://community.punterforum.com/sh...ad.php?t=11297
Annalisa Chirico, oggi alla ribalta per alcune dichiarazioni infelici, autrice di un volume stampato su carta particolarmente soffice e pertanto godibile come lettura da gabinetto, è sufficiente arrotolarlo: “Siamo tutti puttane”.
Il volume, purtroppo risulta affetto da un’ipocrisia stridente. L’autrice non ha mai fatto la puttana. Non sa cosa possa significare fare la vita, non ne conosce le dinamiche, né le peculiarità, non si è mai fatta un cliente tutto suo. Una persona che non ha una benché minima idea dell’argomento trattato ne scrive un libro. Per carità, lodevole l’intento, ma quale? Emancipare le masse? Ma no, gente così insterilisce concetti astrusi alla stregua di chi attribuisce a Machiavelli quella cacata che “il fine giustifica i mezzi”. Siamo tutti puttane? Ma anche no, che minchia di generalizzazione sarebbe? Parla per te. Il volume non è nemmeno corposo abbastanza da poterglielo tirare in testa con soddisfazione. Non compratelo, non leggetelo. La sua sola lettura vi renderebbe persone peggiori.
Quindi a che scopo sbilanciarsi in maniera così sciagurata da scriverne un libro? Forse l’intento è il solito, trovare collocazione politica sbandierando un femminismo ignorante di cui si sarà autoeletta paladina? Forse si tenta solo di far presa, come al solito, sulla pruriginosità dell’italiano medio.
Vedi l'allegato 251620
Vedi l'allegato 251621
Spesso si fa una confusione bislacca tra una servile mantenuta ed una puttana temeraria. Trovo la cosa alquanto ingiusta e disgustosa. Questa definizione tratta dalla Treccani, poi, la trovo molto fantasiosa. Forse su Wikipedia avrebbe avuto più fortuna. “Persona amorale che si adegua alle circostanze”. Lei, poi, che fantasiosa deve esserlo per forza avendo dovuto scrivere un intero libro su qualcosa che non conosce, fa di peggio difendendo il “sacrosanto diritto di darla per interesse o per convenienza, di arrabattarsi ognuno come meglio può, di sgomitare per farsi largo in una società competitiva ricorrendo ad ogni mezzo lecito”. Ma cosa c’entrano le tristi mantenute con le puttane? Che razza di femminismo è quello che suggerisce di sedurre e ingannare per conquistare spazio e potere? Forse alla signora sfugge che non tutti sono arrivisti, che esistono persone che a vari livelli socio economici possono ritenersi realizzati, sereni, pacifici, e che pertanto tendono a non prestarsi a mezzucci, lusinghe e arruffianamenti, tantomeno se di natura sessuale: forse alla signora non è chiaro che il potere contrattuale della fortuna su cui ritiene di sedere, risulta inflazionato, soprattutto se il suo interlocutore è un puttaniere. Questo libro è l’apologia del furbo, l’elogio dello scorretto, la Bibbia del parvenu, è la barbarie che si contrappone all’ordinamento civile. È pertanto il manifesto delle puttane missile, quelle per ripiego, per circostanza, non di certo per capacità e/o per vocazione. È in base ai principi enunciati dalla Chirico che ci si trova in un loft di fronte alla frigida incapace di turno, così come il chirurgo raccomandato in sala operatoria, o il burocrate insicuro e ostativo ma amico degli amici. Queste persone, di fatto, costituiscono il cancro della nostra società.
La prostituzione è una professione e questa signora, che prostituta non lo è mai stata, farebbe bene a tacere su un argomento così delicato, soprattutto perché ciò che scrive rappresenta la SUA opinione che é distante anni luce dalla realtà. Soprattutto perché il SUO sforzo teso a raggiungere il SUO scopo, getta discredito su una categoria professionale alla quale lei manco appartiene. Mi chiedo quale sex worker si riconosce nelle parole e nei concetti espressi da questa librivendola. Chi mai si dipingerebbe come una creatura machiavellica e scorretta, avvezza al raggiro e all’inganno? La prostituta è davvero questo?
Per fortuna su questo forum, benché ne esistano esempi viventi e semoventi, in carne ossa e silicone, di questo aborto di libro se ne fa minzione solamente nel thread delle poesie. Mi auguro che si prendano le distanze da simili idiozie, da siffatte banalità e che non si ceda al fascino di una simile accozzaglia di spericolate frasi da baci perugina. Forse sarebbe meglio che i libri sulle puttane, fossero scritti dalle puttane stesse.
Intanto ho tremato perché qualche like benché da un lato lo abbia percepito come un vero e proprio attestato di stima, e ringrazio, d’altra parte mi è arrivato come una bacchettata sulle dita a causa di qualche congiuntivo maldestro. Mi chiedevo se fosse stato più opportuno pubblicare la foto di un bel paio di tette a seguire per distrarre i lettori o segnalare il mio stesso post e suggerirne le correzioni. Scrivere qui mi causa sempre una certa ansia da prestazione
Sandro sono certo che ogni contributo che riterrai opportuno pubblicare sarà gradito. Ti lascio qui il link al thread specifico che tratta della poesia, penso che questa discussione verta maggiormente sulla prosa:
https://community.punterforum.com/showthread.php?t=11297
Like meritato, e non solo per il refuso ...se ne fa minzione solamente nel thread delle poesie
@Sandro73 è il tuo giorno fortunato: ho qualcos’altro di speciale per te che certamente apprezzerai, soprattutto in questo periodo tedioso. Fammi sapere se ti aggrada e se appaga la tua voracità nella lettura...
http://www.serenakey.com/Diario/
https://serenakeysexcoach.com/
[....] che non si ceda al fascino di una simile accozzaglia di spericolate frasi da baci perugina[....]
La riflessione è partita da questa frase, che in quel contesto, sostanzialmente condivido. Ma appena dopo averla letta mi è tornata in mente quella pubblicazione. Mi fu regalata da una compagna di studi anni or sono, anche lei allieva della scuola peripatetica. Mi sono sentito pervaso dall’angoscia causata da eventuali travisamenti....Questo pensiero dice che bisogna fare un uso particolare della maieutica socratica. Ogni donna nasconde dentro di sé una puttana, sta a noi riuscire a farla emergere, così come uno scultore riesce a tirar fuori da un blocco di arida pietra una statua.
Ciascuno col proprio scalpello.
"Quando l'arciere tira senza ambire a un premio particolare, ha tutte le sue capacità; quando tira per vincere una fibbia d'ottone, è già nervoso; quando tira per un trofeo dorato, diventa cieco, vede due bersagli, e perde la testa. Le sue capacità non sono andate perdute, ma il premio lo turba. Per lui importante! Pensa più a vincere che a tirare, e il bisogno di vincere gli toglie la sua abilità"