Letteratura e corpivendole

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"L'anima sussurra al corpo che in amor potrà trionfare", recita in parte il poemetto, in una traduzione classica, "la carne altro dir non ode, e levandosi al tuo nome indica solo te trionfante preda. Fiera di tal successo, s'appaga diventando il misero tuo schiavo, forte alle tue voglie, al tuo fianco prono. Non manca di coscienza che io la chiami amore, perché è colpa del suo amore se io mi ergo e cado".
 
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Annalisa Chirico, oggi alla ribalta per alcune dichiarazioni infelici, autrice di un volume stampato su carta particolarmente soffice e pertanto godibile come lettura da gabinetto, è sufficiente arrotolarlo: “Siamo tutti puttane”.
Il volume, purtroppo risulta affetto da un’ipocrisia stridente. L’autrice non ha mai fatto la puttana. Non sa cosa possa significare fare la vita, non ne conosce le dinamiche, né le peculiarità, non si è mai fatta un cliente tutto suo. Una persona che non ha una benché minima idea dell’argomento trattato ne scrive un libro. Per carità, lodevole l’intento, ma quale? Emancipare le masse? Ma no, gente così insterilisce concetti astrusi alla stregua di chi attribuisce a Machiavelli quella cacata che “il fine giustifica i mezzi”. Siamo tutti puttane? Ma anche no, che minchia di generalizzazione sarebbe? Parla per te. Il volume non è nemmeno corposo abbastanza da poterglielo tirare in testa con soddisfazione. Non compratelo, non leggetelo. La sua sola lettura vi renderebbe persone peggiori.
Quindi a che scopo sbilanciarsi in maniera così sciagurata da scriverne un libro? Forse l’intento è il solito, trovare collocazione politica sbandierando un femminismo ignorante di cui si sarà autoeletta paladina? Forse si tenta solo di far presa, come al solito, sulla pruriginosità dell’italiano medio.
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Spesso si fa una confusione bislacca tra una servile mantenuta ed una puttana temeraria. Trovo la cosa alquanto ingiusta e disgustosa. Questa definizione tratta dalla Treccani, poi, la trovo molto fantasiosa. Forse su Wikipedia avrebbe avuto più fortuna. “Persona amorale che si adegua alle circostanze”. Lei, poi, che fantasiosa deve esserlo per forza avendo dovuto scrivere un intero libro su qualcosa che non conosce, fa di peggio difendendo il “sacrosanto diritto di darla per interesse o per convenienza, di arrabattarsi ognuno come meglio può, di sgomitare per farsi largo in una società competitiva ricorrendo ad ogni mezzo lecito”. Ma cosa c’entrano le tristi mantenute con le puttane? Che razza di femminismo è quello che suggerisce di sedurre e ingannare per conquistare spazio e potere? Forse alla signora sfugge che non tutti sono arrivisti, che esistono persone che a vari livelli socio economici possono ritenersi realizzati, sereni, pacifici, e che pertanto tendono a non prestarsi a mezzucci, lusinghe e arruffianamenti, tantomeno se di natura sessuale: forse alla signora non è chiaro che il potere contrattuale della fortuna su cui ritiene di sedere, risulta inflazionato, soprattutto se il suo interlocutore è un puttaniere. Questo libro è l’apologia del furbo, l’elogio dello scorretto, la Bibbia del parvenu, è la barbarie che si contrappone all’ordinamento civile. È pertanto il manifesto delle puttane missile, quelle per ripiego, per circostanza, non di certo per capacità e/o per vocazione. È in base ai principi enunciati dalla Chirico che ci si trova in un loft di fronte alla frigida incapace di turno, così come il chirurgo raccomandato in sala operatoria, o il burocrate insicuro e ostativo ma amico degli amici. Queste persone, di fatto, costituiscono il cancro della nostra società.
La prostituzione è una professione e questa signora, che prostituta non lo è mai stata, farebbe bene a tacere su un argomento così delicato, soprattutto perché ciò che scrive rappresenta la SUA opinione che é distante anni luce dalla realtà. Soprattutto perché il SUO sforzo teso a raggiungere il SUO scopo, getta discredito su una categoria professionale alla quale lei manco appartiene. Mi chiedo quale sex worker si riconosce nelle parole e nei concetti espressi da questa librivendola. Chi mai si dipingerebbe come una creatura machiavellica e scorretta, avvezza al raggiro e all’inganno? La prostituta è davvero questo?
Per fortuna su questo forum, benché ne esistano esempi viventi e semoventi, in carne ossa e silicone, di questo aborto di libro se ne fa minzione solamente nel thread delle poesie. Mi auguro che si prendano le distanze da simili idiozie, da siffatte banalità e che non si ceda al fascino di una simile accozzaglia di spericolate frasi da baci perugina. Forse sarebbe meglio che i libri sulle puttane, fossero scritti dalle puttane stesse.
 
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Ho colpevolmente scoperto solo oggi, grazie a @submale (inchino), l'esistenza di questo thread, che unisce due dei miei amori principali, la letteratura e le prostitute (non è uno scherzo: per ciascuno di essi da anni coltivo un accurato data-base, dei libri letti e delle prostitute incontrate).

Mi dispiace che da tempo non posti più, a quanto pare, quel @cavigioni che a suo tempo aprì il thread: belle e complete le sue ricapitolazioni. Dalle prime pagine (risalenti più o meno all'era 2009-2012), risultava che vi fossero altri thread dedicati alla letteratura su questo forum, ma, cliccando, ho trovato solo link interrotti: è di fatto rimasto solo questo?

Ad ogni modo, sono stati già nominati tutti quelli che ritenevo i maggiori capisaldi riguardanti letteratura e prostitute, da "Un amore" di Dino Buzzati a "Memorie delle mie puttane tristi" di Gabriel Garcia Marquez, fino a "Il Garofano Rosso" di Elio Vittorini (quanto mi aveva affascinato ed eccitato la figura di Zobeide, quando lo lessi in gioventù; tanto più che non ero mai venuto a contatto, prima, con una descrizione dei bordelli italici d'anteguerra!).

Ai miei gusti un po' ossessivi piacerebbe che tornassimo agli intenti "catalogatori" di inizio thread, ma a questo scopo chiederei l'opinione di altri riguardo ad un paio di questioni:

1) Vale solo la narrativa o anche la poesia? È già stato menzionato che Catullo dà della puttana a svariate donne compresa la sua, ma non sempre solo metaforicamente, a volte in senso piuttosto letterale, quando ad esempio parla della famosa Ammiana, "puella defututa" (fanciulla strafottuta), che ha il coraggio di chiedere 10.000 a botta, invitando qualcuno dei suoi parenti e conoscenti a farle ritrovare il senno e la decenza. Si è parlato di alcuni notevoli mignottoni che popolano la poesia di Baudelaire e dei poeti maledetti in genere e poi naturalmente è stato menzionato Pietro Aretino.
Io, se si parla di poesia, aggiungerei senz'altro il veneziano settecentesco Giorgio Baffo: ho letto da poco una sua raccolta completa ed è assolutamente esilarante. Comprende di tutto nel decalogo del buon puttaniere: bordelli e "tour", malattie veneree e "schiavitù" mentali; il tutto con un'ironia dissacrante che non rispetta (letteralmente) nemmeno il Padreterno.

2) Contano solo i libri che hanno per argomento centrale prostitute e prostituzione, o che per lo meno ne danno una rappresentazione piuttosto ampia e diretta, oppure secondo voi andrebbero segnalati qui anche i libri in cui vi siano prostitute tra i personaggi principali della narrazione, la cui professione abbia una significativa rilevanza nello svolgimento della vicenda, anche qualora ad ogni modo il focus principale del romanzo fosse lontano dalla loro attività? Per far capire meglio ciò che mi sto chiedendo, farò un paio di esempi letterari, uno famosissimo internazionalmente e uno che riguarda un romanzo conosciuto nell'ambito della letteratura italiana: in "Delitto e Castigo" di Fëdor Dostojesvkij, uno dei personaggi principali, Sonja Semjonova, è una giovane ed umile prostituta e la sua professione, sebbene non venga rappresentata direttamente, ha grande rilevanza nel romanzo (leggendo il quale, si viene tra l'altro a sapere che nella San Pietroburgo dell'epoca le prostitute erano tenute a dotarsi di "biglietto giallo"); ne "Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino, la sorella del protagonista (significativamente chiamata solo col nome con cui è nota ai "clienti", "La Nera di Carrugio Lungo") è una prostituta che intrattiene i soldati delle truppe naziste d'occupazione nell'Italia del post-armistizio e della lotta partigiana.
Secondo voi si tratta di esempi adatti a questo thread, o lo limitereste ai soli romanzi che trattano della prostituzione come argomento principale (tanto per non rischiare di doverci buttare dentro tutta la letteratura mondiale :biggrin:)?
 
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Intanto ho tremato perché qualche like benché da un lato lo abbia percepito come un vero e proprio attestato di stima, e ringrazio, d’altra parte mi è arrivato come una bacchettata sulle dita a causa di qualche congiuntivo maldestro. Mi chiedevo se fosse stato più opportuno pubblicare la foto di un bel paio di tette a seguire per distrarre i lettori o segnalare il mio stesso post e suggerirne le correzioni. Scrivere qui mi causa sempre una certa ansia da prestazione :prankster2:

Sandro sono certo che ogni contributo che riterrai opportuno pubblicare sarà gradito. Ti lascio qui il link al thread specifico che tratta della poesia, penso che questa discussione verta maggiormente sulla prosa:

https://community.punterforum.com/showthread.php?t=11297



 
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Ti lascio qui il link al thread specifico che tratta della poesia, penso che questa discussione verta maggiormente sulla prosa:

https://community.punterforum.com/sh...ad.php?t=11297

Mmm, non ho letto per intero il thread da te postato (erano più di 100 pagine), ma ho l'impressione che lì la discussione verta soprattutto su poesie create dai vari utenti di questo forum. Con tutto il rispetto per tali creazioni (alcune delle quali ho trovato notevoli), il mio obiettivo era diverso: individuare opere letterarie del passato (eventualmente anche poetiche e non solo narrative) nelle quali venga trattato il tema della prostituzione. Quindi secondo me questo thread rimane più specifico, anche se è nato evidentemente più pensando alla prosa.

Certo, se ci estendiamo alla poesia, ci tocca metterci dentro veramente di tutto, compreso Dante, nel XVIII dell'Inferno ad esempio (vv. 127-135) :biggrin::

Appresso ciò lo duca "Fa che pinghe",
mi disse, "il viso un poco più avante,
sì che la faccia ben con l’occhio attinghe

di quella sozza e scapigliata fante
che là si graffia con l’unghie merdose,
e or s’accoscia e ora è in piedi stante.

Taïde è, la puttana che rispuose
al drudo suo quando disse "Ho io grazie
grandi apo te?": "Anzi maravigliose!".
 
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Non per essere pedante ma il titolo del thread è “letteratura” che per definizione include la prosa tanto quanto la poesia. Pertanto ben vengano i tuoi preziosi interventi.
 
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Annalisa Chirico, oggi alla ribalta per alcune dichiarazioni infelici, autrice di un volume stampato su carta particolarmente soffice e pertanto godibile come lettura da gabinetto, è sufficiente arrotolarlo: “Siamo tutti puttane”.
Il volume, purtroppo risulta affetto da un’ipocrisia stridente. L’autrice non ha mai fatto la puttana. Non sa cosa possa significare fare la vita, non ne conosce le dinamiche, né le peculiarità, non si è mai fatta un cliente tutto suo. Una persona che non ha una benché minima idea dell’argomento trattato ne scrive un libro. Per carità, lodevole l’intento, ma quale? Emancipare le masse? Ma no, gente così insterilisce concetti astrusi alla stregua di chi attribuisce a Machiavelli quella cacata che “il fine giustifica i mezzi”. Siamo tutti puttane? Ma anche no, che minchia di generalizzazione sarebbe? Parla per te. Il volume non è nemmeno corposo abbastanza da poterglielo tirare in testa con soddisfazione. Non compratelo, non leggetelo. La sua sola lettura vi renderebbe persone peggiori.
Quindi a che scopo sbilanciarsi in maniera così sciagurata da scriverne un libro? Forse l’intento è il solito, trovare collocazione politica sbandierando un femminismo ignorante di cui si sarà autoeletta paladina? Forse si tenta solo di far presa, come al solito, sulla pruriginosità dell’italiano medio.
Vedi l'allegato 251620

Vedi l'allegato 251621



Spesso si fa una confusione bislacca tra una servile mantenuta ed una puttana temeraria. Trovo la cosa alquanto ingiusta e disgustosa. Questa definizione tratta dalla Treccani, poi, la trovo molto fantasiosa. Forse su Wikipedia avrebbe avuto più fortuna. “Persona amorale che si adegua alle circostanze”. Lei, poi, che fantasiosa deve esserlo per forza avendo dovuto scrivere un intero libro su qualcosa che non conosce, fa di peggio difendendo il “sacrosanto diritto di darla per interesse o per convenienza, di arrabattarsi ognuno come meglio può, di sgomitare per farsi largo in una società competitiva ricorrendo ad ogni mezzo lecito”. Ma cosa c’entrano le tristi mantenute con le puttane? Che razza di femminismo è quello che suggerisce di sedurre e ingannare per conquistare spazio e potere? Forse alla signora sfugge che non tutti sono arrivisti, che esistono persone che a vari livelli socio economici possono ritenersi realizzati, sereni, pacifici, e che pertanto tendono a non prestarsi a mezzucci, lusinghe e arruffianamenti, tantomeno se di natura sessuale: forse alla signora non è chiaro che il potere contrattuale della fortuna su cui ritiene di sedere, risulta inflazionato, soprattutto se il suo interlocutore è un puttaniere. Questo libro è l’apologia del furbo, l’elogio dello scorretto, la Bibbia del parvenu, è la barbarie che si contrappone all’ordinamento civile. È pertanto il manifesto delle puttane missile, quelle per ripiego, per circostanza, non di certo per capacità e/o per vocazione. È in base ai principi enunciati dalla Chirico che ci si trova in un loft di fronte alla frigida incapace di turno, così come il chirurgo raccomandato in sala operatoria, o il burocrate insicuro e ostativo ma amico degli amici. Queste persone, di fatto, costituiscono il cancro della nostra società.
La prostituzione è una professione e questa signora, che prostituta non lo è mai stata, farebbe bene a tacere su un argomento così delicato, soprattutto perché ciò che scrive rappresenta la SUA opinione che é distante anni luce dalla realtà. Soprattutto perché il SUO sforzo teso a raggiungere il SUO scopo, getta discredito su una categoria professionale alla quale lei manco appartiene. Mi chiedo quale sex worker si riconosce nelle parole e nei concetti espressi da questa librivendola. Chi mai si dipingerebbe come una creatura machiavellica e scorretta, avvezza al raggiro e all’inganno? La prostituta è davvero questo?
Per fortuna su questo forum, benché ne esistano esempi viventi e semoventi, in carne ossa e silicone, di questo aborto di libro se ne fa minzione solamente nel thread delle poesie. Mi auguro che si prendano le distanze da simili idiozie, da siffatte banalità e che non si ceda al fascino di una simile accozzaglia di spericolate frasi da baci perugina. Forse sarebbe meglio che i libri sulle puttane, fossero scritti dalle puttane stesse.


Beh, Submale, sul fatto che lei non abbia esperienza non possiamo pronunciarci. Chi può saperlo? Magari è titolata e competente e noi lo ignoriamo.

Personalmente sposerei la causa dei libri sulle puttane scritti solo dalle protagoniste della "vita" (ne ho qualcuno nel cassetto, inclusa una piccola raccolta di racconti da sorbire al volo come un caffè nero, buono e bollente che è in uscita...consentimi gentilmente la Marketta, d'altronde...) ma bisogna ben ricordare che lei viene pubblicata, una escort ha molte meno chances di riuscirci. Te lo assicuro.

Quanto al contenuto non mi pronuncio, non l'ho ancora letto"


Intanto ho tremato perché qualche like benché da un lato lo abbia percepito come un vero e proprio attestato di stima, e ringrazio, d’altra parte mi è arrivato come una bacchettata sulle dita a causa di qualche congiuntivo maldestro. Mi chiedevo se fosse stato più opportuno pubblicare la foto di un bel paio di tette a seguire per distrarre i lettori o segnalare il mio stesso post e suggerirne le correzioni. Scrivere qui mi causa sempre una certa ansia da prestazione :prankster2:

Sandro sono certo che ogni contributo che riterrai opportuno pubblicare sarà gradito. Ti lascio qui il link al thread specifico che tratta della poesia, penso che questa discussione verta maggiormente sulla prosa:

https://community.punterforum.com/showthread.php?t=11297




Like meritato, e non solo per il refuso ...se ne fa minzione solamente nel thread delle poesie :lol:
 
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Tata sono al corrente delle difficoltà che sta creando qualche casa editrice poco lungimirante, spero si ravvedano presto ed adottino scelte commerciali sicuramente proficue. Spero inoltre che il volume sia arricchito da tante illustrazioni, perché la cultura è importante ma anche l’occhio vuole la sua parte. Attendo con trepidazione la raccolta di racconti.

@Sandro73 è il tuo giorno fortunato: ho qualcos’altro di speciale per te che certamente apprezzerai, soprattutto in questo periodo tedioso. Fammi sapere se ti aggrada e se appaga la tua voracità nella lettura...

http://www.serenakey.com/Diario/

https://serenakeysexcoach.com/
 
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Se l'argomento è affrontato non come tema principale di un romanzo, segnalerei "Il piatto piange" di Piero Chiara, soggetto ripreso per realizzare anche un onomimo film...
E forse il primo romanzo che mi ha intristito molto, lettura avvenuta intorno ai 10/11 anni, I ragazzi dello zoo di Berlino di Cristiane F. ...
Tra le rappresentazioni teatrali segnalerei : "Dignità autonoma di prostituzione" visto circa 3 o 4 anni or sono a Napoli...
 
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Like meritato, e non solo per il refuso ...se ne fa minzione solamente nel thread delle poesie :lol:

È sicuramente una finezza metaletteraria che nella stessa frase in cui parli di refusi, alludi al farne... minzione! ;)

@Sandro73 è il tuo giorno fortunato: ho qualcos’altro di speciale per te che certamente apprezzerai, soprattutto in questo periodo tedioso. Fammi sapere se ti aggrada e se appaga la tua voracità nella lettura...

http://www.serenakey.com/Diario/

https://serenakeysexcoach.com/

Mi tufferò al più presto nella lettura con la voracità che evochi. Grazie a te e a serenakey. :)
 
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...Questo pensiero dice che bisogna fare un uso particolare della maieutica socratica. Ogni donna nasconde dentro di sé una puttana, sta a noi riuscire a farla emergere, così come uno scultore riesce a tirar fuori da un blocco di arida pietra una statua.
Ciascuno col proprio scalpello.
La riflessione è partita da questa frase, che in quel contesto, sostanzialmente condivido. Ma appena dopo averla letta mi è tornata in mente quella pubblicazione. Mi fu regalata da una compagna di studi anni or sono, anche lei allieva della scuola peripatetica. Mi sono sentito pervaso dall’angoscia causata da eventuali travisamenti.
Tutta questa faccenda mi ha portato inoltre ad un’ulteriore riflessione. Dovrò tenere a mente l’esatto istante in cui sono passato dallo svegliarmi allegro e gaudente perseguitato dalla domanda “cosa mi trombo oggi?” al più triste “cosa mi magno oggi?” e parimenti dal recensire magnifiche ed erotiche creature al recensire inutili e stupidi libri. Ecco, questo penso che sia davvero l’inizio della fine. Ma ora basta con le autocommiserazioni, perdonate questo mio piccolo sfogo.
 
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Li ho guardati ma vedevo tutto annebbiato, non so se era la mancanza di segnale o l’alone della circonvenzione d’incapace 2.0 creato da un content manager esperto nel trasformare i diserbanti in pappa per neonati.
Leggo “On Life è il sesso dell’amplesso virtuoso” e d’istinto rivaluto Vanna Marchi…
Mi va l’occhio su “Si narra ch’io sia una leggenda…” e provo affetto per quelle genuine ingenue truffatrici “io ingoio sempre tutto….smaialata ex modella gran troia (ninfomane)”.
Continuo a leggere calandomi nell’ego di questa leggenda del sesso, minuziosamente costruito dal suo “Team”, e nelle mutande sento un movimento strano e doloroso: pene, palle e sacco scrotale con tutti i peli si stanno ritirando dentro!!!
Speriamo che mi arrivi una mail chiedendomi €250 per farli riapparire.
Mi scuso per l’ot.
PS @Submale, ho cercato ti giuro che ho cercato il qualcos’altro di speciale…
 
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Che cazzo ariace stai vanificando tutti i miei sforzi per dimostrare che sono una persona migliore :prankster2: sei sempre il solito figlio di... :lol:
sì, è così, la si ama o la si detesta, o un po’ e un po’, tutt’e due, di più non ti so dire:unknw: Io ho virato sul platonico e non darmi del ricchione ti prego :preved:Torniamo alla letteratura va, fino a ieri guardavo solo le figure ora mi tocca pure leggere.
 
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Provo una smisurata ammirazione...il primo essere umano che impara dai propri errori (che poi sarebbero quelle cose che vorremmo rifare).
Che librazzo posso leggere per evolvermi?
 
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Ah boh, io sto leggendo un grosso volume di un tale Helmut Newton, non sarà letteratura in quanto arti figurative, ma è pieno di corpivendole...leggo tutte le didascalie però, almeno quelle delle pagine che non mi si so’ incollate. :prankster2: È stata una lettura molto edificante in questo periodo.
Tu leggi “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo”
:preved:
"Quando l'arciere tira senza ambire a un premio particolare, ha tutte le sue capacità; quando tira per vincere una fibbia d'ottone, è già nervoso; quando tira per un trofeo dorato, diventa cieco, vede due bersagli, e perde la testa. Le sue capacità non sono andate perdute, ma il premio lo turba. Per lui importante! Pensa più a vincere che a tirare, e il bisogno di vincere gli toglie la sua abilità"
 
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