Letteratura e corpivendole

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Comincerò dalla fine: l'identificazione di Maria Maddalena (o di Magdala) con una prostituta può essere errata (come riconosciuto dopo il Concilio Vaticano II) e non esplicitamente autorizzata dalla lettera dei vangeli canonici, ma in realtà è stata molto comune per secoli, almeno dall'arte medievale in poi, quindi direi che non può stupire da parte di De Quincey nell'800.

Quanto al resto, ho paura di banalizzare tutta la storia di amicizia, rispetto e umana generosità che sta dietro al testo, ma devo ammettere che la parte che ho trovato più commovente è quella dell'inutile ricerca di Ann a seguito di quella separazione dall'autore che avrebbe dovuto essere temporanea e si sarebbe invece rivelata definitiva. Dato che su questo forum siamo (per la maggior parte almeno) frequentatori piuttosto assidui di prostitute, e dato il fatto che queste creature sono solite condurre una sorta di "vita parallela" che raramente ci mette in contatto diretto con la loro reale identità, credo che a tutti noi sia capitato di vivere almeno una volta un'esperienza simile: di trovarsi per un certo periodo in grande sintonia con una particolare ragazza frequentandola piuttosto intensamente, di lasciarla un giorno immaginando di ritrovarla senza problemi la settimana successiva o il mese dopo, e di rendersi conto invece più avanti di averla persa per sempre, senza neanche la consolazione di qualcosa di simile ad un addio consapevole. Anche la prolungata e inutile ricerca successiva corrisponde a una sensazione che ritengo molti di noi conoscano bene: un numero di telefono che non risponde più, un angolo di strada deserto per sempre, un annuncio che non ricomparirà, le febbrili e inconcludenti domande a qualche collega o compagna di strada...

Ripeto, potrà sembrare banalizzante rispetto al complesso del testo, ma per lo meno è qualcosa con cui posso dire di essere entrato in empatia diretta (mentre, per quanto la cosa possa commuovermi in astratto, non mi è mai capitato, come a De Quincey, che una prostituta mi salvasse letteralmente la vita).

Uno dei passaggi più poetici e visionari è quello in cui l'autore scrive: "If she lived, doubtless we must have been some time in search of each other, at the very same moment, through the mighty labyrinths of London; perhaps even within a few feet of each other—a barrier no wider than a London street often amounting in the end to a separation for eternity!", che corrisponde naturalmente anche al "clou" della canzone e del video che hai postato: la sezione a circa 4':40", dove la voce della cantante recita: "There might be just one street between us, just one end (?) barrier, only a few feet between us, but in the end it's eternity" (se ho capito bene le parole).

Tra l'altro, nei titoli di coda c'è scritto chi sono gli attori del video e chi gli interpreti della canzone, ma mi piacerebbe saperne qualcosa di più: di un pezzo così bello (dallo stile che mi pare vagamente progressive) è possibile che gli autori non siano altrimenti noti? Si tratti dei componenti di uno o più gruppi già attivi sotto altro nome? E qual è la storia dietro al video? Come, quando e perché è stato prodotto? Le didascalie di YouTube, in questa circostanza, sono singolarmente parche di informazioni a questo proposito.
 
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Veronica Franco (1546-1591) poetessa e cortigiana veneziana
https://it.wikipedia.org/wiki/Veronica_Franco
Veronica Franco fu davvero una donna di straordinario intelletto. Consiglio di leggere la voce di Wikipedia, per farsi un'idea, nel caso non la conosciate.
Copio da internet i seguenti versi :

così dolce e gustevole divento,

quando mi trovo con persona in letto,​

da cui amata e gradita mi sento​

che quel mio piacer vince ogni diletto…​

………
Or mi si para il mio letto davante,

ove in grembo t’accolsi, e ch’ancor l’orme​

serba dei corpi in sen l’un l’altro stante.​

……………….​

Forse ancor nel letto ti seguirei,​

e quivi teco guerreggiando stesa,​

in alcun modo non ti cederei:​

per soverchiar la tua sì indegna offesa​

ti verrei sopra, e nel contrasto ardita,​

scaldandoti tu ancor ne la difesa,​

teco morrei d’ugual colpo ferita.​



Copio anche questa riflessione di Veronica Franco :​

“Se siamo armate e addestrate siamo in grado di convincere gli uomini che anche noi abbiamo mani, piedi e un cuore come il loro; e anche se siamo delicate e tenere, ci sono uomini delicati che possono essere anche forti e uomini volgari e violenti che sono dei codardi. Le donne non hanno ancora capito che dovrebbero comportarsi così, in questo modo riuscirebbero a combattere fino alla morte; e per dimostrare che ciò è vero, sarò la prima ad agire, ergendomi a modello.”​

Tra i suoi clienti anche un re ed artisti famosissimi. Conoscevo Gaspara Stampa ma non Veronica Franco e mi è venuto il desiderio di approfondire.​
 
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“Se siamo armate e addestrate siamo in grado di convincere gli uomini che anche noi abbiamo mani, piedi e un cuore come il loro; e anche se siamo delicate e tenere, ci sono uomini delicati che possono essere anche forti e uomini volgari e violenti che sono dei codardi. Le donne non hanno ancora capito che dovrebbero comportarsi così, in questo modo riuscirebbero a combattere fino alla morte; e per dimostrare che ciò è vero, sarò la prima ad agire, ergendomi a modello.”​

Nelle parole di Veronica Franco sento un eco delle parole di Shylock, nel famoso monologo in “The Merchant of Venice” di William Shakespeare,(1596) atto 3, scena 1 : (from : “Hath not a Jew eyes?”)​

SALARINO

Why, I am sure, if he forfeit, thou wilt not take
his flesh: what’s that good for?

SHYLOCK

To bait fish withal: if it will feed nothing else,
it will feed my revenge. He hath disgraced me, and
hindered me half a million; laughed at my losses,
mocked at my gains, scorned my nation, thwarted my
bargains, cooled my friends, heated mine
enemies; and what’s his reason? I am a Jew. Hath
not a Jew eyes? hath not a Jew hands, organs,
dimensions, senses, affections, passions? fed with
the same food, hurt with the same weapons, subject
to the same diseases, healed by the same means,
warmed and cooled by the same winter and summer, as
a Christian is? If you prick us, do we not bleed?
if you tickle us, do we not laugh? if you poison
us, do we not die? and if you wrong us, shall we not
revenge? If we are like you in the rest, we will
resemble you in that. If a Jew wrong a Christian,
what is his humility? Revenge. If a Christian
wrong a Jew, what should his sufferance be by
Christian example? Why, revenge. The villany you
teach me, I will execute, and it shall go hard but I
will better the instruction.
 
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Ebbi la fortuna, anni fa, qui a Milano, di godermi un "Merchant of Venice" in lingua originale, credo al teatro della Triennale se ben ricordo, e il monologo di Shylock era stato recitato in maniera spettacolare.

Nel frattempo, ringrazio @mazzarino per le sue preziose segnalazioni: ho acquistato una copia delle "Confessioni di un oppiomane" di De Quincey, che non avevo mai letto, e me lo sto gustando.
Sono anche riuscito a trascrivere quasi per intero il testo del video su "Ann di Oxford Street" postato nella pagina precedente, sul quale mi permetto di insistere: poiché si tratta di una sorta di "oggetto misterioso" della rete, senza informazioni di sorta a suo proposito che siano reperibili, posso ridomandarti come tu ne sia venuto a conoscenza? Tramite una semplice ricerca casuale o ti era stato indicato da qualcuno?
 
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Sapevo la storia di Ann e del bicchiere di Porto e quindi quando, nel 2017, mi sono imbattuto casualmente del video, ho capito subito di cosa si trattava.
Non so niente sul video, ho provato a fare ricerche senza esito. Non ho il testo completo della canzone perché non sono riuscito a trovarlo su internet e quindi ho dovuto procedere per tentativi e la musica copre molte parole. Ti invierò, privatamente, quanto ho decifrato e mi piacerebbe avere il tuo testo. Se vuoi, naturalmente. Non riesco a capire il senso del bicchiere rotto e dei soldi sparsi sul marciapiede a 6.08. Hai qualche idea ?
 
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Non riesco a capire il senso del bicchiere rotto e dei soldi sparsi sul marciapiede a 6.08. Hai qualche idea ?

No, però adesso che sto leggendo per intero le "Confessioni di un oppiomane" mi sono reso conto che il testo della canzone solo apparentemente è riferito "in toto" alla storia di "Ann of Oxford Street": in realtà vi è una diffusa contaminatio che abbraccia altre parti dell'opera di De Quincey (la parte che inizia con "I will protect you against the ghosts...", come del resto era precisato in un'acuta nota postata in calce al video di YouTube, si riferisce al periodo che l'autore trascorre con una piccola orfanella in una casa semi-disabitata; l'apostrofe finale "Stony-hearted, Oxford Street..." è presa dal brano immediatamente successivo a quello di Ann; la parte in cui auspica di trovarsi con la sua donna in un cottage nel pieno dell'inverno è tratta dalla sezione "Introduzione alle pene dell'oppio"; e così via...). Quindi può essere che anche il bicchiere rotto si riferisca ad un'altra porzione del testo di De Quincey: ma in tal caso, non mi è ancora capitato di raggiungerla nel corso della mia lettura.

Se mi mandi in privato la tua versione del testo della canzone, sarò lieto di scambiarla con la mia, ma ti avverto preventivamente: alcuni brani, secondo me, si possono comprendere solo se si conosce la sezione corrispondente delle "Confessioni"; in caso contrario, pur vantandomi di conoscere piuttosto bene l'inglese, non li avrei indovinati neppure dopo mille ascolti!
 
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“Quella sporca donnina”: escort entrate nella Storia
DALLA RAHAB BIBLICA ALLA PROSTITUTA NEL LAGER (PER SALVARE VITE), IL SAGGIO DI LIA CELI RENDE ONORE A DODICI SEDUTTRICI: COLTE, EMANCIPATE E CORAGGIOSE

Una cosa ho sempre trovato curiosa di Raab (la prostituta di Gerico che Dante stesso, nella Divina Commedia, pone in paradiso, naturalmente nel cielo di Venere): dal punto di vista ebraico-cristiano è vista come un'eroina o una santa, ma dal punto di vista degli abitanti di Gerico trucidati dagli Ebrei la si potrebbe a buon motivo considerare proprio come una perfida traditrice della peggior specie. Ai nostri occhi di moderni, non so se nemmeno l'ipotizzabile emarginazione sociale mista a disprezzo nella quale poteva essere stata relegata per via della sua professione potrebbe giustificare una simile slealtà e insensibilità nei confronti della città che fino a quel momento era stata la sua patria.

Certo, mi si dirà che la lettura del personaggio dev'essere più simbolica che storica e letterale, e che la sua adesione al "vero Dio" potrebbe essere vista come una conversione al bene più che un tradimento, fatto sta che, simboli o no, rappresentare i nemici di Israele e gli "infedeli" (in questo caso gli abitanti di Gerico) come indegni di vita e di pietà umana, è un inevitabile portato di un libro, la Bibbia, che è nato come memoria storica, narrazione epica e decalogo morale di una piccola popolazione della Palestina, con tutto ciò che la sua origine si porta dietro in termini di contraddizioni tra "noi" e "loro", e ora, nella tarda modernità, aspira a diventare la manifestazione di una religione che, almeno a parole, predicherebbe l'"amore universale", valevole ecumenicamente per tutta la terra e incompatibile con atteggiamenti localisti e xenofobi.

Hai voglia a operare esegesi allegoriche che giustifichino i libri dell'Antico Testamento in chiave cristiana! In realtà, il legame tra Antico e Nuovo Testamento è reso ineluttabile dalla stessa predicazione di Gesù e dalla sua auto-identificazione con il messia dalla tradizione giudaica, ma resta il fatto che, in molti punti, la giustapposizione tra la visione del mondo dell'Antico Testamento e quella dei Vangeli è stridente. Lo dico ovviamente da un'ottica del tutto laica e non necessariamente acritica nei confronti degli stessi Vangeli e del cristianesimo in sé (che, nella sua forma millenaria, si è probabilmente basato ancor più sulla predicazione di Paolo che su quella di Gesù Cristo).
 
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La figura di Raab ricorda molto quella, sicuramente storica, della Malinche ( La Malinche - Wikipedia ).
Condivido pienamente l'opinione - diffusa fra gli studiosi, non nata in un sito di puttanieri - che l'autentico fondatore del cristianesimo, come lo intendiamo oggi sia Paolo. Poi si sono aggiunti influssi (neo) Platonici, Aristotelici, e altri. A un'analisi neutrale e laica, non possono sfuggire le aporie del tentativo di conciliare una religione universalista con dio-bontà infinita, con una religione etnica con dio esclusivo severo e vendicativo. Cmq che origini ed evoluzioni di qualunque religione siano storiche-culturali e non certo divine è a mio parere evidente. Poi ognuno crede ciò che vuole...
Come sosteneva Feuerbach non è dio che ha creato l'uomo, è l'uomo che ha creato dio.
E per dirla con Vasco:
Tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà
Qualche cosa chissà
Quanta gente comunque ci sarà
Che si accontenterà

Chiedo scusa per il fuori topa...prometto che non lo faccio più
 
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Chiedo scusa per il fuori topa...prometto che non lo faccio più

Fallo ancora, invece!

All'interno del forum questo thread ha una giurisdizione particolare: sempre di topa si tratta, ma... topa colta! :lol:

Grazie mille per l'approfondimento sulla Malinche, che non conoscevo come figura storica.
 
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Non è propriamente una pubblicazione bensì il link ad un articolo riguardante un tour guidato nelle ex case chiuse fiorentine. Per restare parzialmente in topic comunque, si può leggere pure una poesia per i nostalgici dell'epoca: dopo l'addio ai monti di Lucia nei Promessi Sposi, ecco anche "L'Addio ai casini"....

 
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Blueangy - “Come fare del bene agli uomini - Vita e consigli di una cortigiana perfetta”

Il libro narra delle confuse introspezioni di una ragazza, ormai donna, cresciuta in un contesto rurale dell’est e che a causa del disagio sociale ed economico finisce nei night club per poi essere trapiantata a Montecatini, la patria del budello, palestra d’eccellenza di spennapolli, di quelle gfe, un po’ gatte morte, che finiscono per portarti davanti ad un notaio per firmare il rogito di compravendita di un appartamento in centro a Milano. Non so come facciano, ma a Montecatini sono specialiste in questo (“Il mio amante numero uno sta pensando di intestarmi la sua casa, a Roma.”). Sinceramente mi perplime sapere che ella perduri nella condizione di escort nonostante le richieste economiche “per pochi”, nonostante l’eclatante successo, condizione, quella di escort, verso la quale ha lasciato trapelare più volte una sorta di desiderio di riscatto.​
L’intenzione è quella di raccontare il proprio ambito lavorativo e i suoi personaggi, mettendoli a nudo in tutta la loro drammatica banalità. Il risultato è un narcisistico delirio di onnipotenza che spesso è sintomatico di profonde dissidenze tra le varie personalità, di una sorta di distaccamento dalla realtà o di una distorsione di essa dovuta al bias cognitivo. Purtroppo gli egocentrici hanno il terribile vizio di spostare il discorso su se stessi e tendono a dire molto più di quanto si conviene, sicuramente raccontano molto più di quanto era nelle loro intenzioni. Consapevolmente o meno. Ed ecco che lo squallore del cliente tipo, si riflette sull’autrice, una prostituta che pare uscita da una commedia all’italiana, autolesionista e autodistruttiva, completa e corredata da tutte le peculiarità che il cliché della pay dell’est richiede. Dai genitori alcolizzati e sfruttatori, al marito manesco e fedifrago mentre lei sculettava al night, agli amanti approfittatori tutti scelti previo bando di concorso che ne attestasse le infime qualità umane, ciliegina sulla torta l’ostinata ostentazione di una virtù perduta non per cause intrinseche o per una scelta personale, bensì a causa delle condizioni a contorno che null’altro avrebbero potuto concedere. Non c’è niente di più noioso di una escort scontata. Lo spettacolo è di un piattume avvilente, l’autrice inciampa continuamente nelle bugie che racconta a se stessa, negli alibi, nelle scuse e nei pretesti. Un claudicare agonizzante, un’accozzaglia di contraddizioni e nosense in merito alla quale, anche il più acritico dei lettori non può non porsi qualche domanda. E non vale a niente elencare incontri con sportivi, magnati, industriali e divi di Hollywood. La realtà è quella che è ed è abbastanza triste.​

Lo stile narrativo del ghost writer (perché è un lui, di questo ne sono certo) è semplice e piacevole. Solitamente un registro sciolto è efficace, una scrittura lineare denota una linearità di pensiero, sarà una brava persona, pacata e tranquilla, forse anche troppo per narrare le mirabolanti avventure di una pay che si divide tra emiri e calciatori. Lo dico perché stranamente, la sua narrazione, non sortisce immedesimazione alcuna nel lettore. Nemmeno quando il racconto si fa piccante. Non eccita. Non è certamente quello il modo di esprimersi di una signora. Il lettore inconsciamente lo percepisce e raffigura il ciccione sudato alla macchina da scrivere in pieno agosto. Quello che si dà tanto da fare sperando di essere ripagato con un ricco pompino. Il risultato è disastroso.​

Non voglio mettere in dubbio le millantate doti amatorie che ognuna di queste signore sfoggia come se fossero un dono divino. Non posso confutarle aprioristicamente. Anche se mi ricordano tanto (per analogia) quegli uomini che “ti spezzo, ti faccio, ti sfondo...”. Poi sappiamo tutti/e come va a finire.​
Non voglio nemmeno che questo mio scritto possa sembrare un’offesa (absit iniuria verbis), peraltro gratuita visto che non ho mai conosciuto la scrittrice, né è mia intenzione saggiare la sua tanto auto-decantata capacità sul materasso (non dà manco il culo, figuriamoci).

Ho molti clienti che sognano e si immaginano di essere i clienti preferiti, proprio come te, mio ipocrita amico lettore...

E siccome il mondo è pieno di professioniste mediocri e qualcuno prima o poi deve correggere questa pericolosa deriva con abbondanti dosi di consapevolezza, mi sento in dovere di ripagare con altrettanta franchezza:​
  • sappiamo tutti che è una recita ma un mago che svela il trucco e lo spiattella in faccia al suo pubblico è semplicemente un fesso. Ad esempio (e ne è pieno): “Gemo sempre piú forte, sono molto convincente.” Dopo aver letto questo, mi toccherebbe inventarmi di essere sordo per risparmiarmi una scena così degradante.​
  • “Sicuramente tornerà. Possibile che diventeremo «amici», perfino che faremo cose gratuite...” una professionista seria non dice mai alla sua platea di clienti che per qualcuno fa eccezioni sul rate. Così come si conviene che un cliente serio non specifichi determinate attenzioni. Ricordo una pay che per farmi rosicare me lo disse per ben tre volte, in tre circostanze diverse e riferito a tre clienti differenti: “Per Tizio anche gratis, per Caio farei i saldi, Sempronio sarebbe mio ospite...”. Il risultato fu che le dovetti chiarire che per non sentirmi un cliente di serie b, per non calpestare la mia dignità, non l’avrei mai più pagata. Anche a rischio di non rivederla mai più. E ci rivedemmo.​
  • Tutti siamo pronti ad offrire una spalla ad una pay che si lamenta del suo passato burrascoso tra il classico vissuto con genitori alcolizzati, mariti sfruttatori e abusi infantili. Ma se tali argomentazioni sono chiaramente volte a legittimare la scelta di vita, beh, allora tutto si ammanta di un velato squallore. Una pay non ha bisogno di giustificarsi per quello che fa, soprattutto mai con un cliente. L’ipocrisia è stridente.​
  • Così come il cliente illuso considera sporchi tutti gli altri che pagano, parimenti la pay non si rende conto di essere scontata, non ha consapevolezza di essere ormai irreversibilmente narcisista e uniformata alla massa delle sue colleghe di cui non so voi, ma io, personalmente, ne ho le palle piene. Sono solo due facce della stessa medaglia. A che titolo quindi l’una può sbeffeggiare l’altra?​
  • Ad un certo punto ho letto: “Poiché è venuto quasi subito, dopo lo abbiamo fatto un’altra volta. È un regalo che concedo ad alcuni.” Ne deduco che o fa le mezze ore e non mi risulta (nel 2008 ne chiedeva minimo due di ore a 700 scudi) o nel suo rate orario (che è sempre stato abbastanza sopra la media ma non è questo il punto) non concede extraball. In entrambi i casi non sono politiche che si addicono ad una luxury escort. Questa è roba da catena di montaggio, da manuale della furba, da missile terra aria. Sei venuto? Avanti il prossimo.​
  • Mi piaci proprio, tesoro. – gli dico –Sono emozionata, sai? Mi piaci. Forse è l’inizio di qualcosa – sono falsa e sincera insieme – Ogni volta io mi emoziono, – continuo mentre lo tocco – Mi piace darti piacere, – sussurro. – Mmm – Gemiti miei – Dagli sguardi, quando si incrociano, nasce qualcosa, – sussurro – Senti come è bagnata, tesoro, oh, sí, amore, mi piace tanto. Baciami tutta, sí. Sei il mio fiorellino – Faccio “miao”... non so voi altri, ma di fronte ad una così stucchevole e perniciosa rappresentazione teatrale, di fronte a una che mi chiama fiorellino e poi fa “miao”, senza voler essere volgare, ma a me si ammoscerebbe il cazzo e nessuno poi venga qui a darmi dell’impotente. È una questione di dignità. Siamo ai limiti della circonvenzione d’incapace o almeno la sensazione è quella.​
  • Poi dico con dolcezza: «Scusa amore, ma dobbiamo sistemare il regalino». A quel punto si sentono in confidenza, protetti. Vedo spesso che anche il cliente si imbarazza quando deve pagare...Ma spesso io voglio consumare al piú presto questa morte. Dico: «Finiamo, finiamo…». Li tocco appena e loro vengono. E io sono felicissima, per me di sicuro è meglio...La prima volta avevo fatto finta di non avere un preservativo, in realtà non avevo voglia io di scopare. Era venuto subito. Questa volta invece l’avevo davvero dimenticato. C’era rimasto male, e lo capisco, aveva pagato. Ma non ne aveva neanche lui di preservativi, e quindi non gli ho fatto lo sconto...boh, sono sempre più convinto che bisogna cambiare il titolo in “come spennare un pollo”. Vorrei poter trovare un senso logico a questo discorso.​
  • Possono anche chiedere di fare sesso anale, ma in genere dico di no, perché non mi piace. Eppure nei film porno ne prende tre alla volta, uno si aspetta chissà che, ma invece...sarà che i soldi dei clienti fanno più schifo di quelli dei produttori hard? Mah!​

In conclusione, vorrei poter confermare l’opinione di donna positiva che ella ha di se stessa, vorrei poter dire che la sua positività è contagiosa al punto da far sì che ella si propone addirittura come life coach e motivatrice. Ma non posso dirlo, sia perché non l’ho mai incontrata, ma soprattutto perché mentirei sapendo di mentire dato che, in verità, dopo la lettura, mi ha pervaso un profondo senso di angoscia. Una sorta di pietismo e di malinconia.​

Miscellanea di Banalità (definite “perle di saggezza” dall’autrice):​

Anche per me non conta guadagnare, dico, mi piace il lavoro che faccio. (Salvo poi scrivere poche pagine dopo di voler smettere di “lavorare” e voler fare la psicologa. Come mentire a se stessi.)​

È qui che mi parla della sua professione di psicologo. E che gli dico che lo sono anch’io, una psicologa. A mio modo.

Gli racconto episodi del mio lavoro... (maledetto vizio che non vi toglierete mai! Non è proprio così che il cliente si sente esclusivo, soprattutto se l’operatrice tipo si è dimenticata di svuotare il cestino in bagno...)​

I miei genitori non mi hanno dato niente, anzi mi hanno tolto tutto quello che potevano.

Uomini che mi hanno portato via anche i soldi, la cassaforte. Le amiche sanno cosa vuol dire guadagnare duecentomila euro l’anno.

Ho, sono, faccio, guadagno, possiedo... (messi un po’ dappertutto).​

Ho una figlia ma non ha mai vissuto con me, è sempre stata con suo padre e, anche per i miei problemi, non sono stata una buona madre.
Ho anche una figlia: lei si vergogna di sua madre, anche se è sua madre che le paga la vita e gli studi col proprio lavoro. Legittimare il proprio lavoro di sex worker e giustificare il fatto di essere stata una pessima mamma con i soldi che sostentano la prole a distanza, temo che non attacchi. Soprattutto quando il denaro era l’unica cosa che una madre aveva da offrire. Almeno quello...​

Ero una bella ragazza ma non giravo in maniera volgare, anche se mettevo la minigonna e una maglietta aderente.

Mia madre non ha mai preso le mie difese, mio padre non sopportava che stessi in casa loro con mia figlia.

E poiché gli uomini mi guardavano, mi diceva che ero una puttana. Ero pulita, non avevo mai tradito mio marito.

Sono io a condurre il gioco, desidero essere desiderata, il potere che ho sugli uomini. Il potere sessuale, il potere della mia bellezza... (nsiamai a sovvertire questa prospettiva e dirle del potere del denaro che le fa aprire le cosce da remoto)​

Li faccio entrare dentro il mio corpo dopo avere già penetrato la loro mente. Comoda illusione.​

A letto comando io. Capisco i punti deboli di ognuno, e li faccio «morire» in due secondi.

...ho anche clienti che fanno gli operai. Magari vengono una volta all’anno, e sono da ammirare. Uno di loro mi disse: «È tanto che ti conosco, guadagno milleduecento euro al mese e ho messo da parte cinquanta euro al mese per venire con te». Dentro di me ho pensato: soldi buttati via! In questo, finalmente, siamo d’accordo.​

Nel mio mondo è difficile realizzare un rapporto sentimentale con un uomo. Ne sono consapevole, è quasi impossibile. Anche se trovassi un uomo che fosse realmente innamorato, vivrebbe con me come in un teatro. E l’attore, alla fine, non reggerebbe. Vede i clienti che arrivano, e lui deve uscire da casa. A quel punto viaggia con la mente, non riesce a immaginare di sopportare tutto questo… Ne dovresti essere consapevole anche tu, mio ipocrita amante, mio cliente, mio lettore. Per carità, finire subordinato al tuo meretricio? Non è proprio il massimo delle mie aspirazioni. Piuttosto la morte! KITTESENKULA!​

Un giorno abbiamo pranzato insieme e, pur sapendo da prima che avevo un appuntamento, ti sei arrabbiato quando alle sette di sera sei sceso a comprare il giornale e hai sentito un uomo giovane che parlava al cellulare sotto casa mia, e pronunciava la parola «Blueangy». Ormai sei geloso di ogni uomo che si trovi semplicemente vicino casa. Immagini che tutti cerchino me. Ne sei addirittura convinto. Se continui cosí, cosa fai, ti suicidi? Posso definirti «una persona meravigliosa», o «il mio amico preferito». Perché non sei felice cosí? Ma non era “come fare del bene ad un uomo?” A me sembra il manuale di crocifissione di un povero cristo.​

...nessuno mi ha mai mantenuta davvero, e che non sono mai stata con un uomo per soldi. Puttana sí, ma questo è un lavoro. Mantenuta mai. Salvo poi un continuo susseguirsi di “quel cliente mi passava cinque milioni al mese, quell’altro sette milioni al mese ecc”​

Immagine_1.jpeg

Riporto questo passaggio che è emblematico della pay che, in virtù di un rapporto “particolare”, entra nel tessuto umano del cliente/pollo e per tenerlo sotto scacco ne strumentalizza le amicizie/frequentazioni minacciandolo di tramutarli in suoi clienti. Una pay che paventa di scoparsi o si scopa realmente un tuo amico per poi venirtelo a spiattellare al solo fine di farti rosicare, rivela tutto il putridume di cui la sua anima è affetta. Una puttana professionale, certe cose le potrà anche fare ma di certo non dovrebbe andarle a raccontare, men che meno a persone della stessa cerchia affettiva, soprattutto non al solo maligno fine di ledere la controparte. Al solo sentore di una simile meschinità, mandatele a fanculo senza esitazione alcuna. Se queste sono le premesse, gli intenti non saranno mai buoni. Non abbiate però la presunzione di aver dato loro una lezione: quelle dall’anima nera, tendenzialmente sono persone poco avvezze all’autocritica e non intelligenti abbastanza da poter imparare dalle proprie storture.​

Da notare che non ho espresso considerazioni sulla bellezza dell’autrice che trovo tuttora inestimabile, né tantomeno sul rate che ritiene opportuno, che è una sua libera scelta, tanto quanto sono libero io di ritenerlo inopportuno. Trucchetti come quello di non avere condom appresso possono funzionare con qualche puttaniere di quart’ordine. Con qualcun altro già più navigato, tocca il giro tacco senza facoltà di appello. Il secondo libro non lo leggo. Ho già dato abbastanza.​
Concludo con le ultime parole famose emblematiche della generale ipocrisia e contraddizione che ha caratterizzato tutta la mia esperienza di lettura.​

Immagine_2.jpeg

Aggiungo, infine, un link:​


Ps nell’attesa che qualche altra fenomena dia alla luce qualche altro aborto del genere, chiedo venia per errori e refusi, non ce la faccio manco a rileggere.​
 
Ultima modifica:
23 Commenti
Dr.Grunf
Dr.Grunf ha commentato
La gloriosa Einaudi... come è stato possibile? cos'è successo in questi anni? perchè, perchè? :cray::cray:
 
submale
submale ha commentato
La signora ha agganci giusti, su questo non c’è dubbio. Rocco Siffredi ad esempio non scrittura la prima che passa e non gli mancano squinzie in Ungheria... @Dr.Grunf mi pareva di aver udito che ti volevi offrire volontario per la lettura del secondo tomo di questa tragedia... ??
 
Dr.Grunf
Dr.Grunf ha commentato
lo farei volentieri, ma sono troppo impegnato nella revisione della notevole bozza di "'A gridiga der giuddizzio" di E.Brignano con Adelphi
;-)
 
submale
submale ha commentato
Chiama @Julio che te la traduce magari fate una ciascuno con “a gridiga da ragion antanacura” poi antanacura te la spiega lui con calma ? scommetto che nun a sai ?
 
Dr.Grunf
Dr.Grunf ha commentato
'tacci della retrospettiva! Qua volano delle penne notevoli ma ad altezza pericolosa ?
 
T
tommaso checkup ha commentato
La mia impressione è che l'autrice (autore?) sarebbe contenta di questa recensione...
 
submale
submale ha commentato
Bene o male, purché se ne parli. Però lasciami dire che sono solito non curarmi affatto dell’animo con cui un mio commento viene accolto...
 
ha commentato
Famo che, vista la lunghezza del post, me lo leggo nantra volta...
Ansai quante stronzate so' scritte su sto forum?
Antanacura!

____________jul
 
submale
submale ha commentato
...effettivamente fai prima a leggerti il libro. O sganci 7 sacchi e recensisci. Io proprio nun me la sento ☹️? Ti cedo il passo, volentieri, per rispetto, per anzianità ?
 
Dr.Grunf
Dr.Grunf ha commentato
ma il saggio è pure illustrato? no perchè magari ci si potrebbe limitare a guardare le figure... :lazy:
 
submale
submale ha commentato
Purtroppo no, la stampa in quadricromia costa, però la carta su cui è stampato è relativamente soffice...
 
ha commentato
O sganci 7 sacchi...
7000? È chi so? Er berlusca?
Stai a fa casino... saranno 7 piotte...
Emecojoni...
Esticazzi & kslk
Vedi?
Il romano ha il dono della sintesi.
______jul
 
submale
submale ha commentato
Faccio sempre confusione con il sistema metrico piottale ??‍♂️ che poi sette piotte non sono il problema ma ti tocca dire che sei almeno un emiro. L’arabo già lo spiccichi un pochino mi pare. Comincia a far crescere la barbetta!
 
ha commentato
Eddaje...
Ma l'acronimo KSLK non ti dice nulla?
______jul
 
submale
submale ha commentato
KiSseLainKula ??
 
T
tommaso checkup ha commentato
Non è solo per pubblicità. È che dagli estratti che citi percepisco, forse sbagliando, un gusto per la provocazione. Che sarebbe in questo caso riuscita.
 
submale
submale ha commentato
Io farei un passo indietro. Innanzitutto ha suscitato la mia curiosità. Il tono provocatorio con cui però si rivolge al lettore è fuori luogo e penso di aver ampiamente argomentato i motivi per cui ritengo che sia fuffa e contraddizioni.
 
Ultima modifica:
T
tommaso checkup ha commentato
Chi viene provocato normalmente trova fuori luogo la provocazione. Altrimenti questa non sarebbe tale.
Colgo l'occasione per ringraziarti per la segnalazione, lo leggerò di sicuro.
 
submale
submale ha commentato
Tommaso non è la provocazione a suscitare la reazione ma la continua contraddizione di se stessa. Quando si racconta una bugia ad un interlocutore bisogna sempre stare attenti a non valicare il limite del verosimile. Quando ciò avviene, l’interlocutore, pur di non passare per un fesso totale, innesca dei meccanismi di autotutela. Nel mio caso il meccanismo ha determinato la recensione del suo libro.​
 
T
tommaso checkup ha commentato
Guarda, capita spesso che un libro contenga bugie e incongruenze (quelle che riporti non le chiamerei contraddizioni). Non mi è mai venuto in mente di farne recensioni irose come la tua. E quel tono piccatissimo che hai credo che sarebbe considerato dall'autrice come un suo successo. Questo volevo dire.
 
submale
submale ha commentato
Dire tutto e il contrario di tutto lo trovo contraddittorio ma sono punti di vista. Se la mia recensione comporta un successo dell’autrice il mio ego ringrazia di rimando caro Tommaso. A me non me ne può fregare di meno.​
 
T
tommaso checkup ha commentato
Se sei contento tu allora va bene così.
 
submale
submale ha commentato
...contentissimo Tommaso, soprattutto di aver letto il libro prima di aver potuto comporre il suo numero. Dormi sereno...​
 
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Marco Valerio Marziale
Epigrammaton Liber VII carmen 18

Cum tibi sit facies, de qua nec femina possit
Dicere, cum corpus nulla litura notet,
Cur te tam rarus cupiat repetatque fututor,
Miraris? Vitium est non leve, Galla, tibi:
Accessi quotiens ad opus mixtisque movemur
Inguinibus, cunnus non tacet, ipsa taces.
Di facerent, ut tu loquereris et ille taceret:
Offendor cunni garrulitate tui.
Pedere te mallem: namque hoc nec inutile dicit
Symmachus et risum res movet ista simul:
Quis ridere potest fatui poppysmata cunni?
Cum sonat hic, cui non mentula mensque cadit?
Dic aliquid saltem clamosoque obstrepe cunno,
Et si adeo muta es, disce vel inde loqui.


I rumori di Galla

Dal momento che sei bella, e nessuna femmina di questo può parlare, poiché sul tuo corpo alcun appunto può esser fatto, ma ciò nonostante raramente chi ti scopa desidera rifarlo,
ti sorprendi? il tuo difetto non è cosa lieve, Galla:
tutte le volte che ci mettiamo all'opera e nella frenesia gl'inguini si bagnano, tu taci, ma la (tua) fica non tace.
Un dio facesse sì che tu parlassi e quella tacesse:
sono disturbato dalla loquacità della tua fica.
Preferirei che tu scorreggiassi: Simmaco afferma che questo non sia inutile ed anche che ciò provochi al contempo il riso:
ma chi mai può rider degli insensati schiocchi di una fica?
Quando lei risuona, a chi non precipiterebbe il cazzo e la ragione?
Almeno dì qualcosa e urla sopra allo strepito della fica, e se anche tu volessi restar muta, impara sul serio a parlar da lì.
:umnik2:
 
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Marco Valerio Marziale
Epigrammaton Liber VII carmen 18

Cum tibi sit facies, de qua nec femina possit
Dicere, cum corpus nulla litura notet,
Cur te tam rarus cupiat repetatque fututor,
Miraris? Vitium est non leve, Galla, tibi:
Accessi quotiens ad opus mixtisque movemur
Inguinibus, cunnus non tacet, ipsa taces.
Di facerent, ut tu loquereris et ille taceret:
Offendor cunni garrulitate tui.
Pedere te mallem: namque hoc nec inutile dicit
Symmachus et risum res movet ista simul:
Quis ridere potest fatui poppysmata cunni?
Cum sonat hic, cui non mentula mensque cadit?
Dic aliquid saltem clamosoque obstrepe cunno,
Et si adeo muta es, disce vel inde loqui.


I rumori di Galla

Dal momento che sei bella, e nessuna femmina di questo può parlare, poiché sul tuo corpo alcun appunto può esser fatto, ma ciò nonostante raramente chi ti scopa desidera rifarlo,
ti sorprendi? il tuo difetto non è cosa lieve, Galla:
tutte le volte che ci mettiamo all'opera e nella frenesia gl'inguini si bagnano, tu taci, ma la (tua) fica non tace.
Un dio facesse sì che tu parlassi e quella tacesse:
sono disturbato dalla loquacità della tua fica.
Preferirei che tu scorreggiassi: Simmaco afferma che questo non sia inutile ed anche che ciò provochi al contempo il riso:
ma chi mai può rider degli insensati schiocchi di una fica?
Quando lei risuona, a chi non precipiterebbe il cazzo e la ragione?
Almeno dì qualcosa e urla sopra allo strepito della fica, e se anche tu volessi restar muta, impara sul serio a parlar da lì.
:umnik2:

La cosa più straordinaria è che simili capolavori abbiano potuto attraversare indenni il medioevo senza andare persi e senza che tutti smettessero di copiarli e tramandarli! :)

E chissà quante perle del genere abbiamo invece definitivamente perduto per interruzione della tradizione scritta tra l'antichità e oggi!
 
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U'ciannèbell
U'ciannèbell ha commentato
Vista l'enumerazione non progressiva degli epigrammi proibiti arrivati a noi, si pensa che molti di questi siano andati perduti di proposito o trafugati, prima ancora di essere tradotti, parafrasati e catalogati.
 
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uno spazietto tra il 1° ed il 47°
Angels of Pattaya: inside the secret world of Thai prostitution
Author(s): Gray, G. T
Publisher: Maverick Publishing Ltd;Maverick House, Year: 2005;2012
ISBN: 9781908518125,190851812X
Description:
Angels of Pattaya offers a unique insight into the world of organised prostitution in Pattaya. In their own words, the bar girls of Pattaya reveal how they became involved in vice, their lives, their hopes for the future and what they think of their "customers". Many are poor and uneducated, others come from relatively well-to-do Thai families. Some engage in prostitution out of desperation for money, others out of greed. Some even view it as an easy lifestyle which allows them to drink and party all night and sleep until the afternoon. A few say they hope to meet a good man who will take them away from prostitution. Their confessions will make you laugh and cry, cringe and applaud. This book will change your perception of the women who work in Pattaya's go-go bars forever.

 
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submale
submale ha commentato
Non sarà la tipica americanata ipocrita e utopisticamente proibizionista? Non vorrei buttare 15 euro, in questo periodo inciderebbero molto sul mio bilancio, senza considerare il tempo che mi sarebbe necessario a leggere quanto ha da dire questa ennesima prostituta redenta.​
 
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submale ha scritto:
Non sarà la tipica americanata ipocrita e utopisticamente proibizionista? Non vorrei buttare 15 euro, in questo periodo inciderebbero molto sul mio bilancio, senza considerare il tempo che mi sarebbe necessario a leggere quanto ha da dire questa ennesima prostituta redenta.
Sempre che,tra l'altro, abbia davvero svolto la nobile arte... Si sa che purtroppo oggigiorno, tanta gente s'inventa di tutto pur di guadagnar fama,soldi e pubblicità. Nemmeno io mi sono addentrato nella lettura del libro nè finora ho provato a cercare se si trovano copie on-line in qualche meandro internettiano, tuttavia,perlomeno dal titolo e dalla trama, è come se in altre parole, stesse considerando e apostrofando i punters come stupratori.... Bella Milf comunque!! ;)
 
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Il punto è che mi approccio ad una pay redenta con lo stesso pregiudizio che provo quando mi dicono che hanno goduto o che sono uno stallone. Bisognerebbe innanzitutto indagare, come giustamente suggerisci, riguardo alla sua reale operatività nel settore. Bisognerebbe poi chiarire se l’aver smesso sia stata una libera scelta a differenza delle presunte costrizioni per via delle quali ha dovuto cominciare. O se ha smesso perché non più appetibile. O se ha smesso perché aveva accumulato abbastanza da poterle consentire poi di fare paturnie a chi ancora ha da tirare avanti. Alla fine di tutte queste considerazioni rimane il fatto che non accetto prediche del genere da una ex pay. Non hanno valore, sono come le loro lusinghe: insussistenti. Diverso è invece il punter di lungo corso che espone il concetto con capacità di introspezione e analisi. Qui nel forum ce ne sono molti, e con molti di loro ho avuto il privilegio di intrattenere lunghe conversazioni. O di leggere i loro pregevoli scritti che temo non vedranno mai la luce. Una cosa tengo a dirla: la sezione più bella del forum rimane una sezione accessibile esclusivamente al sottoscritto...la mia inbox dove a qualche amico fa piacere abbassare la guardia e parlare con franchezza senza giri di parole. È il vantaggio di essermi sempre sputtanato pubblicamente, nel bene o nel male, che ora mi consente di ascoltare senza giudicare e consente a chi fa piacere di parlare senza sentirsi giudicato.​
 
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