Letteratura e corpivendole

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Non sono libri, ma link ad articoli e interviste trattanti anche il tema in oggetto e suoi derivati








 
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Chi si sacrifica per leggerlo?? Così... giusto per sapere se l'autrice abbia citato il Punterforum :wink:

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Io sedici euro ad un tricheco bigotto che da un lato fa la moralista e dall’altro fa la marchetta ad escort advisor non glieli do. Questo forum è ricco di contenuti molto più accurati e veritieri rispetto ai vaneggiamenti di una persona che non ha la benché minima idea dell’argomento trattato. Leggetevi il forum: è pure gratis! Rinnovo il mio pensiero: ritengo auspicabile che i libri sulle puttane fossero scritti dalle puttane stesse. O dai puttanieri.​
 
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Rinnovo il mio pensiero: ritengo auspicabile che i libri sulle puttane fossero scritti dalle puttane stesse. O dai puttanieri.​
Concordo, non a caso "ritratto a tinte forti"

Ritratto a tinte forti - Carla Corso, Sandra Landi scritto anni fa a 4 mani da due ex pay, resta uno dei libri più interessanti ed intensi che personalmente ho letto sull'argomento.

Sebbene trovai interessante anche un libro-inchiesta della compianta roberta tatafiore, in cui riportava una raccolta di interviste e testimonianze su gusti,desideri e situazioni particolari e personali, sia di clienti che di pay (otr,loft, massaggiatirci particolari ecc.). Purtroppo non riesco a trovar traccia on-line, anche perchè non ricordo esattamente il titolo (forse "Il cliente" o qualcosa del genere) nè è menzionato nella bio della scrittrice (a meno che non stia confondendo le autrici, è passato oltre un ventennio da allora), che sul tema produsse varie pubblicazioni


In tutti i modi, proseguendo con le segnalazioni sull'argomento trovati in rete, trovata l'ennesima scrittrice/ricercatrice con pubblicazioni in merito.

 
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Questo forum è ricco di contenuti molto più accurati e veritieri rispetto ai vaneggiamenti di una persona che non ha la benché minima idea dell’argomento trattato. Leggetevi il forum: è pure gratis!
Infatti...Può essere che proprio l'autrice, per un tempo indefinito abbia lurkerato di nascosto, per farsi un idea più dettagliata sui meccanismi del meretricio 2.0 e quindi prendere ispirazione per il suo libro... chissà!
 
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Io non so perché parti dall’assunto che abbia attinto informazioni da questo forum. Trovo difficile che vada a nominare Punterforum se Escort Advisor le ha remunerato e pagato la marchetta. Ad un certo punto della loro carriera, un po’ tutti gli scrittori, sfornano un romanzo pruriginoso perché commissionato o per ricavare qualche soldo facile. La letteratura erotica suscita curiosità e abbraccia un pubblico più vasto. La Maglie però non è Miller. Il libro della Maglie temo non abbia nulla di erotico, sicuramente nulla di didattico. Persino il titolo fa cagare, deve essersi proprio sprecata in fantasia. No no, sedici euro proprio non me li posso permettere per lei.​
 
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Ti dico che io a prescindere non l'avrei letto, per questo chiedevo se qualcuno, magari più predisposto alla lettura, si potesse sacrificare per farlo.
Se nessuno vorrà..allora resteremo con il dubbio.
 
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Per la serie: “le letture edificanti”:

TITOLO: OMISSIS
AUTORE: PUNTER ANONIMO
(se vorrà prima o poi si paleserà, intanto vige omertà)

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Sono sempre stato molto scettico nei confronti delle pay che scrivono libri. Ho letto certa spazzatura che non perdo nemmeno tempo a commentare. Ma continuo a sperare. Quando un libro sulla prostituzione lo scrive un consumatore, nonché membro di PunterForum, una delle migliori penne che abbiamo (le pay dicono anche miglior pennello), le cose cominciano a farsi più interessanti. Se poi l’autore ha un talento naturale per la scrittura, un’esperienza assidua e pluridecennale, una capacità di analisi e di sintesi lucida e obiettiva, un bagaglio di conoscenze arricchito da tutto quanto qui è stato scritto nel tempo, succede che continuare a leggere diventa un obbligo. Una necessità.

Un po’ come tutte le opere autobiografiche, il romanzo vede la sua genesi a causa della capacità terapeutica della scrittura. Mettere nero su bianco le proprie angosce ha una valenza liberatoria. Inizialmente l’autore tenta di disfarsi del fardello e nel farlo sembra che cerchi di redimersi e di redimere. Nulla di così scontato, non è questo l’intento, non è questo il messaggio. Se tale è la prima impressione, si è fuori strada. È solo l’inizio di un percorso dalla posizione più gravosa.

La struttura narrativa impone innanzitutto di presentare il personaggio, Claudio. Ritengo che l’opera sia stata scritta in un lasso di tempo molto lungo in quanto si apprezzano evoluzioni del pensiero che solitamente necessitano anni per una tale maturazione. Presumo che la stesura sia cominciata in un momento di particolare angoscia. Ne scaturisce un’introduzione molto severa nei riguardi di se stesso ma molto acuta e introspettiva. Induce alla riflessione. La narrativa d’introspezione è uno degli ingredienti più preziosi di questa opera. Tra un paesaggio, un personaggio, una digressione e una camporella, Claudio parla di se stesso e lo fa più che altro pensando. Non e da tutti riuscire a tradurre in parole gli stati d’animo di una psicologia così articolata. È una scrittura talvolta sofferta, tribolata. Si scava nel profondo, in un’oscura cantina, si incede a passi pesanti, in una palude malsana e fetida. Un tale livello di intimità crea un legame indissolubile tra l’autore ed il lettore. L’introspezione è una pratica ardua da affrontare nella stesura, risulta difficile dare forma e anche essenza ad un personaggio. L’autore però è facilitato dal fatto che poco o niente è affidato alla fantasia. Il risultato è un’opera unica che spicca per genialità e genuinità che è sinonimo di veridicità e che quindi conquista la fiducia di chi legge. È come una sorta di rapporto di confidenza che deriva anche alla struttura sinuosa dei periodi, dal lessico sempre appropriato, che avvolge e inebria, dall’essere erotico ma mai esplicito, nè tantomeno volgare. Le vicende sono piacevoli e suscitano curiosità, la trama è densa di aneddoti e colpi di scena. La struttura in capitoli legata a determinati lassi temporali stabilisce ordine nel racconto. L’atmosfera è ovattata e familiare. Si verifica un’immedesimazione tale da determinare la proiezione del lettore nelle vicende narrate. Per quanto variegato possa essere l’universo della prostituzione, è in realtà un mondo molto piccolo fatto da attori tipici da entrambi i lati della barricata, quello dei clienti e quello delle professioniste. C’è un Claudio in ognuno di noi e quindi avviene il miracolo:

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.” M. Proust

Un aspetto che però è stato (per ora) trascurato è la descrizione della maschera che l’autore indossa tutti i giorni: nel romanzo parla della sua intimità più segreta, è nudo, senza specificare che all’apparenza egli incarna il prototipo dell’inscalfibile, inossidabile stronzo. Di prima categoria. Dal romanzo trapela, invece, un animo nobile, forse troppo sensibile e perciò severo, non di certo affetto dalla sindrome del missionario, né tantomeno da una scarsa consapevolezza. Forse le riflessioni più pedagogiche (perché c’è tanto da imparare) scaturiscono proprio da un eccesso di consapevolezza che solo un puttaniere di lungo corso, talvolta e non necessariamente, riesce a maturare.

L’opera mi è stata inviata da un utente di questo forum in quanto sono rispondente all’identikit del consumatore medio. Ne ho letto una bozza incompiuta e in anteprima. Si dice che quando a Michelangelo fu chiesto perché avesse distrutto la sua opera, la Deposizione, egli rispose che fu a causa dell'importunità del suo servitore Urbino, che lo spingeva sempre a finirla. Invito l’autore a prendere le distanze da simili follie e a non privarci di quello che può essere un manifesto a tutti gli effetti.

Per quanto sia fortemente tentato, mi guardo bene dal riportare citazioni che possano dare un’idea della qualità sublime della scrittura. Quel romanzo mi è stato spedito in anteprima e l’ho interpretato come un atto di fiducia. Alcuni capitoli li ho riletti tre volte per interiorizzarne i concetti e farli anche un po’ miei. Non me la sento di sbilanciarmi ad esprimere il messaggio che ne ho tratto dalla lettura. Il romanzo è complesso e incompleto, inoltre non mi sento all’altezza. Potrei saltare a conclusioni affrettate. Mi auguro vivamente che veda la luce e che possa essere disponibile per tutti. Sarebbe un vero peccato se un fesso come me fosse l’unico ad averlo letto.

Intanto comincio a fare il petulante: sì, dico a te! Ma quando lo finisci il romanzo?
 
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Molto interessante submale!
Pressa (con moderazione) l'interessato, ché son curioso! :)

Io intanto sto leggendo una ricerca sociologica di una tal Giorgia Serughetti, "Uomini che pagano le donne".

Il focus è sul punter, l'autrice afferma esplicitamente che ha parlato con diversi puttanieri (li/ci definisco io così, non lei) e navigato in diversi forum online (presumo anche punterforum, ma finora non ho visto citazioni esplicite).

Molto interessante il suo affermare che è impossibile un'analisi veritiera del fenomeno trascurando uno dei suoi attori principali: il cliente!

Sono a meno di metà ma finora ho apprezzato l'astensione da pulsioni moralizzatrici e il mettere in relazione l'intero universo delle tematiche femministe (molto variegate nel loro porsi rispetto alla prostituzione) con la necessità di indagare il nuovo ruolo sociale dell'uomo (conseguenza necessaria e sottovalutata dell'aver a mio avviso giustamente messo in discussione il ruolo della donna nella nostra società).

Interessante anche l'analisi dell'evoluzione della prostituzione, da prima delle legge Merlin fino ai tempi attuali, dove il tema del mercato del sesso si fonde con quello relativo alle migrazioni.

Provocatorio lo spunto secondo cui al di là del purtroppo verissimo stereotipo sullo sfruttamento il "mestiere più antico del mondo" rappresenti nel concreto per molte donne la possibilità di fuggire da condizioni di vita pessime per cercare e a volte ottenere un riscatto esistenziale.

Lettura consigliata, ma non è un romanzo.
 
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...

Io intanto sto leggendo una ricerca sociologica ... "Uomini che pagano le donne".

...

Lettura consigliata, ma non è un romanzo.
Dovrebbe esser la stessa linkata nel mio post precedente; sembrerebbe una tesi


 
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Dovrebbe esser la stessa linkata nel mio post precedente; sembrerebbe una tesi


Sì, anche confrontando il sommario i punti son gli stessi!

Non avevo aperto il tuo link, perdonami.
Il libro non è altro quindi che la pubblicazione della tesi, credo con qualche piccola aggiunta.

Chi vuole può quindi leggerlo gratuitamente dal tuo link :)
 
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Ma è davvero così tonta da pretendere di vendere un libro quando poi lo ha lasciato disponibile in pdf integralmente sotto forma di tesi? ??​
 
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Che è il motivo per cui li compro sempre in cartaceo e non preferisco i Kindle. Ma lasciare l’intero volume online manco è normale.​
 
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Ho finito di leggere "In viaggio con la zia" di Graham Greene, recentemente ristampato da Sellerio. La zia è un'attempata ex marchettara dell'Italia anni 40-50 quindi quando le case non erano ancora chiuse. Godibile, e anche istruttivo, come sempre accade gon Greene.
 
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Amazon.it: Chi mi scaglierà la prima pietra? Diario di una ex prostituta - Christine, Mariani, G. - Libri (quest'ultimo libro editato dalle ed. Paoline, casa editrice religiosa, un pò come unire in qualche modo sacro&profano)
 
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Il libro della Montenegro, ad esempio, mi incuriosisce. Perché parte da un presupposto non scontato: lei scrive un libro sulla prostituzione ma per le prostitute. Leggerlo per me significherebbe come mettermi a fare il voyeur. Si aggiunga che pare abbia un giusto mix di informazioni e di istruzioni. Questo fa leva sulla mia curiosità di apprendere cose nuove. Infine prendo atto dell’indignazione delle puritane di turno, motivo in più per fare ciò che ritengono spregevole, disdicevole e proibito. Darò un’occhiata appena avrò terminato il mattone di Follett da 780 pagine...​
 
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Disamine dei clenti



https://www.luleonlus.it/wp-content/uploads/2011/12/il_cliente_della_prostituzione1.pdf (a quanto pare se ne occupano o perlomeno le parlano pure associazioni onlus))



Qui si parla pure dei forum a tema Clienti di prostitute: le assurde pretese dai forum del piacere


 
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Disamine dei clenti



https://www.luleonlus.it/wp-content/uploads/2011/12/il_cliente_della_prostituzione1.pdf (a quanto pare se ne occupano o perlomeno le parlano pure associazioni onlus))



Qui si parla pure dei forum a tema Clienti di prostitute: le assurde pretese dai forum del piacere



Ti ringrazio per la "rassegna", anche se, a mio parere, il grosso difetto della moltitudine di articoli che si trovano in rete è che sono impostati fin dall'inizio su un punto di vista pregiudizialmente moralistico nei confronti del fenomeno, anche quando si danno delle pretese di "scientificità": gli autori prendono dati episodici e slegati, testimonianze individuali o citazioni assolutamente idiosincratiche da siti come il nostro e poi costruiscono teorie generali o interpretazioni psicanalitiche a partire dal dato che più si accorda con i loro pregiudizi iniziali, oppure che gli semplifica maggiormente la vita permettendo loro di catalogare la realtà in poche semplici etichette banalizzanti (che poi è un po' il marchio della nostra epoca: tutto dev'essere il più possibile "misurabile" e descrivibile con la maggiore economia di mezzi, potenzialmente "automatizzabile", anche a costo di buttare a mare l'immensa complessità del reale; tutto ciò che è appena appena più complicato dell'analisi più basica viene scartato come ininfluente sui "risultati generali", che a questo punto non finiscono per essere altro che generalizzazioni grossolane frutto della massima omogeneizzazione culturale).

Io, sia venendo a contatto nella mia vita con centinaia di prostitute (in molti casi in maniera ben più che occasionale), sia confrontandomi occasionalmente, qui e altrove, con altri clienti, mi sono fatto l'idea di un fenomeno estremamente complesso, in cui ciascuno degli "attori" porta necessariamente con sé gran parte di sé stesso e della sua storia. Ridurre questa incredibile complessità a quattro o cinque "tipologie" di clienti o ad affermazioni perentorie del genere di quelle che iniziano con "Tutte le prostitute..." (fanno X, provano Y, sono motivate da Z, finiscono per W) mi pare francamente risibile.

Per non parlare del fatto che, siccome si tratta di un fenomeno che per sua natura interessa le parti più private e intime delle vite delle persone, anche il solo reperimento di dati materiali e statistici plausibili è evidentemente arduo, eppure chi scrive questi articoli butta lì dati in libertà con la massima nonchalance: anche soltanto negli articoli riportati qui sopra, c'è chi valuta il ricorso alla prostituzione in Italia a un 1% degli uomini (una sottovalutazione con un ovvio fino moralistico, che mira a presentare il cliente delle prostitute come una pretta anomalia, come il "deviante" rispetto alla predominante norma) e chi la calcola a un 10% (2,5 milioni di clienti su circa 25 milioni di maschi adulti). A prescindere da quale sia il numero reale e da quali fonti e calcoli potrebbero renderlo realisticamente plausibile, in questo campo una varianza di un fattore 10 è in grado di sballare completamente la valutazione del reale impatto sociale del fenomeno. Che comunque, secondo me, in questo tipo di articoli è in ogni caso nettamente sottostimato (malgrado debba ammettere di non avere neanche io dati reali a disposizione: ammetto che la mia è una semplice impressione nata dalla mia esperienza, dalle mie letture, dalle descrizioni del ricorso alla prostituzione in ogni epoca della storia del mondo come testimonia questa stessa discussione letteraria).

Insomma, ribadisco il ringraziamento per queste interessanti fonti, ma, pur avendone scorse alcune con curiosità, ho la sensazione che mostrino almeno due gravi difetti: l'approssimazione tipica di tantissimo materiale che si può trovare in rete sui più disparati argomenti e un'impostazione di base pregiudizialmente moralistica.
 
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anche il solo reperimento di dati materiali e statistici plausibili è evidentemente arduo,

Gentilissimo Sandro,

Trovo la tua disamina molto interessante.
Ritengo che - volendo - sarebbe possibile tracciare il fenomeno prostituzione anche con dati più accurati, infatti son convinto che le forza dell’ordine, nell’ambito delle loro attività di prevenzione, dispongano di numerose informazioni in merito: almeno del numero delle meretrici e dei loft e locations del territorio e persino sui clienti.
Mi auguro che analisi ad hoc sul fenomeno siano condotte, anche se magari non si vogliano rendere pubbliche, temo per non divulgare i dati sulle sue reali dimensioni, più ampi di quelli citati nei testi.
 
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