Il tentativo di evangelizzazione.
Ieri ho finito un appuntamento di lavoro alle 18 e piuttosto che farmi la coda in tangenziale ho deciso di farmi una birretta al Maxim, senza nessuna velleità di camera avendolo battezzato come missilodromo certificato. A quell'ora non c'ero mai stato, l'atmosfera è esattamente quella descritta da Andrea Vasco appena sopra. Mi siedo sul divanetto d'angolo prima del corridoio che ti porta alle camere. Vengo approcciato da una certa Raissa, molto carina, capelli a caschetto, un culo parlante. Nonostante non ci sia pressione di clientela lo script è il solito, dopo le presentazioni di rito passano circa 60 secondo dalla proposta di andare in stanza che io gentilmente declino senza dare spiegazioni.
Dopo 5 minuti conosco una cerca Vanessa, rumena di 23 anni, molto simpatica, alla quale offro volentieri da bere perchè spariamo due cazzate. Siccome mi sta simpatica, quando la accompagno a fumare nella saletta, cerco di spiegarle quale è l'errore che commettono lei e le sue colleghe nel locale, vale a dire il ciao amore-piacere sono XXX-andiamo in camera. Lei mi fa giustamente notare che li si va per scopare. Io le rispondo che sono d'accordo e che non tutti però sono uguali, ci sono clienti che arrivano scelgono, scopano e se ne vanno, altri invece che hanno bisogno di più contatto e social time, che magari se vi giocate bene le carte fate la camera con doppio tempo. Le faccio anche notare che a prescindere dal social time una volta salite in camera non sono nemmeno capaci di fare quello che il loro core business prevede. Alla fine chioso: tu e le tue colleghe dovete capire chi avete di fronte, io, le dico, sono una persona sofisticata, ho una laurea e un master e non sono l'Uber che lavora in miniera e che scende dalle valli, sta a loro dover capire chi hanno di fronte e regolarsi di conseguenza. Ma alla fine la ragazza, dimostrando di non capire una beneamata minchia, mi fa la fatidica domanda: andiamo in camera? Davanti al mio diniego mi dice: hai visto, con te sono stata del tempo a parlare e non facciamo niente alla fine. Io le rispondo sorridendo: questi sono i rischi del mestiere, esatttamente come quando uno entra in un negozio di scarpe, ne fa tirare fuori 10 paia alla commessa e poi non compra.
Vanessa è stata molto simpatica, purtroppo il mood dei locali della svizzera italiana è quello, sono senza speranza.