Avere culo è sempre un vantaggio, peccato che non lo puoi controllare. E lo dico da persona che riconosce di essere nata con parecchi privilegi.
Il mazzo che ti fai invece dipende da te. La bravura spesso conta poco. Conta molto invece quanto sudore ci butti.
Parlando di realizzazione economica direi che l'Italia non è certo il paese con la maggior mobilità sociale per merito, per usare un eufemismo.
Però se sei sveglio e ti fai il mazzo puoi sempre andare fuori e realizzarti grazie ai tuoi sforzi, dove pagano bene chi ha da offrire certe competenze.
Certo, devi fare fatica e sacrificare qualcosa, possibilmente con una laurea decente. Ma puoi arrivare dove arriva chi nasce con la botta di culo, o anche più in là.
Ovvio, se il metro di paragone è il livello Gianluca Vacchi allora la cosa si fa più difficile, però non credo fosse quello il livello di cui si parlava. Magari ci arrivi anche, ma di sicuro in media richiede parecchi decenni, oltre al fatto che non mi sembra un obbiettivo sensato per i più.
Lo stesso vale per le relazioni. Sul lungo termine vince quello che si è fatto il mazzo, è diventato una persona interessante e si è formato una personalità, delle esperienze e ha dimostrato determinazione.
Guardati intorno: a 35/40/50/60 anni ha più successo quello carino (escludiamo i Brad Pitt, sarebbe come parlare di Vacchi per i soldi) che ha combinato poco e non ha personalità o quello che si è fatto il mazzo e si è realizzato, magari ha viaggiato (col cervello aperto, non a Dubai a farsi i Selfie), letto e ha qualcosa da dire?
Perché il tuo discorso sottintende che se hai avuto culo alla nascita allora te la puoi prendere comoda. O comunque che una cosa escluda l'altra.
L'Italia è, oltre ad essere uno dei paesi dove più vige questa mentalità, anche quello dove si gioca di più a lotterie e idiozie simili.
Se le persone crescessero in un ambiente che gli dice di farsi il mazzo anziché sperare nella botta di culo, perché ce la possono fare, avremmo molte meno vite e talenti sprecati.
Per questo trovo questi discorsi fatalisti inutili ma soprattutto dannosi per la collettività, a meno che non servano ad autogiustificarsi.
Il mazzo che ti fai invece dipende da te. La bravura spesso conta poco. Conta molto invece quanto sudore ci butti.
Parlando di realizzazione economica direi che l'Italia non è certo il paese con la maggior mobilità sociale per merito, per usare un eufemismo.
Però se sei sveglio e ti fai il mazzo puoi sempre andare fuori e realizzarti grazie ai tuoi sforzi, dove pagano bene chi ha da offrire certe competenze.
Certo, devi fare fatica e sacrificare qualcosa, possibilmente con una laurea decente. Ma puoi arrivare dove arriva chi nasce con la botta di culo, o anche più in là.
Ovvio, se il metro di paragone è il livello Gianluca Vacchi allora la cosa si fa più difficile, però non credo fosse quello il livello di cui si parlava. Magari ci arrivi anche, ma di sicuro in media richiede parecchi decenni, oltre al fatto che non mi sembra un obbiettivo sensato per i più.
Lo stesso vale per le relazioni. Sul lungo termine vince quello che si è fatto il mazzo, è diventato una persona interessante e si è formato una personalità, delle esperienze e ha dimostrato determinazione.
Guardati intorno: a 35/40/50/60 anni ha più successo quello carino (escludiamo i Brad Pitt, sarebbe come parlare di Vacchi per i soldi) che ha combinato poco e non ha personalità o quello che si è fatto il mazzo e si è realizzato, magari ha viaggiato (col cervello aperto, non a Dubai a farsi i Selfie), letto e ha qualcosa da dire?
Perché il tuo discorso sottintende che se hai avuto culo alla nascita allora te la puoi prendere comoda. O comunque che una cosa escluda l'altra.
L'Italia è, oltre ad essere uno dei paesi dove più vige questa mentalità, anche quello dove si gioca di più a lotterie e idiozie simili.
Se le persone crescessero in un ambiente che gli dice di farsi il mazzo anziché sperare nella botta di culo, perché ce la possono fare, avremmo molte meno vite e talenti sprecati.
Per questo trovo questi discorsi fatalisti inutili ma soprattutto dannosi per la collettività, a meno che non servano ad autogiustificarsi.
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