Appena in tempo, mezzanotte.
Qualche anno fa...
Miles Davis in città?! Wow!
Notai subito il titolo sul quotidiano, a quanto pare la rassegna Jazz estiva avrebbe ospitato il mitico trombettista. Lessi l'articolo con voracità, rimanendo affascinato dalle pose da divo di Miles. La passione per le parrucche, gli occhiali da sole, il vezzo di dare le spalle al pubblico e le sue stravaganti pretese.
Comprai l'abbonamento come ogni anno, coinvolgendo fratello e amici che, nonostante fossero molto giovani come me, si facevano trascinare volentieri.
Dopo qualche mese arrivò la data del concerto.
Nel frattempo le cose purtroppo non erano andate molto bene, la mia vita era già problematica e dentro di me ormai qualcosa si era rotto.
Io quel giorno mi sentivo la persona più sola al mondo e forse lo ero per davvero. Una tristezza infinita.
Andai al concerto di malavoglia, fingendo un ridicolo entusiasmo e illudendomi di trovare un po' di distrazione. Cioè io, povero scemo, avevo la pretesa che Miles Davis mi distraesse dai turbamenti del giovane Oblomov. Non avevo consapevolezza di quali emozioni stessi per vivere, ma stupidamente credevo che una leggenda vivente diventasse il mio anti stress per qualche ora.
Il concerto fu bellissimo.
Poi venne il momento del pezzo che ho incollato qui sotto,
Time After Time, una cover di Cindy Lauper, artista all'epoca famosissima.
Era una notte calda e ovviamente si stava all'aperto, sotto un cielo sereno e stellato.
Improvvisamente si spensero le luci col risultato che per una decina di secondi fummo immersi nel buio più totale. Il tempo di abituarsi all'oscurità e scorsi le stelle. Nel frattempo la musica era iniziata.
Attaccò la tromba di Miles e poi dal buio comparve lui, illuminato da un occhio di bue.
Io al suono di quella musica (proprio di questa musica!) entrai dentro una bolla di sapone e mi sembrò di fluttuare in una specie di liquido amniotico. Da un'altra dimensione mi chiamava la magia di quella tromba quasi invitandomi, nel mostrarsi così bella, a ridimensionare il groviglio esistenziale che mi schiacciava il petto.
L'emozione fu talmente intensa che mi parve conosciuta, forse è un ricordo, pensai.
Non so perché ma sono convinto che quando ero ancora
là dentro e percepivo il rumore della vita provenire dall'esterno, la stessa bellissima emozione la provai distinguendo dal caos di suoni sconosciuti la voce di mia madre.
Buon ascolto.
Time After Time - Miles Davis