C’è vento questa notte, ed è anche molto freddo. Ma sono uscito ugualmente. Amo il vento. L’ho sempre amato, fin da bambino.
Il vento è un coro di voci e suoni del Pianeta che si rincorrono. Voci di persone, di popoli che non conosco, che mi chiamano, raccontandomi storie che riesco a immaginare e qualche volta anche quasi vedere.
Non posso restare in casa. Quando sento questo richiamo, mi prende una voglia irrefrenabile di partire. Senza aver preparato nulla da prendere, senza un biglietto né una meta. Solo partire, subito, verso ciò che ancora non conosco.
A volte sono invece voci di persone e suoni di mondi a me familiari, che ho conosciuto e, in qualche modo, amato.
Sì, credo che il vento sappia, ciò di cui ho bisogno e assecondi la mia voglia continua, irrinunciabile, di essere in contatto con quel che mi è già accaduto e quel molto ancora che dovrà succedermi domani. Cosa vedrò e chi incontrerò.
A volte sono suoni dolci, altre volte urla. In certi casi mi accarezza, oppure mi percuote l’anima. Ma a dire la verità, non so mai, con certezza, se è il vento a mutare la forma in cui mostrarsi, o sono io che lo percepisco in modo differente, in base al mio momento.
Ho pure pensato, in qualche notte, nei viali di alberi piegati e suoni di tamburi e canzoni e voci urlanti, che io stesso sia stato vento, in qualche vita precedente.
Il vento è mia madre, cantava uno sciamano. Forse è stato un mio fratello lontano che non ho conosciuto.
Ora però, col passare degli anni, il rischio che il vento dei ricordi incalzi più spesso di quello che mi spinge a nuovi percorsi, si fa sempre più minaccioso. Quasi mi fa paura. E’ forse questo che mi spinge ad uscire, nelle notti di vento, sfidando le paure che il tempo accresce, inevitabilmente.
Cammino, poi mi fermo, allargo le braccia, abbandonando il mio corpo alle raffiche. Mi giro su me stesso, in modo che ogni parte di me sia esposta e possa venire a contatto con i suoni e le voci del vento. Volteggio nel vento, mi lascio sedurre e rapire.
Starà a me, lo so bene, decidere se restare ormeggiato in un porto tranquillo, nelle notti di vento che verranno. O mollare le cime altre mille volte, per divorare quell’immenso mare che al momento mi è ancora sconosciuto.
So anche che ormai alcuni viaggi resteranno per sempre sogni. Ma li amerò ugualmente.
Forse per questo amo il vento, anche così gelido. Il vento mi permette di sognare.