Notizie dal fronte.
Amici, amiche, nei giorni pre pasquali sono stato contagiato anche io. Ebbene sì.
Ho resistito per decenni e invece perfino io mi sono lasciato infettare da questa ossessione per il cibo.
Eppure non ho vissuto in tempo di guerra e carestia, non ho avuto un’infanzia povera, tutt’altro; nemmeno abbocco facilmente ai richiami del consumismo alimentare.
Vabbè, tranne nel periodo fruttariano, ma là ero motivato ed affascinato da altre cose.
Insomma, nonostante in settimana avessi appena battuto il mio record di spesa in solitaria, circa 100 €, a ridosso della Pasqua ho iniziato a provare terrore per i due giorni di chiusura totale. Una sorta di ansia del tutto priva di senso.
Da figlio rinnegato di una società di sovralimentati, sono quindi nuovamente uscito in direzione market.
Convinto di non trovare nessuno, nelle prime ore pomeridiane mi infilo in macchina direzione cibo.
Appena seduto osservo il sedile passeggero e penso all’ultimo culo deflorato che appena qualche settimana fa era adagiato lì. Sembra passato un secolo.
Glutei e sancta sanctorum, sprofondavano svaccati e aperti dalla monta proprio là, su quel sedile. Che periodo del cazzo.
Una piccola macchia al centro della seduta mi commuove, la contemplo e la venero come una reliquia, sfiorandola con le dita e pensando a quale lubrificante avessi usato quel giorno. Tengo a freno con fatica i miei inpulsi feticisti.
L’auto è perfetta e le macchie sui sedili non le rendono giustizia. Osservo la mia espressione risoluta riflessa nelle specchietto retrovisore. Non le farò levare mai, mi riprometto con decisione, hanno un valore affettivo inestimabile.
Tiro su col naso e parto.
Arrivato. Siamo tutti in fila a comprare cazzate pasquali. Io e una ragazza, peraltro molto carina, tra i pochi a non essere totalmente deformati, ci guardiamo con occhi colpevoli da sopra la mascherina. Inizio a delirare e penso che secondo me ci sta.
Ci inseguiamo con i carrelli in tutti i reparti fino alle casse.
Risultato finale? Conto di 70 €.
Fuori un gruppetto sparso di africani, loro sì ben fisicati, perlomeno gli uomini, chiedevano ostinatamente le monete dei carrelli.
Porto il mio nel punto più lontano, solamente perché vorrei interagire con una ragazza ben fornita di chiappe nigeriane e cosce poderose. Credo che con qualche moneta in più ce la saremmo spassata, ma non è periodo.
Tornato a casa chiudo la porta con cinque mandate, poi soddisfatto e con un orgoglioso senso di sicurezza guardo la dispensa piena. Che tristezza.
Quella giornata era iniziata in modo strano.
Mattinata bellissima, sole caldo e cielo terso, dovevo inventarmi qualche commissione da fare.
Un salto in tabacchino dopo settimane di assenza, ho smesso di fumare ma ne approfitto per qualche pagamento. Mi salutano come se fossi tornato dal fronte.
Poi, pensando di evitare di prendere l’auto, do uno sguardo ai market più vicini, file oceaniche. Ma guarda tu questi qua, borbotto a voce alta.
Salgo a casa scoraggiato.
Vedo sulla cassettiera l’ultimo profumo comprato diverse settimane fa, ha ancora il cellofan. Levo con stizza la confezione e mi sparo due nuvole di essenza come nelle pubblicità, osservando la mia espressione beota allo specchio, identica a quella delle pubblicità.
Voglio uscire, adesso più che mai. Con andatura da videogioco mi dirigo verso il bancomat, senza nessun motivo valido per andarci.
Opto per quello più lontano e prelevo 200€ e non so nemmeno che cazzo farmene.
Mio Dio, penso mentre cammino, questo profumo è bellissimo e il mondo lo deve sapere. Ancora un’espressione beota per un istante mi riempie il viso.
Cacchio dovrò farne menzione nel thread sui profumi che aprii anni fa, è da tempo che non lo aggiorno.
Torno a casa e mi sdraio distrutto nel divano, manco avessi fatto il cammino di Santiago.
Prendo il putcell e tra le notifiche c'è un messaggio di qualche cula e della tipa della reliquia.
Incomincio a messaggiare e a chiedere a pioggia l’invio di una foto del culo. Chiedo la foto del culo a tutte!
Nemmeno mi ricordo chi l’abbia già inviata e chi si sia rifiutata.
Ridono, scherzano, fanno le vaghe, una mi risponde “ancora?”, qualcuna invia le foto del proprio annuncio, roba vista e stravista.
Non mi basta, non sono soddisfatto e allora questa volta gioco l’asso nella manica.
Tiro fuori i soldi dal portafogli e li spargo sul tavolino, sono ben oltre 200€.
Faccio una foto delle banconote e la invio a tutte.
Non mi sembrava carino avanzare richieste senza corrispettivo.
Amici, amiche, nei giorni pre pasquali sono stato contagiato anche io. Ebbene sì.
Ho resistito per decenni e invece perfino io mi sono lasciato infettare da questa ossessione per il cibo.
Eppure non ho vissuto in tempo di guerra e carestia, non ho avuto un’infanzia povera, tutt’altro; nemmeno abbocco facilmente ai richiami del consumismo alimentare.
Vabbè, tranne nel periodo fruttariano, ma là ero motivato ed affascinato da altre cose.
Insomma, nonostante in settimana avessi appena battuto il mio record di spesa in solitaria, circa 100 €, a ridosso della Pasqua ho iniziato a provare terrore per i due giorni di chiusura totale. Una sorta di ansia del tutto priva di senso.
Da figlio rinnegato di una società di sovralimentati, sono quindi nuovamente uscito in direzione market.
Convinto di non trovare nessuno, nelle prime ore pomeridiane mi infilo in macchina direzione cibo.
Appena seduto osservo il sedile passeggero e penso all’ultimo culo deflorato che appena qualche settimana fa era adagiato lì. Sembra passato un secolo.
Glutei e sancta sanctorum, sprofondavano svaccati e aperti dalla monta proprio là, su quel sedile. Che periodo del cazzo.
Una piccola macchia al centro della seduta mi commuove, la contemplo e la venero come una reliquia, sfiorandola con le dita e pensando a quale lubrificante avessi usato quel giorno. Tengo a freno con fatica i miei inpulsi feticisti.
L’auto è perfetta e le macchie sui sedili non le rendono giustizia. Osservo la mia espressione risoluta riflessa nelle specchietto retrovisore. Non le farò levare mai, mi riprometto con decisione, hanno un valore affettivo inestimabile.
Tiro su col naso e parto.
Arrivato. Siamo tutti in fila a comprare cazzate pasquali. Io e una ragazza, peraltro molto carina, tra i pochi a non essere totalmente deformati, ci guardiamo con occhi colpevoli da sopra la mascherina. Inizio a delirare e penso che secondo me ci sta.
Ci inseguiamo con i carrelli in tutti i reparti fino alle casse.
Risultato finale? Conto di 70 €.
Fuori un gruppetto sparso di africani, loro sì ben fisicati, perlomeno gli uomini, chiedevano ostinatamente le monete dei carrelli.
Porto il mio nel punto più lontano, solamente perché vorrei interagire con una ragazza ben fornita di chiappe nigeriane e cosce poderose. Credo che con qualche moneta in più ce la saremmo spassata, ma non è periodo.
Tornato a casa chiudo la porta con cinque mandate, poi soddisfatto e con un orgoglioso senso di sicurezza guardo la dispensa piena. Che tristezza.
Quella giornata era iniziata in modo strano.
Mattinata bellissima, sole caldo e cielo terso, dovevo inventarmi qualche commissione da fare.
Un salto in tabacchino dopo settimane di assenza, ho smesso di fumare ma ne approfitto per qualche pagamento. Mi salutano come se fossi tornato dal fronte.
Poi, pensando di evitare di prendere l’auto, do uno sguardo ai market più vicini, file oceaniche. Ma guarda tu questi qua, borbotto a voce alta.
Salgo a casa scoraggiato.
Vedo sulla cassettiera l’ultimo profumo comprato diverse settimane fa, ha ancora il cellofan. Levo con stizza la confezione e mi sparo due nuvole di essenza come nelle pubblicità, osservando la mia espressione beota allo specchio, identica a quella delle pubblicità.
Voglio uscire, adesso più che mai. Con andatura da videogioco mi dirigo verso il bancomat, senza nessun motivo valido per andarci.
Opto per quello più lontano e prelevo 200€ e non so nemmeno che cazzo farmene.
Mio Dio, penso mentre cammino, questo profumo è bellissimo e il mondo lo deve sapere. Ancora un’espressione beota per un istante mi riempie il viso.
Cacchio dovrò farne menzione nel thread sui profumi che aprii anni fa, è da tempo che non lo aggiorno.
Torno a casa e mi sdraio distrutto nel divano, manco avessi fatto il cammino di Santiago.
Prendo il putcell e tra le notifiche c'è un messaggio di qualche cula e della tipa della reliquia.
Incomincio a messaggiare e a chiedere a pioggia l’invio di una foto del culo. Chiedo la foto del culo a tutte!
Nemmeno mi ricordo chi l’abbia già inviata e chi si sia rifiutata.
Ridono, scherzano, fanno le vaghe, una mi risponde “ancora?”, qualcuna invia le foto del proprio annuncio, roba vista e stravista.
Non mi basta, non sono soddisfatto e allora questa volta gioco l’asso nella manica.
Tiro fuori i soldi dal portafogli e li spargo sul tavolino, sono ben oltre 200€.
Faccio una foto delle banconote e la invio a tutte.
Non mi sembrava carino avanzare richieste senza corrispettivo.