Napilandia 2.0

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Conosco punters che se nella prossima vita rinascono salmoni, se lo inculano l’orso pur di andare a trombare :prankster2:
 
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Comunque alla fine della fiera forse sarà più semplice organizzare una trombata piuttosto che il pre trombata.
Cioè o saltiamo tutti i convenevoli o ci rimarranno solamente le pay.
Insomma, la vera sfida riguarda il genere femminile, a cui è richiesto un cambio notevole di mentalità.
:pardon:
 
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Marco ti sto monitorando!
L’avrai capito dagli ultimi grazie e mi piace sulle tue foto. Peccato che manchi il tasto rimming.
Tu ha capito tutto vero?
Sai già come evolverà il rituale di accoppiamento.
 
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Onorato delle sue attenzioni, Principe... anche perché sono sicuro che, pure se disponesse del tasto rimming, non lo clicckerebbe sul mio di deretano... :lol::lol::lol:

Invero, mi fa troppo credito... di rituali di accoppiamento ci ho sempre capito il giusto...figuriamoci quindi se ho intuito alcunché (per non dire un caxxo) di quale ne sarà l'evoluzione (o l'involuzione) futura... :scratch_one-s_head::unknw:
 
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Hai ragione meglio precisare, mi sa che infatti ho trovato solo in un forum di puttanieri quei due o tre che mi prendono ancora sul serio: tasto rimming sulla foto e ben distante da nome e avatar.
:wink:
 
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Sono troppo avanti! :prankster2:
Adesso ne parlo con Zuckerberg così mi faccio due spicci.
 
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Mammagari la pandemia ci avvicinasse all’antechino, questo si accoppia fino a morire.
Il nostro amico salmone invece, un po’ come potremmo essere costretti a fare noi umani, è disposto a morire pur di accoppiarsi. Che poi l’accoppiamento tra pesci non mi risulta essere tutto ‘sto divertimento.
:scratch_one-s_head:
 
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Dici così perché non sei mai andato a trans :rofl:
Ti ci porto io a pandemia conclusa così ti ricredi
:preved:
Che poi l’accoppiamento tra pesci non mi risulta essere tutto ‘sto divertimento.
Comunque “accoppiarsi a morte” è ciò che proporrò alla prima pay che mi capita a tiro. È romantico.
 
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Ah pesci... in quel senso... Cacchio, mi hai messo in crisi per una decina di minuti.
Vi ho immaginato in una situazione veramente strana
:pardon:
 
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Cazzarola Spermi, se penso che ai bei tempi scrivevamo pagine di minchiate senza la scusa della quarantena.
:scratch_one-s_head:
 
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Vero.. Le pagine scorrevano nel giro di secondi.. Per leggere tutto dovevo prendere le ferie cazzarola:rofl:
Va beh, almeno in questo disastro ci siamo ritrovati.
 
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Ma davvero vedete in giro tutta sta paura?
E' una domanda, ci mancherebbe. Probabilmente mi nasce spontanea perchè ci sono differenze fra i luoghi in cui viviamo.
Io vivo nella citta metropolitana di Milano. Quella che per prima ha lanciato l'hashtag Milanononsiferma, seguita a ruota da altre,
Poi ci hanno rinchiusi. Il sindaco si è scusato e il video prontamente ritirato.
Ma è l'effetto dell'impreparazione a qualcosa di nuovo che ha frenato l'impulso. Così come a Parigi, Londra, NewYork.
Di botto i governi si sono accorti che potevano fare solo due cose: o richiudere la gente a casa, cullandoli col fatto che stavano salvando loro la vita, o rischiare di perdere consenso se si fosse verificata un'ecatombe.
Poichè tutti conoscono bene i limiti dele rispettive sanità, sono corsi ai ripari. Sempre per non perdere consensi.
Qualcuno ce la sta facendo meglio, altri meno. Come in qualsiasi altra attività.
Ma la paura ha preso solo una parte di popolazione. C'è gente terrorizzata, certo. Quelli che restano incollati ai televisori, assorbendo tutte le paure che scientemente vengono diramate. Qualcuno è già impazzito. C'è gente che posta ogni giorno #stateacasa, c'è chi chiama i vigili se vede uscire due volte il vicino. C'è chi odia i runner.
E' una paura indotta, che si diffonde più del virus. A qualcuno conviene, perchè la gente che ha paura è più mansueta e incline a rispettare le regole.
Qualcuno si sta arricchendo, grazie a questa paura. Qualcuno si arricchirà. Forse che Burioni non è gia alle ultime pagine del suo nuovo libro?
Aziende che fabbricavano vaporetti stanno riconvertendo le catene in sanificatori per aziende, uffici, scuole, mense, palestre, centri estetici, parrucchieri.
Qualcuno ha un'idea di quanto frutterà la paura a chi si sta attrezzando, già sapendo che i governi obbligheranno a usufruire di certi servizi?
Ma la maggior parte delle persone, secondo me, ripeto, non ha tutta quella paura.
I più hanno solo voglia che arrivi sto cazzo di 4 maggio per uscire e fare festa. Per riallacciare subito relazioni, come prima.
Magari qualche precauzione, questo sì, i primii tempi. Ma non paura.
Degli altri chissenefrega. Che restino pure con le loro paure.
Magari sarà anche un modo per selezionare con chi relazionarci e non è detto che non sia un bene.
Chi ha paura, in genere, ce l'ha di tutto. Quindi se si isolano un po', tanto meglio.
Vabbè dai. Vado a misurare la febbre.
:pleasantry:
 
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La tua analisi Bludichina è più che giusta e condivisibile. Farei solo due distinzioni. Una legata alla paura, che credo sia evidente e presente in tutti noi legata ad un qualcosa che non si vede, non si sa come si "prende", non dà sintomi immediati, non è visibile da lontano chi più essere infettato( non ha una palla rossa sulla testa, bolle rosse o blu in viso, è giallo limone etc etc..) e questo crea paura. Aggiungiamo i numeri impressionanti dei morti, siamo a più di 20mila in Italia. Penso che ci sia più consapevolezza e attenzione e dall'altra parte la voglia di uscire da questo blocco totale delle nostre libertà individuali e di gruppo dove ci hanno infilati, a torto o a ragione...
La gente è stufa, vuole tornare libera di poter vivere e sognare e questo viaggio nel passato, dopo forse troppa modernità e globalismo. Come tornare alla "normalità" è una bella domanda... Boh.
 
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Io penso che questo virus entri nella testa molto prima che nelle vie respiratorie. Consciamente o inconsciamente condiziona e condizionerà un po’ tutti o quasi.
Vuoi perché a casa hai la mamma anziana, vuoi perché sei tu un po’ impaurito, vuoi perché sai che se ti avvicini in ospedale sei praticamente fottuto, vuoi anche perché magari te ne puoi perfino fregare ma sono quelli intorno a te che non lo fanno.
Vuoi inoltre perché tutto il comparto ricreativo (cinema, ristoranti, pub, teatri, ecc... ecc...), quello per intenderci adibito alla socializzazione, non aprirà presto e probabilmente sarà l’ultimo settore a farlo, in ogni caso quando aprirà sarà lì a ricordarti che distanziamento sociale è uguale a distanziamento fisico.
Ma che cosa è la socializzazione se non la riduzione della distanza tra esseri umani?
Boh... io ero molto piccolo ma un po’ ancora me la ricordo la paura dell’aids. A me durò forse un decennio e ricordo che qualche precauzione nei contatti sociali la prendevo, magari perché ero protettivo con le persone a cui volevo bene e in certe occasioni evitavo ad esempio di offrire il mio stesso bicchiere, bere dalla stessa bottiglia o cose simili.
Sicuramente esageravo ma allora non c’era tantissima informazione e nemmeno compariva quotidianamente in tv il “rassicurante” ciuffo di Burioni.
C’era solo il buon Aiuti che finché non dette lingua in pubblico a una sieropositiva non riuscì a placare la fobia collettiva. Ricordo che quando uscì quella notizia esultai come in Italia-Brasile del 82.
Si tenga presente inoltre che essendo una malattia particolare bisognava abituarsi a convivere anche con un certo senso di colpa e per uno come me era cosa quotidiana.
Maledetto rimming!
 
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Sono d'accordo con te Oblo. E' la testa, il nocciolo del problema.
Non vorrei aver dato un'idea sbagliata, ma non è che io sia certissimo che non avrò paura. Altrimenti non avrei chiuso l'ultimo post con la battuta, vado a misurare la febbre.
Che poi tanto battuta non è. La scorsa settimana ho sistemato il terrazzo esposto a sud ovest. Il sole era caldissimo ma tirava un po' di vento. In più iniziano a volare i primi pollini.
Avrò esagerato un po' con la manica corta anticipata, sta di fatto che alla sera avevo un lieve mal di gola e mi bruciavano gli occhi.
Soffrendo di allergia da quando ero bambino (anzi con gli anni ho sviluppato anticorpi, ma tra i quindici e i venticinque anni passavo la primavera con lo spray orale), fino a un anno fa mi sarei detto, eccoci sti cazzo di pollini sono in giro.
Invece ho tirato fuori il termometro. Inconscio malefico. 36,2 fanculo. Però me la sono misurata.
Poi mi son detto, cosa cazzo sarebbe successo se per una pura coincidenza, fosse stata 37,2?
Panico o aspirina e domani è un altro iorno? Chi può dirlo.
Due miei cari amici l'hanno beccato. Uno ha una piccola azienda e ritiene l'abbia preso da un suo collaboratore di ritorno da un viaggio all'estero (anch'egli positivo) e l'altro si occupa di eventi e convention come me, quindi capirai è stato ovunque e fra chiunque fino a quando non hanno chiuso. Come me. Direi che ne avevo di motivi per misurarmi la febbre.
Quindi, preciso. Non credo di essere immune nemmeno alla paura. Cerco solo di evitare di assecondarla.
L'ho scritto qui, come su altri social, perchè siamo già fin troppo bombardati da messaggi terroristici, che a mio parere non sono per nulla casuali.
Certo i morti sono tanti. Ma non è solo quello. Come diceva Oblo, si ha paura anche alla sola necessità di entrare in ospedale in questo momento, con le precarie condizioni in cui versano, oggi più che mai.
Se però non arginiamo questo bombardamento, facendo entrare tutto nella testa, davvero non vivremo più. Già sarà difficile, sia nel lavoro, sia nlle relazioni umane. Almeno proviamoci a debellarla, visto che noi diversamente virologi, vaccini per il virus non possiamo trovarne.
Se non proveremo a credere subito che si può tornare a vivere come prima, sarà ancora più difficile ricominciare.
Per questo, in certi momenti, penso sempre all'insegnamento del grande Hikmet:
"...
a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia".

Se non bastasse, o per i non sensibili alla poesia, sono quasi certo che, appena liberi, qualcosa di molto convincente, forse ancora più di Hikmet, ci aiuterà a scacciare i demoni...

cache.php


:pleasantry:
 
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F

fabxpiace

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Difficile quantificare poi i danni giornalistici.
La paura alla fine aiuta a prevenire comportamenti "lascivi", in una certa misura è sana, ma quando trasborda è il peggio che si possa immaginare.
Bisogna fare un raffronto di date tra la prima ondata "media" di infetti, con i primi malati a Codogno e Piacenza, in cui i giornali davano varie notizie mettendo le news sul covid giustamente in evidenza. Da quella successiva, ossia a metà mese e complice l'aumento dei diagnosticati a Milano, il tamburo battente della stampa ha virato quasi al tono scandalistico facendo diventare praticamente l'unica (quasi) notizia del giorno.
Nel parimenti in alcuni bar della mia zona (quando ancora si poteva circolare), a ridosso della nuova zona rossa (Piacenza per infezioni è la seconda città d'Italia...) ho avuto modo di assistere a comportamenti tra il complottistico (Fab ci nascondono le cose!), il delirante (non cito perché ci vorrebbero tre post solo per quello) e l'altamente menefreghista (o pigghiano solo i vecchi e i ricchioni), senza intermediazioni di colore.
Anche la reazione è un sintomo, inconscio, di paura che genera una sua reattività che può essere utile o contraria e varia dalla personalità dell'individuo e nel contesto in cui vive.
Chi se ne frega ha lo stesso un senso di paura che è riflesso dal comportamento altrui, per cui se un numero di persone con un minimo di senso civico stanno a casa, anche persone "menefreghiste" hanno più comportamenti razionali atti a fare il medesimo ragionamento.
L'abitare in una zona di coglioni, non ci fa essere automaticamente tali, solo che assisteremo a comportamenti che in altri paesi definirebbero "typically italian", ossia contrari a qualsiasi senso civico. Anche io, in circa due mesi ho avuti i miei 2 momenti "da coglione", ma su un'infinita serie di possibilità ho cercato di ridurre i margini al minimo, senza riuscirci del tutto (raccontati nei post precedenti, niente di indecente peraltro).
Soprattutto bisognerebbe cercare di evitare di dare voce a persone che hanno o manifestano comportamenti sediziosi, soprattutto su social come FB.

Quello che invero mi lascia piuttosto basito è la facilità in cui questo virus circola e si diffonde.
Nel mio paesello è stata una strage silenziosa, nelle zone limitrofe, pure; tra tutti ho perso almeno un cinquantina tra parenti e conoscenti e più del doppio ne conosco ancora di malati, e si parla di gente di tutte le età, con l'abbastanza ovvio interessamento maggiore di persone in età più avanzata (direi la fascia 55-90). Chiaro che molti, avendo malanni accessori imputabili a malattie più o meno infettive o degenerative hanno perduto la possibilità di continuare a lottare, ma fortunatamente si sono riprese persone anche di oltre 100 anni (a cui vanno i miei migliori auguri), il che lascia in un certo senso ben sperare.

Quello che vorrei sottolineare però, se non altro per esperienza "orale" (sia di infetti che superstiti) è questo; per essere infetto da covid non necessariamente puoi presentare febbre, che è uno dei sintomi più comuni, ma quasi sempre perdi il gusto e spesso l'olfatto.
Ci sono già studi in proposito, quindi basta googlare, però spesso leggo che erroneamente la prima cosa da ricercare è la febbre.

Ecco perché, per me, uno dei motivi per cui in Italia "porteremo" a lungo questa malattia è proprio la trascuratezza nel cercare i particolari. Senza contare la cronica scarsezza nell'uso dei tamponi regolari...
 
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