Avrei voluto scriverlo qui questa mattina. Ma non ci sono riuscito.
Mi ero collegato, verso le 11, prima di farmi una doccia e stavo per confidarmi con voi.
Ma il dolore era troppo forte. Ho letto solo qualcosa, ma non sono riuscito a scrivere nemmeno una frase. Neanche un punto e virgola.
Avrei voluto condiverla con voi, quella voglia che avevo, di un incontro da giorni ormai rinviato.
Non da lei, ma da me! Imperdonabile. Continuare a girare e rigirare fra i pensieri e il desiderio, tra voglia e palpitazione, rinviando la decisione da un giorno al successivo, perchè il dolore, che sembrava allentare, si riacutizzava all'improvviso, lasciandomi troppo esausto, per potermi abbandonare senza riserve a qualcosa di nuovo, eccitante e inesplorato.
Volevo scriverlo stamattina, del sogno appena terminato, di quelle labbra che mi sfioravano la pelle, di quelle mani che desideravo forsennate sul mio corpo, di come avrei voluto salire di corsa le scale, fino al pianerottolo; e di come avrei aperto la porta per essere in quella stanza semibuia, con lei che si inginocchiava, riportandomi in un delirante sogno senza soluzione di continuità.
Ma non sono riuscito a raccontarvi nulla. Mi faceva troppo male.
Così alle 15 ho preso la decisione e sono andato dal dentista. Adesso ho un molare in meno e per cinque giorni dovrò prendere l'antibiotico.
Ma sono tornato a vivere. Magari non proprio da domani, ma torno in pista.
Mi ero collegato, verso le 11, prima di farmi una doccia e stavo per confidarmi con voi.
Ma il dolore era troppo forte. Ho letto solo qualcosa, ma non sono riuscito a scrivere nemmeno una frase. Neanche un punto e virgola.
Avrei voluto condiverla con voi, quella voglia che avevo, di un incontro da giorni ormai rinviato.
Non da lei, ma da me! Imperdonabile. Continuare a girare e rigirare fra i pensieri e il desiderio, tra voglia e palpitazione, rinviando la decisione da un giorno al successivo, perchè il dolore, che sembrava allentare, si riacutizzava all'improvviso, lasciandomi troppo esausto, per potermi abbandonare senza riserve a qualcosa di nuovo, eccitante e inesplorato.
Volevo scriverlo stamattina, del sogno appena terminato, di quelle labbra che mi sfioravano la pelle, di quelle mani che desideravo forsennate sul mio corpo, di come avrei voluto salire di corsa le scale, fino al pianerottolo; e di come avrei aperto la porta per essere in quella stanza semibuia, con lei che si inginocchiava, riportandomi in un delirante sogno senza soluzione di continuità.
Ma non sono riuscito a raccontarvi nulla. Mi faceva troppo male.
Così alle 15 ho preso la decisione e sono andato dal dentista. Adesso ho un molare in meno e per cinque giorni dovrò prendere l'antibiotico.
Ma sono tornato a vivere. Magari non proprio da domani, ma torno in pista.