.... andrò in pensione nel 2034 con 50 anni di contributi. per colpa dei ventenni? mi sa di no. piuttosto per colpa prevalente dei nostri genitori (parlo di generazione, non di singole persone), i più dei quali sono andati in pensione giovani, con pochi anni di contributi, spesso continuando a lavorare COMPLETAMENTE in nero. questo al netto del tanto sbandierato magna-magna della politica e delle istituzioni, anch'esse non certo governate dai ventenni.
aggiungerei inoltre che i ventenni che cercano i pokemon mi fanno sorridere, i 40-50 loro genitori (e ne vedo parecchi) che pure loro cercano, forse ancor più spasmodicamente, i pokemon, mi fanno davvero incazzare
Hai perfettamente ragione!
Un conoscente, più giovane di me e con meno anni di lavoro dei miei, andò in pensione negli anni '90 con 40 anni di età, grazie a scivoli per una pseudo-invalidità. Il tizio poi si mise a fare un lavoro, rigorosamente in nero, che era l'esatto opposto dell'invalidità... come se un cieco si fosse messo alla guida di un taxi.
Io però non me la prenderei con lui, io me la prendo con chi per anni ha permesso che ciò accadesse.
E mi chiedo: "Perché ciò è stato fatto?"
Molte pensioni d'invalidità, sopratutto al centro-sud, hanno sostituito l'assegno di cittadinanza; sono stati, e sono, un ammortizzatore sociale. Il costo di questo ammortizzatore è di circa 15 miliardi di euro ma, se si tiene conto che non tutti sono falsi invalidi, e la Guardia di Finanza stima in 3,5 miliardi di euro il fenomeno dei veri falsi invalidi...., si vede che non è poi così scandalosa la faccenda.
Il sistema previdenziale italiano è un carrozzone da 260 miliardi di euro l'anno.
Per le baby pensioni, che ci costano sui 9 miliardi l'anno, la questione è un po' diversa.
Qui bisognerebbe indagare a fondo i motivi.
Il fenomeno era possibile solo nella pubblica amministrazione, mi sorge il dubbio che i beneficiari di questo privilegio siano stati in gran parte direttori, dirigenti, quadri ecc. ecc., dei vari enti statali e parastatali.
Un netturbino comunale, che prendeva negli anni '90 circa 900.000 lire al mese, non poteva permettesi di andare in pensione con 450.000 lire. Anche perché cosa andava a fare poi?
Un dirigente che prendeva 5.000.000 di lire al mese di stipendio, invece, poteva prendere 2.500.000 di pensione.
Con una laurea in giurisprudenza o in economia e commercio, conoscenze e connivenze varie, studio personale già avviato con prestanome, e energie fisiche e mentali ancora intatte, il futuro arricchimento a spese dello Stato era garantito...