gitarella nella dark side
Acqua Deymie (GPS 12.92928, 100.9325)
Ero curioso di dare un’occhiata a questo leggendario clubbino con piscina. In sintesi devo dire che la cosa migliore è la zona: gironzolando in questi dipressi (area di NongPrue: Paradise Hill, Pattaya Green View, Lotting Village, ...) finalmente si respira un po’, si vede una edilizia residenziale molto dignitosa, c’è più spazio, più verde, meno spazzatura abbandonata lungo le strade e le strade stesse sono in uno stato un po’ migliore, addirittura c’è l’illuminazione notturna.
Anche la struttura dell’AD, che avevo sentito raccontare come in piena decadenza, è invece in perfetta forma. Si vede giusto qualche sedia a sdraio un po’ sfondacchiata nel giardinetto ma, nel panorama generale, sono dettagli. La piscina limpidissima è in stato di impeccabile manutenzione, c’è pure il parcheggino interno per le moto, affatto diffuso tra i clubbini.
Attraverso la solita porticina per puffi si accede all’interno, che viene mantenuto in regime catacombale, sia per la luce che per la temperatura. Inciampo, dribblo qualche umanoide ed appena le pupille si abituano intravedo la solita compagnia di giro dei clubbini: una combriccoletta di anziani in canotta e mutandoni, più o meno nello stesso numero dei grossi pick-up parcheggiati all’esterno.
L’invidia mi fa sempre pensare in modo malevolo a cosa caspita facciano costoro nella vita grrr. Comunque sia, parlottano, sbevazzano, guardano la TV e ... giocano a freccette (devo riflettere su ciò che vedono i miei occhi che si stanno sempre più abituando: ma davvero esiste qualche essere umano che si sposta di diecimila km per poi passare i pomeriggi a giocare a freccette e bere birra ascoltando BonoVox, come nel pub sotto casa?).
Tutto ciò con tappezzeria di pollastre attrezzate di sorriso d’ordinanaza e sostanzialmente silenti, appollaiate come statuine decorativa a lato dei gruppetti di faranghi frecciaroli ... boh!?
Ne acchiappo una alta le cui gambe lunghe e bellissime mi colpiscono subito i centri dell’attenzione come fossero freccette. Tuttavia avvicinandomi, con fare da investigatore anatomopatologo, mi avvedo del fatto che il viso è un po’ da mostro, con dentoni e ciglioni da donna paleolitica ... hemm, gentilissima, volevo solo chiederle se potesse agevolarmi nell’interlocuzione con quella salace pollastra di seconda scelta che vede parcheggiata in fondo alla sala tutta sola, sperando non sia invece una sòla ...
la vittima designata, capito il fatto di essere proprio lei oggetto delle mire del farango rapitore, si riprende dallo stato di stand-by, alza il capino e mi guarda terrorizzata. Molto poco gieffosamente cerca di attivarsi per scappare (alla faccia del customer care) ma lo sguardo della mamaguzzinasan la riporta ai valori dello spirito di corpo che la missione della sua professione ha a fondamento.
Resta dunque come un fascinoso palo della luce, immobile, a guardarsi i piedi mentre il farango rompicoglioni (insomma, io) avanza implacabile come nella scena al rallentatore di un duello all'ultimo spermatozoo ...
di questo nostro primo romantico appuntamento mi rimarranno per sempre scolpite nel cuore le sue profonde parole, sussurrate con sensualità (all’indirizzo dei suoi piedi): “... dlink ...”.
Ciò, come tutti noi ben sappiamo, è il re degli indizi di bidone. Il peggiore possibile di tutti quelli possibili. Ci sarebbe istantaneamente da sfanculare salutando o salutare sfanculando che dire si voglia, ma proprio in quel momento rientra una tipa che avevo visto poco prima all’esterno. Vista mentre dormiva a gambe e bocca spalancate, buttata su una panca, era un’orrenda brufolosa; ora invece, grazie alla combinazione di tacchi e (soprattutto) oscurità, è una sgnappera degna di un certo credito.
Ora questa new entry sembrava non avere null’altro da fare che vedere di mascherare da azione di mediatrice linguistica la richiesta di una marchettuzza alla sanfasò:
- sai, caro farango rompicoglioni, lei è molto sweethart ma soprattutto molto shy
- (mi viene in mente il volantino del Telephone che dice: “we are not shy!”) certamente, capisco ed ego te absolvo, maaaaaaa non è che oltre ad un po’ shy è pure muta? Insomma parla?
- no ... sai, il fatto è che non ti ha mai visto prima
- eeeeee certo capisco benissimo, del resto neppure io l’ho mai vista prima, anzi, con ‘sto cazzo di buio non la vedo bene neppure adesso
- ...
- ...
Siamo al punto zero delle trattative. Forse abbiamo finito il repertorio del cerimoniale diplomatico. Forse dovevo chiedere di giocare a freccette?
- dlinkledy?
- ... possibbbile maaaa, non è che potrei vedere almeno un timido sorriso?
Arriva la birretta. La paralitica accenna a piegare in su gli angoli della bocca ma misteriosamente non muove neppure un muscolo per acchiappare la sua birra.
Chiedo, per sincera curiosità, se la posso assaggiare anche io. Del resto dovrebbero averle spiegato la natura del mestiere che s’è scelta: se le cose vanno per il verso giusto, in pochi minuti qui faremo una bagna cauda dei nostri mutui umori corporali.
La mia silenziosa prescelta indossa curiosamente un paio di autoreggenti velate di bianco. Certamente il massimo per affrontare al meglio i climi tropicali. Insomma la curiosità si sa che prorompe ma la spiegazione arriva al volo:
- non le piace l’air-con
e, mentre l’amica argomenta la questione, la prescelta sembra predisporsi alle panche della chiesa: si prende l’orlo del gonnellino e lo tira pudicamente verso i ginocchi, per quanto permesso dall’estensibilità elastica di quei venti cmq di tessuto.
Perchè non scappo all’istante, si chiede da solo il Dr.Grunf?
La risposta è la solita di tante occasioni parimenti poco lineari, davanti all’insondabilità della natura umana: ‘voglio sapere cosa succede dopo’.
- amiche care, non volete sapere come cazzo si chiama ‘sto farango, da dove viene, quando riparte e le solite belinellate così e cosà? non mi volete insegnare come si dice zuppa di pollo fritto alle cozze in salsa piccante di funghi?
Non succede un cazzo ...
Decido di spalancare le mie anziane chiappe e chiedo istruzioni sul business plan relativamente a tempi lunghi, tempi corti, take-away, eat-in, ecc.
Sarebbe il momento nel quale il bravo venditore inizia a sbracciarsi spiegando tutti i suoi depliantini ed invece, quel che ne ottengo è qualcosa che potrebbe andare bene come titolo dell’hit della prossima estate:
- she shy ...
Evvabbè, m’avete scashayto. Ci vediamo a settembre per le prove di riparazione, bye bye. Nell’ottica del dibeneinmeglio, esco e trovo un ladyboy carpulento e ciarliero:
- hey man, lot of sweethart ladies here eh?!
- si, come no! E’ colpa mia che ho invece il cuore grippato e non ho capito che per attivare quell’animella figlia delle grande glaciazione forse ci voleva una clavata sul cranio?
Compare un farango che, nell’assurdità generale di tutta l’avventura, non solo avverte l’indifferibile bisogno di comunicarmi che è belga, ma che addirittura tutto l’ambaradan è a gestione belga ...
Che dire? mej cojons, raffinati amici belgi! avete fatto un bordellino con i muretti di mattoncini, le fioriere, i ciuffi di palmette, la villetta ad un piano con pianta ad L che abbraccia idealmente la piscinetta; in piscina non c’è la più piccola fogliolina maaaaa ... non è che v’è leggermente sfuggito un marginale dettaglietto?