Perché ci vado?
Perché quando ero single ero tronfio del mio codice morale che mai mi avrebbe permesso di andare a troie e mi ammazzavo di seghe?
Perché ora che sono sposato ci vado e non sento alcun rimorso nel farlo?
Lo scrivo forse più a me stesso che a voi, perché ho bisogno di scriverlo, perché qui (forse) non c'è un giudizio di colpevolezza a priori.
Sono sposato, amo mia moglie (chissà poi perché) e onestamente, nessuna donna mi arrapa quanto lei.
Ma ogni sera ci mettiamo a letto e per lei sono un estraneo, un disturbo; non ci provo nemmeno più ad avvicinarmi a lei, finirei per farmi del male e basta.
La guardo, la desidero, ma per lei sono solo i padre dei suoi figli, utile per alcune cose, ma invisibile come uomo e come maschio.
Mi ha detto che è colpa mia, che non parlo, che ho la pancia, che non l'aiuto, e mille altre cose.
Ho accettato di fare terapia di coppia, ma non funziona.
Ho accettato di fare terapia individuale e viene fuori che sono depresso perché mia moglie non me la da.
Perché non divorzio?
Abbiamo due meravigliosi bambini e li amo più della mia vita.
Non potrei vivere lontano da loro, ne morirei.
E allora sopporto.
Sopporto le sue occhiatacce, i suoi cazziatoni, i suoi malumori, le sue estenuanti lamentele, i suoi respingimenti, il suo farmi sentire disgustoso.
Sopporto perché amo il sorriso dei miei figli anche se faccio sempre più fatica a ricambiarlo.
So che un giorno andranno via e allora forse andrò via pure io, perché non ci sarà più nessun motivo per restare.
Perché vado con le prostitute?
Non lo so, continuano a sembrarmi tutte senza volto, non mi interessa il loro nome (lo chiedo solo per fare le recensioni qui), ne se godono con me o meno.
Per un attimo, quando sono con loro, mi sento ancora un uomo, un maschio, sento l'eco di qualcosa che non ricordo neppure che cos'è.
Per un momento sento qualcuno che tocca il mio corpo e non si ritrae, mi sento riconosciuto come essere umano, mi sento di nuovo vivo.
Perché ci vado?
Che altro potrei fare...