Qualche rara volta in cui invitavo qualche free a casa con il dichiarato intento di trombare e concomitantemente riuscivo a controllare le pulsioni, dopo aver lasciato una bella tavola, forse un po’ barocca, mi facevo trovare ai fornelli alle prese con la calamarata, rucola, gamberetti, vongole veraci e datterini rossi. A tavola un Fiorduva di Marisa Cuomo. Non mi dilungo con la ricetta, consiglio solo di usare le teste dei gamberetti per fare una riduzione a parte. Nella testa c’e’ tutto il sapore.
La pietanza più gustosa, però, era il loro smarrimento una volta capita la situazione, l’attesa, il contrordine, un leggero retrogusto di sbigottimento. Il pensiero : “Tu a casa mia sei benvenuta ma se permetti ti chiavo quando lo dico io!”