QUANDO IL DESTINO COMINCIA A "GIOCARE"...

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Stanotte non ho praticamente chiuso occhio, sono andato a dormire verso la 1.30, ma è stato un continuo girarsi e rigirarsi nel letto.
Innervosito e ormai conscio che era inutile insistere, mi sono alzato e dopo essermi fatto un caffé mi sono seduto sul divano ripensando a quanto mi era capitato in giornata.
Dopo essere uscito dall'ufficio di un cliente n zona Buenos Ayres, avevo deciso di farmi quattro passi fino in piazza Duomo, la giornata di sole non mi invogliava certo a prendere la metropolitana.
Era presto, circa le 12.15 e non avevo altri impegni fino alle 15, quindi arrivato in C.so Venezia, costeggiato per un tratto la cancellata dei Giardini Pubblici e raggiunta l'altezza del Museo di Storia Naturale, decido all'improvviso di entrare nel parco. Era da molto tempo che non mi facevo quattro passi nei giardini... mi torna alla mente quando da bambio ci venivo con papà... c'erano le macchinine a pedali... 50 Lire un quarto d'ora... sono passati quasi cinquantanni, ma vedo ancora la scena... quel bambino felice che correva verso le macchinine con cento lire in mano, mentre papà si sedeva su una panchina a guardare le mie evoluzioni...
Avevo cinque anni e lui non ancora trenta... è passato praticamente mezzo secolo... mio padre non c'è più... proprio pochi giorni prima ricorrevano ventidue anni dalla sua scomparsa...

Il sole è caldo, ma un brivido gelido mi percorre dalla testa fino ai piedi, certi ricordi mi procurano sempre questo effetto... i ricordi, già... solo ora penso quanti ricordi sono legati a questo luogo.
Le macchinine a pedali, le barchette nella grande fontana, lo zoo ormai scomparso da anni, con la tigre, l'elefante e la giraffa... il carrettino dei gelati d'estate e quello delle caldarroste d'inverno... le passeggiate da ragazzi con gli amici quando non si riusciva a decidere che fare la domenica pomeriggio...
E poi...

E poi ci fu quel mese di giugno del 1979 quando venivo a passeggiare qui - al termine del quinto anno ed in attesa degli esami di maturità - con quello che è rimasto il vero grande amore della mia vita, la mia giovane professoressa d'italiano, io 19 anni e lei 25...

(Per chi non ricordasse e per chi non lo aveva letto riporto il link del mio post:
http://community.punterforum.com/professoressa-vt29121-3.html)


Senza rendermene conto, camminando assorto nei miei pensieri, mi sono ritrovato di fronte alla panchina dove venivamo a sederci, dove ci scambiammo il primo bacio... quanti anni sono passati? Quest'anno sono 35... quante volte sono tornato qui in questi, ma adesso era davvero molto che non venivo.
Mi siedo mentre la mente mi riporta a quei momenti...
È incredibile come certe sensazioni, certe emozioni restino inalterate dentro di noi nonostante l'inesorabile trascorrere del tempo... mi sento come avvolto da un misto di dolcezza e malinconia, provo una sorta di morsa al cuore, quella sensazione che si ha quando si è innamorati e si vive nell'attesa di rivedersi, quella sensazione che provavo allora quando non eravamo vicini, insieme... la sento così viva e intensa, come se questi anni non fossero mai passati... e mi rendo conto, forse per la prima volta così lucidamente, che no ho mai smesso di amarla, che le donne venute dopo di lei, quelle importanti nella mia vita, altro non erano che una sua proiezione... in loro avevo ricercato lei... la mia ex-moglie era un insegnante di italiano e aveva quasi cinque anni più di me, e la mia attuale compagna le somiglia molto, nel viso in particolare...

Assorto nei miei pensieri, guardo quello che mi circonda, ed è tutto identico ad allora... qui il tempo sembra essersi fermato... sarebbe bello avere un pianoforte, nel prato tra le piante e poter suonare per loro, per i pochi uccellini che svolazzano da un ramo all'altro...
Sono lì, e contemporaneamente in tutti i posti dove sono stato con lei... migliaia di immagini mi scorrono davanti agli occhi come in un film... mi appoggio alla panchina e allargo le braccia sullo schienale, chiudendo gli occhi, cercando di mettere a fuoco meglio quei "fotogrammi" con lil canto degli uccellini che fa da colonna sonora...
Provo cone la sensazione di essere seduto su una nuvola, di galleggiare nel vuoto... sento una voce prima lontana e poi più vicinsa pronunciare il mio nome...

"Gianluca... Gianluca..." (É il mio vero nome, molti di voi lo conoscono e alcuni post li ho firmarti senza usare il mio nick, quindi non c'è motivo di cambiarlo)

"Gianluca...Sei tu...?"

Apro gli occhi d'istinto, la mia espressione deve essere il rusultato di un'infinità di stati d'animo: stupore, incredulità, gioia, spavento e mille altri... ho aperto gli occhi, ma non ho smesso di sognare, oppure...

Oppure...

"Mio Dio... Gianluca..."

Mi manca la voce, con uno sforzo incredibile riesco a pronunciare il suo nome a sillabe (uso un nome di fantasia perché il suo è così particolare che la renderei troppo riconoscibike)

"Ca-mil-la...?"

"Sì... sono io..."

Volevo ridere, ma al contempo sentivo le lacrime agli occhi, ed è quello che ho fatto mentre d'istinto ci siamo abbracciati...
L'ho stretta forte a me, le ho baciato la fronte e ho visto piangere anche lei... siamo rimasti così a lungo, stretti senza più riuscire a dire una parola...
Poi mi ha preso le mani nelle sue e ci siamo seduti.

"In questi anni ti ho visto diverse volte, ci siamo incrociati spesso, ma non sono mai riuscita a fermarti o a raggiungerti..."

"Anch'io qualche hanno dopo ti ho vista... stavi arraversando C.so Buenos Ayres, non lontano da casa tua, ma ero in macchina al semaforo e non sono riuscito a fermarmi e raggiungerti... So che fino a un paio d'anni fa insegnavi dalle parti della Stazione Centrale, ma dall'anno scorso non sei più lì..."

Stupita mi chiede come facevo a saperlo...

"Sai, con internet ho provato a cercarti e ti ho trovata, impossibile un'omonimia non credi... avrei voluto vederti, salutarti..."

"Perché non lo hai fatto...?"

"Per rispetto nei tuoi confronti e della tua vita Camilla... non sapevo se ti avesse fatto piacere e non volevo correre il rischio di crearti problemi, ho pensato che sicuramente hai una famiglia, un marito e dei figli... non mi sembrava corretto dopo tanti anni correre il rischio di disturbare la tua serenità e quella di altre persone..."

Mi sorride, non è cambiata molto, solo qualche piccola ruga d'espressione più accennata... ha sempre dimostrato molto meno della sua età, e anche oggi non dimostra 60 anni,.. come allora sembra decisamente più giovane di me..., dei miei prossimi 54 anni...

"Non ho figli e non mi sono mai sposata... vedi? Non avresti corso nessun pericolo... Tu invece...?"

Le racconto in breve le mie dissvventure sentimentali... matrimonio, figlio, separazione e divorzio, mancanza di rapporti con il figlio, nuova convivenza e catastrofe anche in questo caso.
Quando le dico che la mia ex moglie è un insegnante di italiano più grande di me di quasi cinque anni, ha una specie di sussulto accompagnato da un mezzo sorriso, idem quando, su sua richiesta, le faccio vedere la foto della mia compagna..."

"Beh... è come se avessi sempre cercato me... non bisogna essere psicologi per capirlo..."

"Hai ragione, è vero e me ne sono accorto anch'io, anche se solo recentemente... ma tu come mai non ti sei sposata?

"Per lo stesso motivo per cui tu invece lo hai fatto... Inconsciamente mi hai cercata in altre donne, io invece ho capito da subito che a mia volta cercavo te negli altri uomini che conoscevo, una relazione o peggio un matrimonio su queste basi è destinato a fallire, come è capitato con il tuo..."

Le prendo le mani e le do un bacio sulla guancia...

"Anche se in ritrado di qualche giorno... Buon compleanno!"

"Ti ricordi ancora la data...?"

"Certo che la ricordo, e anche se solo nei miei pensieri, in questi anni ti ho sempre fatto gli auguri il giorno del tuo compleanno... 15 febbraio 1954... quest'anno sono stati 60, ma ne dimostri sempre almeno dieci di meno, come allora... e... usi sempre lo stesso profumo..." le dico avvicinando il mio viso al suo e dandole un baciio su una guancia....

"Sì, lo stesso... solo che ora uso l'Eau de Toilette che è più delicato... E i tuoi genitori?"

Le spiego che mio padre è venuto a mancare ventidue anni fa a 56 anni, che mia madre oggi ha 82 anni, vive con il mio terzo fratello e che, nonostante le oltre 20 sigarette al giorno, scoppia di salute. Mi dice che suo padre è morto lo stesso anno del mio a 74 anni e sua madre dieci anni fa a 86.
Dopodiché essendo figlia unica, vendette la casa troppo grande per un'unica persona e ne comprò una più piccola in zona, dove ha sempre vissuto da sola.
Continuiamo a parlare tenendoci per mano, raccontandoci delle nostre vite, del lavoro...

"Suoni ancora il pianoforte...."

"Certo - rispondo - quando ho tempo e ispirazione... mi sono fermato al quinto anno con gli studi, ma non ho mai smesso di suonare... è l'unico a non avermi mai tradito..."

"Non è vero - ribatte subito - le cose tra noi sono andate come sappiamo, abbiamo sbagliato tutti e due, io sicuramente di più, ero troppo influenzabile dalla mia famiglia, ma io non ti ho mai tradito, non ho tradito neppure il ricordo di te... di noi..."

La abbraccio ancora, mentre le nostre labbra si sfiorano anche se per un breve momento...

Si sono fatte le 14, il tempo è volato e lei per le 14.30 deve essere a Scuola, è diventata Preside, o meglio Dirigente scolastico, come si dice oggi, in un Istituto poco distante, così mi offro di accompagnarla facendo quattro passi insieme. Mi racconta che anche lei è tornata spesso nel parco a quella panchina e che da quando è in questa scuola, se c'è un po' di sole approfitta sempre per farsi una passeggiata nei Giardini.
Ci scambiamo i numeri di cellulare con la promessa di sentirci e di rivederci presto... ed arriviamo davanti al portone d'ingresso... ci abbraccismo ancora e ci scambiamo due baci sulle gance...
Poi si avvia all'ingresso e prima di chiudere il portone si gira e mi manda un bacio con la mano...

Mentre rientro in ufficio, provo le sensazioni più disparate... la mia vita è sempre stata un casino, costellata da un'infinità di combinazioni, di giochi del destino, di fatti imprevedibili, quando addirittura incredibili, niente è mai stato "normale" e men che meno semplice... mi sono sempre trovato a percorrere strade tortuose e lunghe e ogni volta, pensando che fosse l'ultima, sono sempre stato smentito... c'è sempre stato dell'altro.

Ieri sera poco prima di mezzanotte le ho mandato un messaggio al quale ha risposto con parole molto belle e stamattina, mentre me ne stavo sul divano a scrivere queste pagine, me ne ha mandato uno lei per augurami una buona giornata e chiedendomi se possiamo sentirci dopo pranzo...

Non riuscivo a dormire ripensando a ieri, a quello che mai avrei pensato potesse accadere e ho iniziato a scrivere, come faccio sempre quando devo fare ordine nella mia testa, nei miei pensieri... oggi la chiamerò, risentirò la sua voce al telefono come nelle nostre lunghe telefonate di allora e ci rivedremo, ne sono sicuro, lo vogliamo entrambi, abbiamo ancora tante cose da raccintarci... e poi...

E poi... ma deve esserci sempre e per forza un poi? Forse nella mia vita ho guardato sempre un po' troppo avanti, forse è arrivato il momento di vivere oggi... o forse, molto semplicemente, non so più cosa siano i poi e i forse.

Questo forum è il posto più strano e incredibile che conosca, si parla di tutto, dalle avventure psy, alle free, si fanno recensioni, si esprimomo dubbi e timori sugli argomenti i più disparati, si mettono a nudo le nostre debolezze e i nostri sentimenti e ci sono persone fantastiche, con le quali poter condividere tutto questo.
Ho voluto condividere con voi anche questo momento della mia vita.

Scusate la mia proverbiale lunghezza...

ACE
 
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La città del sole
Non capiremo mai perchè accadono certe cose. Forse è questo il bello della vita. Qualcuno disse: "Gli dèi ci creano tante sorprese: l'atteso non si compie, e all'inatteso un dio apre la via".
Il Destino forse ti sta facendo l'occhiolino. Coglilo al volo e vivi questa situazione che ti si sta presentando senza farti troppe domande, anche se forse è nella tua natura, anche io sono così, portele. Perchè come dici tu stesso:
E poi... ma deve esserci sempre e per forza un poi? Forse nella mia vita ho guardato sempre un po' troppo avanti, forse è arrivato il momento di vivere oggi... o forse, molto semplicemente, non so più cosa siano i poi e i forse.

Ti ringrazio per aver condiviso qui questa tua esperienza.
 
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fabxpiace

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Decisamente emozionante... e poi quella sensazione che hai descritto del ricordo, così vivida, presente e nel contempo inconfutabile, quasi reale chè se chiudi gli occhi puoi risentirne l'odore od il sapore.

La bellezza e la dannazione (in certi casi) del ricordo, la chimica del cuore e dei sentimenti.
Niente può stupirci quando le sensazioni sono così intense e piacevolmente belle.

Grazie per il ricordo...
 
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Vai Ace vivi l'occasione come ti dice il tuo cuore,visto mai che per te sia l'alba di una nuova vita e magari quella che hai sempre desiderato...........un mega in bocca al lupo!!!!
 
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Ho trascorso la mattinata con un unico pensiero, continuando a ripercorrere mentalmente quanto accaduto inaspettatamente ieri, ed è stato come tornare indietro nel tempo, a quei miei diciannove anni, a quando il solo pensare a lei mi faceva battere il cuore all'impazzata, nell'attesa di poterla rivedere a scuola e dopo a quando trascorrevamo insieme ore e giornate che il tempo non ha modificato nella mia memoria.
Poco dopo le 13 uno squillo del cellulare mi ha destato dai miei ricordi... era un messaggio nel quale Camilla mi chiedeva se poteva chiamare senza disturbarmi.
La richiamai io immediatamente...

"Ciao Gianluca... ti ho disturbato...?"

"Assolutamente, ti ho detto ieri che puoi chiamarmi quando e quanto vuoi... stavo per farlo io, mi hai anticipato di un minuto... come stai? tutto bene a Scuola?"

"Sì, tutto bene grazie, sto bene...molto bene... anche se mi sento leggermente frastornata... ho sperato così a lungo di poterti incontrare almeno una volta ed ora che è accaduto, stento a credere di non aver sognato... come se avessi timore di svegliarmi e di accorgermi che in realtà non è successo nulla... ma sono felice, tanto...
E tu, come ti senti...?"

"Benissimo, anche se provo più o meno le tue sensazioni... è capitato qualcosa di insperato che è davvero difficile credere che non sia tutto un sogno... e non è un sogno Camilla,
È tutto vero, stupendamente vero... sono emozionato come le prime volte che ti telefonavo... ricordi... ti davo del "lei" e ti chiamavo "signorina"... ero impacciato da far paura..."

La sento ridere mentre parlo...

"Hai ragione eri impacciato e mi facevi una tenerezza infinita... ogni volta che ti incontravo avrei voluto prendere io l'iniziativa... ma non potevo ero la tua insegnante... non vedevo l'ora che quell'anno scolastico finisse per poter far cadere quella barriera... però paura non ne avevi... o se c'era l'hai saputa dominare molto bene... hai trovato il coraggio di parlarmi, di dichiararti e di non arrenderti... ti ho sempre ammirato per questo..."

"Oh... paura ne avevo e tanta te l'assicuro, ma ero talmente innamorato di te, che tutto il resto scompariva, non esisteva più..."

La sento respirare, la sua voce è rimasta come la ricordavo, si emoziona e come allora il tono si fa più basso, quasi sussurrato:

"E ora...?

"Com'è ora voglio dirtelo guardandoti negli occhi Camilla... ho trovato il coraggio di farlo 35 anni fa... non può essere diversamente oggi che ne ho 54..."

"Non invecchiarti prima del tempo, per adesso ne hai ancora 53, visto che gli anni li compi il 30 aprile... Sorpreso? Neppure io ho mai dimenticato la data del tuo compleanno...!"

"Intanto anche se con un po' di ritardo potremmo festeggiare il tuo..."

"Mi stai facendo un invito in piena regola... sbaglio?"

"No, no sbagli... quindi... Signorina posso avere l'onore di invitarla a cena?"

"Non sei cambiato per niente Gianluca, è da ieri che vuoi invitarmi, ma come sempre, non scegli mai la strada più semplice, ma la più complicata o almeno la più lunga...! Certo che puoi invitarmi, ed io sono felice di accettare... avevi dei dubbi...?"

"No, nessun dubbio... hai ragione non sono cambiato, sono sempre rimasto un po' "incasinato" nei miei pensieri, come allora... ti va bene venerdì sera?"

"Benissimo, però niente lussi o sfarzi... ricordi la pizzeria in Via Bronzetti dove andavamo sempre? Sai che c'è ancora?"

"Si, lo so ha cambiato nome, ma c'è sempre... e tu ovviamente Pizza Napoletana..."

"Ovviamente, come sempre, birra media e affogato al caffé..."

"Perfetto allora..."

Abbiamo chiacchierato più di un'ora poi ci siamo salutati d'accordo che ci risentiremo ancora in questi giorni, e abbiamo fissato l'appuntamento per questo venerdì alle 20.
L'unica cosa che continuo a chiedermi da ieri è cos'ho fatto per meritarmi un regalo così grande e inaspettato, non so trovare una risposta, ma non importa...
Va bene così...!

ACE
 
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pupas

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Mi sono letto anche il racconto iniziale. Devo ammettere, e lo faccio senza vergogna, che mi sono venuti gli occhi lucidi. Emozionante cosa riserva il destino e la maniera in cui l'hai raccontato.
 
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Mi sto rigirando il cellulare tra le mani senza riuscire a prendere una decisione, guardo in continuazione l'sms che ho scritto per Camilla...

"Ciao, so che abbiamo un appuntamento per venerdì sera, ma non so se riesco a resistere per ben tre giorni senza vederti... mi sembra di essere tornato ai tempi della scuola quando dal venerdì dovevo aspettare fino al lunedì per vederti e passavo il fine settimana a sognare ad occhi aperti... forse corro troppo e ho paura di sembrarti inopportuno... ma non resisto al desiderio di vederti... scusami!

Questa sarà la millesima volta che lo rileggo...
Lo invio o aspetto...?
Mi torna in mente quel giorno lontano, quando deciso a dichiararmi le avevo chiesto di poterle parlare dopo le sue ore di lezione...
Avevo diciannove anni ed ero vittima di una timidezza mostruosa, ma nonostante questo trovai il coraggio di prendere quella decisione... e ora a quasi 54 anni che sto facendo....?

INVIO

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Passa qualche interminabile minuto durante il quale mi ripeto che sono uno stupido, un idiota, che come sempre con la mia impulsività avrò rovinato tutto...
Sento due squilli... ha risposto:

"Non aver paura del domani, perché in fondo, oggi è il giorno che ti faceva paura ieri. - Ti... adoro! Un bacio!"

La chiamo subito...

"Ciao Camilla..."

"Ciao... sei esattamente come ti ricordavo... ero sicura che mi avresti chiesto di vederci prima..."

"E se non lo avessi fatto...? "

"L'avrei fatto io, chiedendoti se ti andava domani mattina di vederci per le otto vicino a Scuola e fare colazione insieme..."

"Me lo avresti chiesto... o me lo stai chiedendo...?"

"Eh sì, ormai non cambi più... certo che ti sto invitando... zuccone...!!!" mi risponde scoppiando a ridere...

Parliamo ancora un po', ridendo e scherzando, lei deve sistemare dei documenti da portare a Scuola, quindi la saluto per non farle fare tardi... ho il cuore che mi sta per saltare fuori dal petto...

"Allora buonanotte Signorina...!"

"Buonanotte anche a te... sciocchino...!"

Guardo l'orologio sulla parete... le 21,50
Solo dieci ore e dieci minuti e saremo ancora insieme...

ACE
 
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Bella storia Ace, sono contento per te.
Una cosa simile mi è successa proprio ieri grazie all'infernale computer.
Ho subito pensato, un po' stupidamente a dire il vero, che certi legàmi siano indissolubili. Solo dopo qualche ora ho capito che avevo sbagliato accento, perché tante volte nel corso del tempo ci eravamo inconsciamente bisbigliati nel silenzio delle reciproche esistenze un'altra parola: lègami.
Con i migliori auguri.
 
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Grazie a tutti per le vostre belle parole...
Oblomov, perché non provi a raccontarci quello che ti è capitato...?
Saremmo tutti contenti di poterti leggere...
 
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Il cuore non ha nulla da spartire con la ragione, ritrovare palpitazioni desideri ed emozioni cullate a lungo e mai dimenticate fanno ritrovare l'amore come si era lasciato.Il tempo è solo relativo, quando guardi lei e lei guarda te, riconoscete i ragazzi che siete rimasti nelle aspettative, l'amore è irrazionale, non lasciate che la razionalità prenda il sopravento, il destino o Darma, vi ha dato un seguito a quello che è stato congelato per 35 anni,
Buona Vita.
 
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Un amore adolescenziale con una fidanzatina straniera, tenuto in piedi con le unghie e con i denti. Nell'arco di venticinque anni furono prima le lettere, poi le email, adesso le chat. Un solo incontro in occasione del suo matrimonio, quando mi scelse come testimone e si mostrò gelosa di una mia veloce conquista, altri tempi.
Poi l'oblio, il tempo, la vita, i fallimenti, le disillusioni. Lentamente i contatti ripresero, più smaliziati, più maturi.
Ieri lunga confessione reciproca, serena ma con una leggera punta di risentimento per il mio tentativo di portare nel suo appartamento universitario la tipa conosciuta in aereo. Aveva la segreteria telefonica intasata di messaggi che ovviamente ascoltò al ritorno dal viaggio di nozze.
Mia confessione sincera. Quanti segreti svelati, anche quelli più naïf che hanno palesato, dietro un apparente fastidio, un suo malcelato compiacimento. Paradossali dinamiche di coppia pur non essendolo di fatto mai stati.
Lo sforzo decennale di non lasciare andare, di mantenersi vicini per quanto possibile.
Probabilmente ci rivedremo.
 
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E' una storia talmente unica che all'inizio ho pensato che ti fossi addormentato sulla panchina.
Ma non ieri: 30 anni fa!

Vorrei dirti che sei un uomo fortunato e, anche se non ti conosco, mi auguro di cuore che tu lo sia davvero. Almeno in questo frangente

Il Destino raramente offre due volte la stessa chance.
Se lo fa, ha i suoi motivi, spesso contorti, complessi, antitetici o semplicemente riparatori
Coglietene entrambi gli aspetti concreti e in bocca al lupo!!
Senza guardare al passato
 
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Mi considero un uomo fortunato, ma non come si potrebbe credere, per quello che ho, ma perché nella mia vita sono sempre riuscito a fare tutte le cose che ho desiderato fare... sono fortunato perché ho avuto tante possibilità, non sempre ho fatto le scelte giuste, e pur facendo molti errori, sono stato fortunato a non fare mai due volte lo stesso... sono fortunato perché la mia vita è stata attraversata da persone che mi hanno profondamente ferito, ma di più sono state quelle che mi hanno aiutato a curare quelle ferite... sono stato fortunato perché ho avuto un grande padre, una persona unica, sono stato fortunato perché sono stato amato e perché ho potuto amare, perché ho conosciuto l'AMORE... e ancora sono stato fortunato perché ho trovato questo posto...
Dovrebbe essere un luogo di materialismo puro e invece qui ho trovato voi, la vostra sensibilità, la capacità di commuoversi, di gioire per la gioia degli altri...
Posso solo ringraziare la vita e tutti voi...

GRAZIE!
 
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carinoeabele

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Dopo aver letto tutto il post ...... Sono veramente emozionato e non mi vergogno a dire che mi è pure scappata la lacrima !
confesso che sono un po' invidioso !
speriamo che arrivi presto mattina.
complimenti Ace!
 
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bella storia...anche io sono un pò invidioso.(in senso buono)...occasioni cosi non sempre capitano, non sempre il destino è cosi generoso, hai fatto benissimo, non bene, ad anticipare ed a buttarti...

Nota a latere : per fortuna non hai dato indicazioni sul bar dove vi vedete..o ti trovavi il pienone di tifosi per te!!..
 
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Bella storia Ace, vivila con la spensieratezza che avevi allora. Capisco che non sia facile dopo 40 anni, ma è la cosa migliore. Se poi son rose fioriranno :)
 
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Nota a latere : per fortuna non hai dato indicazioni sul bar dove vi vedete..o ti trovavi il pienone di tifosi per te!!..

Hai ragione! Inizialmente avevo scritto via e nome del bar, ma fortunatamente ci ho ripensato... sicuramente qualcuno sarebbe venuto!
:wink:
 
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Dire che ho dormito è un eufemismo, ho visto in pratica il lento trascorrere di tutte le ore, poi alle sei mi sono alzato, ho preparato il caffé e aperto la finesta del bagno...
Sembrava troppo bello per durare... il sole dei giorni scorsi ha lasciato posto a delle nubi dense e ad una sorta di nebbiolina umida risultato della pioggia che cade incessantemente... la tipica giornata invernale milanese.

Scrollo le spalle, "chi se ne frega..." sussurro tra me e me, "il sole io l'ho dentro, ho un sole tutto mio...".
Mi vesto e guardo l'ora, devo uscire prima delle 6,45 oppure, visto il traffico, rischio di non arrivare in tempo in centro...

Sembrerebbe una giornata meno caotica rispetto al solito, infatti alle 7.20 sono davanti a Scuola e per non smentire la mia proverbiale... "fortuna" nel trovare sempre e comunque un parcheggio libero, trovo un posto praticamente di fronte all'edificio.
Le mando un messaggio di buon giorno, dicendole di essere già arrivato, ma di fare pure con calma che avrei aspettato senza problemi...
Passano meno di cinque minuti e anziché il trillo del telefono sento un colpo di clackson... mi giro e dal finestrino la vedo accostata alla mia macchina a bordo di una Smart bianca.
Abbassiamo i vetri, mi sorride e mi manda un bacio con la mano...

"Vieni - mi dice - sali..."

Scendo dalla macchina e lei fa lo stesso, si avvicina e mi bacia su una guancia...

"Puoi guidare tu....?"

Non le è mai piaciuto troppo guidare per non parlare di quando deve posteggiare, forse l'unica cosa che riesce a farla alterare.
Mi metto alla guida e mi dirigo ad un bar a cinque minuti da lì, di cui avevamo parlato ieri sera.
Mentre facciamo colazione chiacchieriamo.

"Non ti è passata la repulsione per la guida..."

"Passata? Aumenta proporzionalmente all'aumento del traffico ed alla diminuzione dei posteggi, infatti la macchina la uso raramente... tu invece ho visto che ha sempre un bel... ehm... una bella fortuna a parcheggiare..."

"Ma sì... tanto per non smentirmi..."

"E tanto per non smentirti, come immaginavo, sei arrivato con mezzora di anticipo..."

"Appunto, per non smentirmi - rispondo sorridendo - tu piuttosto... mi hai sempre fatto aspettare almeno dieci minuti... infatti l'avvenimento è così eccezionale che hai fatto piovere..."

Camilla ride divertita mentre parlo, mi prende una mano e l'accarezza...

"Hai ancora delle belle mani... quante volte in questi anni ho pensato alle tue mani, al tuo sguardo e ai tuoi sorrisi, quante volte ho pensato a te Gianluca... Ho sempre abitato nella stessa casa fino a dieci anni fa e comunque mi sono spostata solo di qualche centinaio di metri... è nato tutto qui, qui tutto ha avuto inizio, abbiamo vissuto momenti importanti... ogni angolo, ogni strada, ogni sasso mi parlava di te!
Ogni volta che ho sentito il suono di un pianoforte, tu eri li... ho ancora le cassette che registravi in Conservatorio e che mi hai regalato... anni fa ho le fatte riversare sui CD per poterti ascoltare senza il rischio di consumare il nastro..."

Mi guarda, la sua voce è tranquilla, calda, la sento entrare in me, l'ascolto e non sono solo le mie orecchie ad udirla, la sento con tutto me stesso, con gli occhi, con la pelle... emana una sorta di energia, che mi prende e mi avvolge, rendendomi impossibile percepire qualsiasi cosa se non la sua presenza... mi bacia la mano e la porta al viso, ci si appoggia, l'accarezzo guardandola...
Sono passati tanti anni da quei giorni che sono lontani solo nel tempo, ma in realtà è come se in questi momenti vivessimo una sorta di continuità, come se questi 35 anni lentamente sbiadissero... siamo cambiati, ma solo esteriormente, lei pochissimo, io decisamente di più... la guardo e come per una specie di magia, i segni del tempo svaniscono dal suo viso e di fronte a me vedo ancora quella meravigliosa ragazza di 25 anni che quel lunedì mattina 8 Gennaio 1979, aprendo la porta dell'aula, entrò per sempre nella mia vita...

"Ti guardo ed è come se ti vedessi quel giorno che mi dicesti di esserti innamorato di me... di fronte a me ho ancora quel ragazzo, che gli anni e la vita non hanno cambiato, che ha saputo conservare la capacità di entusiasmarsi, di aver paura, ma di sapersi "buttare"... sapevo che non saresti riuscito ad aspettare venerdì, sapevo che saresti arrivato prima questa mattina... non potevo farti aspettare... perché anch'io non volevo aspettare... più..."

Siamo seduti su un divanetto, la stringo a me accarezzandole il viso con una mano, ci avviciniamo e le nostre labbra si uniscono si toccano leggermente, si schiudono appena, cercandosi timidamente... sembriamo due quindicenni al primo bacio... (quindicenni imbranati della nostra generazione, non certo quelli di oggi)...
Una voce ci riporta alla realtà, è la cameriera che sta togliendo le nostre tazze:

"Scusate, desiderate altro...?"

"Sì - rispondo con un sorriso - può portarci due tazze di eternità?"

Camilla scoppia a ridere, coinvolgendo la ragazza che ci guarda ridendo a sua volta:

"Quella credo l'abbiate già conquistata..."

"Beh.. grazie, allora ci porti due caffé macchiati..."

Si sta facendo tardi, Camilla deve entrare a Scuola, il grande orologio sulla parete di fronte segna le 8.45, pago e usciamo.
Arrivo davanti all'Istituto e, come dovevo immaginare, non c'è un buco per posteggiare, nonostante le ridotte dimensioni della macchina.

"Dai, non impazzire per trovare un posto, si vede che sei umano anche tu - dice ridendo - mi fai scendere vicino all'ingresso e la macchina la tieni tu..."

La guardo un po' sorpreso...

"Tanto avevi già deciso di venirmi a prendere all'uscita...! O no..?"

"O siiiii...!!!!" rispondo senza nascondere tutta la gioia che ho dentro...

Accosto e mi fermo, apre la borsetta e mi da un portadocumenti.

"Il libretto... non lo lascio mai in macchina..."

Mentre lo metto in tasca del cappotto, mi da un foglietto piegato.

"È il mio orario settimanale... oggi esco alle 12.45 e ho il pomeriggio libero..., se non puoi prendo un taxi..."

"Ma scherzi? Certo che posso..."

"Ma se non ti avessi detto l'orario... come avresti fatto?"

"Semplice, sarei venuto per le 12.15... tanto prima delle 12.30 non saresti uscita comunque giusto? E poi avrei aspettato...!"

"Dovevo immaginare la risposta... e se fossi uscita alle 14.30 come mi capita una volta la settimana?"

"Aspettavo... prima o poi dovevi uscire, aspettavo anche tutto il pomeriggio... cosa vuoi che sia qualche ora confronto a 35 anni?"

Si avvicina e mi bacia prima sulle guance poi sulle labbra... ogni volta è una scossa che mi entra dentro e corre in ogni angolo del mio corpo, una sensazione difficile da descrivere...

"Non devi più aspettare, non voglio più aspettare... lo abbiamo fatto per troppi anni...! dice sorridendo e dandomi ancora un bacio, poi scende, apre l'ombrello e arrivata al portone si gira e mi manda ancora un bacio con la mano...

Prima di ripartire faccio una salto alla mia macchina e prendo la mia valigetta dal bagagliaio...oggi mi sono tenuto la giornata libera da impegni in previsione di dover fare una lunga sosta in attesa della sua uscita da scuola, quindi mi dirigo verso i Giardini Pubblici, parcheggio e mi infilo in un grande bar poco distante...
C'è un tempo orribile, continua a piovere e l'umidità penetra fino alle ossa, ma non me ne importa nulla, grigio, pioggia, umidità per me non esistono più... è una giornata meravigliosa...

Però ordino un Irish Coffee e preso l'ipad inizio a scrivere... mi aiuta a rilassarmi, a far ordine nei miei pensieri e a rivivere ancora, lentamente, ill tempo trascorso con Camilla, nella dolce attesa di riabbracciarla...
Sono le 11.02
Mancano meno due ore...

ACE
 
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