QUANDO IL DESTINO COMINCIA A "GIOCARE"...

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Certe cose, improvvise, ci fanno capire quanto è bella la vita e quanto vale la pena viverla, fino in fondo,
Auguri, auguri auguri e ancora auguri!
Bruno
 
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Leccate sul Sesso
Ace, ti invidio, oh come ti invidio! in senso positivo, sia chiaro. Con tanto affetto e gioia per te, per voi. Con un grande desiderio che il destino continui a giocare una partita lieve e gioiosa. in bocca al lupo, amico.
 
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Se dovessi votare "il miglior post di punterforum" voterei senza dubbio questo.
Dalle tue parole traspaiono emozioni vere. Non so cosa vi aspettate l'uno dall'altro ma un po' di basi mi sembra ci siano. Ovvio anche che a 20 anni non si vede la vita come a 50, ma al tempo stesso mi sento davvero di farti un grosso augurio. E naturalmente tienici aggiornati :wink:
 
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Verso le 11.30 mi manda un sms:

"Ciao... cosa stai facendo?"

"Sono seduto in un bar di C.so Venezia, di fronte ad un Irish Coffee fumante e sto facendo quello che stai facendo tu..."

Mi risponde dopo mezzo minuto.

"Stai sistemando anche tu le schede degli studenti? :)"

"Spiritosa... ti sto pensando, così come tu stai pensando a me..."

Nuovo sms:

"Ti...... te lo dico a voce... a dopo..."

Il tempo scorre veloce e alle 12.30 sono già fuori ad aspettarla... esce dopo quindici minuti, puntualissima e sotto l'acqua battente corre in macchina, ci scambiamo un bacio e mi avvio:

"Pizzeria di Via Bronzetti?"

"Certo, tanto possiamo tornarci anche venerdì..."

Chiacchieriamo del più e del meno e nonostante la pioggia, arriviamo in dieci minuti, riesco a posteggiare vicinissimo al locale e ci precipitiamo all'interno.

L'arredamento è cambiato rispetto ad allora, ma il clima è rimasto caldo e accogliente.

Ordiniamo due pizze Napoletane e due birre medie e tenendoci le mani ricordiamo episodi passati, quando eravamo stati qui la prima volta per la cena di classe di fine anno e le tante altre noi due soli; ricordiamo gli altri insegnanti e molti compagni di scuola che ricorda anche lei... un paio di compagne le ho ritrovate un paio d'anni fa grazie a facebook. Le racconto del mio lavoro, di come la crisi negli ultimi due anni, mi ha prosciugato i risparmi di tanti anni, della casa in Toscana comprata cinque anni fa e che ho dovuto mettere in vendita non riuscendo più a sostenere il mutuo, le parlo della mia vita con sincerità senza nascondere nulla... mi domanda come mai abbia abbandonato gli studi di Medicina.

Le racconto che ad un certo punto mi accorsi di non riuscire più a far coincidere tutti gli impegni, lo studio del pianoforte in Conservatorio, l'Università, due studi estremamente impegnativi, ai quali andavano ad aggiungersi le ore di lavoro che dedicavo all'azienda di famiglia.
Così decisi inizialmente di lasciare il Conservatorio e in seguito, all'inizio del 5° anno, nonostante fossi a posto con tutti gli esami, una lunga riflessione mi portò a concludere che quella non era la mia strada... troppi intrighi, raccomandazioni, un modo di porsi nei confronti della medicina e dei malati che non poteva andare d'accordo con il mio modo di interpretare la professione del medico, con i miei valori, la consapevolezza che mai mi sarei potuto adeguare a quel sistema ed accettarne i compromessi. A questo si aggiungeva il mio desiderio di indipendenza dalla famiglia, la voglia di fare e la necessità di poter esprimere la mia creatività.
Mio padre aveva un azienda che si occupava di arti grafiche e i vari settori mi affascinavano, era una professione che mi gratificava molto, così infine presi la mia decisione e abbandonai gli studi, senza aver mai avuto rimpianti per questa mia scelta.


Mi ascolta con attenzione fino alla fine del mio racconto.

"Non deve essere stato facile, lo stesso immagino... ma quello che mi hai appena detto rispecchia alla perfezione il tuo carattere, i tuoi principi e il tuo modo di essere, sei sempre stato determinato e deciso, lasciando poco spazio alle sfumature, per te c'è sempre stato o il bianco o il nero... nel periodo che abbiamo trascorso insieme ho imparato a conoscerti bene, anzi è meglio dire che ho finito per conoscere come sei... in realtà avevo iniziato quando eravamo a scuola... ricordi i temi che scrivevi? Trovavi sempre il modo di parlarmi, di parlare al mio cuore, in modo che solo io potessi capire a cosa ti riferivi e che parlavi a me... avevi trovato la chiave per comunicarmi i tuoi sentimenti, una specie di "codice" che nessuno tranne noi due avrebbe mai potuto decifrare... scrivevi una quantità di pagine impressionante... in 35 anni di insegnamento non ho mai trovato nessuno che scrivesse temi di 95 colonne, 24 fogli protocollo... un record assoluto... [nota]
Forse non te l'ho mai detto, ma quando consegnavi i tuoi scritti, non vedevo l'ora di arrivare a casa per leggere... prima correggevo gli altri, poi quando andavo a dormire mi mettevo comoda a letto e leggevo il tuo, poi lo rileggevo e ancora una, due, tre volte...
Quante mattine mi sono svegliata con i tuoi fogli stretti in mano...!"


Sorrido stringendole la mano...

"Ah... adesso ho capito perché a volte me li riconsegnavi tutti stropicciati...!"

"Ma dai... che sciocco...,"

Scoppiamo a ridere tutti e due mentre il cameriere ci serve due affogati al caffè...

"Sai che quando sceglievo i tre titoli per i temi, ne cercavo sempre uno che potesse darti l'opportunità di scrivermi i tuoi fiumi di parole...?
Anche se in classe, di fronte agli altri ti pregavo di essere più conciso, in realtà speravo che tu non mi ascoltassi, speravo che ogni volta fosse più lungo del precedente... mi hai sempre accontentata..."


"Era l'unico modo per poterti parlare dei miei sentimenti, un modo discreto per corteggiarti... sei la persona che sicuramente mi conosce meglio, l'unica che sa esattamente chi e cosa sono... tendo sempre a essere drastico, bianco o nero, ma la vita, l'età mi hanno insegnato che le sfumature sono spesso importanti, ho imparato ad essere un po' più diplomatico, non molto, giusto un po'..."

Mi accarezza il viso guardandomi con quegli occhi, quel sorriso che nei miei ricordi mi hanno accompagnato ogni giorno per tutti questi anni...
Beviamo il caffé e, appoggiandolo sul tavolo, il tovogliolo le cade per terra
Nel chinarsi in avanti esce una catenina che non avevo notato, avendo la camicetta abbottonata fino al penultimo bottone, è la medaglietta che ci eravamo regalati...

"Ce l'hai ancora...?

"Sì... l'ho sempre portata..."

Mi abbasso il collo del golf, infilo la mano sotto la camicia e tiro fuori una catenina identica alla sua...

"Anch'io... L'ho sempre portata... tutti i giorni... solo durante la missione in Libano l'ho tenuta nel portafoglio, per paura di perderla o che si rovinasse con la piastrina di riconoscimento..."

Si avvicina e mi bacia teneramente le labbra... è presto e fuori diluvia...

"Ricordi l'ultimo sms che mi hai mandato stamattina? Mi dovevi dire una cosa...."

La vedo arrossire leggermente.

"Hai capito cosa volevo dirti..."

"Certo che ho capito, l'avevo capito già prima... anche ieri sera ti sei fermata senza finire la frase..."

La guardo negli occhi tenendogli le mani....

"Non ti ho mai dimenticato Gianluca, non c'è stato un solo giorno che non ti abbia pensato... prima di conoscerti non credevo che potesse esistere davvero qualcosa di così grande, non pensavo di essere capace di provare dei sentimenti così forti... in questi anni ci sei sempre stato, sei sempre stato presente... e quando l'altro giorno ti ho visto seduto sulla nostra panchina ho creduto di sognare, temevo di svenire per la sorpresa..."

Continua a parlare, ricorda, racconta... ogni tanto si ripete... oggi vedo in lei quell'emozione, quella confusione che allora lei vide in me mentre cercavo di dichiararmi...
Le metto un dito sulle labbra.

"Ssss... non dire niente... vieni..."

Mi alzo, l'aiuto a infilare il cappotto e a sistemare la catenina, rimetto a posto anche la mia e infilata la giacca andiamo verso l'uscita lasciando il portadocumenti con i soldi al cameriere che ci viene incontro per aprirci la porta...
Siamo fuori... non vuole proprio smettere di piovere oggi... siamo sotto l'ampia veranda della pizzeria, dove vengono sistemati i tavolini quando arriva la bella stagione.... mi sposto dall'ingresso, mentre le gocce d'acqua battono forte sul tendone per scivolare rumorosamente al suolo... un raggio di sole uscito da chissà dove, si rinfrange sull'asfalto bagnato, creando giochi di luce e rflessi irreali...
Camilla ha il cappotto aperto, le appoggio le mani sui fianchi e la avvicino leggermente a me...
Mi guarda negli occhi mettendomi le mani sul petto e vedo i suoi brillare sotto le lenti degli occhiali...

"Signorina, ha parlato per più di un quarto d'ora, ma sa che non riesco a capire cosa mi vuol dire...?" le sorrido strizzandole l'occhio in modo complice e vedo una lacrima affacciarsi all'angolo dei suo occhi e scendere, prima una poi l'altra, rigandole le guance... l'avvicino ancora di più...

"È vero, è da ieri che voglio dirtelo, volevo dirtelo appena ti ho visto ai Giardini... non l'ho più detto da allora, pensavo che non lo avrei detto più, che non sarei più stata capace di pronunciare quelle parole..."

"Camilla io..." mi mette la mano sulla bocca.

"Ti amo Gianluca... ti amo con tutta la forza e l'amore che ho dentro di me, con tutto il cuore... ti amo più di quanto ti ho amato allora... ti amo di un amore infinito, più grande di questi 35 anni... ti amo più di quelle 95 colonne per 24 fogli... ti amo con tutta la mia vita..."

"Camilla, ti amo... ti amo da sempre, da quella mattina quando entrasti in classe per la prima volta, perché tu sei l'amore... unico, grande, infinito..."


Le sue braccia scivolano sul mio collo, mi abbraccia... i nostri visi si avvicinano, le labbra si sfiorano, si toccano... e lentamente le nostre bocche si aprono, si cercano in un bacio dolce, lungo profondo... risento il suo sapore, il suo respiro, le carezze delle sue mani tra i mie capelli, il suo profumo mi avvolge e tutto si fa silenzio...
Come se le macchine si fossero fermate e le gocce di pioggia arrestate a mezz'aria per paura di dusturbare... sento solo il suono dei nostri respiri... percepisco i battiti del suo cuore sul mio petto...
È come essere in un'altra dimensione, dove nulla esiste se non noi due...
Il mondo è lontano...

Ci siamo baciati a lungo, ripetutamente, con i nostri visi bagnati dalle lacrime e da un po' di pioggia che filtra dal tendone.

"Dove vuoi andare Camilla...?"

"Con te anche dall'altra parte del mondo..."

Siamo stati in centro in Via Dante, al Caffé Milano, e poi al Castello, abbiamo passeggiato abbracciati sotto l'ombrello senza una meta, fermandoci ogni dieci metri per baciarci e ogni bacio era la conferma di essere noi, lì, in quel momento, di essere reali...
Il pomeriggio è volato via veloce, come solo la felicità e l'amore sanno essere.
L'ho riaccompagnata a casa poco prima delle 19 dandoci appuntamento per domani mattina alle 7.30 sotto casa sua.

Mentre rientravo ci siamo scambiati qualche sms, come se tutti e due cercassimo la conferma di non aver sognato.
Mi sono messo subito a PC a scrivere queste righe, ne ho bisogno, me la fa sentire ancora più vicina e forse mi aiuterà a dormire un po' almeno stanotte, senza la paura di svegliarmi e accorgermi di essermi solo addormentato su quella panchina.

ACE


[nota - È da allora che ho perso il dono della sintesi... però potete consolarvi... c'è chi è stata costretta a leggere testi molto più lunghi di quelli che posto qui...!]
 
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Sono io che ringrazio te.
Non posso che tifare per te e "Camilla"

Mi hai fatto tornare alla mente cose che mi domando ancora "come sarebbero potute essere se....." ma, nel mio caso, anche volendo, non potrebbero essere

Perciò oggi, in scienza e coscienza, è bene per me che giri al largo da certe vie e da certi posti.
Anche se, confesso, quando capita l'incontro occasionale non cerco parcheggio ma se mai accelero. E mi resta un grande vuoto dentro.

Per saperne di più: diciamo che mi sono trovato nel posto giusto al momento sbagliato. E chiudo qui la storia.
 
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Ho finito solo ora di leggere tutta la tua storia.....e con una punta di invidia...non posso fare altro che ringraziarti.
Mi sono commosso...molto.......in realtà mi è scappata una lacrima....non succedeva da tempo.
Tutto quello che ci circonda,tutto quello che ci accade o peggio che ci è successo...non fa altro che inasprire i nostri caratteri....
ci rende più spietati,egoisti e meno sensibili ai sentimenti altrui.
Si tende a collezzionare trofei,a fare le "tacche" sul calcio del fucile...senza badare ai sentimenti di chi ci è di fronte....ma tu....non curante di questa onnipresente cattiveria che ci sovrasta..ci hai resi partecipi delle tue emozioni,delle tue insicurezze e della tua felicità....regalndoci un brivido.
Grazie!
Ti auguro di cuore una vita serena in compagnia della donna che così tanto hai desiderato.
At salut dimondi!
 
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Bellissimo post e bellissima storia, Ace Cooper. Spero che si evolva per il meglio, sarebbe una meritata ricompensa per le disavventure sentimentali di cui hai accennato. Io, nonostante sia un punter, nell'amore vero e duraturo ci ho sempre creduto, anche se credo capiti a pochi; tu evidentemente sei uno di quei pochi, e due persone che si reincontrano dopo 35 anni e provano gli stessi sentimenti... beh, non riesco a pensare ad un esempio migliore per spiegare cosa sia il vero amore. Un abbraccio e auguroni di tutto cuore!
 
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guarda Ace...te lo dico in modo scherzoso, ma son sicuro che la gente qui capirà: ne ho lette e ne leggerò tante su questo forum, e molte "improbabili" , ma non mi è mai fregato più di tanto di scoprire se lo scrivente sparasse panzane o meno, problemi suoi!
Ma sappi, che se stai progettando di dire "è un racconto, mi sono inventato tutto"....dovrai dormire preoccupato (come si diceva a militare) !!!...Perchè una storia cosi bella, DEVE essere vera!



P.S.: Son sicuro che è vera, solo che non son bravo come te con le parole, ed ho cercato di mettere in tono scherzoso quel senso di "quanto mi ha preso" , quell'invidia per un lieto fine che poi nasconde , almeno nel mio caso (ma penso di molti) un desiderio che qualcosa di cosi assolutamente buono, di cosi assolutamente "giusto" capiti anche a me. E ripeto, son sicuro che sia vera, ma spesso quando le emozioni tendono a sopraffarmi, mi rifugio in un umorismo un pò strano...
 
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Mi sono addormentato sul divano e alle 6 mi sono alzato con le ossa un po' rotte...
Non si può dire che abbia proprio dormito, ma almeno ho riposato qualche ora... doccia, barba, caffé e alle 7.20 sono da lei, aspetto solo 5 minuti e la vedo attraversare la strada sorridente. Ci baciamo ancora prima di salutarci e presa la macchina andiamo verso la scuola dove, come al mio solito, posteggio senza problemi proprio di fronte.

"Sei incredibile... hai sempre avuto 'sta cosa di trovare comunque posto e mai in divieto! In più di un anno che sono qui, mi sarà capitato solo un paio di volte, tu due volte in due giorni... mistero..." commenta con un espressione che è un misto tra il sorriso e lo stupito...

"Nessun mistero, solo poteri paranormali... mi concentro e... Tac! Una macchina si smaterializza e io ho il posto... semplice no?"

Ride divertita e risponde alla battuta dicendo che forse funziona proprio così, non c'è altra spiegazione alla mia proverbiale "fortuna"...
La giornata è sempre grigia e umida, ma almeno non piove, così facciamo due passi e andiamo a fare colazione poco distante.

"Nessun problema se dovessero vederti i tuoi colleghi in mia compagnia?"

"Assolutamente, perché mai? Non sto facendo niente di male, faccio con il mio Amore... che problema c'è... anzi... mi piacerebbe proprio che uno di loro in particolare ci vedesse insieme, così magari la finisce di fare il cascamorto..."

Mi mostro serio e contrariato...

"Fammi vedere chi è... che se mi concentro bene smaterializzo anche lui... Pufffff....!"

Camilla scoppia a ridere divertita e mi confessa di non aver mai riso tanto come negli ultimi giorni...

Già... gli ultimi tre giorni hanno rivoluzionato la mia vita, quello che mi è capitato non me lo sarei mai potuto aspettare, figuriamoci prevederlo; da quando l'ho ritrovata vivo perennemente in uno stato che è un cocktail di felicità, stupore, emozioni, desiderio, il tutto condito da una scarica di adrenalina continua... altroché riuscire a dormire, piuttosto vorrei correre, saltare e urlare al mondo il mio amore...
Oggi finirà alle 12.30, ma dovrà rientrare prima delle 15.30 visto che ha una riunione d'istituto, e mentre ci dirigiamo a scuola ci diamo appuntamento per pranzare insieme. Siamo quasi davanti all'ingresso e qualche metro da noi ci sono degli insegnanti che parlano, uno di loro è un uomo... Camilla saluta con un sorriso e si gira verso di me strizzandomi l'occhio...

"Lo vedi quello con il cappotto color cammello....? È lui il cascamorto...!"

"Adesso lo smaterializzo io..."

Inizio a fischiettare a bassa voce la colonna sonora del western "il bello, il brutto ed il cattivo" allargando leggermente il cappotto sul davanti... stile Clint Eastwood nel film che ho appena ricordato... Camilla si sforza di non ridere, non riesce a immaginare cosa ho in mente...
Abbasso il tono di voce e con fare cupo inizio il mio "monologo"...


"Laggiù nel Montana tra mandrie e cow-boys
c’è sempre qualcuno di troppo tra noi
Black Jack va dicendo che troverà il modo
di farmi sembrare un bel colabrodo
quindi decido tra poco lo costringo...
vedremo chi cola, parola di Gringo!

In piazza in attesa c’è tutto il villaggio
Camilla è tremante e le faccio coraggio
Lo invito alla carica lui parte in seconda
mi scanso e il salame da solo si fionda
a testa all’ingiù in una pozza di fingo
...sarebbe "di fango", ma è per far rima con Gringo...

Così che ora sembra un nativo del Chingo
ehm del Congo, mannaggia la rima con Gringo..."

E prima che Camilla scoppi in una di quelle sue incontenibili risate, deciso la cingo (sempre per far rima con Gringo...) e con l'altra mano tra i capelli la bacio appassionatamente, con trasporto, lei sorpresa prima si abbandona e poi mi abbraccia ricambiando con trasporto il mio bacio...
Con la coda dell'occhio vedo le due colleghe sorridere con tenerezza e l'uomo andarse stizzito a passi veloci...
Sento battere le mani... ci giriamo e vediamo le due donne in compagnia di un bel gruppetto di ragazzi e ragazze che stanno applaudendo e una ragazza che urla...

"Evviva la Preside...!"

Lei arrossisce e si stringe a me facendosi piccola piccola...

"Mi raccomando ragazzi... fate i bravi e non fatela arrabbiare... sennò stasera non mi bacia più...!"

Poi guardo lei, che è diventata rossa come un peperone...

"Visto che ho poteri paranormali...? È scomparso nel nulla.... Pufff...!

E a quel punto non resiste più e scopoia a ridere, senza riuscire a trattenersi... poi si ricompone e con quella dolcezza che è solo sua si rivolge ai ragazzi...

"Su da bravi, entrate che la campanella è già suonata, non fatemi arrabbiare eh... avete sentito cosa mi succede? Poi domani fate i conti con lui...!"

I ragazzi ridono ed entrando a scuola ci salutano.
Una ragazzina sulla sedia a rotelle che non avevo notato in mezzo agli altri ci passa accanto...

"Buongiorno Prof..."

"Ciao Michela..."

"Buongiorno Signor fidanzato della Prof..."

Camilla arrossisce ancora...

"Ciao Michela, sono il fidanzato della Prof., mi chiamo Gianluca..."

"Buongiorno Signor Gianluca!"

Signor Gianluca? Dio come "suona" male... orribile...

"Per carità... signori non ce ne sono... chiamami Gianluca e basta... Ok?

"Ok..."

Resto ancora un attimo con lei, ormai sono entrati tutti...

"Mi hai fatta morire dal ridere... è proprio scappato eh?"

"Smaterializzato... sma-te-ria-liz-za-to..."

"Tempo dieci minuti lo saprà tutta la scuola... sei stato molto carino con Michela... ha avuto un incidente quando aveva 5 anni poverina... hai visto com'è carina...? Ma... siamo fidanzati...?"

Mi guarda con fare un po' ironico e un po' stupito...

"Certo che siamo fidanzati... e non da oggi... siamo fidanzati da 35 anni... siamo sempre stati fidanzati... anzi sarebbe arrivato anche il momento di "regolarizzare" questa situazione... non credi...?"

La vedo barcollare, si appoggia a me...

"Camilla... vuoi..."

Mi chiude la bocca con un bacio...

"Ti prego... non ora... non qui in mezzo alla strada... fammi riprendere... mamma mia Gianluca... quante emozioni... dopo... stasera... quando siamo soli..."

Le sorrido baciandola ancora una volta... mi prende una sorta di paura, quasi di angoscia... forse ho corso troppo, dovevo aspettare, ci siamo rivisti tre giorni fa dopo 35 anni... l'avrò spaventata, magari non vorrà più vedermi... no, non è possibile... non ce la farei più, sarebbe un dolore troppo grande...
Cerco di non farle capire il mio turbamento...
Si avvia verso l'ingresso e una bidella vedendola la saluta:

"Buongiorno signorina, com'è pallida, si sente male...?

"Buongiorno, no non si preoccupi, sto bene, anzi non sono mai stata così bene... ho solo avuto un capogiro..."

Arrivata al portone si volta e mi vede appiggiato alla macchina... sorride e di corsa torna verso di me, mi accarezza il viso e i capelli, mi sorride e mi da un bacio proprio all'angolo della bocca... un brivido mi percorre tutta la schiena, per esplodere nel mio cuore... mi guarda... e mi strizza leggermente l'occhio...

"Sì...!"

E prima che possa aprire bocca raggiunge di corsa l'ingresso, si gira, mi manda un bacio con la mano ed entra... la vedo attraverso i vetri caminnare nel lungo corridoio, mentre la porta si chiude alle sue spalle...
Incapace di pensare, se non al suo viso, alla sua bocca che pronuncia la sillaba più bella della nostra lingua, prendo la macchina e senza rendermi conto di dove sto andando, mi ritrovo in ufficio...
Combinerò ben poco... ho mille dolci pensieri in mente...

Mi è arrivato un sms, mi dice di fare con comodo perché non riuscirà ad uscire prima delle 14.00
Io sono qui, fuori da scuola, le ho detto di non preoccuparsi e di fare con calma, non le dico che sono già arrivato, la conosco, so che si agiterebbe
Mi risponde con una frase di Shakespeare...

"Dubita che le stelle siano fatte di fuoco
dubita che il sole si muova
dubita che la verita' sia bugiarda
ma del mio amore non dubitare affatto..."

Ti amo Camilla...

ACE
 
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Ace,
una donna che cita Shakespeare al giorno d'oggi è merce rarissima.
Vai Ace, sei tutti noi!
Bruno
 
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Ma chi me l'ha fatto fare, di aprire questo 3d, oggi.
Lo so come sono fatto.
Se una storia mi prende, devo arrivare fino alla fine.
Non ti accuso di avermi fatto perdere tempo, signor Gianluca. In fondo ci ho messo solo venti minuti.
Il punto è che... ho il treno prenotato alle 19 e, prima di accedere qui, avevo già tre numeri di cell segnati, da chiamare.
Hai una mezza idea di come avrei voluto passare l'attesa del treno?
Adesso sto pensando a quella ragazza che pattinava con me, quando avevo 17 anni.
E ho appena buttato il memo coi numeri. Mi farò una passeggiata, pensando a te e Camilla e alla pattinatrice che non so più dov'è.
Ti odio, ace. Un esagerato, spontaneo, affettuosissimo odio.
 
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...signor Gianluca.
signor Gianluca...!?! :bad: :diablo:

Il punto è che... ho il treno prenotato alle 19 e, prima di accedere qui, avevo già tre numeri di cell segnati, da chiamare.
Hai una mezza idea di come avrei voluto passare l'attesa del treno?
Adesso sto pensando a quella ragazza che pattinava con me, quando avevo 17 anni.
E ho appena buttato il memo coi numeri. Mi farò una passeggiata, pensando a te e Camilla e alla pattinatrice che non so più dov'è...

Per la prenotazione del treno e mezzora con la ragazza pay c'è Mastercard...

Ma vuoi mettere leggere la vita di Ace Cooper, pensare a me e Camilla, ma soprattutto pensare a quella ragazza che pattinava con te quando avevi 17 anni...?

Ammettilo.....
NON HA PREZZO...! :hi:

Grazie per le tue parole!
Con affetto sincero!

ACE
 
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Porca miseria se mi hai fatto venire il magone. Non leggevo qualcosa di così bello da... non so... non mi viene in mente nemmeno quanto.

Non so neanche cos'altro aggiungere. Ma forse non ce n'è nemmeno bisogno, mi hai cambiato la giornata. E forse anche quella di domani.

Un grazie a te, Gianluca.
 
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F

fabxpiace

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Ace hai sbagliato sezione :pardon:, dovevi metterla nei Migliori anni della nostra vita...
Ho letto tutto, ma non ho storie altrettanto belle da apporre; solo un invito a te e alla dolce e colta signora: buona fortuna e buon Amore... :bye:
 
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Me ne sto qui in ufficio, seduto alla mia scrivania... sono stanco morto... anche stanotte le ore di sonno sono state poche... sono rientrato verso la una e ho faticato ad addormentarmi, tant'è l'eccitazione che mi porto dentro... così ne ho approfittato per mettere nero su bianco gli ultimi avvenimenti... Credo di aver sonnecchiato un paio d'ore, poi mi sono preparato per correre da lei, abbiamo fatto colazione insieme e l'ho accompagnata a scuola.
Stamattina era raggiante, più bella che mai ed io sono felice come credo di non essere mai stato prima d'ora... la serata di ieri sarà un ricordo indelebile per tutti e due e scrivendo mi pare di rivivere quelle ore...


"Scusami Amore, sono mortificata, ma ho dovuto sostituire un'insegnante di lettere all'ultima ora... mi spiace... è molto che aspetti?"

Mi da un bacio sulle labbra chiudendo la portiera della macchina, mentre le sorrido e strizzo l'occhio... capisce al volo...

"No... non dirmi che mi stai aspettando da una ora e mezza... ti prego...!"

Le accarezzo il viso...

"Per essere precisi due ore, sono arrivato a mezzogiorno... dai non fare quella faccia... non preoccuparti, ti ho aspettata tutta la vita, che cosa vuoi che siano due ore...!"

Finalmente è tornata a sorridere, appoggia la sua testa sulla mia spalla mentre accendo il motore e parto... mi dirigo vero la stessa pizzeria dove abbiamo pranzato ieri e regolarmente riesco a posteggiare davanti all'ingresso con lei che sorridendo scuote la testa...

"Non ci credo... non è possibile... è come se per te il traffico non esistesse... ma come fai...?"

"Te l'ho detto... poteri paranormali... mi concentro e... pufff... il posto è libero!"

"Mi stai convicendo che sia proprio così..."

Stesso menù del giorno prima, stesso menù di quando venivamo da ragazzi... tanto che i vecchi proprietari, per il fatto di prendere sempre la pizza napoletana, per la nostra linea (Camilla è rimasta magra come allora, diversamente da me), e per il fatto di essere sempre "appiccicati", ci avevano soprannominati "le acciughine"....
Parliamo di come è andata la mattinata, ridiamo ancora ripensando a quanto accaduto fuori dalla scuola, e alla fuga del "cascamorto" e mi chiede di recitarle ancora il "monologo" di Gringo...
Ride come una bambina , è allegra, spensierata... bellissima, come se il tempo l'avesse solo sfiorata.

"Stamattina hai risposto ad una domanda che non avevo finito di farti..."

"Lo so, so cosa volevi chiedermi, ma in quel momento sarei svenuta per l'emozione... domani pomeriggio se non piove vorrei tornare ai Giardini, sedermi con te sulla nostra panchina..."

"Sai che facciamo?"

"Cosa...? Non tenermii sulle spine..."

"Stasera andiamo a cena al ristorante del Grand Hotel Diana..."

"Perché lì...?

"Oh... ma sarai curiosa? Voglio farti un regalo e una sorpresa... posso?

"Certo che puoi... solo che adesso l'attesa sarà lunghissima...!"

Sono quasi le 15 e Camilla deve tornare a scuola, mentre l'accompagno mi dice che tornerà a casa a piedi visto che oggi non piove, così avrà il tempo di farsi una doccia e di prepararsi per la cena.
Siamo in ritardo di 10 minuti, ci scambiamo un bacio veloce e corre alla riunione.
Telefono a mio fratello che è molto amico di uno degli chef del ristorante e gli chiedo di chiamarlo e di prenotarmi un tavolo per due al ristorante e di pensare lui al menù.
Dopo dieci minuti mi arriva un msg che mi conferma che è tutto a posto.
Sbrigo un paio di commissioni, torno a casa e mi preparo per uscire.
Alle 19.30 sono sotto casa sua e alle 20 siamo già al ristorante.

La cena è squisita, l'ambiente e l'atmosfera incantate... come tutto da quando ci siamo ritrovati.

"Grazie Amore... è stata una serata bellissima... Il locale è stupendo e la cena perfetta... non sono mai stata così bene, grazie per la sorpresa, non me lo sarei mai aspettata...!"

"Veramente questo è solo l'inizio... il bello... la sorpresa non l'hai ancora avuta... Vieni...!"

Le sposto la sedia e con lei a braccetto ci dirigiamo verso il salone dell'Albergo dove nel pomeriggio ho prenotato un tavolo al piano bar.
Il cameriere ci fa accomodare con grande sorpresa di lei che nota quasi subito la presenza di un bellissimo pianoforte a coda nero.

"Che bello, mi fai sentire importante e non finisci mai di stupirmi..."

Mi sorride felice ed emozionata.

"Tu sei importante per me, sei la mia Signorina... E la sorpresa non è ancora arrivata..."

Vedo sul suo viso la curiosità crescere ed ordinato da bere, rimaniamo in silenzio ad ascoltare il pianista eseguire musica romantica moderna.
Non è male, deve essere e considerata la giovane età ha un bel repertorio.
Alla fine della sua esibizione si alza chiedendo ai presenti un attimo di attenzione... e qui resto sorpreso pure io, non era proprio così che avevo concordato con lui nel pomeriggio.

"Vi ringrazio per l'accoglienza e per gli applausi, ma abbiamo il piacere di avere tra i nostri ospiti un pianista vero, ed anche se non ama particolarmente esibirsi in pubblico, stasera lo farà, per la prima volta, per una persona speciale, permettendo così anche a noi di ascoltare qualcosa di veramente bello..."

E viene verso il nostro tavolo invitandomi ad alzarmi tra lo stupore e l'incredulità di Camilla.
Suonare in pubblico per me è sempre stato un grosso problema, non sono mai riuscito a superare l'emozione e l'imbarazzo di esibirmi davanti a delle persone che so essere lì per ascoltarmi...
Questa cosa mi ha sempre bloccato, sin dai tempi del Conservatorio, dove dovetti rimandare per ben due volte l'esame del quinto anno...
Non riuscivo a superare quella tensione e quell'emozione e finivo per bloccarmi nel vero senso della parola... Mi si irrigidivano le mani, mi si svuotava la mente e venivo colto da una sudorazione incontrollabile... avevo raccontato tutto questo a Camilla e ora vedermi dirigere al pianoforte è per lei sicuramente una grande e inaspettata sorpresa.

Il pianista lo vorrei strangolare seduta stante con le mie mani... con la sua "presentazione" mi sta rendendo le cose ancora più difficili...
Sto per fare qualcosa che non ho mai fatto prima e che mi costa una fatica ed uno sforzo indescrivibili, sto usando violenza a me stesso...
Mi siedo al pianoforte sentendo tutti gli sguardi su di me, vedo Camilla sulla mia destra poco più avanti, tesa come una corda di violino.
Cerco di mantenere la calma lasciando scivolare le mani sui tasti in una serie di scale per riuscire a sciogliere le articolazioni che mi si sono praticamente inceppate...
Poi inizio a suonare un brano non particolarmente difficile che mi serve come "riscaldamento" e per prendere confidenza con lo strumento: il Preludio in Do Magg. di J.S. Bach (sulla cui base due secoli dopo Gounod avrebbe scritto la melodia della celebre Ave Maria).
Riesco a rilassarmi con molta fatica, concentrandomi solo sulla musica ed al termine è uno scrosciare di applausi.
Camilla è radiosa ed eccitata, io che mi sono alzato per ringraziare stento a reggermi sulle gambe, sapendo che la parte difficile deve ancora venire.
Torno al pianoforte, prendo la rosa bianca che il barman ha portato appoggiandola sullo strumento e vado verso Camilla.
Il suo viso esprime gioia, capisco che non sa più che pensare.
Le porgo il fiore, le prendo la mano e gliela bacio...

"Ti amo Camilla..."

Non trova neppure la forza di rispondere e si lascia cadere sulla poltroncina. Ha indossato un tailleur bianco molto simile a quello che portava il giorno che per la prima volta aprì la porta della clase... e della mia vita...
È elegante, affascinante, la mia Signorina...

Ecco ora il pianoforte è davanti a me e tutt'intorno il silenzio e il respiro dell'attesa della prima nota.
Ricordo le parole del mio maestro:

"Non pensare a nulla se non alla musica che stai per suonare, ai sentimenti che ti procura, a qualcuno di importante a cui dedicarla... vedrai che tutto il resto sparirà, non vedrai più il pubblico, non sentirai nient'altro che la musica che nasce sotto le tue dita..."

Improvvisamente è come se il salone piombasse nel buio, rotto solo da un fascio di luce radente che illumina il pianoforte, per arrivare a riflettersi sul volto di Camilla...
Lei mi guarda tenendo la rosa di fronte alla bocca, forse più per nascondere la grande emozione, che non per sentirne il profumo...
Le dita iniziano a muoversi... sol diesis...do diesis...mi...sol diesis...do diesis...mi...
E le note della sonata "Al Chiaro di Luna" di Beethoven iniziano a diffondersi nell'aria e ad avvolgermi, la tensione scompare insieme a tutto ciò che ci circonda... siamo solo io, Camilla e la musica...
È come fare l'amore, abbracciati e cullati dalla musica, come volare nell'infinito... in un vortice di dolcezza, dove il nostro amore è palpabile, lo si può toccare, respirare...
Sento il sudore scendermi lungo le tempie, bagnarmi gli occhi...
Gli oltre cinque minuti e trenta di durata del brano sembrano infiniti, ed allo stesso tempo trascorrono in un attimo... sino all'ultima battuta... all'accordo finale...
Mentre nel silenzio le ultime vibrazioni si esauriscono, è come se le luci si riaccendessero, vedo le persone in piedi applaudire commosse, qualcuno con gli occhi lucidi...
Camilla si avvicina a me, mi accarezza, mi stringe con le braccia al collo...

"Ti amo... Ti ho sempre amato... E ti amerò oltre la vita, oltre il tempo..."

"Sei la mia vita Camilla, la musica, il cielo e le stelle, il mio infinito amore... ".

La bacio di fronte a tutti, mentre due lacrime di felicità escono dai nostri occhi, e si fondono sulle nostre guance.

"Signorina... io mi sono innamorato di te... e non riesco a fare altro che pensare a te, giorno e notte... tutti i giorni da 35 anni..."

Le lacrime le riempiono gli occhi mentre mi copre il volto e le labbra di baci... la abbraccio forte mentre usciamo dal locale...
Camminiamo in silenzio e quando ci fermiamo i Giardini di Porta Venezia sono lì di fronte a noi... qui si unirono i nostri cuori... da quel lontano giorno non siamo più esistiti come due persone distinte, ma come un unico essere che la vita in un assurdo gioco ha separato per molti anni, ma che oggi si sono ritrovati e che niente e nessuno potrà più separare...

È appena arrivoto un messaggio di Camilla...

"Ho percorso gli abissi del tempo, ho camminato nei gorghi della solitudine,
sono passata sopra voragini di disperazione, di noia, con gli anni che sono venuti e andati.
Ho attraversato giorni uguali, giorni solitari e gli oceani del tempo,
per trovarti, per aspettarti; ti ho cercato, in giorni insipidi e tediosi,
tra panchine solitarie, piene di foglie, in giorni bui, di pioggia, in giorni vuoti,
e adesso ti ho trovato e non ti lascerò, ti amo e ti amerò... oltre il tempo... oltre la vita..."

Un timido raggio di sole che a fatica si è fatto largo tra le dense nubi, si è posato sul mio viso...

ACE
 
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Solo un consiglio ace.
Al posto tuo cambierei pizzeria.
Questa storia sta diventando un best seller e, sai com'è, prima o poi qualche paparazzo....
:yahoo:
 
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fabxpiace

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Ace magari "storpia" il messaggio che se la Camilla è avvezza all'uso tecnologico come per le citazioni, scopre che il maturo boy è un punter di elevata potenza ed esperienza, 'so cazzi !!
 
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Ace magari "storpia" il messaggio che se la Camilla è avvezza all'uso tecnologico come per le citazioni, scopre che il maturo boy è un punter di elevata potenza ed esperienza, 'so cazzi !!

Tranquillo Fab... Camilla usa pochissimo il computer, lo utilizza solo per lavoro, per collegarsi all'area riservata del sito dela scuola, per inviare e ricevere mail e per qualche ricerca...
Odia i social e non ha profili facebook o twitter... e poi le ho raccontato gioie, dolori, vizi e virtù di questi 35 anni, con il giusto tatto e senza dar troppo peso e lei ha fatto altrettanto con me...
Sono cose che appartengono al passato...
Per noi, quegli anni rappresentano una sorta di film... la nostra vita quella vera, si era fermata allora ed è ricomiciata quattro giorni fa...
 
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