racconti e fantasie erotiche

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Re: Quel tuo nickname...

xxxchaos ha scritto:
Sì..., lo ammetto...,
ti avevo notato quasi subito, con quel tuo nick e quell'avatar così foriero di ammiccanti promesse.

Avevo poi seguito divertito, il folto stuolo di ammiratori adoranti e scodinzolanti..., pronti a commentare tutti i tuoi post, a dir la verità non sempre all'altezza del significato del tuo nick.....................
xxxchaos

Ma come si fa dico io!!!!!!!!!!!
Come si fa ad essere xxxchaos? Bisogna andare a scuola? A lezioni di stile? Di vita? Di sensibilità?...........
No,no,no,no........ xxxchaos!!!!!!! è unico!!!!!! Inimitabile!!!!!
Onore a te e buona anno anche se un po in ritardo, da un vecchissimo amico del Web............
Ciao Maestro!!!!!!!!
petervivapan :hi:
 
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Ciao Peter...
l'eterno ragazzo che ancora riesce a commuoversi e stupirsi di fronte alla vita...
e che ha sempre parole gentili per me...

Un buon anno
ti auguro serenità per tutto...
 
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xxxchaos ha scritto:
Ciao Peter...
l'eterno ragazzo che ancora riesce a commuoversi e stupirsi di fronte alla vita...
e che ha sempre parole gentili per me...

Un buon anno
ti auguro serenità per tutto...

Touchè! Come da manuale colpo di fioretto..........
Stupirsi è come cercare di tornare indietro quando si era bambini, quando quasi nulla
era già tanto per gioire..........
Poichè la vita è una..... tanto vale ricordasi come si era allora........ l'innocenza non c'è più.....
ma c'è la saggezza che ne riporta le rimembranze........
Un abbraccio carissimo xxxchaos
Ciao Poeta
petervivapan :hi:
 
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Oh Black Baby!

Percezioni sensoriali deformate,
atmosfere allucinate e fluttuanti,
stato mentale alterato.
Niente di quanto leggerai è reale,
tutto è sogno.



Chiusi gli occhi ed assaporai la solita piacevole ansia.

...

La porta si dischiuse appena e l’ombra di una testa fece la sua flebile comparsa. Inutile cercare di intuire i dettagli, niente era ancora reale se non l’oscurità e il febbrile tentativo di dare un volto al desiderio.
Lentamente si stava svelando l’ambiente in cui sarei stato accolto. Entrai e mi parve di varcare la soglia di un’altra dimensione, mi ritrovai in un mondo dove tutto era sfocato e indefinito.
Davanti a me una luce gialla disegnava il profilo snello di una donna rendendone vaghi i lineamenti. Il braccio esile si staccò dal fianco ed una mano aggraziata mi indicò un punto della casa. Un sorriso mi stava guardando, denti perfetti e labbra piene danzavano confusamente invitandomi a seguire la direzione del suo dito, non era il caso che rimanessi impalato nell’ingresso sembrò suggerirmi. Mentre camminavo verso una stanza avvertii dietro di me la sua bocca parlare, poi vidi un letto, l’abatjour accesa sul comodino e tutti gli inequivocabili accessori.
Avevo l’udito fuori uso, non capivo niente di quello che diceva finché non cadde a terra una chiave. Il rumore metallico mi svegliò da quel torpore e tutti i sensi si misero in funzione rivolgendosi all’unisono verso la persona che avevo alle spalle.
La misi a fuoco lentamente partendo dai piedi. Le caviglie sottili risalivano in polpacci affilati per poi slanciarsi nelle ginocchia splendide, di quelle rare da vedere. Una vestaglietta nera lasciava intuire i fianchi, annuncio di rotondità indomite, più su la forma adolescenziale del seno guizzava sotto le spalline mentre la schiena diritta donava un aspetto regale a tutta la figura. Clavicole ampie sorreggevano il collo lungo e superbo su cui troneggiava l’ovale del viso dai tratti delicati, le labbra tumide e gli occhi enigmatici che parevano bistrati da madre natura.
Ero incantato.
Aveva i capelli pettinati nel modo più bello e sensuale, stupenda cornice di un ideale femminile: uno chignon raccoglieva le ciocche chiare e crespe enfatizzando la innata eleganza della nuca e dell’intero portamento. Tutto mi sembrava perfetto, perfino il neo sulla guancia aveva un senso, così come più sotto quella grande voglia scura.
Una giovane mulatta mi sorrideva divertita del mio stupore. Intanto la sua pelle ambrata e lucida emanava un profumo conosciuto.

...

Cuba … L’Avana …
Per un breve periodo ho conosciuto la Isla Grande, accadde anni fa, quando ero più ingenuo e curioso. Non è stato semplice entrare nella atarassica dimensione cubana ma ancor più complicato fu riuscire ad apprezzare pienamente il dono ricevuto da quelle femmine. Sesso, niente altro che Sesso nella sua forma più pura. Senza colpa, senza peccato, senza Dio e senza famiglia, svuotato di complessi e paure, privo di condizionamenti, indifferente al potere ed ai suoi simboli, senza tempo, né passato né futuro. Solo corpi, solo materia priva di sentimento, inutile intralcio alla potenza della natura. Solo piacere, quintessenza della vita stessa.
Iniziai il mio soggiorno ostentando un interesse culturale verso la realtà dell’isola, lo finii vantandomi di aver abbassato L’Avana di tre centimetri sotto il livello del mare.
Sensazioni lontane, sepolte dagli anni, riemersero quella notte.

...

D. era bellissima, glielo dissi con la sincerità del disperato ed arrivai a giurarle incondizionato amore eterno. In pochi minuti di conversazione conquistai la sua simpatia, poi lentamente ci avvicinammo. La baciai e mi baciò come mai mi sarei aspettato, sembrava fluttuassi in un sogno o forse in un ricordo. Mi staccai per ammirarla. Si tolse la vestaglia e si allontanò per farsi guardare meglio, maliziosa e sorridente. Le chiesi di girarsi lentamente.
Oddio!!!

Accarezzai il seno piccolo, seguii il profilo dei fianchi, il ventre piatto e i glutei rotondi, non mi persi un centimetro del suo corpo. Le raccontai i miei desideri, quello che avrei voluto da lei. Con un sorriso mi rispose che avremmo provato sebbene fosse ancora turbata dalla sua unica esperienza. Mi provocò delicatamente con la bocca ma passammo il tempo soprattutto a ridere e baciarci. Scoprimmo che accarezzarci era il modo migliore per conoscersi e che le nostre mani sarebbero state più sincere di mille confidenze. Non riuscivo a starle lontano, la presi ed entrai in lei fermando il tempo.
Dopo un po’ mi chiese di interrompere. D. aprì un cassetto e tirò fuori un contenitore con due palline colorate. Scelse quella rosa. Non capivo.
Era uno dei tanti lubrificanti di cui si sarebbe servita, una piccola sfera che andava infilata dentro il suo corpo, dietro. Me ne volli occupare personalmente, non dovetti insistere, mi fece un altro sorriso e si girò.
Oh black baby!!

Restammo uniti per un tempo inestimabile, quella ragazza sembrava non avere alcun problema di tempo e resistenza. E nemmeno io. Provammo tutte le posizioni possibili, nel frattempo si era bagnata ulteriormente. Confessò di essere venuta qualche minuto prima, ma mi invitò a continuare tranquillo perché le piaceva e sarebbe potuto riaccadere.
Oh mio Dio!!!

Ero estasiato dalla sua schiena giovane che si muoveva sotto di me, affascinato dalle braccia distese che vagavano alla ricerca del fresco tra i cuscini e dalle dita fini che accarezzavano e stringevano la federa.
Il volto adagiato sul lenzuolo, le palpebre socchiuse, la linea delle ciglia nere e lunghe, il profilo della bocca bagnata e fremente. Chi era questa creatura?

Mi accorsi subito del cambiamento. Improvvisamente riuscivo a scorgere il suo piacere in ogni minimo dettaglio, rintracciavo in quel corpo il più piccolo palpito di godimento per poterlo interpretare ed amplificare e provavo compiacimento per questo mio stato d’animo allucinato e morboso.
Sopraggiunse una sensazione di consapevolezza universale, come se in un lampo si fosse squarciato un velo mostrando ai miei occhi la natura delle cose; ogni fibra, ogni nervo, ogni cellula, ogni pensiero, ogni singola cosa rivelava in quel preciso momento il suo significato, l’appartenenza ad un disegno superiore e talmente elementare da lasciarmi inorridito. Scoprii collegamenti fino ad allora ignorati e relazioni tra realtà apparentemente incoerenti. Una percezione dilatata in cui avevo coscienza del perché Tutto è Uno e Uno è Tutto.
Durò un attimo, poi tornai in me.

Da diversi minuti ero sopra di lei, mi dava le spalle e ci stavamo baciando instancabilmente come due adolescenti, aumentai il ritmo ed un po’ preoccupato le chiesi all’orecchio: “Mi amor, te duele?”
Si avvicinò alla mia bocca, mi trapassò con quel suo sguardo liquido e sospirò: “No, es toda vida”. Poi si accostò alle mie labbra e riprese a baciarmi.
Oh black baby!!!

Senza separarci arrivammo a stare frontalmente l’uno sopra l’altra, le lingue incollate ed il ritmo più veloce. D. gemeva. Stavo finendo e diedi due spinte letali, per me e per lei. “Cuidado” mi disse. Uscii da lei ed accostai il sesso alla sua bocca, mi concesse un piccolo spiraglio tra quelle labbra carnose. Fu sufficiente.
Adagiati sul letto, la testa posata sulle sue natiche, parlammo a lungo. Mi confidò di non ricordarsi che fosse così bello. Lo so, è cattiva ma io la adoro.

...

Mi risvegliai scosso dal sogno e dal suo ambiguo significato. Indugiai qualche minuto in elucubrazioni morali, materialismo e mitologia greca, un po’ alla rinfusa. Poi mi guardai attorno ancora agitato.

Una donna dormiva accanto a me.


p.s.
… ssssshhh ascolta.

[youtube:10i51q98]http://www.youtube.com/watch?v=T5VAMCY8Ua4[/youtube:10i51q98]
 
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Brividi...

[youtube:oiwul0ds]http://www.youtube.com/watch?v=Lh0EmYvckSI[/youtube:oiwul0ds]

Sposto i capelli dietro il collo...,
trovo che sia intimo ed erotico, come pochi altri punti del tuo corpo.

Le labbra prima...,
poi lingua e denti leggeri.

Posso distinguere i brividi che ti attraversano il corpo
li sento arrivare alle mani, che aperte, appoggi alla mia schiena...

Le tue dita che sfiorano diventano unghie e desiderio a disegnarmi la pelle.
Mi inginocchio lentamente, passando dal seno...,
succhiando e mordendo i capezzoli tesi.

Ti guardo mentre lo faccio...,
sorridi e ti curvi all'indietro, per come è pronunciata la tua voglia.

Anche la mia lo è...

Scendo ancora...,
sono baci leggeri, quelli che formano una linea verticale sul ventre,
fino al tuo sesso.
Sei gonfia e bagnata,
posso vedere l'humus caldo che bagna la più tenera tua carne rosa.

La punta della mia lingua che si fa spatola,
per raccogliere prima...,
e bulino poi...,
per incidere piano sul tuo ventre,
piccoli cerchi seguendo il ritmo del tuo ansimare...

Gioco di leggerezza..., volo di farfalla...,
che presto lascia il posto a dita che riempiono e frugano...,
e il tuo respiro affannoso diventa un grido quasi soffocato dal piacere improvviso.

E allora...,
allora, Ti bacio di nuovo,
assaggiando e facendo mio, il tuo piacere copioso.

Percorro a ritroso quella linea,
torno sul collo,
ti sfioro la pelle con le labbra
intrise del tuo sapore...

Brividi...


xxxchaos
 
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Terza stella a destra poi dritti sino al mattino
Incontri fuori porta
Molto tempo fa, per il tramite di un social network molto noto, inutile citarlo quello, allaccio rapporti e scambi di conversazioni con una ragazza, qualche mese di chiacchiere più o meno futili, i soliti ciao cosa fai, come stai ed altre inutilità simili, poi un giorno cade la maschera, complice un' immagine visualizzata per errore, immediatamente oscurata, in cui lei si mostrava alle prese con un giocattolo dalle discrete dimensioni scopro che in realtà, arrotonda incontrando amici, per così dire generosi.
Non sono tipo da scandalizzarmi, ho un ventennio di punteraggio alle spalle,di escort, loft e semi prof ne ho conosciute a decine, che sarà mai, una più una meno.
Passa altro tempo, nuove conversazioni senza capo ne coda, anche se frequenti sono i miei richiami a quelle immagini ed al piccolo paradiso che mi avevano promesso.
Passa altro tempo, ho un progetto che mi assorbe tuttora anima e corpo e mi ha portato a non pensare più molto ne a Lei ne ad altre.
Poi una sera, complice una trasferta di lavoro mi trovo ad essere più o meno dalle sue parti, ma non mi sfiora neppure lontanamente il pensiero di lei. Mi collego però al network di cui sopra, dopo poco lei mi contatta apostrofandomi per averla trascurata da troppo tempo, ha ragione da vendere e lo so, ma tanté, glisso, la prendo un po' in giro come sempre, le solite quattro chiacchiere senza costrutto, le solite cose, poi un colpo di genio,
improvviso. Perchè non vedersi la sera successiva ? ma no, ma si, sono impegnata, posso solo tardi, per me è lo stesso, andata, ci si vedrà la sera successiva per approfondire la conoscenza, parlare e poi chi lo sa, nulla di previsto ne tanto meno di scontato.
Trascorrono le 24 ore stabilite, arrivo nel luogo convenuto e sono spaventosamente in ritardo rispetto ai miei programmi e progetti, ho solo pochi minuti rispetto al suo arrivo.
Il tempo per una veloce doccia, per i rendiconti di fine giornata lavorativa per poi potermi dedicare solo a Lei.
Mentre litigo con la connessione dell' hotel che non c'è verso di far funzionare, bussano alla porta ed ho un tuffo al cuore, è Lei.
Rischiando una sincope vado ad aprirle. " Ciao, ciao entra .... " non riesco a dire altro, ogni parola mi si strozza in gola, è davvero bellissima, molto più di quanto mi aspettassi o le foto viste lasciassero trasparire.
Vent'anni di attività come punter e di abitudine ai rapporti pay vanno a farsi benedire in una frazione di secondo, rischio l'innamoramento istantaneo.
Tentiamo entrambi di rompere il ghiaccio, ci sediamo sulla sponda del letto a parlare del più e del meno, qualche minuto così ed in quella stanza comincia a fare un gran caldo.
Il tempo passa veloce, troppo veloce e faceva caldo, tanto caldo ... gli abiti hanno cominciato ad essere di troppo, faceva troppo caldo.
Per pudore, per privacy, per rispetto nei suoi confronti anche se non leggerà mai queste le mie parole, non scenderò nei particolari, ma lascio alla fantasia di chi mi legge l'immaginarli.
Un' incontro durato un paio d'ore o poco più, due ore di passione, dove nulla che in qualche modo potesse ricordare anche lontanamente un rapporto condizionato da una transazione economica c'era. Non si è fatto sesso, si è fatto l'amore come se si fosse amanti consumati, sensazioni stupende che ancor oggi restano stampate nella memoria in modo indelebile.


Ma tutte le favole finiscono a mezzanotte, ed a mezzanotte quella porta si è purtroppo riaperta, ed il mio dolce angelo di una sera ha ripreso il volo, lasciandomi spossato, felice ed ansioso di ripetere quanto prima un incontro che nella mia carriera di punter non ha avuto eguali.
 
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UNA SERATA A TRE

Questa doveva essere la recensione di una scopata come tante altre, anzi, meglio di altre; poi, sapete com’è, le cose hanno preso una piega diversa. D’altra parte il periodo è solo apparentemente tranquillo, il passato coi suoi fantasmi è già seduto al mio tavolo e tra un po’ mi leggerà il conto.
Infatti, già da qualche tempo una domanda inizia a tormentarmi: mi chiedo spesso perché sono attratto da questo gioco. Sì insomma, voglio dire, per quale motivo mi eccita.
E quando mi eccita.
Nell’attimo in cui la ragazza si spoglia? O piuttosto dopo aver acceso il computer?
Credo di aver trovato qualche risposta.
Don’t panic, mi suggeriscono dalle casse i Coldplay. We live in a beautiful world.


GENESI DI UN INCONTRO​


Quella foto mi è piaciuta subito. Sapevo che era falsa, era evidente. Evidentissimo. Eppure mi è piaciuta. Dopotutto bisogna saperla scegliere no? Ci vuole classe anche nella selezione di una immagine e il fatto di non vedere le solite pose volgari accresceva la voglia di indagare. Beninteso, l’avrebbe potuta scegliere Pasquale Barra o chi per lei, ne ero consapevole, ma ormai avevo fantasticato una figura femminile così gradevole da impedirmi di indugiare ulteriormente.
Qualche minuto ancora davanti al monitor, poi basta, prendo il telefono e la chiamo.
Risponde una vocina dal tipico accento dell’est. Ottimo. Adoro quella cantilena, la trovo così elegante e sensuale da ipnotizzarmi. Quanta differenza rispetto alle voci profonde e ai modi sguaiati che hanno spesso le sudamericane. Be’ con qualche eccezione, si capisce.
Le chiedo quali piaceri offre ma con una annoiata filastrocca mi descrive il servizio più banale.
Ormai mi son rotto di certe formalità borghesi. Mi capita infatti di infiorettare i discorsi con qualche bel parolone osceno o di troncare superflue cineserie per lanciarmi in una deriva linguistica da scaricatore. Inizialmente ritenevo questi episodi un’eccentrica forma di protesta, in realtà credo si tratti di qualche disturbo comportamentale. Sindrome di Tourette la chiamano, coprolalia nel mio caso.
“E il cuulo?” Caricando la C e prolungando la U come un licantropo, svelo subito le mie intenzioni.
Compiaciuto della domanda brutale - e del suo silenzio - attendo famelico la risposta.
Sorride, sento il soffio nel telefono: “Dipende.”
Ecco, il gioco era già iniziato e volevo godermelo - io d’altronde avevo già deciso.
“Da cosa?”
“Be’… insomma … sai … ehm … se ce l’hai … un po’ … ehm …” Dice timida e divertita.
Ragazzi che musica, che bellezza. Adoro quando parlano così, con quel pizzico di imbarazzo femminile, cercando di salvare le apparenze.
“… grosso.”
Dopo una pausa, sospirando, ha detto grosso. Né grande, né lungo ma grosso. Ho sentito un click nella testa ed in un lampo ho immaginato i fotogrammi accelerati dell’incontro, come se stessi scorrendo velocemente un film sino alla scena in cui si rivela il significato, suo e personale, di quella parola.
Stop, fermo immagine. Play. Grosso.
Appena riattacco mi accorgo che il tarlo non aveva perso tempo. Inesorabile aveva grattato via dal mio cervello l’ultima parte dell’indecisione tipica di quei momenti: dovevo inculare quella tipa. Punto.
Freneticamente inizia il lavorio organizzativo: amici, sport, lavoro, affetti, studio.
Muovo, inverto, pianifico gli impegni giornalieri come pedoni sulla scacchiera della settimana finché individuo il giorno giusto: dopo la partita di calcetto, è deciso. Doccia e via, userò come scusa il terzo tempo con gli avversari. Grande!
Stabilisco mezz’ora, anzi esagero, un’ora per compiere la mia piacevole missione e portare a casa il bottino, confidando che le endorfine rilasciate dall’attività fisica favoriranno una travatura da applausi.


OBSESSIO MANIFESTA


E venne il giorno. E pure la sconfitta. Partita persa nonostante la mia solita sontuosa prestazione, infarcita da un gol e da qualche tunnel irridente. Purtroppo la mente era distratta da altre prestazioni ma principalmente da ben altri tunnel da farcire.
Dopo una tonificante doccia caratterizzata da una generosa cura al reale augello, tanto da provocare lo sbigottimento di compagni e soprattutto avversari, metto il borsone a tracolla, saluto e prendendo a spallate chi si para davanti tutto barcollante mi precipito fuori, seguito nel buio dagli sguardi attoniti dei presenti.
In prossimità dell’auto sollevo la testa e noto negli spogliatoi un movimento frenetico ed uno scalpiccio di ciabatte. Alla luce di una lampadina tremolante, un brulicare disordinato di crani si ricompone e si allinea lungo gli stipiti della porta per potermi osservare meglio. Resisi conto di essere stati scoperti si marmorizzano; ci guardiamo in silenzio per alcuni lunghissimi minuti.
Cazzo! Hanno intuito tutto, tutto. Me l’hanno letto in faccia, e non solo.
Senza emettere alcun suono alzano simultaneamente la mano in un saluto collettivo, riesco a scorgere l’approvazione nei loro visi sinceri. Riempiti i polmoni dalle narici aperte, accolgo quella muta benedizione con un sorriso fiero e gettata un’occhiata ispirata alle nuvole in cielo mi chiudo in macchina e parto.
Dopo aver parcheggiato la macchina, sospinto dal tacito supporto di compagni ed avversari, mi dirigo a passi lunghi e ben distesi verso il luogo del massacro.
Fatte le consuete presentazioni mi paro davanti a lei e con le mani in tasca aspetto che parli. Recita la solita ninna nanna di servizi, facendomi notare che per arraffare il tesoro devo aggiungere qualcosa. Ma ormai ero in craving da inculata, non sarebbe stato certo un dollaro in più od un livello estetico scarso a bloccarmi. Volevo solo un paio di chiappe da scannare, subito.
“Culooo!?” Mi esce così, inarticolato e ruvido come un latrato ma questa volta allungando la O in un finale stridulo. Con un cenno le indico le chiappe. Ci guardiamo per un minuto, taciturni. Sembra che fra noi qualcosa di strano sia passato. Si affaccia come un’idea, un’allusione; una cosa che entrambi capiamo subito. Piega un sopracciglio, solleva un angolo della bocca e con un sorriso beffardo si volta, curvandosi in avanti. Mi offre alla vista i suoi glutei bianchi e teneri, divisi da un solco perfetto che pare disegnato.
Non so se stia recitando ma mi fissa in un modo così intenso che sembra voglia rovistarmi dentro ed arrivare in pochi minuti ad una conoscenza troppo intima, che in realtà richiederebbe anni. O forse sono io che esagero e carico di significati un’occhiata provocante. Il solito bamboccio emotivo, penso.
Una sensazione indefinita inizia a pulsare. Marta mi ricorda qualcuno, o forse qualcosa.
Le chiedo se sia mai stata nella mia città o se ci siamo già incontrati.
“Assolutamente no.”
Eppure sguardo, espressioni e movenze hanno qualcosa di conosciuto, anzi di familiare. Non riesco a frugare nella memoria e a dare un senso a questa affinità, il momento non lo permette, sono distratto ovviamente. Glielo dico e ne ridiamo insieme. Lei però mi osserva con tenerezza, come se conoscesse la risposta ma volesse preservarmi da un dispiacere, preferendo vedermi confuso piuttosto che consapevole.
Durante l’amore è stranamente dolce ed io, come uno stupido, abuso della sua disponibilità, giocando all’amante rude e insaziabile. Ma in realtà non sapevo che gioco fosse.
Mi concede tutto quello che voglio con una mollezza tale da portarmi all’apice della lussuria. Poi, una misteriosa sinergia ci guida all’esecuzione dell’atto finale.
Mi guarda di nuovo in quel suo modo acuto: “Come vuoi farlo?”


ASCESA E CADUTA​


Sicuro di un compito gravoso incomincio il rituale di preparazione curando meticolosamente anche i minimi dettagli, cosa imprescindibile per potersi introdurre in un ambiente poco ospitale. Innanzitutto le posizioni. La invito a poggiare le ginocchia sul bordo del letto e a piegarsi in avanti in modo da protendere il culo in alto. La schiena deve essere ben arcuata ed appiattita sul lenzuolo e le braccia allungate in avanti, in adorazione. Arresa alla Regina delle Posizioni. Molto bene.
Io invece mi ancoro al pavimento con l’intera pianta dei piedi; gambe divaricate, ginocchia flesse e presa salda sui suoi fianchi. Praticamente un primate.
Dopo aver separato le chiappe ed aver messo a nudo il nocciolo della faccenda ha inizio l’overture.
Mi appoggio e delicatamente sprofondo in quel soffice burro. Alla prima spinta sobbalza come un’auto grattata. Timidamente mi scuso con un bacio sulla spalla e lei, spettacolare, mi tranquillizza e mi incoraggia accarezzandomi la coscia. Vado avanti adagio e con delle micro oscillazioni cerco di guadagnare un millimetro alla volta. Dopo qualche minuto mi accorgo di essere passato dalla condizione di ospite indesiderato a quella di padrone di casa - ora qui ci sono io e ho intenzione di rimanerci, chiaro?
Come uno stantuffo ben oliato comincio ad infierire, facendo scorrere l’asta in tutta la sua lunghezza, beandomi del risucchio finale.
Uno, due. Uno, due. Dentro e fuori. Dentro e fuori. Fila che una meraviglia.
La tipa ciondola la testa come una bambola smollata e accompagna i movimenti con l’emissione di versi gutturali, indecenti per una signorina. Un grugnito in entrata, un rantolo in uscita. Un grugnito in entrata, un rantolo in uscita e nel mentre io dentro me la rido. Ipnotizzato da quei suoni continuo impassibile la mia opera di demolizione finché non commetto un errore. Pecco di vanità come Narciso e contemplo la scena.
Appena poso lo sguardo lungo la schiena, sui fianchi e fin giù dentro il solco, ecco che a tradimento i primi singhiozzi di sperma avanzano veloci verso l’esterno ma lei, gemendo e godendo, da sotto mi afferra i coglioni. Subito l’imminente esondazione viene ricacciata indietro alla velocità del suono e una fitta crescente mi attraversa la spina dorsale sino al cervelletto. Benedico quella stretta che mi regala ancora qualche minuto di vita e tornato calmo riprendo la mia inesorabile oscillazione. Poi, con un colpo secco affondo là dentro, scomparendo, e così decido di rimanere per qualche istante. Immobile aspetto che si alzi la marea e quando gli argini iniziano a creparsi la allargo e mi libero, dirigendo il getto verso il suo petto. Sette, otto fiotti solcano l’aria come stelle filanti in un mesto carnevale per posarsi con uno schiocco sulla sua pelle.
Esausto e scosso mi sdraio pesantemente sulla schiena con l’assoluto vuoto mentale come unica compagnia. E così mi abbandono.

Si è fatto tardi, ora di andare via. Mi accorgo di essere a disagio, come se fossi appena riemerso da un cupo torpore. Nudo e in piedi osservo smarrito dinanzi a me. Sulla sedia giace inanimato il mio costume di scena, i vestiti di ogni giorno; nel letto accanto è riversa Marta, lo sguardo perso chissà dove. Quella visione mi turba e un’angoscia strisciante riempie la stanza. Mi manca l’aria, voglio uscire.
Mi preparo velocemente e poco dopo balzo fuori in strada, consegnandomi alla realtà. Una brezza gelida mi sferza il viso, mentre gocce gentili bagnano la città ed ogni passante, come un ultimo beffardo brindisi all’amore e a tutte le sue manifestazioni. E a chi non c’è più.

http://www.youtube.com/watch?v=RYTRBl5rdaI&feature=player_embedded
 
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[h=1]E' il mio cuore, senza riserve...[/h]
Led Zeppelin Tangerine
http://www.youtube.com/watch?v=ZQ_JAgHxR14&NR=1

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In piedi al banco del bar butto giù il caffè..., i
l tempo corre mi sembra di sentirlo urlare, insieme al treno che ti sta portando da me...

Fa caldissimo, eppure piccoli brividi di freddo percorrono la mia schiena. Cor
ro nel traffico congestionato della città, sono in ritardo, ma anche tu lo sei...,
fermo la macchina quasi in mezzo alla piazza, incurante degli sguardi dei passanti

So che se ora mi volto...,
lti vedrò camminare verso di me menre allunghi il tuo collo sottile per cercarmi, tra le tante auto in sosta...

Prima mi arriva il tuo profumo, poi gli occhi entrano nei tuoi per non lasciarli più..., q
uasi un intero giorno solo per noi.
Sai..., credo che non mi abituerò mai a te...

Ti sono addosso,
ti bacio e ti accarezzo mentre guido cercando di tenere a bada la mia voglia di te...

Poi l'albergo dove ci aspettano, il sorriso complice e con un accenno di invidia dell'incaricata alla reception che percepisce un'urgenza nella mia voce...

Le risate nervose, di noi..., che ci siamo persi e non riusciamo a trovare la nostra camera...,
poi finalmente quella porta che chiude fuori le nostre vite...

Quel lungo bacio..., le mie mani che ti frugano..., i vestiti sul pavimento, tu che tenti invano di piegarli in qualche modo, poi desisti e io che sono sopra di te, sulla moquette dell'ingresso,
e dentro..., e ovunque...

Poi...,
"Madonna, com'è bello...",
e ancora un...
"Che pazzi che siamo"..., urlato insieme e via...

Abbracciati, intrecciati, la mia testa tra le tue gambe,
la tua schiena inarcata per spingerti tutta verso le mie labbra che bruciano...

Piano..., piano..., mi dici..., quasi sussurrando,
abbiamo tempo, per guardarci e per giocare, ma dopo, dopo...

La tensione si allenta come un nodo che scorre, sciogliamo tutti i nervi, i muscoli tirano, i tendini si allungano e gli occhi...,
dio gli occhi che hai ora, mentre mi guardi..., se solo ti potessi vedere

La tua lingua scende lungo il mio petto, ma stavolta non ti fermo, perché non so..., e poi più giù dove mi dici:
"Ti tengo in me, per tanto di quel tempo..., così!!! Dove e quanto mi pare".

Ed è una vera lotta dopo, tra noi tra le trapunte,
e dove tu finisci quasi sempre per vincere...

Ma oggi è diverso,
e accade una cosa strana...,
mi abbandono come un bambino senza fare resistenza
e chiudo gli occhi

Lo sai cosa c'è nella tua bocca stavolta ?,
tenero e dolce,
indifeso come non mai...

E' il mio cuore
senza riserve.


xxxchaos
 
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giovedì pomeriggio, treno dei pendolari da milano, dopo una giornata di lavoro non eccezionale scendo per tornare a casa; lei mi supera, capelli rossi riccioli, tanti... l'occhio la segue e poi cade giù, ha dei leggings neri che non riescono a contenerne le forme, e ha un sederone che si muove in trasparenza... lei non è grassa, è prorompente nella sua rotondità posteriore, mentre cammina l'elastico moto della carne e dei muscoli seduce il mio sguardo, scendiamo le scale del sottopasso, io sbircio in continuazione quei glutei che hanno di morbida gelatina bianca e calda, li immagino in bella vista, passiamo il sottopassaggio, sale le scale davanti a me, i gradini esaltano il movimento ritmico, il mandolino solo un po' più grande del normale si estende e si contrae prima assorbendo e poi amplificando il singolo passo... la giornata non è poi andata così male... dai, cammina ancora un po' davanti a me, voglio guardare ancora queste ondulazioni carnee e vive... ma lei non sente, e se ne va dall'altra parte
 
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Terza stella a destra poi dritti sino al mattino
Sogni.


Ti penso, ti sogno e ti desidero, ti voglio ancora una volta donna mia, e poi ti vorrò un'altra volta ancora.
Te ne sei appena andata, risucchiata dal quel tuo mondo così lontano dal mio, lasciandomi solo in questo nostro piccolo e privato universo di una sera.
Ho ancora il sapore dolcissimo della tua pelle tra le mie labbra, sento ancora la fragranza di tuo corpo sinuoso e felino nelle mie narici, che come ogni volta mi sconvolge ed inebria, fragranza alla quale mai potrò assuefarmi.
Questa notte abbiamo molto parlato, abbiamo fatto l'amore come consumati ma ancor affiatati amanti, ci siamo confidati deii nostri piccoli e grandi segreti, ti ho raccontato dei miei più imbarazzanti e reconditi trascorsi, così come tu hai fatto con me, in una intimità tutta nostra e segreta.
Ti ho amata donna mia, ho amato ogni singola piega del tuo corpo, ho baciato ed adorato ogni più piccolo tuo particolare ogni angolo della tua pelle profumata, ho adorato la tua intelligenza schiavo della Tua bellezza e del tuo essere così intensamente donna.
Ti ho adorata mia Dea di una sera.
Ho amato la Tua dolcezza e la passione che mi hai voluto donare, il piacere che hai cercato in me e quello che hai voluto donare a questo tuo umile schiavo d'amore.
Ti ho amata questa sera, ti ho amata intensamente e senza remore, ho amato te, ho amato la tua passione, ed ho amato la tua anima che si offriva a me nuda e senza remore.
Mi hai stegato con la tua voce, con i tuoi gesti, con la tua passione.
Ti ho amata donna mia, ti ho amata forse più di quanto lecito mi fosse dato fare, ed ho odiato il trascorrere incessante e crudele del tempo che ti avrebbe nuovamente portata via da me.
Avrei voluto essere un grande mago ed avere il potere di fermare il tempo, per prorogare all'infinito ogni istante trascorso in tua compagnia, ogni singolo tuo respiro o sussulto di piacere.
Ma non sono un mago, sono solo il tuo servitore e non so purtroppo fermare il tempo, così esso trascorre crudele ed incessante portandoti nuovamente via da me ogni volta, ed ogni volta si rinnova il desiderio ed il piacere di poterti riabbracciare ad ogni nostro nuovo incontro.
Perchè ci saranno altri incontri, altri attimi struggenti ed infiniti a legarci ed a stringere i nostri corpi nel piacere di quell'amplesso delle menti e dei nostri corpi nudi.
Ti ho amata donna mia, ti amerò ancora se solo tu lo vorrai.
 
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La preda...

Blink-182 - Stockholm Syndrome
http://www.youtube.com/watch?v=i2lQ-xuoZV0&feature=related


-Sei nervosa?-, le chiedo.
-No-.
-Sicura?-.
-No-.
-Lei verrà?-.
-Me lo ha assicurato-.
-É meglio per te se viene-.
Lei abbassa lo sguardo. Osserva la tazzina del caffè. Vuota...
Siamo seduti ad un tavolino. Il bar è uno di quelli anonimi come ce ne sono tanti nell'ex Milano da bere.
Anonimo come i tanti impiegati di banca che lo affollano per quell'unica ora al giorno durante la pausa pranzo.
Si trova immediatamente dopo la grande rotatoria, all'uscita dalla tangenziale.


La osservo mentre si morde il labbro. Nervosamente...
Gli occhi liquidi nascosti da grandi occhiali neri.

-Tu sai quello che voglio?-.
-Si. Credo di si-, risponde.
-Non ammetto ripensamenti o rifiuti-.
-Lo so-.
Spengo la sigaretta nel posacenere. Sento subito nascere il desiderio sgradevole di accenderne un altra.
Decido di resistere ed osservo gli ultimi attimi di un filo di fumo che esausto vola verso il cielo.

-Ti piace?-, le domando.
-Si. Un po'-.
-Hai mai fatto l'amore con lei?-.
-No-.
-Come mai?-.
-Non ce n'è stata la possibilità. O forse avevo paura-.
-Perchè?-.
-Credo. . .-
-Credi..., cosa?-.
-Credo che avrei finito per rimanere intrappolata nel suo gioco-.
-Spiegati-.
-É forte. Decisa. Forse anche cattiva-.
-Cattiva?-.
-Nei suoi sentimenti. É oscura. Ho avuto paura di rimanere imprigionata nei suoi incubi-.
-Sono pericolosi?-.
-Sono sporchi..., osceni, più che altro-.

Accendo la sigaretta che non avrei voluto fumare.
Quella sigaretta che sto stropicciando da qualche minuto tra le mie dita. Sono impaziente...

-Ti ritieni pulita, tu?-.
-Si-.
-Si?-.
-Si-.
-Sembri convinta di questo-.
-Sono pulita e basta-.

Prende il pacchetto di sigarette. Le mani le tremano...

Per poco l'accendino non le cade. Tenta una, due volte di accendere.
Non ci riesce...
Le passo la mia sigaretta fumata a metà.

-Come mai hai accettato di vederla, questa volta?-.
-Che domanda stronza?-.
-Cosa?-.
-Scusa-.
-Rispondi!-, la incalzo.
-Me lo hai chiesto tu. Lo faccio per te-.

Si volta... Nel parcheggio di fronte a noi, un'auto sta cercando parcheggio.

Lei si toglie gli occhiali. Osserva attenta la manovra.

-É lei?-, le chiedo.
-Si-.
-Vai allora. Non farla parcheggiare-.
-. . .-
-Sali in auto con lei. Portala al motel. Io vi seguo-.
-Ma. . .-.
-Hai qualche dubbio?-.
-Si... No... E' che forse?-.
-Vai!... Voglio che tu la catturi per me.
É la preda che ti ho chiesto. La voglio. Vi voglio-.

Si alza. I tacchi colpiscono il pavimento con un rumore crudo.

L'atmosfera è carica di tensione. Densa come il gusto di un drink troppo alcolico.
Un retrogusto amaro. Acido come il suo sguardo ora impaurito.

-Fermati!-.

Si blocca.
Mi alzo e mi avvicino. Le tolgo gli occhiali. La osservo negli occhi.

Questi occhi grigi,metallici, così violentemente ed ingiustamente belli.
Profondi.Sottomessi...

La bacio sulle labbra.
É un bacio abbastanza lungo, ma non sufficientemente profondo, da farle cambiare idea.

Per farmi cambiare idea...

-Dimmi solo una cosa-, dice.
-Cosa?-.
-Anche se la bacerai. Anche se la scoperai. Voglio sapere di esserci solo io per te-.
-Che domanda è?-
-Voglio saperlo!. Mi hai chiesto di portartela. Io l'ho fatto.

Sono pronta a tutto. Lo sai... Ma devo saperlo-.

-Io voglio te. E tu sarai mia.
Sempre. E comunque. Mia.-.

Si allontana. Accendo un'altra sigaretta. Attendo qualche istante seduto al tavolino.

La vedo avvicinarsi all'automobile. Parla con la donna seduta alla guida.
É sempre agitata ma sembra essere più tranquilla.
Più tranquilla di prima.


É entrata in azione.
Sta cacciando la preda.
Tra poco saremo tutti e tre, insieme.

Nella camera del motel.

Io e la preda. E lei..,
la predatrice.


xxxchaos


 
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Picnic al lago... Ti va?

Deep Purple - Holy Man
http://www.youtube.com/watch?v=_iCEnYCr4po


La nostra stanza, tra cielo e lago, è ancora immersa nel silenzio.
Ascolto i nostri respiri lenti e l'odore dei nostri corpi...
Tutt'intorno i disordinati avanzi del nostro pic-nic improvvisato, sono sparsi per terra e sui mobili...
Nel mio naso il morbido e rosso profumo del vino, e ancora intatto al mio palato, il ricordo ed il sapore di te...

Avremmo dovuto aprire la finestra nel pomeriggio, ma non l'abbiamo fatto, eravamo entrambi occupati a goderci e a scambiarci baci e carezze...
Il temporale con le sue grida e i suoi bagliori ci ha sorpreso abbracciati in un sonno senza sogni, un sonno denso e rosso...,
caldo e umido come il tuo corpo, ancora intrecciato al mio...

All'ultima luce del giorno, mi fermo a osservare la tua bianca schiena inarcata sul letto.
Senza più alcun pudore mi stai mostrando la tua intimità più nascosta...
Ti avvicini cercando nel sonno il contatto con la mia gamba e una sensazione di tepore liquido avvolge la mia mente e il mio cuore...

E parte nella mia memoria il rewind dei momenti appena trascorsi, fotogrammi ancora vividi dei tuoi occhi e del tuo viso trasfigurati dal tuo piacere, seguito dal mio, versato sulla tua pelle delicata.
Cresce urgente in me il desiderio di averti, ancora e ancora..., ora..., subito!

Mi insalivo le dita e accarezzo con il pollice la tua apertura più scura, aspettando con impaziente eccitazione il tuo ed il suo risveglio...
Ti respiro tra il collo e i capelli. Anche lì sai di buono e di sesso, ti bacio, ti lecco, e intanto ti penetro da dietro lentamente nella fica ancora socchiusa..., ancora in attesa.
Ascolto il mio cazzo scivolare dentro di te per uscirne ricoperto da quel sottile strato di preziosa seta liquida...

Ora sei sveglia..., ti muovi contro di me, cerchi spinte più profonde, mi afferri la mano e il pollice che ti sta torturando e la porti alla bocca..., liberando poi per me..., con un soffio le tue forti e inattese parole...

"Ti prego.
Riempimi il culo"...

Me lo ripeti ancora..., soffocando quasi la voce nel cuscino che le tue mani ora afferrano e stringono.

Prima nella mia testa e poi fra le gambe un passaggio di energia pura...,
un dardo di sangue e carne infuocata che non aspetta altro di affondare dentro le tue viscere.

Sembri pronta adesso..., gemiti incontrollati di piacere hanno sostituito le parole...

Esco dalla tua fica e scivolando sulla tua pelle mi appoggio all'ingresso della tua porta bruna.
So che ti farà male..., un filo di saliva lubrifica la carne tesa e arrossata di entrambi...

Premo senza esitare, mordendoti il collo per disorientare il dolore.., ti sento trattenere il respiro ed affondare la testa nel cuscino, poi ti rilassi e ti apri a me, senza più nessuna riserva...

Sto attraversando quello stretto sentiero e lo faccio senza fretta,
assaporando ogni piccolo passo...

Tu, ancora una volta sei davanti a me,
e già mi aspetti là in fondo...

Sarà allora che mi prenderai per mano
e sarà insieme a me che incontrerai il tuo piacere.


xxxchaos

 
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Tutto è successo così in fretta...

30 Seconds to Mars "was it a dream?"
http://www.youtube.com/watch?v=kDRSfsqFP_M


Tutto è successo così in fretta.

Io non avrei mai saputo il suo nome né mi sarebbe stato concesso di vederlo.
Mi avrebbe presa e usata a suo piacere.

La giornata mi è sembrata volare via in attesa di questa sera. Del suo arrivo.

Ho preparato la camera come mi ha chiesto.
Lenzuola di seta nera, candele per la luce disposte esattamente nei punti che Lui ha indicato.
Un mazzo di rose bianche e alcuni bastoncini di incenso con fragranza di legno di sandalo, per profumare la stanza.

La porta di casa non è chiusa a chiave e sto già ascoltando quel CD che mi ha spedito, farà da colonna sonora al nostro incontro...

La sua "presenza" mi aveva colpito quasi subito, tra i tanti nick maschili e senza volto di quel forum, a cui mi ero iscritta solo per far piacere a un'amica...
Ero stata sedotta dai suoi rari e solitari interventi capaci di creare il vuoto, "un prima e un dopo", intorno al quale tutto quanto il resto diventava opaco e incolore.

Mi accorsi poi, con troppo ritardo per poter fuggire, di quanto le sue parole mi scavassero dentro, sempre più in profondità, senza pietà, con precisione chirurgica..., come se mi conoscesse da sempre, portando in superficie i mie desideri più sconci che turbano spesso le mie notti di veglia.

Un solo squillo al mio cellulare, mi avverte che Lui è qui...

Prendo il nero nastro di morbida seta dalla sua "Scatola delle sorprese" e mi bendo gli occhi, ubbidiente, come mi ha chiesto di fare.
Devo sdraiarmi nel centro del letto..., vestita solo dell'intimo e delle manolo che Lui ha scelto per me. Sono eccitata e impaurita..., è da quando qualche giorno fa, ho ricevuto e aperto quella scatola, che lo aspetto tra le mie gambe e nella mia testa.

Non sento la porta aprirsi, la sento richiudersi.
I miei sensi tesi allo spasimo, ascolto i suoi passi che si avvicinano attraverso il corridoio, seguendo le mie istruzioni di luce...

Ora percepisco la sua presenza nella stanza, riesco a percepire il suo profumo, sa di buono, di cuoio e di legno stagionato..., è in piedi e mi osserva, si china su di me.
Le sue mani mi sfiorano percorrendo tutto il mio corpo lentamente, delicatamente, come se dovesse memorizzarne i confini per poterli poi riconoscere per sempre, nelle oscurità più profonde...

I nostri accordi sono semplici, potrà usarmi come vuole per il suo piacere, ed io gli sarò sottomessa non gli porrò domande, non gli farò richieste...

Si toglie la giacca, sento la seta della sua cravatta indugiare sulle mie labbra e tra le mie gambe, con movimenti scarni e decisi mi lega con larghi nastri di raso le mani e i piedi. Perdo per un attimo il contatto con la realtà, sono così eccitata e liquida da sentirmi stupidamente imbarazzata pensando a quanto Lui nel toccarmi mi sentirà già aperta e sottomessa...

"Sono semplici i miei strumenti di tortura", mi aveva scritto..., le mani che sanno come e dove toccarti..., la bocca i denti e la lingua che vorranno assaggiare, succhiare, mordere e penetrare ogni centimetro della tua pelle, e poi la mia lama che ogni volta che ti penetrerà, dilaterà e trafiggerà il tuo sesso e i tuoi sensi sino a farti urlare...

Sono legata a questo letto, in attesa...

Le sue dita dentro di me, agili e brutali..., mi aprono tutta, mi profanano nella mia carne più tenera, altre dita riempiono la mia bocca, mi impediscono di gridare, si riempiono della mia saliva, sento la sua lingua infilarsi nella mia bocca per scoparla in una rapida sequenza prima di correre verso i miei seni, prima uno e poi l'altro.
La lingua pesante sulle sensibili areole, poi le labbra che stringono i capezzoli..., e infine i suoi denti che mordono e lacerano la pelle e insieme ogni mia ragione.

Dolore e piacere, paura ed estatico stordimento, non so più chi sono, non lo voglio sapere. Lui non parla..., se mi concentro lo sento appena respirare, i miei gemiti lo rendono sempre più determinato e cattivo, mi fruga nelle viscere fino a farmi avere un orgasmo crudo e lunghissimo che mi fa perdere ogni controllo sul mio corpo, la sua mano che preme sulla mia bocca per attenuare i miei gemiti, e mi ritrovo fradicia di qualcosa che odora di sesso e urina che bagna il letto che riempie la stanza e le mie narici...

Lui non c'è, è scivolato via silenzioso, ne approfitto per rilassare i muscoli, per respirare lenta e riprendere il controllo del mio corpo.
Eccolo...

Con una leggera carezza mi apre, mi bacia tra le gambe poi con un piccolo asciugamano umido e caldo, lava via il mio piacere dalla pelle.

Non l'ho sentito spogliarsi, eppure so che ora è nudo,
percepisco tutto intorno a me il suo calore...

Adesso è sopra di me...

Sono come una bambola a cui un primordiale animale-dio ha dato il dono della vita per farne la sua puttana, la sua compagna di giochi osceni e lascivi...
Mi riempie, mi scuote, mi gira, mi morde, si nutre del mio sesso, penetra ogni mio orifizio costringendomi con forza ad aprirmi ad ogni passaggio del suo cazzo meravigliosamente duro e bastardo.
Sussulto, m'inarco, sento il mio petto sollevarsi cercando di respirare, sono rigida e morbida plastilina tra le sue mani allo stesso tempo...

Non posso muovermi né parlare, solo lui può farlo...

Stringe le mie mani per tendere ancora di più le mie braccia e il mio corpo. Per penetrarmi ancora più profondamente. Lo sento accelerare i suoi movimenti. Spinte sempre più violente che sembrano volermi staccare le gambe dal corpo...
Non resisto più, sento un'altra ondata di piacere arrivare..., devo ricacciarla indietro, potrò godere come prima, solo quando Lui me lo concederà.

Questa è la regola, Lui è il mio padrone.

Le sue prime parole, sono solo un sussurro nelle mie orecchie...

"Ora vai. Vai...", mi ordina...

Poi, ancora come una bestia mai sazia penetra in me.
Mi lascio andare..., e sono centinaia i punti luminosi che da ogni parte del mio corpo risalgono a formare un unica grande luce di pura energia che mi esplode nel ventre...,

e non riesco a trattenere le mie urla, che questa volta Lui lascia volare libere per la stanza...

Sono ancora scossa dal mio piacere mentre lo sento raggiungere il suo dentro di me. Il suo calore liquido e potente e la sua carne mi riempiono tutta.
Mi abbandono esausta a questa sensazione di completezza perfetta...

Ora per dimostrargli la mia gratitudine pulirò il suo corpo con la mia lingua sino a cancellare da ogni parte della sua pelle le tracce del suo piacere, lo accarezzerò con i miei capelli sino a impregnarli del suo odore e sapore.

"Non hai avuto paura", mi dice mentre veloce, libera le mie mani e i miei piedi.

Annuisco, con la un lento movimento del capo,
mentre mi sforzo con tutta me stessa di non correre con le mie mani a cercarlo.

So che non posso togliermi la benda,
anche questa volta non potrò vedere il suo volto.

Sento il suo sguardo indugiare sul mio corpo in una lunga carezza, poi i movimenti silenziosi della vestizione...
I suoi passi che ora si allontanano.

Se lo conosco appena...,
starà già pensando a qualcosa di diverso
per la prossima volta...,

ed io sarò qui
ad aspettarlo...


xxxchaos



 
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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
Ci provo... per favore, non mettetevi a ridere... :preved:

Sognando un caffè...


Stamattina mi sono svegliato prestissimo... svegliato... per quello che ho dormito... la doccia è la mia unica salvezza... mi vesto con attenzione, so che i particolari per Lei sono importanti... Lei... il suo pensiero mi mette di buon umore... la nebbia nella mia testa si dirada lentamente... prendo l'auto e parto... l'aeroporto è ad una manciata di minuti... la strada scorre veloce, quasi ripetitiva... trovo velocemente il parcheggio... ci mancherebbe con quello che costa... il chek in è veloce, c'è poca gente... facce svogliate, facce allegre, facce assonnate... non so che faccia ho io... un misto di eccitazione, condito con un pò di timore... trovo il mio posto... il finestrino accanto a me lascia scorrere veloce il suolo... socchiudo gli occhi un attimo... lo faccio sempre quando parte l'aereo... non ho paura... o non proprio... un piccolo gesto scaramantico forse... un signore distinto accanto a me smanaccia con malcelata spocchia il suo "prezioso" ipad alla ricerca di documenti di lavoro... all'improvviso gli appare l'immagine di una donna nuda in posa provocante, oscena direi... la toglie immediatamente... sperando non l'abbia vista... perde la sua baldanza nel mostrare quel suo gadget teconologico... socchiudo nuovamente gli occhi, non voglio distrarmi... non voglio perdere un attimo del suo pensiero... l'atterraggio non è dei più felici, l'aereo tocca terra con un forte sobbalzo... quel piccolo brivido nella schiena mi scuote dai miei pensieri... che rabbia...


Il tassista ascolta una radio molto commerciale con un volume decisamente alto, fregandosene altamente se la cosa possa infastidirmi... la musica mi impedisce di rilassarmi, ma poco male, siamo quasi arrivati all'albergo... alla reception mi accoglie una ragazza gentile, bionda, lineamenti nordici, un marcato accento dell'est europa... decisamente bella... la camera è gradevole, il mobilio è moderno, ma di buona qualità e delle spesse tende filtrano il forte sole della mezza mattinata... la temperatura è mitigata dal condizionatore... mi dò una leggera rinfrescata ed esco... chiedo alla ragazza della reception se conosce il bar dove devo andare e, con estrema cortesia, anche se un pò distaccata, mi dalle delle veloci e precisi indicazioni... è a due passi dall'albergo... la ringrazio, la saluto con cordialità e vado direttamente a piedi, due passi contribuiranno sicuramente ad allentare quella leggera tensione che non mi si scrolla di dosso... arrivo... carino, una lunga tenda di un bel verde copre l'ambiente, intorno dei vasi di forma rettangolare contengono una foltissima siepe che ben si sposa con il colore della tenda... tra un vaso e l'altro dei rampicanti violacei adornano il tutto rendendo la vista decisamente gradevole... mi siedo ad un tavolo posto in un angolo, che mi lascia un'ottima visuale sia all'esterno che all'interno del bar... le sedie sono in vimini ed un morbido cuscino le rende, oltre che belle, estremamente comode... al centro del tavolo campeggia un mazzolino di fiori coloratissimo e, quasi meravigliandomi, mi rendo conto che sono veri ed hanno un buon profumo... il cameriere, un ragazzo molto giovane, non avrà neanche venti anni, mi si avvicina... prima che mi possa chiedere cosa voglio, gli faccio presente che stò aspettando una persona... ma per pudore ordino comunque una bibita... ho avuto l'impressione che ci sarebbe rimasto male se gli avessi detto di tornare dopo... sono in anticipo e poi devo calcolare che Lei non sarà puntuale... non succede mai che le donne siano puntuali... hanno sempre un piccolo contrattempo, una scusa... ma la cosa non mi infastidisce, l'attesa stranamente non mi mette ansia, al contrario, mi permette di prendere "possesso" dell'ambiente in cui sono, di mettermi a mio agio... mentre sorseggio la bibita guardo la gente che passa davanti a me... li vedo come in un film... sono irreali, non ne carpisco i particolari, sono come macchie di colore in movimento... il mio pensiero è da un'altra parte... il caffè... il caffè con lei... socchiudo gli occhi per un attimo... sento il suo profumo sulla mia pelle... sento il suo sapore nella mia bocca...la sento... si la sento...


Quando riapro gli occhi lei è lì... neanche per un attimo penso che non sia lei... un sorriso malizioso le disegna il volto... sa che c'è solo lei nei miei pensieri...
Un vestito sbarazzino, apparentemente semplice, ma seducente nella realtà che percepisco, le cade addosso con leggerezza... l'andamento sinuoso del suo incedere fa danzare quell'abito con grazia e malizia allo stesso tempo... ed ogni passo lascia intravedere una parte generosa delle sue splendide gambe...il seno, libero da ogni sostegno artificiale, disegna con morbidezza l'aria... il movimento dei suoi fianchi ha il ritmo della passione... tutto di lei sa di desiderio... un desiderio inconfessabile... sono stordito da tutto questo quando mi si avvicina... le sue labbra che sfiorano la pelle del mio viso mi danno la netta sensazione di essere già suo schiavo... solo la mia mano che passa leggera sulla sua nuca mi da la speranza che possa riprendere il controllo di me stesso... la sua pelle sotto le mie dita mi trasmette un piccolo sussulto... sa che sono suo... anche se ho la pretenzione di combatterla....
non stacco i miei occhi dai suoi... reggere il suo sguardo è la mia unica salvezza... ma il profumo della sua pelle fiacca irrimediabilmente la mia flebile resistenza...


Perdermi nel suo oblio è una tentazione troppo forte...


Le sue labbra che si schiudono mi aprono la porta a quel dolce inferno... le passo una mano sulla bocca e la sua lingua mi inumidisce un dito.. maledizione... sa come eccitarmi... porto quel dito vicino alla mia bocca e lo lecco leggermente... con l'illusione di assaggiarla... Lei sorride sempre più maliziosa e con un gesto che sembra causale fa cadere la sua pochette in terra... mi chino senza pensarci a raccoglierla... senza che me ne fossi reso conto, aveva fatto salire il suo abito fin quasi all'inguine... schiude le sue gambe quel tanto che basta per accorgermi che non ha l'intimo... il suo fiore carnoso è a a pochi centimetri da me, talmente vicino che ne percepisco il profumo...è lucido come una rosa bagnata da piccole gocce di rugiada... è eccitata anche lei dal suo stesso gioco... la sua mano si avvicina a quel fiore che pulsa di vita e di desiderio... due dita scorrono lungo di esso e raccolgono il suo succo profumato... non mi rendo neanche conto da quanto tempo sono chinato... mi alzo a fatica... come mi siedo, lei avvicina la sua mano alla mia bocca e la sfiora perversamente con le dita... il profumo mi inebria e il sapore del suo miele sulla mia lingua sa di nettare degli dei... sono letteralmente stravolto...


Il cameriere si avvicina per l'ordinazione... credo abbia visto tutta la scena... ma la cosa non mi disturba... avrà un ricordo indelebile di quella giornata di lavoro... quasi balbettando ci chiede cosa vogliamo... lo guardo senza nessuna voglia di rispondergli, non ne sono in grado... il silenzio interminabile di quell'attimo viene interrotto dalla sua ennesima provocazione... il suo piede nudo si è posato sulla mia parte più intima... e mentre la guardo in faccia stupito da quel suo gesto, lei si gira verso il ragazzo e gli dice "due caffè, grazie...".


Si gira nuovamente verso di me, ha un'espressione che sa di soddisfazione, ma anche di leggera depravazione... il suo piede continua a sfregarmi, mentre mi fissa con i suoi splendidi occhi... sono completamente nelle sue mani, non posso fare altro che adeguarmi al suo gioco... calo la lampo di pantaloni e lascio che il suo piede si insinui dentro... che vada a contatto con quello che cerca... colgo sul suo viso un accenno di stupore, ma non si tira certo indietro, continua il suo gioco perverso... non so come e, soprattutto, senza che lei se ne accorga, mi tolgo una scarpa e la calza... riesco a fare tutto con l'altro piede, con un'abilità che solo la situazione ha reso possibile... quando il mio piede tocca l'interno delle sue cosce riesco a cogliere il suo stupore, questa volta più concreto che in precedenza... non se lo aspettava... tutto questo non le impedisce di allargare le gambe e lasciare che arrivi anche io al mio trofeo... le carezze che riesco a farle la turbano non poco... perde un pò del suo controllo... socchiude un attimo gli occhi e mordendosi un labbro, inarca leggermente la schiena all'indietro per favorire la mia azione... finalmente sono riuscito a minare la sua sicurezza... l'eccitazione di entrambi è palpabile tanto è intensa... è troppo... è troppo per entrambi... mi sento come se avessi un riflettore puntato addosso, che mi impedisce di vedere quello che c'è intorno a me tanto sono offuscato... e in parte credo sia così realmente... il cameriere se ne stà poco lontano da noi con una faccia stralunata quasi quanto la mia... credo abbia visto la scena... o l'abbia intuita...


non so con quale la forza gli faccio segno di portarmi il conto... Lei si alza, mi dice che deve passare un attimo in bagno per rinfrescarsi... mi rimetto velocemente la calza e la scarpa e mi alzo anche io... non voglio restare lontano da Lei neanche un attimo... si dirige verso la toilette e meccanicamente la seguo... ci sono i bagni separati per uomini e donne, un piccolo dubbio che rimarrà tale... non resisto, la tiro verso me e la bacio... è un bacio profondo, succoso, saporito, interminabile... mentre la bacio la mia mano si insinua tra le sue natiche fino a cogliere il suo fiore... è un lago di desiderio... nel mentre le spingo il mio sesso contro il suo e schiaccio il suo seno sul mio petto... non mi interessa se qualcuno entra... non mi sfiora neanche l'idea... le alzo una gamba e la penetro... lei non mi ferma, anzi... mi aiuta nel mio intento... è esattamente quello che vuole... passione, desiderio, sesso, non so cosa sia stato quel momento... istinto... si credo istinto animale...istinto primordiale... l'orgasmo ci colpisce insieme all'improvviso, le contrazioni di entrambi si mischiano con violenza, la mia mano sulla bocca le impedisce di urlare il suo godimento... provo tutto il piacere del mondo in quell'attimo... le nostre bocche non si sono mai staccate, le nostre mani non hanno mai smesso di cercarsi, i nostri corpi sono entrati uno dentro l'altro senza opporre la minima resistenza... siamo stremati, sudati, animaleschi... oscenamente grondanti dei nostri succhi più intimi... ci coglie un riso irrefrenabile... una felicità assolutamente spontanea e liberatoria... cerchiamo di darci un contegno, ci sistemiamo alla meglio ed usciamo... nel bar regna un insolito silenzio... gli sguardi che si posano su di noi, pesanti come macigni, sono l'esplicito segno che tutti hanno capito ciò che è successo... ma la cosa non scalfisce minimamente la nostra leggerezza... guardo il cameriere che mi osserva senza dire nulla... ha in mano il libricino che contiene il conto... mi avvicino a lui e gli porgo una banconata dicendogli di tenere il resto... sorride timidamente... in fin dei conti si sente un nostro "complice"... poi guardo lei, la prendo per mano... scoppiamo entrambi in una fragorosa risata e come due ragazzini usciamo dal bar correndo come pazzi....


mi sveglio all'improvviso... sono ancora sull'aereo... è stato tutto un sogno... sono sudato, ancora eccitato... e in parte deluso... la realtà mi mette a disagio in quel momento...


L'aereo attera pefettamente, nessun sobbalzo, il tassista è molto cortese ed il volume della radio è contenuto e le note escono fuori gradevoli, alla reception c'è una signora un pò sciatta, comunque cortese... e la camera... beh è la solita camera d'albergo, impersonale e un pò squallida... dopo aver chiesto informazioni sul bar alla signora della reception mi avvio verso la mia destinazione... il bar è decente, ma nulla a che vedere con quello grazioso che avevo sognato... la sedia un pò scomoda e la tovaglietta dozzinale che ricopre il tavolo non contribuiscono a rendere un pò più piacevole l'ambiente... un misto di inquietudine e di tristezza mi pervade in quel momento... alzo gli occhi...


Mio Dio... è Lei... il suo vestito, il suo incedere, il suo sorriso malizioso... tutto corrisponde perfettamente al sogno...


Cosè successo poi? Beh decidetelo voi... so solo che ho vissuto un sogno con il sapore della realtà... o una realtà da sogno?

Napiotta.
 
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...anche se ho la pretenzione di combatterla....
Bellissimo racconto napiotta... solo una domanda che, per mia ignoranza, rivolgo a te come "penna" di questo forum da me e da molti altri molto apprezzata... Che significa "pretenzione"? Pretesa? Pretenziosità? O che altro?
 
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...anche se ho la pretenzione di combatterla....
Bellissimo racconto napiotta... solo una domanda che, per mia ignoranza, rivolgo a te come "penna" di questo forum da me e da molti altri molto apprezzata... Che significa "pretenzione"? Pretesa? Pretenziosità? O che altro?

Scusa napiotta se intervengo io. Credo che intendesse "Pretensione", che è sinonimo di "Pretesa".
Ed è questo il motivo per cui non andrai in finale per il "Premio Strega" :lol:

Ma era questo il racconto che mi dicevi ieri o si tratta di un altro?

Ilbancario
 
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Nell'ombelico, a metà strada tra il tuo cuore e la
si vero, ho toppato, ho messo la z anzichè la s... pazienza.
P.s. Banca, scusa se te lo faccio notare, ma se ti dico una cosa in privato preferirei che in tale ambito rimanesse. Comunque si è quello che ti ho detto ieri e l'ho scritto da solo se è questo che ti interessa.
PP.SS. comunque sei il solito "bastardo"... al premio Strega ci tenevo proprio!!!! :rofl:
Ciao
 
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si vero, ho toppato, ho messo la z anzichè la s... pazienza.
P.s. Banca, scusa se te lo faccio notare, ma se ti dico una cosa in privato preferirei che in tale ambito rimanesse. Comunque si è quello che ti ho detto ieri e l'ho scritto da solo se è questo che ti interessa.
Ciao

Non era quello il motivo della mia richiesta. Io non ho fatto riferimenti a discorsi privati, e visto che l'hai pubblicato ho inteso che avesse "perso" tale caratteristica, altrimenti credo non l'avresti reso pubblico. Tutto qua.

Ilbancario
 
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