racconti e fantasie erotiche

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Il lanciatore di coltelli...

Questa storia è così bella da togliere il fiato, (Non è un caso che non l'abbia scritta io...),
e soprattutto è così vera, da riaprire in me vecchie ferite.

Perchè tutti almeno una volta nella vita, siamo stati "bersaglio" o "Lanciatori di coltelli..."


Buona lettura...

IlChaos



Roberto Vecchioni - Il lanciatore di coltelli
http://www.youtube.com/watch?v=5NAKKJfGliI




- Non mi ama più..., non mi ama più..., non mi ama più..., non mi ama più...-

Si ripete le parole all'infinito e ogni volta sembrano più crudeli, sente il dolore diventa più lancinante, insopportabile, che può essere ora la sua vita? Non sembra più vita o non più degna di essere vissuta...



Il Lanciatore di coltelli è un virtuoso.
E' unico.
E' nato sotto il segno del Bateleur, del Magician, del Giocoliere, sotto Kèther, sotto la Corona dell'Albero di Sèphiroth, l'inizio di tutte le cose, sotto il Punto. Sua è Aleph, la prima lettera dell'alfabeto ebraico, è protetto da Toth, dio della conoscenza.
Il Lanciatore di coltelli è egoista. Egocentrico.
La sua passione per i coltelli inizia da bambino ed il seguito è un percorso obbligato, scritto già nel suo destino.
Il lanciatore di coltelli è bello.
Quando è in scena, il costume che indossa evidenzia il suo fisico, le sue gambe snelle e muscolose, il bacino stretto, le spalle, il torace, il sedere raccolto, davanti nessuna donna può dubitare che sia un maschio, no davvero!
Ha una fluente chioma nera che cade su una camicia bianca a sbuffo aperta sul petto glabro, si intuiscono i muscoli pettorali, lisci, scattanti.
Il Lanciatore di coltelli ha una partner, è necessaria per il suo spettacolo.
Non può essere nient'altro che una donna che lo ama, che sia pazzamente innamorata.
Tanto innamorata da rischiare ogni sera la sua vita.
Una partner che, nel suo rischiare la vita, elettrizzi e rapisca l'attenzione degli spettatori, nulla come il pericolo altrui affascina e la gente gode della palpabile tensione che provoca l'esibizione, magari attende la possibilità di un errore fatale per poi vivere, con un sospiro di sollievo, la fine dello spettacolo.
Solo una donna follemente innamorata può sopportare immobile le lunghe ore del suo allenamento, stressanti, sfiancanti.
Una donna innamorata che sia anche una amante appassionata.
L'amante che deve dare sollievo dopo, quando la tensione dell'esibizione si scarica come una molla compressa.

Ambra è la partner.

Ambra è nata sotto il segno dell'Amoreux, The Lovers, dell'Innamorato, sotto Tiphireth, il segno della bellezza morale, della fedeltà, del Lamen, della Croce Rosata, è cresciuta lungo la Via del Maestri Iniziatici.

Ambra esita. Ambra è insicura. Ambra ama.
E' la compagna del Lanciatore di coltelli da tempo, condivide la sua vita di eterno vagabondo.
Con lui calca il palcoscenico dei teatri del mondo.
E' bella, certo che lo è! Deve esserlo, il suo costume di scena evidenzia il seno prorompente che lo stretto corpetto spinge in su, poi la vita snella, il bel sedere e le splendide gambe completamente scoperte rivestite solo da un collant trasparente, il viso e i lunghi capelli biondi.
Il suo compito in scena è muoversi leggiadramente, sorridere, poi appoggiarsi alle tavole di legno tenero dipinte dove il Lanciatore segnerà con gesso nero la sua sagoma e restare immobile. Immobile mentre lui lancia i suoi coltelli.
Porta i segni degli errori del Lanciatore di coltelli, ferite ora diventate cicatrici leggere lungo le braccia, una lungo il fianco, un'altra ancora su una coscia. Ha diviso le notti del Lanciatore di coltelli, appassionata e tenera amante, amante e madre, amante e sorella, amante e amica, si è piegata al desiderio a volte violento e sbrigativo, ha vissuto il suo piacere, lo ha fatto suo, lo ha condiviso..
E' santa e puttana.
Ora ha una ferita nuova, aperta...


Diana è la predatrice.

Diana è nata sotto il segno dello Chariot, del Carro, sotto Netsah, sotto Merkabahil segno del trionfo, della vittoria, della Stella a sette punte del carro di Davide o Orsa Maggiore, dello Menoràh, il candelabro a sette braccia, della padronanza assoluta di se e degli altri, sotto il segno della cattiva condotta morale.
E' decisa.
E' determinata.
E' priva di scrupoli.
E' disposta a superare ostacoli di ogni genere per ottenere quello che vuole.
Bruna, molto appariscente nella sua bellezza, prepotente nella sua complessa personalità, dirompente la sua sessualità.

Diana e il Lanciatore di coltelli.
Tutto ha un inizio.
Diana vuole il Lanciatore di coltelli, lo brama, vuole vincere la sfida che fa con se stessa, vuole l'uomo e vuole la sua anima, vuole l'uomo e lo vuole piegare alla sua volontà.
E fa che accada.
Il loro congiungimento è violento, non è amore, non ancora, forse era destinato a diventarlo, al momento è passione allo stato puro, il desiderio diventato necessità fisica, diventato bisogno impellente. Con quanta foga il Lanciatore di coltelli affonda il suo sesso in quello di lei! Con quanta violenza percuote quel ventre accogliente con il suo provocando orgasmi squassanti e ripetuti. Le bocche che si divorano a vicenda, loro persi in una dimensione sconosciuta. Il desiderio che anzichè placarsi aumenta a dismisura, diventa bramosia. Una fame senza soddisfazione, una sete senza rimedio.
Tutto lui vuole e tutto lei gli concede!
Lui la prende con violenza, ripetutamente, senza sosta, bocca, vagina, ano, seno..., e lei risponde, collabora, chiede...

Ora il Lanciatore di coltelli e Diana vivono nell'appartamento lussuoso di lei. Lui è affascinato, è preso, pensa di esserne innamorato, vive con il suo tempo il tempo di lei...

Intanto i suoi spettacoli continuano. Lui e Ambra...

Ambra?
Come vive Ambra? Il suo uomo, l'uomo che ama e che pensava la riamasse, l'uomo che pensava fosse suo, l'uomo che ora la guarda con il rimorso negli occhi, l'uomo che non incrocia più il suo sguardo, l'uomo costretto dalla vita a percorrere una strada obbligata.

E' disperata Ambra, è sola, è abbandonata, non vede futuro.

Tutto ha una fine.

E' l'ultimo spettacolo per il Lanciatore di coltelli e per Ambra.
Inizia come sempre.
Ambra che si muove. Ambra che si dispone con la schiena contro le tavole, Ambra che allarga e alza le braccia.
Il Lanciatore di coltelli che inizia i lanci, quelli più facili, i meno impegnativi, quelli meno pericolosi.
Poi..., mentre il coltello volteggia nell'aria..., indirizzato nella sua traiettoria a sfiorare il busto alla sinistra di Ambra... Ambra si sposta e lo riceve dritto nel cuore...

E tutto finisce.

Questa è la storia del Lanciatore di coltelli...



Tibet




"Sono forte contro tutto, fuorchè contro la morte di coloro che amo!
Chi muore vince. Chi vede morire perde!"

... - Il Visconte di Bragelonne - Alexandre Dumas.









 
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Teorema: Chi muore vince. Chi vede morire perde.
Corollario: chi lascia per primo, muore e rinasce. Per questo vince. Chi è lasciato perde.
 
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Un Voto... "Speciale"!!!

http://www.youtube.com/watch?v=XgMwMjj7UJQ

Anche questa mattina è il mio gatto a svegliarmi.
Un'altra notte passata sul divano, a rincorrere i mie pensieri affogandoli tra bicchieri di whisky, note di jazz e le pagine di un libro che appena iniziato, se non altro, sembra promettere bene.

Mi alzo, stiracchiandomi imitato dal mio amico a 4 zampe. Accidenti è tardissimo, sono quasi le undici, devo darmi una mossa, lavarmi stirarmi e poi uscire a pranzo, prima però mi sono ripromesso di andare a votare. Ora che ci penso, le ultime due volte non l'ho fatto, questa volta invece annuso finalmente un leggera e frizzante aria di cambiamento e ho deciso di fare anch'io la mia parte.

Esco di casa che è quasi mezzogiorno, la macchina è sepolta sotto almeno trenta centimetri di neve ma le strade sono quasi pulite. Respiro forte e mi godo il panorama delle montagne e degli alberi innevati tutt'intorno a me e di questa luce così particolare da ricordarmi i cieli tanto amati della mia Lapponia.

Il tragitto fino al seggio è breve. Strano..., nonostante l'ora c'è ancora parecchia gente. Trovo comunque subito parcheggio, questo è uno dei tanti vantaggi che ancora si hanno a non abitare in una grande città...
Entro distratto in quello che da anni è il mio seggio, e subito Ti vedo seduta dietro il tavolo degli scrutatori. Un rapido calcolo nella mia mente, non ti vedo da almeno due anni, da quando erano iniziati quei pettegolezzi di paese che parlavano di litigi con tuo marito, presunti tradimenti e di un tuo trasferimento in città con i figli.

Sei sempre bellissima, i capelli neri lunghi lucenti, quel viso da madonna con incastonato quei due occhi da puttana, che si fissano nei tuoi per non mollarti più, e quelle labbra rosse così morbide e ben disegnate...
Mi vedi, e mostrando sorpresa, ti alzi spostandoti e prendendo il posto di una ragazza giovane, all'estremità del tavolo, "Questo signore, lo servo io...", le dici sorridendo. Anch'io ti sorrido, e intanto che cerco tra le tasche del giaccone la mia scheda elettorale, scorrono in rapida sequenza flash di ricordi di te e di me, del tuo corpo sinuoso e sudato che si agitava sopra il mio in quell'estate, portandosi dietro i colori e i profumi di quei momenti...

Ci scambiamo qualche parola veloce.

Mi dici che sei ritornata nella vecchia villa sulla collina all'estremità del paese, che i figli sono lontani a studiare, non mi dici altro ed io non ti chiedo, come mia abitudine.
"Magari ci vediamo una sera di queste per un aperitivo", mi dici, "Sì certo..." ti rispondo poco convinto, e mi tornano anche in mente, i motivi per cui la nostra storia è finita così presto, le tue scenate assurde di gelosia, la tua possessività, le tue ossessioni e manie...

Sì, sei ancora bellissima penso, mentre srotolo schede elettorali grandi come lenzuola dentro la cabina di voto. Forse sei ancora più bella di allora, ed altrettanto pericolosa, i miei sensi di gatto che in questi casi rimangono sempre vigili, ancora una volta mi avvertono di girarti al largo... All'uscita della cabina, ti cerco con lo sguardo, senza più trovarti, meglio così penso, una seccatura in meno.
Mi infilo nel lungo corridoio che porta all'ingresso, quando da una scala laterale, quella che porta giù alla palestra mi sento chiamare per nome...

Vedo appena il tuo viso spuntare dal fondo della scala, con una mano mi fai cenno di scendere e raggiungerti, mi giro e dietro di me non vedo nessun e in un attimo sono da te.

"Togliamoci di qui", mi dici mentre mi prendi per mano e mi trascini in una specie di magazzino pieno di attrezzi. Non mi dai neanche il tempo di parlare che già la tua bocca è sulla mia, e la tua lingua è nella mia bocca...
Non sei cambiata per niente..., mentre lo penso tu mi stai già spingendo verso una sedia di quelle con la seduta e lo schienale imbottito di colore rosso che usano i professori abbandonata contro una parete.
Per non cadere mi siedo e tu mi sei addosso, sento la pressione dei tuoi seni contro il mio petto, mentre continui a baciarmi e intanto con un ginocchio mi sfiori l'inguine...
Ti inginocchi e scivoli in basso, con una mano mi slacci la cintura e mi apri i pantaloni, mentre con l'altra mi tappi la bocca come se volessi impedirmi di gridare...

"Sei proprio una puttana", ti dico sorridendo mentre con la lingua inizi a stuzzicarmi la punta del cazzo. Tu mi fissi con quei tuoi occhi da lupa annuendo e impadronendoti questa volta a due mani dell'asta ormai del tutto scoperta... Ti lascio fare, godendomi in silenzio lo spettacolo della tua bocca che si chiude intorno al mio cazzo mentre cerchi di ingoiarlo fino alla base. Con la mano ti scosto i capelli per poter vedere quei tuoi occhi da troia che fissano i miei mentre ti impegni a fondo per farmi godere.

Ti afferro per i capelli, e ti scosto mentre mi alzo in piedi, mi tolgo il giaccone che scivola a terra, tu hai già intuito quello che ora voglio da te. Ti appoggi alla sedia sollevi la gonna e ti sfili le mutandine, facendole passare sopra a delle lunghe calze nere e sopra gli stivali...
La tua fica è come la ricordavo, stretta e già liquida, ti penetro con violenza. Le tue mani si artigliano allo schienale mentre un tuo ginocchio è appoggiato sulla sedia, io mi aggrappo alle tue spalle per poter spingere con forza, come ricordo ti piaceva essere presa...
Le mie spinte sono sempre più irregolari insieme al mio respiro, tu intuisci tutto e porti un braccio dietro di te, mi afferri il cazzo e ne indirizzi la punta verso l'altra tua apertura...

Non lo molli, neanche quando inizio a spingere e sento i tuoi muscoli cedere piano.
Giri solo per un attimo la testa per assicurarti di avere ancora il controllo su di me, ti mordi le labbra in una piccola ed eccitante smorfia di dolore. Sì avevo ragione, sei molto pericolosa, e come allora con te il rischio è quello di perdere completamente la testa e il controllo.
Per un attimo ritorno alla realtà, alle voci e ai passi dei votanti, nel corridoio a pochi metri da noi, poi la tua voce e la tua mano che mi incitano a penetrarti con più forza, mentre la forza montante del mio piacere mi attraversa tutto il corpo scaricandosi con forza e per un lungo interminabile istante dentro di te...

Le mie ginocchia si piegano..., crollo seduto sulla sedia.
Tu sei in piedi di fronte a me visibilmente soddisfatta del tuo lavoro..., ti sistemi i vestiti, poi ti chini ancora una volta ad assaggiare il mio sesso e infine raggiungi la mia bocca per un ultimo e lungo bacio.


"Bè..., se ti è piaciuto, sai dove trovarmi...", mi dici mentre ancheggiando risali le scale senza voltarti, ed io rimango così come un cretino guardandoti sparire.


Dopo qualche minuto ti seguo, e non posso evitare di non notare sui gradini e sul pavimento del corridoio i segni del tuo passaggio, in quel piccolo sentiero che i tuoi passi hanno disegnato rilasciando in piccole gocce sparse il mio seme...

Sì..., sei decisamente pericolosa penso, mentre infilo la mano nella tasca del giaccone per prendere le chiavi della macchina e sentendo invece qualcosa di morbido e setoso accarezzarmi le dita...

Maledettamente pericolosa penso, mentre parlo con uno dei due carabinieri all'ingresso della scuola, con in mano una busta, con dentro qualcosa di tuo, e scritto fuori il tuo nome...

"Maresciallo, per cortesia ho lasciato la macchina parcheggiata in mezzo alla strada..., quando ha un attimo, potrebbe consegnarla alla presidente del seggio Nr. 11?"




IlChaos
 
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porca puttana ....... anch'io sono andato a votare ieri ........ come al solito credo di aver sbagliato seggio !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1
 
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Non ho ancora votato... Fino alle h. 15 sono ancora in tempo per iscrivermi alle liste del seggio elettorale Nr. 11...
 
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Mr. Eight...

Herbie Hancock - Jazz Fusion Cantelope Island
http://www.youtube.com/watch?v=XrgP1u5YWEg&feature=related


Una stanza senza finestre. Tre uomini. Uno seduto ad un tavolo. Gli altri in piedi, di cui uno appoggiato alla porta. Chiusa.

BRAIN: Mi chiamo Brain. Il mio collega, qui, è l'agente Heart.
HEART: Salve.
UOMO SEDUTO: Salve.
B: Sa perché è qui?
US: No.
B: Ok. Presto lo saprà.
H: Le dobbiamo fare qualche domanda.
US: Capisco.
B: Cose semplici. Per cominciare.
US: Certo.
B: Non vogliamo metterla in difficoltà. Capisce?
US: Si.
B: Partiamo dai dati basilari.
UOMO SEDUTO sta in silenzio.
H: Come si chiama?
UOMO SEDUTO: James L. Eight.
B: Può sillabare Mr... Hate?
E: E-I-G-H-T
H: La "L" per cosa sta?
E: Leonard
B: James Leonard Hate
E: Eight.
B: Eight.
E: Corretto.
SILENZIO
H: Nato a..?
E: Macintosh, New California.
H: Il...?
E: Undici novembre duemilacentosettantasei.
SILENZIO. Brain riflette.
B: Ha trentasette anni.
E: Da compiere.
B: Da compiere.
H: Sposato?
E: Separato.
B: Lo sappiamo. La sua ex moglie si chiama Dawn Lily. Corretto?
E: Corretto.
H: Si è risposato?
E: No.
B: Ma ha un'altra donna. Corretto?
E: Corretto.
B: ..ed una figlia. Corretto?
E: Corretto.
BRAIN a HEART: Fin qui è andato bene. (a Eight) Mr Hate, temo che adesso venga il difficile.
E: Teme?
B: Temo.
HEART porge una foto ad EIGHT
H: Conosce questa donna?
PAUSA.
B: Allora, Hate, conosce questa donna?
E: Non so.
B: Non sa?
E: Non sono sicuro.
B: Non è sicuro? (Guarda HEART e ride).
H: Non è sicuro (ridendo).
PAUSA
E: Non sono sicuro.
PAUSA
B: Heart, per favore, vai a prendere un caffè per Mr Hate.
H: Non lo ha chiesto?
B: Heart, ritengo che con un'accoglienza degna, forse Mr Hate ricorderà qualcosa.
HEART tace, poi esce dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.
SILENZIO.
B: Allora Eight? A che gioco giochiamo?
E: Non capisco.
B: Noi sappiamo molte cose. Sappiamo per esempio come si chiama tua figlia. Dove va a scuola. E sappiamo che ogni giorno, alle quattro del pomeriggio la tua donna va a prenderla in auto per portarla a casa.
SILENZIO
B: Ultimamentete ci sono stati parecchi incidenti stradali, Eight. Stiamo cercando di acciuffare la banda che li provoca. Ma non è semplice..
HEART rientra frettolosamente
H: Il caffè è finito.
BRAIN si volta verso HEART e poi, nuovamente, verso EIGHT.
B: Grazie Heart. Proprio ora, il Signor Eight mi diceva che non ama il caffè. Non tollera la caffeina.
H: Ah..
B: Allora, Mr Hate, stavamo dicendo?
SILENZIO
B: MI diceva che, forse, si ricorda di avere conosciuto questa donna.
EIGHT fa un cenno con la testa.
B: Come? Non capisco.
E: Conosco quella donna.
BRAIN sorride trionfante.
H: Conosce la donna, capo (a BRAIN).
B: Sa come si chiama?
E: Rebecca.
B: Rebecca..?
E: Il cognome non lo so.
B: Glielo dico io. Rebecca Rule.
SILENZIO
B: Heart, credo che il signor Eight si stupirebbe di sapere cosa è successo alla Signora Rule.
EIGHT si alza bruscamente dalla sedia.
E: Cosa le è accaduto?
HEARTH blocca EIGHT e lo rimette a sedere.
H: Se lo rifà, se si rialza, sarò costretto a farle del male.
E: Cosa le è accaduto?
B: Niente. Niente.
SILENZIO PROLUNGATO.
B: Heart cosa dici se andiamo a prendere un caffè?
H: Ma veramente capo.. non ce ne è più.
B: Andiamo.
BRAIN e HEARTH escono dalla stanza e chiudono la porta. A chiave.
Passano dieci minuti.
Rientrano.

B: Salve Hate.
SILENZIO.
H: Si ricorda le ultime parole che le ha detto la Signora Rule?
SILENZIO
H: Allora..?
SILENZIO
B: La aiuto io. La signora Rule non le ha detto qualcosa come: "è meglio se per un po' non ci sentiamo. Mi faccio viva io"?
SILENZIO
B: E lei cosa le ha risposto?
SILENZIO
B: Heart aiutami tu.
H: Il signor Eight ha detto: "posso fare a meno di sentire la tua voce, ma non posso fare a meno di pensare. Di fantasticare. Tu non puoi fare a meno di essere il mio sogno".
B (ridacchiando): Bravo Heart. Complimenti. Superba interpretazione.
SILENZIO
B: Sono certo che il Signor Eight non abbia molte parole da dirci. Non più. Ti prego, Heart, concludi.
H: La signora Rule, allora, ha risposto: "No. Non pensarmi più".
SILENZIO
B: "Non pensarmi più". Le ha detto proprio così. Ci è rimasto male, vero Hate?
SILENZIO
B: Lei è in grossi guai, Hate, grossi, grossi guai.
SILENZIO
B: I nostri sistemi precognitivi a matrice Alfa hanno rilevato i suoi pensieri. I suoi sogni. Se mi posso permettere: turpi sogni. Sordide ed oscene fantasie, Tutte avevano come oggetto la Signora Rule.
E (urlando): è lei che mi ha denunciato?
H: Stia calmo, Hate.
B: Non ce n'è stato bisogno, Eight. In questo caso la Mental Police procede d'ufficio. Basta che venga accertato il reato dai Precog. Sa a cosa va incontro, Eight?
SILENZIO
B: Eight, ha un ultimo desiderio prima dell'esecuzione?
SILENZIO
SILENZIO
E: Si. Voglio ricordarla. Voglio pensarla per l'ultima volta.
SILENZIO
B: Heart, fa' disattivare i Precog Alfa.
H: Si capo.
B: Eight, tra meno di due ore i suoi ricordi saranno solamente catrame bruciato nella nebbia del tempo. Verrà dememorizzato selettivamente. Tornerà alla sua famiglia e si dimenticherà della Signora Rule..
E: Rebecca..
B: ..e mi raccomando, non ci caschi più.
E: ..Rebecca..
B: È tutta sua. Per l'ultima volta.
BRAIN esce dalla stanza.


Articolo 609 bis, Codice Penale Universale, Anno 204 D.J. (2213 D.C.), Stati Uniti d'America, versione OS 64.2.3.

"Chiunque venga sorpreso a pensare indebitamente a qualcuno che non gli abbia positivamente espresso consenso, verrà sottoposto a dememorizzazione, mediante applicazione di una nuova memoria RAM, unità Carbonio. Verrà successivamente re-impiantato nella società con limitate facoltà intellettive e diminuito libero arbitrio, tramite formattazione della scheda madre centrale a livello interneuronale..".



Che poi...
in certi casi una bella "dememorizzazione"
penso sarebbe il minore dei mali...:wink:




IlChaos
 
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La principessa del nord...

Pure Narcotic - Porcupine Tree
http://www.youtube.com/watch?v=MUIMWMDJ6U8
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Mi ricordo di te in ginocchio, sul letto dopo che ti eri spogliata, la pelle bianca illuminata dalla tenue luce lunare che filtrava dalle pesanti tende in velluto.

Ti guardavo impaziente, mentre ti accarezzavi i piccoli seni. I tuoi movimenti giocavano con quella sottile striscia di luce mutando le ombre che si disegnavano sul tuo corpo. Un corpo di donna che nella mia mente e nei miei sogni ancora oggi rivedo con lo splendore e la fragilità di una creatura nata quella notte.

Le ombre sui tuoi seni, dai piccoli scuri e appuntiti capezzoli, il piccolo pozzo nero della cavità del tuo ombelico adagiato nel chiarore del tuo ventre piatto e poi la vertiginosa discesa dei mie occhi verso le ossa del tuo bacino e quella sottile striscia di peli neri del tuo pube. Tutto questo mutava forma e pensiero, come la superfice tranquilla del mare trasformata da una sola onda, nata lontano..., nel silenzio delle profondità dell'oceano.

Ricordo ancora la commozione che provai in quel momento, il senso di gratitudine, mentre mi spogliavo, travolto da una forza irresistibile, mentre ti baciavo e ti stringevo, avvolto da una nuova sensazione di calore e di equilibrio. Avrei voluto dirti allora tutte queste cose ed altre ancora, di quanto fosse bello baciarti anche laggiù e vedere il tuo corpo inarcarsi, la tua testa piegarsi indietro sul cuscino la gola bianca, pulsante, esposta e indifesa, poi quella sensazione di tenerezza e insieme di urgenza animale nel possederti, nel riempire di me il tuo corpo che si muoveva con sempre nuove geometrie anticipando i miei desideri. Come quando mi hai scostato da te, per girarti di schiena. Il tuo viso piegato e appoggiato al cuscino a guardarmi, le tue mani affusolate appoggiate alla parete, la perfezione della tua schiena, la vita stretta e la piccola rotondità del tuo sedere, l'oscurità delle tue aperture dorate...

Restai a lungo a guardarti, incantato e in silenzio, quasi timoroso di profanare quella tua perfezione. Ricordo la tua mano che afferrandomi mi guidava dentro di te..., il tuo corpo flessuoso piegarsi e adattarsi per poter contenere e avvolgere il mio. I tuoi gemiti incontrollati di piacere seguiti dai miei...

Infine..., la cascata di caldi e piccoli coriandoli bianchi sulla tua schiena e il tuo dolce sorriso...




IlChaos
 
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IL TUBINO NERO

Boccherini Cello Concerto No.9 in B flat major, G.482 (1)
http://www.youtube.com/watch?v=JSUoobQOJNY&list=PLCC1809C2A8F2663B
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Mi ricordo che rimasi per qualche secondo incantato e immobile a guardarti, dopo averti ceduto il passo all'ingresso.

Quel tuo modo così semplice e pieno di eleganza nel camminare sui tacchi sottili,
indossando quel tuo aderente tubino nero che lasciava le belle e bianche spalle nude...
Quelle spalle che poi vidi tremare più tardi alla brezza della notte, sulla nostra terrazza,
mentre ti accarezzavo piano, la nuca, il collo, la schiena...

La mia voglia di te...,
e le mie mani ansiose che cercavano la tua intimità.
La tua voglia di me...,
mentre le tue piccole dita scioglievano asole e bottoni.

Le tue parole appuntite, mentre inginocchiata di spalle su quella poltroncina mi hai guardato con quei tuoi occhi da gatta,
poi..., la tua mano che afferra l'orlo del tessuto di quel tubino nero,
che salendo lentamente...
ti scopre.



IlChaos
 
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Lo strano caso del signor "S"

La verità è... che prima di essere umani eravamo animali e ancora prima demoni. (Tania.)


-Buon giorno signor S, prego si accomodi...-
-Buon giorno dottoressa, una domanda... è davvero una sessuologa? Non trovo traccia di questa specializzazione nel suo curriculum...-
-Lo sono... signor S, lo sono... si fidi! Chi l'ha indirizzata a me?
-Una nostra comune amica... la Signora V.-
-Ahah... e mi vuole dire quale è il suo problema?-
-Ho un problema di carattere sessuale, molto fastidioso...-
-Si spieghi bene... su... non abbia remore...-
-Sono circa tre mesi che non riesco a... a penetrare una donna...-
-Problemi d'erezione...?-
-Macchè! No... no... mai avuto problemi del genere, solo che ho un blocco... non voglio più scopare ma solo leccare... lo sa cosa intendo... baciare la... insomma la vagina... e lì mi perdo per ore... faccio solo quello... e lavorare con le dita... ma solo sul clitoride... non dentro...-
-E per la sua personale soddisfazione come fa?-
-Non vengo e rimango duro per ore, loro... sa... le mie partner non capiscono, mi vedono e mi sentono così eretto, così duro e credono che non voglia perchè non mi attraggono ma non è vero! Non le leçço forse per ore? Non sono loro il problema ma io stesso! Allora mi propongono di essere loro a far tutto... di stendermi e di lasciarle fare... ma non mi va. Il mio piacere è leccarle... ma tutto, sa dottoressa? Insomma... seno... e vagina e ano, poi mi stendo come dicono loro ma subito le tiro a contatto della mia bocca... e le lecco...-
-E permette loro di ricambiare.. insomma lei si lascia baciare... il sesso?-
-Si si... alla fine si... lascio che mi prendano... in bocca... e godo lì... insomma solo piacere orale...-
-E prima? E come mai è nato questo problema?-
-Prima...? Mi creda... le montavo per ore! Oh... mi scusi per il termine, insomma... si che lo facevo...-
-Non si preoccupi... continui...-
-Non lo so... non so perchè ora desidero solo leccarle, succhiarle... morderle... neanche le penetro con le dita... figurarsi poi con il pene? No.. proprio no! Non ci riesco!-
-Il suo blocco non le è evidente? No certo, perché è nascosto in lei stesso. Se è così... dovremo scavare un po' a fondo, lo tiene nascosto anche a se stesso il vero motivo e io ci dovro' arrivare attraverso l'analisi...-
-Va bene...-
-Per oggi abbiamo finito... inizieremo con la prossima seduta...-


-Buon giorno signor S, prego si accomodi sul divano e si rilassi...-
-Posso togliermi la giacca?-
-Certo... quando è comodo iniziamo...-
La dottoressa si siede accanto e lo invita a raccontare di se.
-Dovremo tornare molto indietro... mi dica Signor S, quando ha avuto la sua prima esperienza di... leccare una vagina?-
-La prima proprio, dottoressa? E' stato quando avevo 10 anni...-
-Continui...-
-Lei... si chiamava Alma, aveva tredici anni e trascorrevamo assieme tutto il periodo estivo in montagna, lei ci comandava, giocavamo sempre allo stesso gioco, lei era la regina e noi i suoi cortigiani...-
-Voi... chi...?-
-Io e altri due ragazzi della mia età... il gioco consisteva nel servirla... lei comandava sempre! Ci conduceva in un prato e lì... fuori dalla vista dei nostri familiari... giocavamo... ci spogliavamo e lei si distendeva e ci comandava di leccarla... aveva poco pelo... e si mostrava. Ma...-
-Ma... cosa? Continui...-
-La sua vagina... sapeva di urina... non mi piaceva poi molto quel gioco... e il suo pelo era sempre bagnato... la dovevamo leccare a lungo e lei ci diceva come fare... e si masturbava... e ci costringeva a guardarla e a fare altrettanto...-
-Null'altro? Altre esperienze successive...?-
-La mia prima donna...-
-Continui... quanti anni aveva?-
-Quattordici... lei aveva l'età di mia madre... era una donna molto sciatta e disordinata, non brutta... diciamo che mi sedusse ma senza molta fatica dato che la desideravo da tempo e morivo a forza di masturbarmi per lei, un pomeriggio, lei mi dava ripetizioni durante il periodo estivo, successe... sapeva che la guardavo, sbirciavo le sue tette... oh... mi scusi! Il suo seno libero appena coperto da una tunica che mostrava tutto. Ero eccitato e lei ne era consapevole, ad un tratto mi fece alzare, mi prese per mano e mi condusse nella sua camera, nel suo letto ancora caldo del suo corpo... iniziò una relazione che cessò solo quando fummo scoperti... ma...-
-Ma...?-
-Ma... pochi giorni dopo... lei mi iniziò al rapporto orale, mi piaceva come mi succhiava... meno o niente quando mi costringeva a leccarla... sapeva un odore molto forte... e mi causava conati di vomito... ma lei mi teneva forte la testa contro il suo inguine e mi costringeva a leccare... a leccare... poi... anche dopo che mi ero lavato più volte... avevo il suo sapore in bocca e mi nauseava... non mi piaceva leccare allora! Tanto che non leccai vagine per molti, molti anni! Iniziai a prenderci piacere verso i venticinque...-
-Questo non ci porta alla vera causa del problema che l'affigge, sig. S, deve essere per forza più recente... ma dovremo tornarci la prossima volta... il suo tempo è finito...-


-Ora signor S, è il momento che io sia franca con lei, si è sottoposto a quattro sedute, non dico che non abbia collaborato ma non abbiamo risolto nulla... abbiamo due possibilità, la prima è che io smetta di occuparmi di lei, la seconda che mi permetta veramente di entrare nel suo subconscio e risolvere la cosa...-
-E come avverrebbe..?-
-Una o più sedute d'ipnosi indotta... vero che non sempre funziona, ci sono persone che resistono anche a questo trattamento ma con altre... va bene...-
-Non mi piace molto perdere il controllo di me stesso...-
-Forse è proprio questa la causa della sua resistenza... io sono convinta che alla base di tutto ci sia una specie di trauma che lei vuole dimenticare...-
-Come funziona...?-
-Una iniezione endovena di un composto di dopamina e altri recettori, sono anche un medico... signor S.-
-Va bene... mi fido di lei...-

Il signor S. è steso sul divano, apparentemente è in una fase di dormiveglia, la dottoressa è accanto a lui.
-Signor S. mi sente...?-
-Si...-
-Stia rilassato... va tutto bene... ora... se la sente di affrontare il vero problema? La vera causa della sua resistenza a penetrare le donne? Il perchè si limita al solo sesso orale, al cunnilinguo?-
Il signor S. si agita, muove nervosamente le mani e i suoi occhi cercano di aprirsi per poi chiudersi nuovamente.
-Mi dica signor S. che è successo veramente...-
-La figlia di V., la ragazza...-
-Cosa è successo con la figlia di V.? Parliamo sempre della nostra amica comune, vero?-
-Si... io e V. ci frequentavamo da un po' di tempo, passavo qualche fine settimana a casa sua... a volte era lei che veniva da me...-
-So di questo... ma la ragazza che centra? Si chiama Anne... vero? Su mi dica...-
Il signor S. si muove scompostamente...
-Lei... Anne... non perdeva l'occasione per cercare d'interessarmi, io subisco il fascino di questi giovani corpi, la loro freschezza, il loro profumo di gioventù, lei... appena poteva si mostrava con i soli slip, metteva in mostra quelle tettine sode con i capezzoli rivolti al cielo, e il suo culetto? Sodo e arrapante!-
-Ma Anne è ormai una giovane donna... ha diciassette anni...-
-Si...! E non perdeva l'occasione di strusciarsi contro! Appena poteva strofinava il suo seno o il culetto contro di me! Insomma... era un vero tormento, ma lo accettavo per amore di V., subivo e vivevo in eterna apprensione nella paura di non riuscire a controllarmi...-
-Continui... signor S., su mi dica...-
-La madre V. era completamente all'oscuro, lei... la ragazza, Anne, faceva tutto con malizia estrema e per questo la madre nulla sapeva... non si accorgeva, Anne... esagerava... ora cercava sempre di trovarmi solo, a volte... approfittando della assenza della madre entrava in camera, cercava il contatto... con mille scuse si spogliava e si rivestiva davanti a me... tutto era un tormento! Lei... si accorgeva della mia eccitazione... come non poteva se avevo il pene talmente duro che mi faceva male? E mi toccava... mi accarezzava... diceva che mi desiderava... che non riusciva a dormire dalla voglia di avermi... e io... ho ceduto! Ha demolito la mia resistenza attimo dopo attimo, con una perseveranza incredibile!-
-Continui...-
-Anne non era vergine... ma... quando l'ho presa io era come se lo fosse! Ho fatto molta fatica a... penetrarla... e lei... nonostante il dolore... spingeva per farmi entrare più a fondo! L'ho presa per tutto un pomeriggio... ma... lei era consenziente... disponibile... adorabilmente libidinosa! Il fatto sgradevole successe dopo... il timore di aver causato qualcosa di irreparabile mi ha scioccato...!-
-Cosa... signor S.?-
-Anne ebbe una emorragia vaginale, causata dalla mia troppa foga! L'ho davvero scopata per ore! ' sempre più forte! Sempre più a fondo! E lei che mi incitava! Che mi spronava ad essere ancora più animale! Godeva tantissimo e di tutto! Quello che voleva era il mio pene a fondo, che le sforzasse la vagina!-
-E come finì...?-
-Lei si impaurì molto... ritornò istantaneamente una bambina, infantilmente senza prendersi carico delle sue responsabilità, non era stata lei a volerlo? La mia resistenza, per quanto stoica, non era tanto grande da poterle resistere! Lei... Anne... m'incolpò della cosa, disse che avrebbe detto alla madre che l'avevo violentata! Che l'avevo rovinata! Che le avevo spaccato qualcosa dentro! Insomma... non ragionava più. La pregai di calmarsi e di fare degli impacchi di ghiaccio proprio sulla vagina. Funzionò... e poco dopo l'emorragia cessò, da una successiva visita risultò una lesione profonda ma nulla di grave. Ma... in quel momento mi ripromisi due cose, una di non aver più nulla a che fare con lei, Anne e... seconda cosa... d'interrompere la relazione con la madre, V.-
-Continui... signor S.-
-Mi accorsi che... nei miei contatti sessuali dopo questa storia non riuscivo più a comportarmi come prima. Avevo timore... di penetrare... di causare danni, sapevo di essere troppo violento, il fatto è... che quando sono con una donna che mi piace... non ragiono più razionalmente! Divento un animale! In quei momenti sono capace di tutto, presi atto coscienziosamente di questo. E' per timore mi sacrificai, limitai il mio piacere al leccare... al solo ditalino...-
-Ora signor S. lei si sveglierà... e si ricorderà tutto questo e noi lo esamineremo con molta calma... su... al mio tre si svegli. Uno... due... tre...-

-Non so davvero come ringraziarla, dottoressa... se funziona lei mi ha riportato alla vita, tenendo conto che la mia vita è fatta di sesso, sesso e ancora sesso! Ma dovrò affrontare la prova della verità, non è curiosa di sapere come va?-
-Certamente signor S, lei mi farà sapere, no?-
-Potrei fare di meglio... perchè non esce a cena con me stasera?-
-Ahah... ecco il vero signor S.! No... per correttezza deontologica e perchè sono sposata... signor S.-
Le regole possono essere infrante a volte... è un piacere farlo...-
-Sono io a proporle una alternativa... signor S.-
-Sono in attesa... dottoressa...-
-Tralasciamo la solita cosa... cena... corteggiamento... scopata. Lo facciamo qui e adesso, ma ad una condizione...
che lei lasci libera la bestia che ha dentro di se... che lasci libero l'animale... d'accordo?-


E davanti al signor S. piacevolmente sbalordito... la dottoressa inizia a spogliarsi...



T.L.
 
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Ci siamo incontrati intorno a mezzanotte e subito è scattato un feeling particolare...
Mi ha guardato negli occhi e mi ha ipnotizzato...
Piano piano si è avvicinato a me, mi ha scostato i capelli e mi ha dato un bacio sul collo, lungo e molto passionale...
Mi ha preso il viso con le mani e mi ha baciato, facendomi capire con quel gesto quanto mi desiderava.
È stato un bacio meraviglioso.
Le sue mani mi hanno accarezzato il seno da sopra la maglia, il mio corpo si è attaccato al suo , i respiri si sono fatti più intensi. Mi ha chiesto di girarmi e di dargli le spalle. Ho eseguito l' ordine senza dire niente, presa dalle sue mani. Mi ha sganciato il reggiseno, mi ha abbracciato da dietro, mi ha baciato il collo e la schiena facendomi provare un brivido di eccitazione meraviglioso.
Mi ha spogliato dagli ultimi abiti che rimanevano e ha iniziato a baciarmi. Ovunque.
Ci siamo stesi sul letto, sempre senza interrompere baci e carezze. I nostri respiri si sono uniti, le nostre voglie si sono scontrate...
L' eccitazione era al massimo, le nostre bocche completamente senza salivazione, i nostri corpi fremevano di piacere.
Mi ha chiesto di rilassarmi...mi ha fatto stendere completamente...con una dolcezza infinita mi ha aperto le gambe, mi ha guardato e mi ha completamente mangiato.
Momenti infiniti di puro piacere...
Ho ricambiato facendolo sicuramente impazzire, lo guardavo mentre lo tenevo dentro di me, i suoi occhi mi hanno fatto capire che stava impazzendo. Ho continuato , fino a portarlo al massimo del piacere ma al momento giusto, proprio come se fosse una tortura ...gli ho chiesto se voleva farmi sua. Mi ha guardato con quegli occhi pieni di passione , mi ha preso le cosce tra le mani , si è messo sopra di me e mi ha preso dentro di se.
I nostri corpi sudati si sono avvinghiati , i nostri respiri si sono uniti, i nostri gemiti si sono fatti avanti nelle nostre bocche. Le sue mani mi tenevano forte a se, le mie gambe attorno alla sua vita lo stringevano dentro di me. Volevo che quel momento non finisse mai.
Mi ha girato. Voleva farmi sentire che ero sua , in quel momento.
Mi ha spinto giù la schiena con entrambe le mani, mi ha messo le mani sui fianchi e mi ha preso con tutta la forza che poteva.
Due respiri in perfetta simbiosi.
Non volevo finire così, volevo vedere i suoi occhi e il suo viso mentre raggiungeva l' orgasmo e volevo raggiungerlo anche io così.
L' ho fatto stendere sul letto, mi sono messa sopra di lui e l' ho abbracciato.
I nostri corpi si sono mossi per attimi infiniti di piacere, le sue mani mi possedevano.
Ho visto il suo viso cambiare, sapevo che era arrivato al massimo piacere.
Volevo guardare quegli occhi che mi avevano fatto impazzire fin dal primo momento.
Volevo guardarli impazzire.
Mi ha baciato e.......lascio a voi l' immaginazione.

Siamo stati momenti infiniti sul letto abbracciati a guardarci e ad accarezzarci .
Momenti meravigliosi.
Quegli occhi...quelle mani...quelle labbra....
Chissà....


Adoro scrivere e spero di potervi passare un po' dei miei racconti....
 
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Con molto piacere... Ho un blog dove pubblico i miei racconti, che poi sono i racconti dei miei incontri.... Quindi sono felice di passarvi qualche mio pensiero.... :wink: adoro scrivere, specialmente racconti erotici e sono molto contenta di aver scoperto questo thread!
 
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LA VERA STORIA DI PENELOPE E ULISSE

Ogni volta che sono solo e LEI è fuori con le amiche, io penso a Penelope, la donna per antonomasia, fedele, casta, discreta, modesta, paziente, insomma una che non rompe.
Ma... mi chiedo, che avranno da ridere LEI e le sue amiche quando chiedo dove sono state? Ridacchiano... si guardano con uno sguardo d'intesa!
Gli addii al nubilato poi? Quando organizzano... si zittiscono quando mi avvicino! Una mi dice maliziosa... sapessi! Sapessi cosa? Cosa c'è da sapere?

Ma veniamo alla storia che è meglio.
E' diverso l'approccio no? L'uomo ha sempre lo stesso spirito di Ulisse, vuole essere libero di spaziare e conoscere il mondo, vivere situazioni nuove e intriganti, conoscere persone affascinanti ma vuole avere la certezza di avere una Penelope che lo ama e lo aspetta sempre a casa, qualsiasi cosa accada, incondizionatamente...
Anche persone tipo la maga Circe sono sopravissute nei millenni e nella versione odierna sono più forti e più ammaliatrici che mai, impossibile resistere.
Con loro fatalmente si cade, poi ci si rialza, ci si lecca le ferite e si riparte per il prossimo viaggio.
Così pensa l'uomo/Ulisse.

Invece Penelope?
Secondo il pensiero comune e convenzionale Penelope conosce il proprio uomo, lo ama così com'è, ha fiducia in lui, sa che presto o tardi lui tornerà da lei, aspetta paziente.

Ma corrisponde a quanto effettivamente sia la realtà?
Ebbene... No!

Penelope pensa che, ok..., cornuti si nasce..., ma non è d'obbligo accettare supinamente la cosa...


La vera storia di Penelope.

Penelope ne ha piene le palle, metaforicamente parlando.
Magari le andrebbe anche di passare alla storia come la sposa fedele per antonomasia, paziente e casta.... ma cazzo! Non sul serio! Che sia solo leggenda e non realtà!
In effetti quel porco di suo marito, il mitico Ulisse è via da un bel po' di tempo.
Ulisse..., figlio di Laerte per la cronaca, ma che è invece il frutto adulterino di un capriccio della madre Anticlea per Sisifo e questo proprio nella notte delle nozze!
Figlio di una zoccola che si fa scopare dall'amante appena sposata. Ma che figlio poi può procreare?
Solo uno come Ulisse. Tale e quale a Sisifo suo vero padre..., stessa porca scaltrezza.
In effetti quel grandissimo bastardo fa tutto in due e due che fa quattro!
La sposa..., la scopa prendendo al sua verginità, la mette incinta e parte per la guerra.
Tutto di fretta... eh? Non che si sia goduto quella gran fica di donna che Penelope sentiva di essere nel suo intimo.
Macchè!
Poi...? Tanto per puntualizzare viene fuori che Ulisse avrebbe voluto sposare Elena... Ma si proprio lei! Quella della famosa guerra. Ma dato che era un piccolo re squattrinato che viveva in mezzo alle pecore di Itaca si dovette accontentare, se così si può dire, di Penelope.
Appena sposato non va fuori di matto?
Parla di partire, di salvare il mondo degli achei!
Che lui è il prototipo dell'uomo, colui che ha lo spirito di chi naviga per lidi lontani in cerca di conoscenza, esperienza, verità e novità, lo spirito dell'uomo libero che vuole scoprire tra avventure gaie e drammatiche, il sapore della vita, lo spirito di chi possiede una grande forza interiore!

Fanculo..., pensa Penelope..., ti andrebbe bene di avere una donna che ti ama e ti aspetta sempre a casa..., eh? Una che aspetta qualsiasi cosa accada, incondizionatamente, mentre tu ti scopi ogni donna che incontri?
Fanculo...!
Ripete a se stessa, ma come ha fatto a fidarsi di un uomo che per motto aveva... "Mentire sempre. Rubare quando possibile. Uccidere se necessario".?
Penelope per un po', ma solo per un po', gusta il piacere strano di essere fedele e casta, ma per pochi mesi, insomma gioca a fare la donna integerrima senza debolezze ma infine una sera..., complice quel particolare vento carico di umori che viene da oriente..., cerca e trova quello che da tempo le manca.
Un cazzo solido come un ramo di olivo!
Davvero non ha importanza quello che c'è dietro al duro virgulto di carne, basta che sia vivo e respiri. Ma si..., diciamolo ora che è il guardiano dei maiali dell'isola. Un uomo tanto largo che alto, sporco e puzzolente ma che serve egregiamente allo scopo..., a farla godere dei piaceri del sesso. Alla fine.... basta con quel piacere solitario che invece di placarla la attizza ancora di più!
Non che l'isola offre molto di più, intendiamoci. Pastori di pecore, pescatori, contadini, insomma... proletari ignoranti nullatenenti, niente selvaggina pregiata.
Per qualche anno Penelope si accontenta della fauna maschile esistente, veramente ha anche messo gli occhi sul figlio Telemaco, un bel ragazzo con due occhi neri assassini, lo ha più volte tentato accogliendolo nel suo letto costruito da quel pazzo di Ulisse intagliandolo in un tronco d'ulivo che affonda le sue radici nel sottostante cortile, un letto per scimmie sembra!
Ha accolto il figlio nuda, calda, fremente con lui anche nudo ma nonostante le carezze anche spudorate il tenero passerotto che il giovane ha fra le gambe non è diventato il duro rapace aquilotto che la madre si aspettava.
Nulla di nulla.
Non convinta gli manda nel letto la sua ancella prediletta, puttana quanto lei ma anche questa fa fiasco. Ha provato di tutto ma il passerotto è rimasto passerotto.
L'arcano lo scopre alcuni giorni più tardi, in effetti il figlio Telemaco le fa concorrenza, caccia la sua stessa selvaggina!
I maschi dell'isola.
Lo sorprende mentre chinato in avanti viene inculato di brutto dal custode delle capre.
Altro duro colpo, una possibilità di godere che sfuma.
E così cerca nuove ispirazioni.
Non sa che la guerra è finita dopo esser durata 10 anni. Non sa che Ulisse intanto si sta scopando Nausicaa, Calipso, Circe e chissà quante altre puttane in giro per le isole del Mediterraneo!
Non lo sa e non le importa più.
Sa invece di preciso che l'isola non le basta e neanche i maschi esistenti.
Fa sapere alle isole vicine che si darà in sposa all'uomo che saprà farla godere di più! Il più porco, quello dotato della maggior fantasia e capacità di far godere una donna. Una specie di uomo ideale..., nel sesso.
E gli uomini..., chiamiamoli i porci?
Quelli accorrono numerosi! Giovani e vecchi, aitanti e smidollati lasciano le loro case per tentare la fortuna. Sanno della bellezza di Penelope e sono stati informati dalle voci correnti di quanto sia essa stessa una vera assatanata di cazzo!
Ormai Penelope non sa rifiutare nessuno. Non vuole. Li vuole tutti.
E qui nasce la leggenda della tela. Ma si... quella specie di cencio che di giorno tesse e di notte disfa.
La verità è un'altra... lei non vuole affatto sposarsi, vuole godere e godere, prende gli uomini a turno una notte dopo l'altra e li tiene per i coglioni, fa credere loro che ancora non sa decidersi su chi di loro sia il più porco. Che devono darsi daffare di più, essere più attivi nel farla godere. Insomma li tiene in sospeso e lo fa per tutto il tempo che crede. Non che sia solo lei a approfittare dei porci... eh? Ne approfitta anche Telemaco che ormai è diventato la seconda sgualdrina di casa. Un'altra puttana.
Ora la grande sala comune è il luogo dove si svolgono orge ininterrotte, Penelope, le sue ancelle e Telemaco si scopano tutto lo scopabile!
A Penelope va alla grande, non vuole davvero cambiamenti, no sul serio!
Ma Ulisse...? Non decide di tornare?
Naturalmente subdolo come è, mica viene come verrebbe un uomo normale, noooo! Questo bastardo si deve travestire, essere sempre coerente al suo personaggio! Ulisse torna a casa non perché vuole rivedere la moglie e il figlio, ma perché è stanco delle sue avventure. Torna a casa da vecchio, come se avesse bisogno di farsi compatire o perdonare.
Beh..., una volta tanto la sua astuzia non ce la fa. Viene riconosciuto da Penelope, come poteva credere che non fosse così? Solo un uomo sciocco e presuntuoso come lui poteva crederlo!
Penelope lo inganna e lo fa senza scrupoli. Non vuole cambiare il suo modo di vita per il ritorno di un uomo che non ama e che presto ripartirà e la lascerà di nuovo sola! No..., proprio no!
E poi..., è stanca dei suoi amanti! Sempre i medesimi? Sempre gli stessi cazzi? Li vuole cambiare..., cercare nuove emozioni, insomma rinnovare il parco uomini!
Fa credere a Ulisse che i porci siano dei prepotenti pretendenti alla sua mano e lei e Telemaco lo aiutano a far pulizia nel modo che sapete! Forse la storia dell'arco è vera o forse no, ma tanto non ha importanza.
Ulisse torna ad insediarsi da re, da padrone e questo mica va giù a Penelope nè a Telemaco. Manca loro la libertà di puttaneggiare, Ulisse è noioso, continua a parlare della guerra di..., di Achille e di come ha fottuto la città invincibile con il suo cavallo! Che noia! E scopare? Mai?
Penelope ne ha nuovamente le palle piene, sempre metaforicamente parlando.
Una bella notte... brutta per Ulisse..., lei e Telemaco che ha le palle piene del padre quanto la madre, dato che mancano anche a lui quei poderosi cazzi che riceveva nel culo fino a pochi giorni prima! Una notte insomma fanno la festa a Ulisse... Ma si..., lo sgozzano, gli tagliano la gola, lo scannano come un tacchino, scegliete voi il termine che più vi aggrada.
Lo uccidono insomma, poi lo buttano a mare legato a dei sassi per non farlo riemergere e spargono la voce che è partito verso le colonne d'Ercole..., verso l'ignoto.


Si... Questa è la vera storia...

Ma da lì nacque tutto il resto della leggenda
Come il Poeta fa dire a Ulisse...
"Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza "


E Penelope direte Voi?
Visse felice e contenta...
Telemaco?
Pure lui...


T.L.
 
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Non è un racconto erotico, non è nemmeno un racconto.
Non so neanche io cosa sia. Ho letto una notizia che mi ha commosso e così.... pensieri alla rinfusa.



La prima volta, un secolo fa.​


Frugò nella libreria di famiglia e scorse tra i ripiani un libro in condizioni pietose. La copertina e le prime pagine erano andate perdute e per poter trovare il titolo bisognava leggere sul dorso: Le affinità elettive.
Soffiò via la polvere e lo aprì. Vi trovò una lettera ingiallita, scritta in una calligrafia maschile incerta e disordinata.


Caro Michele

eccomi qua, dopo tutto quello che è successo sono ancora qua, poco saldo e con un residuo di fiducia.
Ti ricordi? Fiducia, fede, quante volte ne abbiamo parlato.
Ormai qualcosa si è rotto dentro di me, tutto è cambiato da quando ho fatto quella cosa e ne porto ancora i segni. Sono i miei tatuaggi. Anche se non si vedono li chiamo così e ci rido su, ma voglia di ridere in realtà ne è rimasta poca.
La fiducia, la fede... Amico mio, la fede è una cosa profonda ed io adesso devo inventarmi la vita.

Ti racconto com'è andata.
Allora, la prendo alla lontana e prima ti descrivo il mio metodo. Leggere, leggere, leggere tutto e poi lasciar fare al Nous, o al Logos se preferisci. Riempire il recipiente il più possibile, non importa come, quanto o quando, qualcosa succederà, qualcuno interverrà a mettere un po’ d’ordine. Forse.
Ero pensieroso e molto confuso, avevo una trentina di giganti in testa che turbinavano come elettroni impazziti. Ho passato una notte insonne con i libri sulla pancia, pronto ad aprirli al primo dubbio. Il mio collega invece ostentava sicurezza, forte del preesame superato, beato lui, e dei riassunti scritti di suo pugno. Ero pieno di dubbi sul mio metodo di studio, forse avevo preteso troppo, da otto anni non toccavo libro e di certo non ho più i neuroni di un diciottenne.
Appena arrivato davanti allo studio della prof incomincio a scambiarmi sguardi di fuoco con una ventenne bellissima: alta quanto me, mora e dai capelli setosi raccolti in una treccia fluida che le scendeva sulle spalle. Sguardo liquido, vagamente triste e labbra succose, abbellite da un rossetto vermiglio. È amore! Purtroppo arriva la prof che pretende una lista degli esaminandi, con precedenza ai lavoratori. Bene, sono secondo, lascio passare per primo il colleghino, non so perché ma mi vuole anticipare. La durata dell’esame sarà rigidamente fissata in venti minuti. Siamo tutti scaglionati come linee di autobus: il mio passerà alle 9.50 e mi porterà a destinazione alle 10.10.
Tocca al collega. Venti minuti ed è fuori. Non riesco nemmeno ad incrociare il suo sguardo per capire come sia andata, devo entrare. Devo dare il mio primo esame, cazzo.
L’interrogazione è stata incredibile. Ogni domanda sembrava impossibile. Invece dopo un po’ emergeva dall’abisso della mia confusione la soluzione, come se una mano invisibile pescasse da una boccia di vetro il biglietto con la risposta corretta. Assurdo! Cinque secondi dopo ogni domanda iniziavo a parlare e miracolosamente arrivavo a bersaglio.
Mi ha dato 30 e fatto i complimenti: “F. non si arrenda”. Il mio collega non l’ha superato, ma è dovuto tornare l’indomani per un supplemento di interrogazione. Alla fine ce l’ha fatta.
Sono rientrato a casa che la stanchezza iniziava a fiaccarmi. Il profumo del pranzo e mia madre che mi ha accolto come faceva un secolo fa: gli occhi sgranati e il sorriso sulle labbra. "Allora, com'è andata?" mi ha chiesto fintamente ansiosa e mi ha abbracciato forte. Dovevi vederla quant'era felice, troppo mi son detto, ma tu la conosci, lei è così.
Poi ho fatto una passeggiata immerso nel freddo ed ho pensato: Oggi il tempo si è fermato. Sì, il tempo si è fermato, non invecchieremo mai.
Ho pianto e non so nemmeno io perché.

Salutami tutti e dì loro che vi penso spesso.
Ora sono tornato a casa, nel posto che amo. Vivo dove ci siamo conosciuti tanti anni fa, mi sembra un secolo. Rido al pensiero di quei due bambini biondi.
Vorrei morire qua.

Lei adesso è al mio fianco, proprio ora. È sempre con me, mi è sempre stata accanto.



Antonello è morto qualche giorno fa alle 7:30 del mattino, un incidente ad inizio turno. Lavorava come operaio in una cava di marmo per pagarsi gli studi universitari. Aveva 25 anni.
 
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