[RECE] Elena la moldava (ROM) - OTR notturna - Lomazzo (CO)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Lomazzo (CO)
ZONA: 45.692032,9.038841 (allo stop di via delle Rimembranze)
NOME: Elena
NAZIONALITA': Rumena della Moldavia (Iasi?)
ETA': 23 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+RAI1 (smorzacandela)
COMPENSO RICHIESTO: 20 per il BJ, 20 per la successiva aggiunta di RAI1
COMPENSO CONCORDATO: 20+20
DURATA DELL'INCONTRO: 15-20', showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta circa 1,60, capelli scuri lunghi, viso carino, occhi scuri, fisico snello e tonica da giovane ventenne, seno n.v.
ATTITUDINE: BJ/HJ simultaneo, smorzacandela tranquillo ma efficace ; non è molto loquace: a domanda risponde, come nei verbali dei CC

LA MIA RECENSIONE:

Com'è mia consuetudine in questi ultimi tempi, mi concedo anche questa settimana una puntata sino ai paraggi di Lomazzo. Tutte le piazzole sono più o meno occupate (pare che Alina sia tornata alla sua postazione dell'autovelox), ma l'ambasciata albanese sembra sempre incustodita e anche in via Cristallo non c'è alcun segno di vita. Come ho sperimentato nelle ultime settimane, sembra che le ultime fanciulle appaiano attorno alle 22:30-22:45. Infatti, dopo qualche transito avanti e indietro, vedo comparire Julia che passeggia avanti e indietro lungo la banchina, per cercare di scaldarsi un po' dal freddo pungente (la temperatura è appena sopra lo zero). Dopo un giro dalle retrovie, riesco persino a intercettare la sua comare Cristina che, dopo averlo salutato con un bacio sulla bocca, si congeda da un nostro collega e scende dalla vettura. Compio un altro periplo dell'isolato, sperando di ritrovarla in postazione, ma la fanciulla è troppo gettonata perché l'impresa possa riuscirmi.

Fallito l'abboccamento con la Perla di via Cristallo, torno a dare una curiosata dalle parti di Lomazzo est. Allo stop della via del cimitero, non c'è la giunonica Sonia ma solo la sua collega più minuta, che è sempre accovacciata sulle gambe e intenta ad armeggiare con lo smartphone, probabilmente per trattenere meglio il poco calore del suo corpo. Mi avvicino dalle retrovie e, quando mi sente arrivare, si volta verso di me. Il suo volto è aggraziato, sicuramente più delicato di quello di Sonia, ed è coronato da capelli scuri e lisci, discretamente lunghi. Non sono sicuro che sia la stessa ricciolina dell'altra settimana, ma probabilmente si tratta di lei, perché dubito che il turnover delle fanciulle sia così frenetico.

Immaginando che l'imbosco sia lo stesso di Sonia, passo a dare una controllata e mi ripresento da lei dopo 5 minuti. Stavolta abbasso il finestrino e le faccio cenno di avvicinarsi. Rispetto alla sua collega non tenta neppure di sparare un po' più alto e propone direttamente 20, come rate per un BJ conoscitivo. Solito controllo dei paraggi col radar e le do l'Ok ad accomodarsi accanto a me. La graziosa morettina prende posto a bordo e subito si presenta come Elena (da non confondersi con la sua omonima bionda e dai fantomatici ascendenti russi, che fa comunella con Roxana). Un improvviso rigurgito di traffico si è riversato sulla Novedratese e così ci tocca attendere un bel po', prima di riuscire a immetterci nel vialone, nella direzione del suo imbosco. A sentire lei, però, il flusso di veicoli non è così sostenuto ed è abbastanza normale, per una serata infrasettimanale di metà inverno. Se non altro, l'imprevista attesa le dà il tempo di smanettare un po' col suo smartphone e di inviare un paio di messaggi via Whatsapp.

In generale, la fanciulla non è di molte parole e si limita a indicare le svolte lungo il tragitto, distratta sia dal telefonino che dalla collega-rivale che staziona al vertice sud della rotonda dell'ENI: "Scusa, ma stavo guardando chi fosse quella ragazza ...". "E' nuova?", le domando. "Sì, non l'ho mai vista", mi risponde (e magari manda anche un messaggino d'allerta ai "tutori dell'ordine", perché passino a identificare la nuova arrivata). Nel resto del tragitto, resto ammirato da come riesca ad armeggiare con lo smartphone, nonostante unghie finte che, per la lunghezza, potrebbero senz'altro essere definite artigli. Così, quando raggiungiamo finalmente lo spiazzo che sarà la nostra alcova (c'è già parcheggiata un'altra vettura), non posso non farmi mostrare la sua manicure, che ha un aspetto decisamente professionale: oltre ad essere riportate col gel, le unghie sono tinte di un blu cobalto e poi impreziosite da numerosi brillantini. Anche il volto, oltre che aggraziato, appare a sua volta molto curato, con sopracciglia disegnate, se non addirittura tatuate.

Vedendola poco ricettiva alle mie chiacchiere, evito di farle perdere altro tempo e procedo a versare l'obolo. Il tempo di arretrare il sedile e siamo pronti per dare inizio alle danze. Prima di partire, la fanciulla mi domanda la cortesia di riaccendere il motore, in modo da poter mettere il riscaldamento al massimo. Provvede direttamente lei a regolare le manopoline del climatizzatore e, con una mia certa sorpresa, scopro che è possibile alzare la temperatura sino a un livello che non sfigurerebbe in un bagno turco. "Ci sarà da sudare ...", penso tra me e me, visto che di solito in spiaggia fa meno caldo e si può tranquillamente rimanere in costume da bagno.

LA RECE VERA E PROPRIA

Senza spogliarsi, Elena si china sul mio fratellino e lo incappuccia in un profilattico trasparente di marca Sire (non che io sia così esperto in materia, ma mi è poi toccato procedere allo smaltimento dei rifiuti). Il BJ è decisamente di scuola ENI, con fortissimo supporto manuale alla base, a integrare un'azione orale priva di particolari squilli di tromba. Un'altra cosa che l'accomuna alla sua vicina di piazzola è il raffreddore, perché la sento respirare con fatica dal naso e ogni tanto deve fermarsi per prendere fiato. L'inverno non è certo la stagione migliore per divertirsi in macchina, perché le fanciulle sono sempre abbondantemente coperte. Elena, quantomeno, indossa solo un abitino bianco cortissimo ed elasticizzato, sotto il giubbotto, cosicché almeno le gambe sono a portata dei miei tentacoli. Li allungo allora verso il suo fondoschiena e, nonostante la percezione possa essere un po' falsata dai suoi collant, posso affermare con ragionevole certezza che i suoi glutei sono compatti e sodi. Lo stesso può dirsi delle sue gambe, che sono quelle di una poco-più-che-ventenne in buona forma fisica. Poi le carezzo brevemente i capelli, ma non indugio troppo lì, perché intralcerei il suo su e giù con la testa.

L'unica peculiarità della sua azione, che però trovo particolarmente stimolante, sono i leggeri grattini che pratica qua e là ai gioielli di famiglia, con i suoi acuminati artigli. La fanciulla non dev'essere però consapevole che ciò è forse la parte più gradevole della sua azione, per cui li concede con estrema parsimonia e probabilmente quando la mano è stanca di manipolare più vigorosamente la base dell'asta. Dopo 2-3 fasi d'immersione, comincia a informarsi sullo stato di avanzamento dei lavori, lasciando chiaramente intendere che non potrà trattenersi sino alle calende greche: "Ti manca ancora molto? Dài, cerca di venire, perché non possiamo rimanere tantissimo ...". Anche se non è vero, le dico che il traguardo non è lontano e le dico di insistere, riuscendo così a strapparle un'altro paio di minuti di HJ/BJ. Mentre la osservo intenta nelle grandi manovre e continuo a carezzarle le sue belle chiappette, rifletto sul da farsi: la ragazza è fisicamente carina e il parcheggio mi sembra davvero tranquillo, per cui si potrebbe provare ad accendere il televisore, cosa che non faccio praticamente mai in macchina, e provare a sintonizzare il primo canale. Così, quando Elena si risolleva sempre più irrequieta per l'eccessivo protrarsi delle operazioni, le butto lì: "Ma, in macchina, quali posizioni fai?". "Normale", mi risponde la fanciulla, probabilmente riferendosi alla missionaria. "Anche lo smorzacandela?", le propongo l'opzione meno rischiosa. "Cioè, cosa intendi?", mi chiede un po' perplessa. "Seduta sopra di me", le spiego a parole e mimando con le mani. "Ah, sì, va bene", mi conferma la fanciulla, che ha finalmente inteso la mia richiesta. "Ma anche dalla mia parte o devo per forza sedermi di là?", è proprio l'ultima domanda, per essere sicuro di essere nella posizione più sicura possibile, in caso di repentino atterraggio di mezzi alieni. Elena scruta un po' perplessa lo spazio a disposizione, ma alla fine dà il suo placet: "Sì, devi reclinare un po' il sedile, ma dovremmo starci, anche se non comodissimi" (non che ne avessi dubbi, visto che la ben più alta Laura/Lola era riuscita a incastrarsi nel pochissimo spazio tra il volante e il sottoscritto).

In realtà, manca ancora l'ultima domanda, la più importante: "E quanto vuoi, in più?". Elena ci riflette due secondi (forse per un attimo ha pensato di accettare la semplice differenza di 10), ma poi spara un extra di 20. Considerato che siamo già lì da una decina di minuti e che, in condizioni normali, la sintonia di RAI1 sarebbe iniziata ben prima, la sua proposta mi sembra ragionevole e le do l'Ok al cambio di programma. Mentre io perfeziono le nuove formalità burocratiche, lei sia abbassa le calze e le mutandine appena sopra il ginocchio e si prepara a una manovra di fine contorsionismo. E' con una certa apprensione che la osservo rigirarsi su se stessa e, intralciata sia dal poco spazio a disposizione che dal cavallo dei suoi collant, cercare di venirmi in groppa. La mia preoccupazione non è tanto per la sua incolumità, perché la vedo abbastanza ginnica, ma per quella della selleria e delle modanature della mia macchina, dato che non si è tolta le sue high heels invernali. Se la vettura fosse stata fresca di concessionario, mi sarebbe venuto un colpo al cuore, a vederla puntellarsi direttamente sulla sponda del sedile, a sinistra, e sul portaoggetti centrale, a destra. Ma, fortunatamente, la mia punter-mobile così nuova non è e posso passarci sopra.

ELENA LA CAVALLERIZZA

Messasi in groppa al suo improvvisato stallone, Elena procede con cautela all'infilamento dell'asta nella sua vagina e poi dà inizio alla galoppata. Che è più fatta al piccolo trotto (se la confronto con quella frenetica di Laura/Lola), ma che mi risulta ugualmente piacevole, forse perché l'angusto spazio a disposizione obbliga la pur minuta Elena a stare molto inclinata verso di me e dunque l'angolo di entrata molto accentuato e la contrazione della sua muscolatura addominale incrementano notevolmente l'attrito. Dato che non si è tolta o aperta il giubbotto neppure ora, nonostante le condizioni climatiche in macchina sfiorino quelle di una torrida giornata estiva nel deserto del Sahara, non ho granché da poter fare (mentre non mi sarebbe dispiaciuto saggiare la consistenza dei suoi seni). Mi limito così a carezzarle le cosce, la cui carnagione naturale è ovviamente un po' pallida, data la stagione, ma il cui tono muscolare e levigatezza sono decisamente buoni.

Dato che la fanciulla mi piace esteticamente e che la posizione provoca una forte stimolazione sul glande, procedo a ritmo di cavalleria verso la linea del traguardo. Non credo siano trascorsi più di 2-3 minuti dall'inizio della cavalcata e già la punta del profilattico si riempie del mio seme, cosa che mi accade rarissimamente, tanto è vero che devo concludere quasi tutti gli incontri con un HJ liberatorio. Ciò che invece mi succede sempre più più spesso è che le signorine non si accorgano di quanto è accaduto là sotto: neppure Elena fa eccezione alla regola e procede imperterrita nella sua galoppata, come se nulla fosse (be', in realtà ogni tanto mi domanda se manchi ancora molto :)). Non sarò certo io a dirle di fermarsi e così la lascio andare avanti ancora un po', godendomi la sua stimolazione vaginale sull'asta, che non ha ancora perso di turgore. Dopo che è trascorso più o meno un minuto, mi sembra però sleale farla continuare e, come mi ha insegnato l'amico cippolappo, simulo un orgasmo, in modo da far sventolare la bandiera a scacchi. E' però un'arte che devo ancora perfezionare, perché anche Elena sembra più attenta ai segnali esteriori (ammetto di non avere gridato come un ossesso, né di essere diventato paonazzo per lo sforzo) che a quelli interiori (cioè le contrazioni e poi il rilassamento della muscolatura). Per cui, per farle capire che può pure interrompere le danze, devo proprio lasciarmi andare in un lungo "Aaaah" liberatorio, a suggello di una sua prestazione che si era ormai conclusa oltre un minuto prima.

Elena può così sfilarsi e, con altrettanta cautela, ripete lo scavalcamento del tunnel centrale. Quando, infine, atterra sana e salva sul sedile del passeggero, può rilassare la tensione accumulata e rassicurarmi: "Scusa, ma lo spazio è davvero poco e avevo paura di rovinarti la macchina, non sapendo dove appoggiare le scarpe". Che, fortunatamente, hanno la suola gommata e quindi non sembrano avere procurato particolari danni ai punti d'appoggio. Per risistemarsi meglio, la fanciulla deve scendere un attimo dalla macchina e posso così ammirare la parte bassa della sua silhouette, dalle gambe (snelle e slanciate dalle high heels) sino a poco sopra la linea di cintura. Quando si riaccomoda, devo proprio farle i complimenti per la tonicità del suo fisico e le domando se abbia fatto la ballerina o la ginnasta, da bambina o da ragazza. "No, ho giocato a pallamano", mi spiega Elena. Al che mi ricordo che, a parte rare eccezioni (ho conosciuto anche una fantomatica pugilessa), quello è lo sport che praticano la maggior parte delle draculine, alle scuole superiori.

NON USA UBER PER PRENOTARE IL TAXI

Una volta rivestitici, provo a rilanciare il social time, ma di nuovo con scarso successo. Scopro così che ha 23 anni, è in Italia da quando ne aveva 20 ed è originaria della "Moldavia". Quella rumena, però, perché tiene a precisare che c'è anche un Paese (la Moldova, in realtà) che si chiama così. Non ho il tempo di scoprire se anche lei venga da Iasi, come molte altre OTR di mia conoscenza, perché subito si rimette a smanettare sul telefono e chiama il suo taxista, col quale conversa brevemente in italiano. Nonostante il mio volto sia ormai solcato da goccioline di sudore, tale è la temperatura all'interno dell'abitacolo, Elena dev'essere ancora infreddolita e prenota il suo viaggio di ritorno per una mezz'oretta più tardi, destinazione l'hinterland milanese. Il tempo che lei concluda la sua telefonata e siamo di nuovo allo showroom. Ci salutiamo e la lascio qualche metro prima del cartello dello stop, per evitare che tutte le persone di passaggio la vedano scendere dalla mia vettura. Lei riprende la sua postazione, per cercare di fare fruttare anche gli ultimi scampoli di questa nottata, e io invece mi dirigo verso casa, senza neppure passare a ridare un'occhiata al resto del movimento.
 
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