(seconda parte)
Ieri sera ho avuto un po' di tempo e ho raccolto le memorie della seconda parte dell'incontro con Erika ...
Facendo seguito all'antefatto narrato sopra, si parte alla volta dell'albergo, che dev'essere il medesimo usato da tutte le Terzaghine, dato che pure Ana mi aveva indicato la stessa via.
Fatta una breve tappa al bancomat più vicino, si prosegue verso la destinazione finale. Si chiacchiera del lockdown notturno che l'ha colta di sorpresa durante un suo recente viaggio a Bucuresti e allora cerco inutilmente di convincerla a vaccinarsi. L'impresa è vana, ma è divertente l'aneddoto di lei che mercanteggia col poliziotto rumeno e baratta la multa per violazione del coprifuoco con il suo numero milanese di servizio.
Arrivare a destinazione è abbastanza facile, trovare un parcheggio ben più difficile, perchè gli stalli che sembrano vuoti sono per i disabili, sono passi carrai o sono occupati dall'immancabile Smart che non vedi da lontano. Dopo 5 minuti di ricerca, ne troviamo uno in una traversa e allora ci tocca fare due passi a piedi, Erika ovviamente nella sua sobria tenuta da Terzaghina.
VISIONI RAVVICINATE
Arriviamo all'albergo, che non sembra uno di quelli a ore, la camera c'è, è un po' cara (50), ma volendo potrei tenerla tutta la notte. Alla consegna dei documenti, vedo che Erika estrae una C.I. italiana, su cui ovviamente appare un nome diverso. Poi mi racconterà di avere richiesto la residenza italiana, per evitare di passare lunghe notti in Questura, come le accadeva coi documenti rumeni.
Anche se un gentiluomo non l'avrebbe fatto, ne ammiro le gambe e le chiappette da dietro, mentre ci inerpichiamo su per le scale. Apro la porta e siamo in camera, non troppo spaziosa, ma luminosa, pulita e rimodernata di recente. Rispetto al motel, manca il classico specchio sul soffitto, ma non siamo appunto in un albergo a ore.
LO STRIP TEASE
Ben più interessante è osservare lo strip tease di Erika, che si sfila giacca e stivali, poi la maglia e la minigonna, infine i collant trasparenti e l'intimo che indossava, di marca ma dal taglio sportivo. Scesa dai tacchi dei suoi stivali da combattimento, la statura si abbassa un po' e la stimerei poco sotto l'1.65. Il fisico è davvero molto bello da vedere: snello, con l'addome piatto e con queste due bocce enormi che le pendono dal petto. Pesando almeno un chilo l'una
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, non si può pretendere che siano ritte in avanti come quelle di Venus, ma reggono ancora decentemente alla forza di gravità.
La pelle è leggermente brunita da un giro alle isole Lampados, tranne che sui seni, più pallidi e con qualche vena in vista. Ha un gigantesco tatuaggio floreale sulla parte bassa di una delle gambe, una corona sull'avambraccio sinistro e sul petto il nome del suo boy (che poi sbircerò come sceen saver del cellulare privato ... un bel ragazzo alto). Leggerissima riscrescita attorno alla vulva e piedini abbastanza piccoli, taglia 37 a suo dire.
Le consegno i due cinquantoni quale omaggio della casa, passiamo entrambi dal bidet per una risciacquata alle pudenda e poi si balza finalmente sul lettone.
SI RIPARTE
Io mi corico proprio nel mezzo, lei si inginocchia alla mia sinistra e scarta il condom dalla confezione, sprigionando di nuovo i potenti effluvi di Eau de Banane. Sono sempre stato un detrattore del gommone rosso, ma vedere il compare incappucciato da una guaina giallastra è qualcosa di inquietante. D'altra parte, pare che a Erika non piacciano le fragole ...
La scena è ben illuminata dal lampadario a soffitto e riesco a rivedere bene il suo modus operandi, che si concentra soprattutto sul glande, la parte per me più sensibile, e che si aiuta con uno smanacciamento non eccessivo alla base. I suoi lunghi capelli setosi le cascano lungo la spalla sinistra e mi solleticano piacevolmente le gambe, nel suo su e giù regolare con la testa. Evito di tediare i lettori con la descrizione di quanto già accaduto una mezz'oretta prima in macchina, ma il compare non impiega molto a ringalluzzirsi.
I miei tentacoli non sanno dove srotolarsi e quindi la carezzo un po' dappertutto, partendo dalla schiena, scendendo per le chiappette sode e per le gambe, sino ad arrivare ai piedini. I seni sono per il momento off limits, perchè il suo tronco è quasi appiattito sulle cosce.
Mi sono praticamente innamorato del suo fondoschiena e, dopo almeno 7-8 minuti di BJ, le domando se si possa proseguire con la posizione numero 69 del kamasutra, in modo da potere ammirare i suoi glutei ancora più da vicino.
YIN E YANG
Per Erika non ci sono problemi e allora si ridispone gattoni sopra di me, avvicinando il suo basso ventre al mio volto. Lei riprende a trastullare il mio compare, mentre io mi aggrappo alle sue chiappette, spalpognandole con sommo piacere. Poi struscio e divarico leggermente le labbra, anche per assicurami che sembri tutto in ordine. Nè l'occhio nè l'olfatto notano alcunché di preoccupante e, con la testa già comodamente sollevata dal cuscino, mi avvicino alla fessura del piacere. Una leccatina alle labbra (le sue, non le mie
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) e poi, in punta di lingua, mi concentro sulla zona clitoridea. All'inizio percepisco il sapore del sapone, ma quasi subito si passa a quello più naturale e un po' salato dell'acqua di mare.
LA LOCTITE AL POSTO DEL CHILLY
Non sono certo un maestro in quest'arte, ma Erika mi lascia comunque procedere così per 3-4 minuti. A un certo punto, si risolleva e mi domanda: "Proviamo? Mi vieni sopra tu?". "Come no!"... e allora ci rigiriamo sul materasso, con lei che si dispone supina e con le gambe aperte a ranocchia e io che mi puntello con gli avambracci tesi proprio sopra di lei.
Il mio lavorio di lingua dev'essere stato pessimo, lei oltretutto non accenna a umettarsi la vulva con la saliva e l'infilamento è terribilmente difficile. Anche quando il compare è dentro, sento un attrito pazzesco e, dopo una decina di percussioni lente in cui mi pare che il compare non scivoli nè avanti nè indietro, mi sfilo.
"Ma cosa hai usato, la Loctite al posto del Chilly?
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", le butto lì ridendo. Nel frattempo, il compare ha perso un po' di turgore e allora Erika inizia a smanacciarlo un po'. Medita un attimo sul da farsi, poi lo sguaina, va a recuperare un secondo condom e lo incappuccia di nuovo. "Sdraiati, chè ripartiamo ...", mi fa rimettere supino e riprende da capo col BJ.
BUONA LA SECONDA
Dopo 5 minuti così, ci riproviamo e stavolta si inumidisce un po' la vulva, prima di tentare l'infilamento. Anche stavolta c'è tanto grip, ma pian piano le pareti dell'orifizio si lubrificano e posso accelerare il ritmo delle percussioni.
Mentre mi cimento nella mia danza pelvica, Erika tiene gli occhi chiusi per la maggior parte del tempo e non posso fare a meno di notare che è davvero truccatissima, con un abominio di ombretto sulle palpebre e di eyeliner a disegnare la sagoma degli occhi. Quando li apre e mi sorride, mi convinco che sarebbe molto più carina con un make up decisamente più leggero. Per il resto, non è granchè coreografica, limitandosi a carezzarmi un po' la schiena. Se ricordo bene, nessuna traccia di Dolby Surround all'albanese.
Insisto per qualche minuto e poi mi arrendo, ben consapevole che mai riuscirei a venire durante la penetrazione, anche perchè il compare inizia ad andare un po' in affanno, dopo oltre 20 minuti in cui è stato impegnato al limite delle sue possibilità.
L'ENNESIMO BJ
Ennesimo cambio di posizione, mi rimetto supino sul materasso e si riparte col BJ. Vediamo se ci saranno le energie per tentare un'ulteriore sintonia di RAI1, ma intanto mi godo di nuovo l'azione orale di Erika e il suo bel fisichino abbronzato.
Quando il fratellino si è ripreso dall'appannamento che coglie il maratoneta al 30° km, è la morettina di Craiova ad andare in crisi, ma ci sta, perchè avrà armeggiato al microfono per una mezz'ora buona, includendo il preludio in macchina e il tempo che abbiamo trascorso sinora sul materasso. Rinuncio allora all'idea di farmi cavalcare a smorza e le do l'OK a finire con lo smanacciamento: quantomeno si rialzerà col busto e potrò trascorrere gli ultimi minuti al reparto latteria.
IL SOLITO FINALE
Quello che doveva essere un epilogo rapido, richiede in realtà ancora svariati minuti, in cui massaggio con grande piacere i suoi seni e ne titillo i capezzoli, scendendo poi a carezzare il suo addome piatto e a strusciarne le labbra. Quando Erika inizia a guardarmi con uno sguardo fra lo sfinito e l'incredulo, capisco che è il momento di passare le consegne a Federica. Un'altro paio di minuti di smanacciamento e, quando non ci credevo neppure io, un fiotto abbondante mi si riversa sull'addome e sul petto.
TUTTA COLPA DEL VACCINO
"Wow, non pensavo che ce l'avresti fatta!", esclama Erika, mentre io sto già correndo in bagno con l'asta in tiro, per darmi una rapida sciacquata prima che il nettare mi imbratti da tutte le parti.
"Ho capito perchè sei così lungo: è colpa del vaccino!", sa il fatto suo la moretta di Craiova, che nel frattempo mi ha raggiunto in bagno. "Allora cercherò di non fare la terza dose, sennò poi ci tocca stare 2 h in motel
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", le cedo il posto sul bidet. "Sono distrutta! Non so se ce la faccio a tornare al lavoro!", un po' dice la verità e un po' mente, mentre si lava le pudenda.
Tormati in camera, ci si riveste e l'aneddoto più interessante sono i suoi improperi, quando riesce a strappare le calze con le sue unghie affilate: "Azz! Ne rompo un paio a sera! Ma per fortuna ne ho un altro paio in macchina ...". La signorina deve quindi avere una vettura di servizio parcheggiata da qualche parte in zona Terzaghi.
PAGABILE IN COMODE RATE
Quando siamo finalmente pronti, abbandoniamo la camera, barattiamo le chiavi con i nostri documenti e ci riavviamo a piedi verso la mia, di macchina. Appena ci siamo riaccomodati sui sedili, le domando subito il numero di telefono, per evitare di doverlo fare alla sua mattonella: "Visto che l'hai dato al poliziotto, lo dai anche a me?
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". Nessun problema da parte sua, che estrae ben due smartphone dalla borsetta, li accende entrambi (ed è qui che vedrò fugacemente la foto del suo boy) e poi mi detta la sua utenza di servizio.
Sulla via del ritorno, mi racconta dei suoi progetti di vita, che secondo le sue stime le richiederanno ancora un annetto di lavoro in via Terzaghi, per raccogliere il capitale mancante. Tradotto in italiano, tutto era filato liscio, sinchè non ha dovuto regalare il solito macchinone tedesco al boy .. per fortuna che il resto è invece pagabile in comode rate mensili
Qualche minuto dopo, siamo di nuovo in via Terzaghi, da cui l'avrò rapita per un'oretta e mezza buona, fra il primo tempo in macchina e il secondo sul materasso. La riconsegno sana e salva alla mattonella e non mi resta che tornare a casa, avendo prosciugato nel tempo di una partita di calcio tutto il budget di un paio di settimane ...