[RECE] Nicoletta la kebabbara (ROM) - OTR notturna - Dalmine (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Dalmine (BG)
ZONA: 45.641713, 9.612859
NOME: Nicoletta (se è il suo vero nome, più probabile che sia Nicoleta)
NAZIONALITA': Rumena di Bucarest, a suo dire
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + RAI1 (mission e smorzacandela) + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 30' totali
DESCRIZIONE FISICA: alta 1,75 (dichiarati), capelli castani scuri (con riflessi ramati) sino alle spalle (ma di solito raccolti), viso carino e dal sorriso dolce ma triste, occhi castani, silhouette magra e tonica, seno non eccedente la 2° taglia
ATTITUDINE: BJ nella media, mission con buona partecipazione, una galoppatrice a smorzacandela ; sembra un po' timida, ma forse perché non padroneggia ancora l'italiano al 100%

LA MIA RECENSIONE:

METTETE IL PARCHIMETRO AL KEBAB!

Fiducioso che le nostre beniamine siano comunque al lavoro, dato che la maggior parte di loro sono ortodosse e festeggeranno la Pasqua domenica prossima, mi dirigo alla volta del boulevard, con il chiaro obiettivo di smaltire il capretto pasquale con un po' di ginnastica da camera. La prima pagina del mio personale taccuino include 3 nomi: (1) Maria la modella di biancheria intima (da altri definitiva "culetto d'oro"); (2) una delle due benzinaie del TotalErg di Osio Sotto; (3) la kebabbara Nicoletta. Ovviamente, assenze dell'ultim'ora o l'ispirazione del momento possono portare a cambi di programma non annunciati.

Appena arrivo alla rotonda di Boltiere, mi rendo conto che la mia fiducia è stata solamente in parte ben riposta. Il tempo di svoltare verso Bergamo, è già mi rendo conto che la prima della lista (nonché la sua amica) ha marcato visita. Al Benaglia intravedo una bionda arrivare dalle retrovie, ma non riesco a capire se sia Michela o la sua collega altrettanto platinata. Per continuare con la scarna lista delle presenze, esposta da sud a nord: la nuova OTR un po' cicciottella al Quadrilatero, le due custodi del TotalErg, una bionda non più giovanissima nello slargo che precede la Socaf, due giovani amazzoni (bionda e mora) nello spiazzo appena prima del Paninaro, la mora Giulia all'ingresso del 525, la nuova Ginascore sul lato sinistro della rotonda della REA, una ragazza nell'oscurità del pont dell'autoroute, Adriana sotto la pensilina del Kebab e Nicoletta poco più avanti. Da lì in poi, il deserto assoluto: nessun segno di vita al Grana Padano, né all'UTB. Rinuncio a proseguire sino alla promenade, perché significherebbe buttare via una mezz'oretta (non penso proprio che i vari A-Team siano usciti dai rispettivi garage, la sera di Pasqua) e faccio il giro di boa.

Segue un paio di vasche strette attorno al velodromo di Dalmine, per attendere che si liberi un parcheggio nei pressi di Nicoletta (ce ne sarebbe uno libero proprio alla piazzola di Adriana, ma mi sembrerebbe troppo sfacciato parcheggiarle accanto e poi salire con una delle sue acerrime rivali :)). A questo punto, è evidente che devo attendere che il cliente di Alina o che qualche avventore della Playhouse, persi tutti i soldi alle slot machine, decidano di abbandonare la scena, cedendomi uno degli stalli. Per inciso, la 147 a bande bianco/rosse (e con l'immancabile targa Dobric) dev'essere in qualche modo collegata ad Adriana, perché ci sono delle bottigliette appoggiate sul tettuccio.

Dovendo pazientare un po', allungo il giro sino a Osio Sotto, per scrutare più da vicino le benzinaie. I fisichini sono niente male, mentre i visetti sono più nella norma, con una preferenza per la bionda. Non devono avere lavorato granché, perché invitano a gran voce il loro "amore" (che sarebbe il sottoscritto ...) a fermarsi. Il dado è però già tratto e torno verso Dalmine. Il tragitto è utile per poter vedere meglio, alla potente luce dei lampioni, la nuova custode del pont de l'Autoroute che sta tornandose alla sua macchina, parcheggiata a sua volta sotto la pensilina del Kebab. Si tratta di una ragazza di età stimabile tra i 25-30 anni e dall'aspetto piacente, riconoscibile per una voluminosa chioma rossa e per l'abbigliamento all-black.

L'ATTERRAGGIO, FINALMENTE

Non mi faccio però distrarre neppure da lei e, con una perfetta manovra d'atterraggio a spirale (ancora un altro giro del velodromo e sarei stato pronto per la Sei Giorni di Dalmine :)), parcheggio la mia vettura nello stallo che si è appena liberato, più o meno a cinque metri dalla coppia Nicoletta + Alina (che, nel frattempo, è scesa dal civico 22). La più esperta delle due fa un chiaro cenno all'amica ("Vai pure, questo è tuo") e la spilungona si avvicina, per l'intervista di rito. Mi conferma che non sono arrivato troppo tardi (lo sapevo già, ma di qualcosa bisogna pur parlare :)), mi dice che riceve solo ai piani alti del Kebab e per il consueto rate, per cui non ci vuole molto a mettersi d'accordo.

In perfetto stile ciclistico, parte la gara a inseguimento: il tempo di raccogliere i miei averi e di uscire dalla macchina, e lei è già dall'altra parte della strada. Passo sotto la targhetta col numero 22, e lei è già in cima alla scala. Completo anch'io l'arrampicata di sesto grado, e Nicoletta sta già aprendo la porta del celeberrimo scannatoio, che migliaia (se non milioni) di colleghi devono avere varcato ai tempi di Carla. Appena entrato, finalmente mi dà il benvenuto e mi fa subito svoltare a sinistra, nella stanza dove mi sono sempre accomodato, quelle 2-3 volte che mi sono intrattenuto con le padrone di casa. La buona notizia è che il feroce Jimmy dev'essere a cuccia da qualche parte, per cui riesco a entrare indenne nella camera da letto e la porta si chiude dietro di me (in realtà, è ovviamente Nicoletta a chiuderla :)). L'altra cosa che mi balza all'occhio è che devo essere mancato da parecchio tempo, perché ora il letto è disposto trasversalmente (con la spalliera appoggiata contro la parete di destra), le pareti sono tinteggiate di azzurro (mentre ricordavo un rosa Hello Kitty) e un paio di sgabelli e una credenza rendono un po' più pratiche le operazioni di svestizione.

NICOLET(T)A DA BUCAREST

Rapide presentazioni reciproche (lei ovviamente come Nicoletta, sedicente rumena di Bucarest) e, come ai tempi di Katia, è già il momento dei "soldi subito" (ma, forse, perché è la prima volta che ci incontriamo). Di fronte a un ordine tanto tranquillo quanto perentorio, non posso che ubbidire, procedendo a regolare immediatamente gli aspetti burocratici. Mentre consegno i soliti foglietti filigranati a Nicoletta, non posso non notare quanto sia alta: indossa ancora le high heels e credo che sfiori tranquillamente l'1,90. Dato che io non sono un watusso, il confronto è quasi imbarazzante, un po' come mi era capitato con la giunonica Corinne di Bergamo (1,82 s.l.m., senza tacchi). Il fisico di Nicoletta, che posso vedere man mano che si spoglia, è però ben diverso: oltre che alta, è anche davvero magra, ha addominali scolpiti dalla ginnastica notturna e sue seni di piccola taglia (che, con un po' di generosità, si potrebbero classificare di una 2° scarsa). Mi ricorda molto Anna (prima che il guru rumeno del silicone facesse lievitare le sue "gemelle" :)), che però era ancora più magra e decisamente più bella di lineamenti. Quelli di Nicoletta, pur non essendo folgoranti, sono comunque carini e trasmettono un senso di dolcezza. Gli occhi sono castani e i capelli sembrano avere la stessa tinta, seppure con riflessi un po' ramati (ma forse è solo l'effetto dell'illuminazione).

"Ma non avevi freddo?", le domando, mentre la osservo spogliarsi. Rimosso il giubbotto e le high heels, sotto aveva solo una maglia neppure troppo pesante, una coulotte e delle parigine nere. "Solo qui", mi risponde con un sorriso timido, indicandosi la parte alta delle gambe, che era incredibilmente a pelle scoperta (nonostante, fuori, la sera di Pasqua sia quasi più fredda di quella di Natale!). Mentre io mi do una lindata alle pudenda con i fazzolettini umidificati, lei si prepara ginocchioni sul lato destro del lettone.

LA RECE VERA E PROPRIA

Mi corico supino proprio nel mezzo e lascio che dia inizio alle danze. Scarta il profilattico (un Pamitex trasparente), vi infila dentro le dita e lo dilata al massimo, per poi infilarlo a crudo sul fratellino, che nel frattempo provvedo a tenere ritto. Ciò fatto, si china su di lui e comincia il BJ, che è abbastanza semplice nella sua dinamica (il classico su e giù con la testa, senza molte variazioni sul tema), ma fatto con dedizione e di lunga durata. Nicoletta deve avere preso parecchio freddo (e non è solo la temperatura glaciale delle sue cosce, a confermarmelo), perché la sento spesso inspirare energicamente dal naso, non avendo un fazzoletto a portata di mano. Mentre lei è all'opera, accovacciata alla mia destra, inizio a carezzarle la schiena e le gambe. Se avessi un sensore a infrarossi, sarebbe di un rosso tropicale sul tronco e dalle ginocchia in giù e di un blu polare in quel paio di spanne che vanno dalla linea della cintola a dove arrivava l'elastico delle sue parigine. Non potendo accedere alla vulva, concentro i miei massaggi soprattutto lì, per cercare di scaldarla un po' e portarla oltre la soglia dell'ibernazione. La pelle è nel complesso abbastanza liscia, anche se ha qualche piccola smagliatura all'altezza dei fianchi ed è evidente che non spenda una fortuna dall'estetista (non pare lampadata né essersi mai sottoposta a strani impacchi abbellenti e anche la manicure e la pedicure sono molto semplici, probabilmente fatte in casa). Quando si rialza un po' col tronco, mi intrufolo sotto e manipolo anche i seni, che sono appunto piccoli ma discretamente sodi. Poiché non sembra apprezzare molto il mio titillamento dei capezzoli (forse sono molto sensibili), evito però di insistere troppo a lungo.

Dopo almeno 4-5 minuti di BJ, è il momento dello "scopiamo?". La proposta non può che trovarmi d'accordo, per cui ci rigiriamo sul lettone, per passare alla fase successiva dell'intrattenimento erotico. Ciò che mi entusiasma meno è vederla spremere un po' di lubrificante (di marca HR, a me sconosciuta) sulle dita: la quantità è poco più di una nocciolina, ma va inevitabilmente a finire dove temevo. Mentre osservo le operazioni preparatorie, noto che le sue piccole labbra lo sono anche di fatto, ma che sporgono in modo evidente (come delle mezzelune) dal profilo di quelle grandi. Nicoletta apre le gambe a ranocchia, mi posiziono sopra di lei, lascio che s'infili l'asta nella vagina e poi mi calo per dare inizio alle percussioni. Deve avere un'orifizio abbastanza stretto (senz'altro non le Grotte di Frasassi che avevo potuto esplorare con Carla :)), perché percepisco un certo senso di costrizione. Dopo un paio di oscillazioni avanti e indietro, è Nicoletta a chiedermi di fermarmi e di sfilarmi un attimo. Ripetiamo le operazioni di allineamento e si può ripartire, in modo un po' più confortevole (anche se ci vorranno almeno un paio di minuti prima che la fanciulla rilassi la sua tensione muscolare e/o si autolubrifichi e, finalmente, lo stantuffamento divenga davvero del tutto piacevole). Come da mio solito, mi calo del tutto su di lei, le cingo una scapola con un braccio e le carezzo delicatamente la fronte e le tempie con l'altra mano. Piano piano, Nicoletta sembra sentirsi più a suo agio, perché ricambia le mie attenzioni, massaggiandomi dapprima la schiena e poi stringendomi più fortemente le spalle. La sua testa è appena reclinata su un lato, i suoi occhi chiusi e una parvenza di sorriso si delinea sulle sue labbra.

Procediamo così per un paio di minuti, che sono accompagnati dal "tik tok" delle lancette dell'orologio appeso alla parete, dal nostro leggero ansimare e dal progressivo scaldarsi dei nostri corpi. A un certo punto, Nicoletta si sveglia dal suo letargo (dovrò rivedere il mio modus operandi, perché anche Michela mi si era quasi addormentata tra le braccia, durante la mission :)) e mi chiede ancora di sfilarmi un attimo, perché vuole controllare il profilattico. Non so quale fosse la sua preoccupazione, perché il condom è ben teso sino in fondo e non è sicuramente rotto. Forse sperava che avessi già tagliato il traguardo, perché dà un'occhiata alla punta e poi mi dà l'Ok a ripartire. Mi reinfilo e, a questo punto, proseguo rimanendo puntellato sugli avambracci e compiendo percussioni un po' più energiche (più che altro per tenerla sveglia :D)). Mentre compio la mia cavalcata, Nicoletta mi serra i fianchi, accompagnando il mio movimento oscillatorio. I suoi occhi restano prevalentemente chiusi, probabilmente perché la imbarazza incrociare il suo sguardo con il mio. Non potendo guardarla in volto, vengo allora rapito dai suoi addominali che - complice la sua magrezza - appaiono davvero impressionanti. A mia memoria, credo di averne visti di simili solo ad Anna.

PIU' GALOPPO CHE TROTTO

Quando l'acido lattico comincia a scorrere a fiumi nei bicipiti, rallento l'andatura, struscio un po' il mio pube contro il suo e poi le chiedo il cambio di posizione. "Pecorina?", mi domanda Nicoletta. "No, sei davvero troppo alta! Ti va di venirmi sopra?", le faccio la mia contro-proposta, che è accettata senza esitazione. Ancora un po' di lubrificante sulla vulva e la fanciulla si infila sulla mia asta protesa verso l'alto. Puntellati i suoi palmi accanto alle mie spalle, parte una galoppata che mi lascia a bocca aperta, perché per un buon minuto riesce a tenere una frequenza che ho visto raramente, alle numerose latitudini ove mi ha condotto il mio vascello. Data la frenesia del movimento, non so quasi dove toccarla, perché ho timore di intralciarne la ginnastica da camera. Alla fine, mi accontento di carezzarle un po' le gambe e poi di serrarle i fianchi, osservandole i seni che ballonzolano in preda alle forze d'inerzie e di gravità. Purtroppo anche Nicoletta è fatta di carne e ossa e non è bionica, per cui dopo un po' deve passare dal galoppo al trotto. Si risolleva perfettamente eretta, impugna i miei polsi e - usando sia la spinta dei quadricipiti che quella dei bicipiti, per issarsi alternativamente verso l'alto - prosegue così per un buon mezzo minuto. A questo punto, mi tocca purtroppo sentire il ritornello di quello che dev'essere il tormentone musicale del momento in Romania: "Tu vieni?" ("Vii?", in lingua originale coi sottotitoli alla pagina 777). "Manca ancora un po' ...", guadagno tempo e do il la alla strofa successiva, che è un'altra galoppata fatta ad andatura solo di poco inferiore alla precedente.

Ma siamo di nuovo al ritornello e quindi mi tocca proprio darle il permesso di concludere le operazioni manualmente. Nicoletta si sfila, si posiziona alla mia destra e, senza pulire o rimuovere il condom (che è evidentemente unto del lubrificante e dei suoi umori), inizia a smanacciare l'asta. Non ricordo con esattezza la sequenza della operazioni, ma devo avere sentito almeno altre 2-3 volte il tormentone "Tu vieni?", prima dell'"Io viene :)" finale e liberatorio. Comunque, devo dare atto alla ragazza che le sue richieste sono sempre state fatte con garbo (era più la voce della disperazione che quella della scocciatura, a parlare) e che sono sempre bastate un paio di parole di miele e delle carezze delicate, per farla rimettere all'opera.

PIU' ALTA DI MIMI AYUARA, MA NON GIOCA A PALLAVOLO

Mentre ci rivestiamo, è come al solito il tempo per il social time conclusivo. Assodato che non è più giovanissima (25 anni da lei dichiarati) e che è arrivata da poco in Italia (4 mesi a sentire lei, ma era lì al Kebab già lo scorso agosto), è inevitabile porle qualche domanda in più. Data la sua statura ragguardevole (io ho sparato 1,80, ma lei mi ha corretto al ribasso con 1,75), ma la immaginavo emula di Mimì Ayuara (ecco dove avevo già visto lo stesso colore di capelli :)), quale alzatrice titolare della plurititolata Dinamo Bucarest. Ma Nicoletta non ha giocato né a pallavolo né a basket e non ha neppure studiato, in questi anni che sono trascorsi dalla sua maggiore età. Come tante sue colleghe, ha trascorso questo tempo a crescere la sua progenie e ora è in Italia per la consueta raccolta accelerata di capitale. Poiché il suo fisico davvero non tradiva una maternità, Nicoletta conferma la cosa con una certa civetteria, mostrandomi appunto che ha solo delle piccole smagliature sulla parte posteriore dei fianchi.

Rivestitomi, abbandoniamo la stanza da letto e ci congediamo con i soliti bacetti di rito, davanti alla porta dell'appartamento. Una controllata nello spioncino e posso lasciarmi la scena del crimine alle spalle. Mentre scendo le ripide scale e leggo al contrario le due grosse cifre del "civico 22", mi viene da ridere, pensando al compare cippolappo, che tante avventure ha vissuto in questa palazzina, con la sua amica rumo-spagnola Diana. Quando sbuco a riveder le stelle, non è Adriana (che forse è su in camera o forse è già tornata a casa) ma Alina, a seguire con una certa attenzione il mio attraversamento della strada. Poiché non credo che sia preoccupata della mia incolumità (anche perché sono ormai le 3 di notte e il boulevard è deserto), immagino che stia domandandosi se mi abbia già visto da qualche parte (sul suo letto, ovviamente ...) e se l'amica/rivale Nicoletta non le abbia soffiato un potenziale cliente. I nostri sguardi si incrociano brevemente, le sorrido e poi mi dirigo verso la macchina, per tornare a casa.
 
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