@cazzone843
secondo me ci ragioni troppo su: la loro pretesa di essere migliori... la marea di complessi per pagare per fare sesso... avere compassione/pietà oppure smettere di averla... e soprattutto "so perfettamente che moralmente tutto questo è sbagliato".
Le esercenti non sono né migliori né peggiori delle altre, non c'è da farsi alcun complesso per pagare per fare sesso, o per farsi, avendo l'età, una marea di seghe (quelle vere, non quelle mentali), non c'è da avere né compassione né pietà perché non c'è nulla da compatire nella condizione dell'esercente, e non c'è da dare mai giudizi morali né su di sé né sugli altri per cose come il sesso a pagamento.
Per me è semplice: dove non c'è vittima non c'è peccato.
Io sono convinto che 100% delle esercenti maggiorenni non siano sfruttate e che lo "sfruttamento" sia una moderna favola moralista, come la teoria virale dell'AIDS (su cui vorrei evitare di aprire un fuoritema, chi vuole informarsi s'informi).
L'esercente esercita perché ha scelto quella professione, per uno di due ottimi motivi, o per entrambi. E si tratta di una scelta comprensibile e razionale, nulla da disapprovare o commiserare. Il cliente ha anch'egli ottimi motivi per pagare le prestazioni, comprensibili e razionali, e non c'è nulla da disapprovare o commiserare.
Dovremmo liberarci dalla "drammatizzazione" della prostituzione, che viene vista - anche da alcuni clienti - come un sordido mercimonio pieno di conflitti interiori. Se ti piace fallo allegramente, non fai del male a nessuno.