Siete d'accordo che un uomo....

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La valenza del Segolonpensiero, della relazione trina uomo-donne, è sempre stata riconosciuta dall'istituto del concubinaggio.


Per esempio, io me la ricordo benissimo la porticina murata che metteva in comunicazione lo studio di mio nonno con l'appartamento della serva. Murata dopo che il nonno è morto, per evitare inutili correnti d'aria. La serva poi ci è invecchiata dietro quella porta. Non si licenziano i famigli in regime di servitù della gleba. Una volta che la padrona aveva scelto la pollastra per il padrone, era per la vita. Poi l'evoluzione sociale ha prodotto la famiglia nucleare basata sulla relazione duplice uomo-donna che, tuttavia, non mi pare se la passi tanto bene.


La relazione coniugale era quella che garantiva la salvaguardia dell'integrità patrimoniale, la relazione con la serva era quella che teneva lontano il padrone dal bordello, il principale pericolo per il patrimonio. Oggi per il matrimonio.
 
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La relazione coniugale era quella che garantiva la salvaguardia dell'integrità patrimoniale, la relazione con la serva era quella che teneva lontano il padrone dal bordello, il principale pericolo per il patrimonio. Oggi per il matrimonio.
Uhm...
Temo però che oggi eventuali "serve" potrebbero essere assai più pericolose dei bordelli, per il matrimonio, e molto più..."impegnative".
Una moglie forse- dico forse- potrebbe perdonare al marito insignificanti scopatelle con prostitute, vedrebbe invece assai peggio una relazione extra coniugale duratura con un'altra donna, a meno che quest'altra donna non sia effettivamente una serva a tutto tondo, ovvero del genere trattami come uno straccio, ed effettivamente tali disgraziate non mancano e in genere sono poco nocive per il legame principale.
 
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[FONT=Georgia, serif]Hai ragionissima, amore mio, mi riferivo a garanzie lavoristiche del passato.
Oggi consegnare una badante ucraina al vecchio è micidiale per il patrimonio. Lo sanno bene gli eredi.[/FONT]
 
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Allora, ho letto una frase interessante in un romanzo di Iris Murdoch e siccome sono una persona generosa voglio condividerla con voi, perché mi sembra proprio adatta a questo topic:

Conduceva una doppia vita. Ciò faceva di lui un bugiardo? Niente affatto, non si sentiva un bugiardo, era un uomo con due verità

E' possibile essere persone oneste con due verità?
 
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Ci sono alcune persone, profondamente false, che mentono sapendo di mentire. La maggior parte però non ha la minima consapevolezza di mentire e crede a quello che, in tutta onestà, in quel momento trova più conveniente.



Che cosa fa la differenza fra un fedifrago e un soggetto affetto da personalità multipla?
Qualcosa che è al di fuori del soggetto stesso. L'osservatore
 
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Allora, ho letto una frase interessante in un romanzo di Iris Murdoch e siccome sono una persona generosa voglio condividerla con voi, perché mi sembra proprio adatta a questo topic:

Conduceva una doppia vita. Ciò faceva di lui un bugiardo? Niente affatto, non si sentiva un bugiardo, era un uomo con due verità

E' possibile essere persone oneste con due verità?

Per quanto mi riguarda non ci possono essere due verità ed un bugiado è sempre e solo un bugiardo ... però riconosco che un ottimo bugiardo è colui che dice sempre una profonda verità priva di qualche elemento essenziale !
 
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Allora, ho letto una frase interessante in un romanzo di Iris Murdoch e siccome sono una persona generosa voglio condividerla con voi, perché mi sembra proprio adatta a questo topic:

Conduceva una doppia vita. Ciò faceva di lui un bugiardo? Niente affatto, non si sentiva un bugiardo, era un uomo con due verità

E' possibile essere persone oneste con due verità?

Io, con una sola verità, non lo sono stato. Spiego..
Nei confronti delle mie occasionali amanti non ho mai raccontato balle, proponendomi sempre per quel che ero: uno a cui piacevano troppo le donne e per niente pago della relazione che vivevo con mia moglie, cercavo di finirci a letto.
Cosa diversa invece con lei, per averle troppe volte mentito.

In generale può anche starci, pur vedendola molto difficile, a condizione che l'uomo per mantenere in essere le due o più relazioni, non debba ricorrere ai soliti metodi ingannevoli di noi fedigrafi, facendo risultare evidente sotto la luce del sole quello che fa.


 
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Mi state suggerendo spunti interessanti.
Comunque mi sembra di capire che secondo voi non può esistere un sincero dualismo.
 
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Guntherlinden

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Allora, ho letto una frase interessante in un romanzo di Iris Murdoch e siccome sono una persona generosa voglio condividerla con voi, perché mi sembra proprio adatta a questo topic:

Conduceva una doppia vita. Ciò faceva di lui un bugiardo? Niente affatto, non si sentiva un bugiardo, era un uomo con due verità

E' possibile essere persone oneste con due verità?

Interessante quaestio, Petra, che apre spunti di discussione molto interessanti.
Se parli della mutevolezza dei comportamenti a seconda delle situazioni e il mostrare diverse sfaccettature della propria personalita' a chi ti sta di fronte, beh quello è abbastanza normale.
Altro se parli di vivere due o piu' vite diverse indossando di volta in volta i panni che ci aggradano meglio.
il 100% delle persone che scrivono o leggono questo forum conducono una "doppia vita".
Cio' ne fa persone oneste o disoneste?
Ritengo che l'onesta' sia al di sopra della distinzione delle vite... cioe' a dire: che male c'e' a vivere due vite diverse se in entrambe ci si comporta onestamente?
Molto piu' interessante sarebbe considerare se questa molteplicita' comportamentale rientra nella patologia o nella piu' banale ricerca di appagamento.
Altra considerazione
I punter dedicano alla loro attivita' ludica una piccolissima parte della loro vita.
Escort, loft e otr dedicano alla loro attivita' lavorativa una notevolissima parte della loro giornata.
Attivita' lavorativa che peraltro impone necessariamente di vivere due vite diverse ( salvo casi sporadici) con l'inevitabile possibile rischio di uno sdoppiamento della personalita'.
Conoscevo una escort che si riferiva a se stessa in due modi e chiamandosi con due nomi a seconda della situazione...molto molto triste.
Ne discende che il punter è sempre appagato quando esce dalla routine quotidiana per dedicarsi al suo hobby, mentre le esercenti sono probabilmente per la maggior parte annoiate se non addirittura schifate dal lavoro che pur da' loro il pane ( a volte anche una Ferrari, pero' ).
Stante questa considerazione della diversita' e necessita' di vivere due vite diverse ( scusate la tautologia ) è ovvia la risposta anche alle domande sul vero amore o sulla vera amicizia fra le due categorie. ( ovvio che non si puo' generalizzare e in alcuni casi è possibile)
Il punter è comunque se stesso, anzi spesso rivela un lato profondo e nascosto di se stesso che puo' manifestare solo in rari momenti.
L'esercente è ex-officio una persona altra da se', dovendo spesso adattare e forzare la propria natura a seconda della persona che le si para davanti.
Quindi è un rapporto sfasato e falsato sul nascere.

Azz scusate...ho scritto troppo...sarebbe comunque una bella conversazione da serata invernale...
 
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Mi state suggerendo spunti interessanti.
Comunque mi sembra di capire che secondo voi non può esistere un sincero dualismo.

Non ho detto che non possa esistere. La vedo però molto dura a trovar realizzazione, cosa possibile unicamente tra persone libere da pregiudizi e con canoni comportamentali al di fuori dalla norma.
 
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[FONT=Georgia, serif]Scusatemitanto ma stamattina mi va di fare il pedante/precisante[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]Bunga,vorrei farti rispettosamente notare che un fedigrafo potrebbeessere al massimo uno che scrive qualcosa sulla fiducia, non untraditore.[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]Leonardo,la sindrome bipolare è un disturbo maniacale, non della personalità,cosa c'entra coi fedigrafi?[/FONT]
 
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Che cosa fa la differenza fra un fedifrago e un soggetto affetto da personalità multipla?
Qualcosa che è al di fuori del soggetto stesso. L'osservatore

No, assolutamente no, o quanto meno non solo.

Il primo è cosciente del fatto che costruisce ad arte diverse realtà, il secondo no.
 
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No, assolutamente no, o quanto meno non solo.

Il primo è cosciente del fatto che costruisce ad arte diverse realtà, il secondo no.
Mi sembradi capire che , da psicopatologo, assumi il paradigma della malattia mentale come espressione del grado di coscienza. Che a sua volta èinversamente proporzionale a quello dell'onestà.

Sarei d'accordo, forse è la dinamica che genera la dottrina e la morale. Oltre che,
ovviamente,il DSM.
 
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Tralfamador
Allora, ho letto una frase interessante in un romanzo di Iris Murdoch e siccome sono una persona generosa voglio condividerla con voi, perché mi sembra proprio adatta a questo topic:

Conduceva una doppia vita. Ciò faceva di lui un bugiardo? Niente affatto, non si sentiva un bugiardo, era un uomo con due verità

E' possibile essere persone oneste con due verità?

Cara Petra, ti risponde Iris Murdoch: chi conduce una doppia vita può benissimo non sentirsi un bugiardo: però lo è.
Se vogliamo sviluppare un poco, non si sente un bugiardo perchè mentre sta con A sente un profondo trasporto per A, e mentre sta con B sente un profondo trasporto per B; e per quanto diverse possano essere le sfumature dei suoi rapporti con A e B, c'è qualcosa che le accomuna, che le fa sembrare quasi la stessa cosa: il piacere che ne prova lui, e il profondo (ancora più profondo) trasporto che sente per se stesso.
Sintesi: avere più rapporti contemporaneamente può essere molto, molto piacevole ed eccitante. Però, se cominciamo anche a dirci che è giusto, corretto, onesto (onesto!) diventiamo degli ipocriti.
 
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rimini
Allora, ho letto una frase interessante in un romanzo di Iris Murdoch e siccome sono una persona generosa voglio condividerla con voi

E' possibile essere persone oneste con due verità?

Mi permetto di aggiungere: è possibile ritenersi persone generose divulgando le frasi di Iris Murdoch?
 
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Mi sembradi capire che , da psicopatologo, assumi il paradigma della malattia mentale come espressione del grado di coscienza. Che a sua volta èinversamente proporzionale a quello dell'onestà.

.

No. L'affetto da schizofrenia è malato, pur avendone coscienza (ancorchè discontinua). Nessuno può essere definito disonesto in quanto afflitto da malattia mentale. La disonestà è materia per la morale, al limite per l'etica.
 
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