No. L'affetto da schizofrenia è malato, pur avendone coscienza (ancorchè discontinua). Nessuno può essere definito disonesto in quanto afflitto da malattia mentale. La disonestà è materia per la morale, al limite per l'etica.
Non intendo negare a priori l'esistenza delle malattie mentali, mi è capitato divedere alcuni psicotici rinchiusi in reparto. Però conosco anche qualcuno che sulla sua “malattia” ci marcia parecchio. Cioè, gente che, da quando è riuscita a ottenere unadiagnosi/etichetta/patente di sindrome bipolare, per esempio, fa quel cazzo che le pare, tanto è ammalata e quindi deresponsabilizzata da ogni sua azione.
Ora, la mia domanda (retorica) è, esiste un criterio plausibile per scremare questi “falsi positivi”, oppure la cosa fa comodo un po' a tutti, non ultimi gli spacciatori di litio?