Io però mi domando sempre chi sia il paziente 0 anche tra sti adolescenti.
Perché le malattie non si generano dal nulla, vengono trasmesse.
E se faccio la semplificazione che un adolescente sia tendenzialmente vergine e comunque poi potrà solo scopare con altri adolescenti, per quanto attivo sessualmente, dovrei concludere che abbia poche per non dire nulle possibilità di contagio.
Altrimenti devo fare almeno due altre ipotesi, che anzi sono una unica formulata diversamente:
- o scopa anche con adulti, che a sua volta scopano con tanti altri adulti senza precauzioni (nel qual caso dimostrano anch’essi comportamenti esecrabili)
- o addirittura anche gli adolescenti frequentano sex workers (nel qual caso in verità si ritorna al caso precedente perché si può dare quasi per scontato che i sex workers siano persone adulte)
In tutti i casi si vede che biasimare unicamente gli adolescenti oltre ad essere un giudizio parziale e tendenzialmente sbagliato mentre bisognerebbe comunque sempre includere anche gli adulti.
Il problema anche qui è sempre lo stesso: quando un medico rileva una mst dovrebbe sempre fare, anche solo per fini statistici, il tracciamento dei contagi ben oltre il contatto diretto che gli sta raccontando il paziente.
Ma, sappiamo tutti che è impossibile farlo, non solo per una questione di privacy, bensì di resistenza delle persone (che evidentemente hanno qualche problema nell’assumersi le proprie responsabilità).
Spiace vedere che professionisti come Bassetti cadano anch’essi in questo tipo di fallacie logice.
Perché le malattie non si generano dal nulla, vengono trasmesse.
E se faccio la semplificazione che un adolescente sia tendenzialmente vergine e comunque poi potrà solo scopare con altri adolescenti, per quanto attivo sessualmente, dovrei concludere che abbia poche per non dire nulle possibilità di contagio.
Altrimenti devo fare almeno due altre ipotesi, che anzi sono una unica formulata diversamente:
- o scopa anche con adulti, che a sua volta scopano con tanti altri adulti senza precauzioni (nel qual caso dimostrano anch’essi comportamenti esecrabili)
- o addirittura anche gli adolescenti frequentano sex workers (nel qual caso in verità si ritorna al caso precedente perché si può dare quasi per scontato che i sex workers siano persone adulte)
In tutti i casi si vede che biasimare unicamente gli adolescenti oltre ad essere un giudizio parziale e tendenzialmente sbagliato mentre bisognerebbe comunque sempre includere anche gli adulti.
Il problema anche qui è sempre lo stesso: quando un medico rileva una mst dovrebbe sempre fare, anche solo per fini statistici, il tracciamento dei contagi ben oltre il contatto diretto che gli sta raccontando il paziente.
Ma, sappiamo tutti che è impossibile farlo, non solo per una questione di privacy, bensì di resistenza delle persone (che evidentemente hanno qualche problema nell’assumersi le proprie responsabilità).
Spiace vedere che professionisti come Bassetti cadano anch’essi in questo tipo di fallacie logice.