A me sembra che i "problemi" in una situazione simile derivino principalmente da due questioni: una più o meno velata transfobia/paura dell'insinuarsi di dubbi sulla propria sessualità nella mente del punter e una generale disonestà da parte delle esercenti che abusano di photoshop e simili.
Se le foto non fossero pesantemente ritoccate e quindi quello che trovi dietro alla porta fosse esattamente quello che hai visto nell'annuncio, o in larghissima parte corrispondente ad esso, non dovrebbero esserci problemi, secondo me.
Poco importa se prima il soggetto in questione si chiamava Paolo, Gianluca o Mariano o se invece ha/ha avuto il ciclo mestruale con cadenza regolare, da quando era ragazzina. Secondo me dovrebbe valere la forma del visto, piaciuto. Per le OTR poi secondo me il discorso dell'infastidirsi, o peggio, incazzarsi, non regge proprio.
Se invece una, grazie all'uso di photoshop (che da quello che ho visto è largamente abusato anche dalle esercenti nate biologicamente donne), appare decisamente più femminile di quello che è, sfinando caviglie, stringendo le spalle, piallando il pomo d'adamo e arrotondendo sedere e bacino, allora è lei nel torto, come lo è quella che lo fa per apparire più giovane e figa.
Rispetto alle esercenti donne biologiche la differenza però sta nel fatto che la mente del punter (ma ormai direi dell'uomo in generale), può essersi abituata a fare una sorta di correzione automatica rispetto alla patinatura evidente, aspettandosi un determinato risultato che, anche se diverso da quanto presentato, può essere considerato accettabile in fase di valutazione.
Diverso è mettere in conto che quella patinatura copra caratteristiche fisiche solitamente riconducibili ad un uomo e che possono legittimamente (ci mancherebbe altro) non piacere a chi sta scegliendo chi chiamare.
Quindi, secondo me, basterebbe che le donne trans operate, pur presentandosi come donne, non abusassero di photoshop e filtri vari, lasciando trasparire una rappresentazione realistica del loro aspetto. Questo, sia per correttezza nei confronti del cliente, sia per evitare di perdere tempo con eventuali (e legittimi) girotacchi e sia, purtroppo, per evitare episodi ben più spiacevoli derivanti dalle reazioni di chi si sente preso in giro o attaccato nella propria autopercepita mascolinità. Alla fine converrebbe alla stessa esercente, secondo me.
Tutti gli altri problemi, dubbi o paturnie a posteriori che danno vita a indagini degne di Sherlock Holmes, sono del cliente e solo del cliente e tali dovrebbero restare. Perché un conto sono i gusti (che sono sempre legittimi) e un altro le eventuali insicurezze, che il soggetto in questione deve smazzarsi da sé, senza farle pesare al prossimo in alcun modo.