WELLCUM - Spa For Men

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Land of Romagna...
Sarà anche O.T. e chiedo scusa ai Moderatori , essendo il thread praticamente in quarantena causa Virus...ho parecchi conoscenti live e virtuali "Austriaci" delle regioni particolarmente interessate , state tutti bene ragazzi ? Battete un colpo
 
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Cap d'Agde
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From home with love[/h]
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Il primo Maggio saremo ancora nella merda fino al collo,Austria inclusa che sicuramente non aprirà’ le frontiere,speriamo per giugno/luglio
 
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veneto
Non penso che l'Austria apra le frontiere per il primo maggio, comunque se dovesse sucedere io ci sarò.
 
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lazio
La mia ultima visita al Wellcum risale al 15-16 febbraio.
Seduto al banco del bar, due ore dopo la mezzanotte, non mi risolvevo a lasciare la sala. Prima di raggiungere Hohenthurn, avevo maturato il proposito di intrattenermi, quel giorno, soltanto con ragazze mai possedute prima. Ebbene, non soltanto ero riuscito a realizzare il mio programma, ma avevo persino superato, sia pure di una sola unità, il numero massimo di cinque camere raggiunto in occasione di precedenti visite. Provavo quindi, in quel momento, una dolce sensazione di appagamento che non volevo consegnare all’oblio del sonno.
Quella condizione quasi estatica fu interrotta da una piccola ragazza mora. Esprimendosi in inglese, si presentò come DITA, affermando dapprima di essere turca, e poi precisando, a fronte della mia reazione scettica, di avere uno dei genitori turco e l’altro rumeno. Per coonestare questa asserita ascendenza, sollevò con le mani, facendole ballonzolare, le generose tette, che mi appoggiò sul petto insinuandosi tra le mie gambe. Tentennai un po’, ma la mia vanità fu lusingata dall’idea di elevare a sette camere il record personale. Di quell’incontro, che ebbe la durata di mezz’ora, conservo tutto sommato un buon ricordo. L’amplesso fu condito da FK e DFK non previamente concordati e, per questo, più gratificanti.
Andando a ritroso, la giornata aveva avuto inizio sotto ottimi auspici.
Appena entrato in sala, more solito, mi ero diretto verso l’area wellness per munirmi di asciugamano. Mentre ne uscivo, con l’accessorio appoggiato su una spalla, richiamava la mia attenzione una ragazza che se ne stava addossata alla parete, tra il divano e l’ingresso dell’area in cui un tempo era operante il cinema. “Scusa!... Potresti chiudere la porta, per favore?”. Mi limitai a sorriderle e a eseguire. Non diedi seguito al suo tentativo di approccio, se di questo si era trattato, e proseguii il mio cammino, andando a sedermi su uno dei divani a due posti collocati all’inizio della zona caminetto. Dopo avervi sostato per qualche minuto, mi alzai per verificare se la ragazza che mi aveva rivolto la parola poco prima fosse ancora dove l’avevo lasciata. Era lì. Con le braccia incrociate, ora stava appoggiata sulla spalliera del divano. Da quella postazione, lievemente rialzata, si limitava a osservare le attività che fervevano in sala, aspettando, forse, il momento propizio per rendersi più attiva. La posizione esaltava le forme del corpo: belle gambe, bella schiena, bel sedere. Mi avvicinai e la salutai. Sorridendo, mi disse: “Non c’è una porta da chiudere adesso…”. “No, però potremmo andare ad aprire insieme quella della mia camera…”, replicai, accostandomi e accompagnando le parole con qualche bacio sulla guancia. Le chiesi come si chiamasse quando stavamo già pomiciando sul letto: si trattava di ARIELLE. Nell’ora che trascorremmo insieme ebbi modo di conoscere una ragazza non soltanto straordinariamente passionale, ma anche curiosa. Quando si sentì finalmente appagata, al termine di un lungo amplesso durante il quale non si era imposta alcun freno, mi rivolse molte domande, alle quali cercai di dare risposte il più possibile sincere.
Quello fu il giorno in cui conobbi più approfonditamente BELLA. Ne avevo avuto l’occasione anche in precedenza, ma per svariate ragioni non avevo voluto o potuto aderire ai suoi inviti. Per questo motivo, credo, Bella non si era più accostata a me negli ultimi mesi e, anzi, evitava anche di incrociare il mio sguardo. Aveva cambiato atteggiamento alla fine di gennaio: si era avvicinata e avevamo avuto una breve conversazione: (lei) “Perché non siamo ancora andati in camera insieme?”; (io) “Prima o poi succederà”; (lei) “Se non è successo finora, vuol dire che non si è creato quello che serve per farlo succedere”; (io) “Non è detto, almeno per me…”, dopo di che si allontanò con espressione sfiduciata. Quel giorno, e nei successivi tre in cui fui presente al Wellcum (l’ultima volta il 1° febbraio), Bella lavorò praticamente senza sosta, macinando camere una dietro l’altra. Quando si offrì di nuovo, colsi l’occasione senza indugiare, perché sapevo che non me ne avrebbe offerta presto un’altra. Trascorsi con lei un’ora piacevole. Non mi fece mancare nulla di ciò che volevo, compresi FK e DFK, ma la sua prestazione, ancorché connotata da massima condiscendenza e notevole resistenza al coito di lunga durata, fu essenzialmente di tipo professionale: sebbene non fossero stati assenti momenti di più intenso coinvolgimento sessuale (principalmente, nella posizione a cucchiaio), mancarono gli “acuti” che avevano caratterizzato la performance di Arielle.
Quando feci ritorno in sala, non rimasi inattivo per molto tempo. Per realizzare il proposito di cui ho detto (incontrare solo ragazze nuove), dovetti superare, naturalmente, alcuni ostacoli. Mentre sostavo in piedi accanto alla colonna antistante il banco del bar, mi fece vacillare l’approccio di una ragazza che conoscevo molto bene. Avvicinatasi, si strinse a me e, dopo qualche scambio di bacetti, mi sussurrò: “Ti amo”. Le dissi che non potevo portarla in camera perché ne ero sceso da poco, ma lei precisò, quasi con tono di rimprovero: “Non te l’ho detto per farmi portare in camera”, e si allontanò. Percorso qualche metro, si girò verso di me, e congiungendo i pollici e gli indici, come aveva fatto altre volte, formò un cuore, che fece diventare pulsante avvicinando e distanziando le mani dal petto. Seppi resistere anche a Davina e Vanessa, due ragazze per le quali spenderei, se raccontassi le mie esperienze con loro, solo parole buone (e in parte l’ho fatto).
Di lì a poco si fece avanti una ragazza che non avevo mai visto prima. Si presentò come SELENA. Se mi fossi basato sulla prima impressione, non l’avrei portata in camera. Più alta della media, esibiva fattezze apprezzabili. Tuttavia, il suo approccio mi era sembrato un tantino sollecitatorio: atteggiamento cui fa sovente da corollario una propensione al rapporto privo di affettività e con poco coinvolgimento. Fui felicissimo di avere una ulteriore dimostrazione di quanto possano essere ingannevoli le prime impressioni. La sua lingua fu tanto presente nella mia bocca, e così in profondità, da risultarmi, a un certo punto, persino invadente e i suoi DFK troppo salivosi (anche con lei non avevo concordato alcunché). Il coito, principalmente per merito suo, fu straordinariamente intenso e lungo. Selena diede il meglio di sé nella posizione a cucchiaio, che piace molto non soltanto a me ma, come ho avuto modo di constatare, anche alla stragrande maggioranza delle donne. Mi gratifica molto, in quella posizione, tenere stretto al petto il corpo della partner, per sentirne i fremiti, per udirne i gemiti con la testa accostata alla sua, per vedere, possibilmente, i lineamenti del suo viso deformarsi per il piacere. Sentii e vidi accadere tutte queste cose. Persino nei momenti in cui io intendevo fermarmi, credendola paga, Selena continuava a stimolarsi, spingendosi contro il mio pube e cercando la penetrazione profonda, pian piano incrementando il ritmo, fino a soffocare nel cuscino le grida più acute che accompagnavano le vibrazioni del suo ventre. Potemmo conversare un po’ solo nei pochi minuti che le servirono per rendere nuovamente decoroso il suo aspetto. Appresi così che ricordava (possibile?) di avermi già visto anni prima all’Andiamo e, in seguito, al Marina.
Quasi dimenticavo: prima di imbattermi in Selena, mi ero intrattenuto, per mezz’ora, con un’altra donna, non più giovanissima, il cui nome non mi è rimasto impresso nella mente. Rammento che aveva tatuati sul petto un DIAMANTE (la ricorderò con questo appellativo) e, ai lati di questo, uno o due nomi. Una sua amica aveva particolarmente insistito affinché la conducessi in camera, e alla fine accondiscesi, interpretando il mio sacrificio personale (tale mi sembrava, in tutta sincerità) come una sorta di attività compiuta pro bono… In realtà, anch’io ne ricavai un corrispettivo, perché quella donna fece tutto quanto era nelle sue possibilità per farmi stare bene, immettendo nel breve incontro tutti gli ingredienti atti a renderlo più che soddisfacente (FK, disponibilità e molto coinvolgimento).
Venne, quindi, il momento di BIJOU. Non avevo ritenuto di dare seguito, nel primo pomeriggio, agli ammiccamenti che mi aveva indirizzato dallo sgabello sul quale era seduta, ma quando si avvicinò dopo cena seppe essere suadente. Trascorsi con lei solo mezz’ora. Sebbene Bijou fosse carina e molto giovane, constatai ben presto, infatti, che non sarei riuscito a concludere. Ciò nonostante, mi sarei goduto più a lungo la sua compagnia se mi avesse dispensato FK in maniera meno parsimoniosa. Probabilmente lo comprese, dal momento che volle dirmi, mentre si rimetteva in ordine: “Di solito non bacio. Con te ho fatto un’eccezione”. Come per dire: sii contento di quello che hai avuto, perché è un trattamento che non riservo a tutti. Nihil sub sole novum… Proveniva da Innsbruck e conosceva tutte le ragazze che avevo incontrato al CP.
L’obiettivo che avevo fallito con la giovane e fresca Bijou fui capace di conseguirlo – non inaspettatamente, invero – con la più matura CLARA. Quando si avvicinò, la salutai con molta cordialità. Accarezzandole i capelli, le dissi: “Hai cambiato look! Venti giorni fa non li avevi così lisci”. Rimase interdetta: “No… i miei capelli sono sempre stati lisci”. L’avevo scambiata per Leonie! Chiarito l’equivoco, la condussi in camera perché avevo trovato il suo corpo molto stimolante. Ebbi il mio ultimo orgasmo della giornata, come ho anticipato, ma ci volle molto, molto tempo: poco meno di un’ora, durante la quale Clara non diede mai segni d’impazienza. Fu tanto soddisfatta del risultato ottenuto che esultò: “Brava! Sono stata brava? Che dici?”. Sì, lo era stata. Si era mossa come se percepisse le mie sensazioni, fermandosi di tanto in tanto e riempiendo quei momenti di sosta con piacevolissimi FK. Brava? Certo che sì!
Dopo questo salto all’indietro nel tempo, è il momento di avviare a conclusione il racconto.
Lasciata Dita, andai a sedermi su uno dei divani collocati sotto la postazione del DJ.
Poco dopo sopraggiunse Sasha. L’avevo avuta due settimane prima, per un’ora, e l’incontro si era concluso, per me, con un orgasmo piacevolissimo. Non ne ero stato molto sorpreso, perché il corpicino molto maneggevole della ragazza e, in particolare, il suo posteriore, piccolo, ma di bella forma e soprattutto carnoso, erano riusciti a mantenere costantemente elevata la mia eccitazione. Mentre osservavo Sasha scherzare con una sua amica moretta, maturava in me il desiderio di averla di nuovo e di porre termine con lei a quella giornata già così densa di attività. Mi si era anche presentata l’occasione. Mettendomi sotto il naso lo stivaletto che l’amica era riuscita a toglierle da un piede – dopo una breve lotta svoltasi sul pavimento ai piedi della scalinata –, mi aveva chiesto di confermare, annusandolo, che non era affatto maleodorante, contrariamente a quanto la sua antagonista intendeva dimostrare. Poi, però, anziché trattenerla, l’avevo lasciata andare verso lo spogliatoio, dal quale non era più uscita. Se fosse tornata, avrei contravvenuto alla regola che mi ero proposto di osservare.
Dieci minuti dopo la musica tacque, e la luce inondò ogni angolo della sala. Solo a quel punto gli ultimi tiratardi si rassegnarono ad abbandonare la scena. Vi si erano trattenuti fino all’ultimo momento utile, forse, in ostinata attesa dell’ultimo baleno di effimera felicità.
 
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aulo

UOMO
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Selena che tipa sembra quasi se ne freghi del cliente poi sali in camera e ti tratta bene e mantiene le promesse.
Anche il suo giocare con la gomma da masticare per scaricare la tensione.
Bei ricordi
 
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1° maggio una chimera... se tutto torna ad una normalità (cmq apparente, perché per parecchio tempo nulla sarà come prima) per l'estate sarebbe già un gran risultato... speriamo.
 
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Mamas sono tristemente d’accordo,per luglio speriamo di essere più’ sereni anche se più’ poveri
 
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Io mi pongo altre domande: fermo restando la fine dell'emergenza ma come si rapporteranno le girl con i clienti nel rispetto di certe regole di sicurezza....
Non basterà misurare la temperatura dei clienti ammesso che serva, e fare sesso con una persona che porta la mascherina non è che mi attira molto.
 
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ragazzi io sono positivo...passerà e si tornerà come prima....anche dal punto di vista economico sarà una mazzata ma è sicuro che ci sarà un rimbalzo...questa è una crisi imposta ...non è una crisi di sistema....
 
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