Sono passati circa 8 mesi dalla mia ultima salita, ormai mi ero abituato a non salire, e la cosa, a dire il vero, non mi mancava molto.
Vorrei cercare di andare contro tendenza, siamo sempre qui a parlare di noi e delle nostre esperienze, spesso con punte di misoginia, senza mai cercare di entrare in vera sintonia con gli altri, l’empatia con il prossimo è sfuggevole e faticosa da trovare, ma quelle rare volte che accade va evidenziata, ed è quello che vorrei tentare di spiegare, ad un certo punto, in questo racconto.
Scrivere una recensione sarebbe banale, perché rappresenta la mera descrizione di una esperienza soggettiva che si ripete, quasi sempre, in modo simile quando si sale, è il motivo per cui, in genere, non scrivo moltissimo, essere ripetitivi non è costruttivo e, si sa, i dischi rotti, prima o poi vengono a noia. Mentre le sensazioni e le emozioni sono più genuine, quasi sempre, si tratta del racconto di uno stato d’animo, e raramente si riflette solo sul lato fisico.
Sembra quasi che si sia aperta una surreale voragine nel tempo, e da ottobre dell’anno scorso sono rientrato a giugno di quest’anno, rompendo tutte le mie tradizionali uscite mensili.
Forse il viaggio non mi ha entusiasmato, preciso che non intendo il “viaggio” come salita in senso lato, ma proprio il percorso che mi porta al locale (che è anche un percorso mentale che mi fa studiare tutte le scuse per fuggire dal quotidiano).
Tralasciando i consueti impedimenti di traffico ed intralci vari, che, come altri hanno già riferito, ormai sono una tragica costante, vorrei soffermarmi sul fatto che per me già l’organizzare una salita e fare la strada in auto, crea piacere, perché in quegli attimi di solitudine si percorrono anche le strade dell’anima. Come dicevo, stavolta il viaggio non è stato solare come le volte scorse, vuoi per i problemi che tutti noi abbiamo, vuoi per le preoccupazioni, vuoi per il dispiacere per la recente mancanza di un amico, la strada aveva una nota di tristezza e di desolazione, non mi aspettavo nulla di strepitoso a salire al locale, auspicavo solo ad un pochino di riposo.
Venerdi 25 Giugno 2021 attraverso il confine senza controlli, il che mi va anche bene, però mi aspettavo chissà cosa. Come di consueto si arriva ad apertura per osservare tutti i preparativi del lavoro, che trovo sempre molto interessanti per cercare di capire le abitudini delle nostre amiche, ma non noto avvenimenti che suscitano in me interesse, mi pare che il locale sia quello di sempre, ben frequentato e ottimamente gestito, il bravo Cristiano mi piace molto come persona, sia a livello umano che come Direttore di questa difficile struttura. L’esterno in questa stagione è sempre gradevole, a dire il vero il nuovo gazebo esterno mi è piaciuto soprattutto per la riproduzione della foresta sui teli, il che ne mitiga di molto la presenza, sicuramente è utile ed è un buon luogo di osservazione stando in distanza. L’Austria è sempre un paese particolare, il primo pomeriggio un sole che spacca le pietre, e sotto sera un vento che fa volar via gli ombrelloni, cose che, in genere, metterebbe in difficoltà sul come vestirsi, ma, si sa, per i frequentatori non è un grosso problema.
Ero nel dubbio con chi iniziare la mia avventura, dopo tanto tempo, cercavo sicurezze e per alcune ore ho osservato l’ambiente, quasi straniandomi dallo stesso, come un pittore rinascimentale che tenta di fare una prospettiva a volo d’uccello (nello specifico il mio, che proprio un pennuto non è…).
Mi sono reso conto che ci facciamo prendere troppo dall’entusiasmo del contesto, senza cogliere gli elementi interessanti. Guardo tutte le ragazze e, sono sincero, ben poche suscitano il mio interesse, non fraintendetemi, sono quasi tutte belle, ma in poche trovo quella genuinità che cercherei in una persona (voi direte, bella forza, fanno tutte finta…). Mi spiego, il locale non è un parco giochi per adulti, è un luogo di lavoro dove delle persone (nella fattispecie clienti e professioniste) si incontrano, le une per fare dei guadagni difficilmente raggiungibili con un lavoro “normale” (almeno nella morale comune, perché, per me, fare la sex worker è un lavoro come gli altri e rispettabilissimo), gli altri per appagare i propri desideri. Più che un parco giochi lo potrei definire come uno zoo dove varie tipologie umane si confrontano, comunque si tratta di un luogo educativo dal mio punto di vista, è un luogo border line che evidenzia la società.
Cosa significa che ho cercato di capire il prossimo? In poche parole ho cercato di indirizzare le mie scelte non tanto dal lato fisico, ma da un primo approccio mentale, io con le ragazze sono sempre molto gentile e disponibile, oltre che paziente, ma, c’è un ma…mentre loro, ovviamente, cercano di monetizzare prima possibile il maggior numero possibile di rapporti, io ho il tempo dalla mia parte, e con piccoli dialoghi, senza che molte se ne accorgano, le metto a nudo davvero. Non che lo faccia con scopi malevoli, ma capisco al volo la loro essenza, chiamiamola empatia. Ovviamente per mettere in atto questo sistema, bisogna esserci portati, volerlo applicare, e avere davvero molto autocontrollo (forse anche grazie al fatto che frequento vari locali da almeno un decennio).
Trovo le ragazze molto interessanti, alcune si percepisce abbiano una vita molto articolata e una spiccata intelligenza, la sincerità si coglie in pochi frangenti, ma bisogna guardarle più negli occhi che nel fisico, arriva un momento, un istante fulmineo, in cui si capisce chi si ha di fronte, sia essa sincera o no, ed è quel momento che fa scattare la scintilla per farla lavorare. Ovviamente le ragazze sono esperte sopraffine nel capire le persone, in quanto donne hanno anche maggiore perspicacia. Mentre noi umili uomini, uomini-clienti, siamo facile preda.
Le ragazze con cui ho parlato sono davvero tante, ma non mi sono mai permesso di far perdere loro troppo tempo, o di illuderle con promesse (mancate in partenza), in ordine sparso ho fatto 5 camere in tutta la giornata, menzionerò le ragazze che mi hanno colpito maggiormente, per i modi e per il sorriso che mi hanno suscitato.
Melissa, davvero una grande ragazza, bella ed intelligente, molto rispettosa e professionale.
Bibi, una personcina molto frizzate e simpatica.
Sonia (la ex Matilda dell’Andiamo), sempre molto spiritosa e bella, essendo bulgara ha una marcia in più, per me una grande professionista.
Carolina, ragazza dalle forme morbide ma molto gentile.
Come di consueto non entrerò in dettagli personali, anche nel rispetto della ragazza stessa, però devo ammettere che la giornata iniziata in modo strano, si è conclusa in modo positivo.
Vorrei lasciarvi con una poesia di Alda Merini che, in certi aspetti che evidenzio, mi ricordano molto alcuni lati delle ragazze che frequentiamo. Spesso, non ci soffermiamo nemmeno a capire come le ragazze stiano o come si sentano, non certo per invadenza, ma per umana empatia, cosa che dovrebbe essere almeno tentata (dal corretto punto di vista ovviamente) e che, in genere, porta ad evitare fregature, ma questa è solo una mia opinione e va presa con le pinze. Buon proseguimento.
"Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perchè un’anima da sola è come una goccia nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta,
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e,quando lo trovano,
tentano di insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre,
e quando smettono d’amare è solo perchè
piccoli frammetni di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
son caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe il nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perchè la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perchè sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate.
ma sono le uniche che ti amarenno davvero.
Quelle come me sono le uniche che, nell’autunno della tua vita
Rimpiangerai
per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che …
tu non hai mai voluto."