Mercoledì 1 luglio
Tutto è tornato come prima, o quasi.
I maledetti lunedi, la doccia bollente dopo una giornata di merda, le corse, i ritardi, le canzoni di Liga in metropolitana, la lunga attesa del venerdì, gli appuntamenti, le coincidenze.
Sono tornate le tachicardie, i brindisi e i tramonti persi, le foto non pubblicate, il suono delle risate, le figure di merda le domeniche a dimenticare e tra le altre cose, siamo tornati anche noi. Quelli rumorosi, quelli che suonano il clacson all'ora di punta e mandano a fanculo quello che rallenta il traffico.
Incontro al solito bar un grande amico che ho conosciuto tra le siepi di Udine ma mai visto in arena. Tra le chiacchiere noto finalmente che si è spento tutto. Le teorie dei complottisti sul virus, la politica, i selfie di Salvini, il Pd, i Cinque Stelle. Ci siamo ascoltati per mesi da casa armati di pregiudizi e di quell'atteggiamento da criticoni ed esperti che tiriamo fuori in queste occasioni. Perchè siamo italiani e questa cosa ce l'abbiamo scritta nel DNA, nel bene o nel male, sempre scontenti.
Oggi invece...
Oggi troviamo un sorrisone ad aprirci la porta e se il benvenuti aveva un suono bellissimo, il ben tornati ha tutto un altro sapore. Non prima di aver passato la prova del telelaser, una delle poche, pochissime novità.
Il personale stà rifinendo gli ultimi dettagli quà e là, la bestia si stà lentamente risvegliando e tra i saluti, tra gli amici, tra chi timbra l'ingresso, butto un occhio verso quella scalinata. Sorrido ripensando a quante volte l'ho salita accompagnando quella incerta sui tacchi o quella a piedi nudi con le scarpe in mano. Quella con la nostra chiave che ci aspetta in camera e si nasconde dietro la porta o quella che invece, sono io a spaventare. I miei pensieri ogni qual volta mi raccontano il passato come i migliori flashback alla Tim Burton.
Adoro quel momento che segue l'ingresso. Negli spogliatoi c'è molto fermento. In due ambienti distinti uomini e donne si lavano, si profumano, si preparano. In quello di sinistra sventolano pantaloni, cravatte, testosterone, schiamazzi e poc'altro.
In quello di destra invece, un tripudio di seduzione: le vedi truccarsi ornate da perizomi audaci e reggiseni coordinati. Scarpe con tacchi a spillo slanciano le loro figure. é meraviglioso vedere come si trasformano per esaltare la loro femminilità. Le ammiro tutte; sono diverse, giovani e meno giovani, magre o in carne. Tutte profumano di provocazione. Il paradiso c'è chi lo immagina così, ne sono convinto.
Noi intanto finiamo di prepararci con non poca difficoltà, fra scherzi e risate, urtandoci nel poco spazio esistente fra le lunghe file di armadietti che portano distintamente all'ingresso del salone.
Oggi ci sono proprio tutti, non tanti, ma tutti.
Gli scopatori seri, seriali, bastardi dentro e infami fuori sono già dentro e saranno gli ultimi ad uscire. Quelli che le ragazze mmmmm, perchè sono quelli che non mollano un secondo e se dico mezz'ora, mezz'ora dev'essere!!! Quelli che prima di chiedere il nome chiedono la specialità, se bacia, se fa anale, se squirta, se sputa, se la pasta la mangia al dente, se quello, se quell'altro e misurano la loro chiappa sinistra con la mano destra per assicurarsi che nello schiaffo ci entri tutta. Lazzaroni hahaha.
Poi ci sono quelli della “gita fuori porta", quelli un po ingessati che vivono con l’ansia di portare a casa un tassello del club; un profumo, uno scontrino, una chiamata deviata. Come spieghi a miss simpatia di tua suocera il morso che hai sul collo se stavi andando ad una tranquilla degustazione di vini in Friuli con l'amico Giggi detto er sarsiccia. E come cazzo ti è venuto in mente di comprare all'ultimo due bottiglie di Verduzzo nell'autogrill Roma nord con la carta, razza di idiota.
Poi ci sono i sognatori, gente pericolosa loro, a quelli che il sogno può essere riprodotto al massimo per due, tre notti di fila. Poi si autocancellano. Dalla testa e dal dispositivo. E così fanno abbonamenti e pacchetti, pur di essere felici nei loro sogni. Alcuni di loro ci lasciano lo stipendio, lì dentro.
In fine quelli che adoro di più, quelli che portano la cannottiera sotto l'accappatoio, che non sai se ci sono o ci fanno, sempre fieri e a testa alta che le ragazze adulano. I primi a consigliare le haitiane, le argentine, le marocchine che recensiscono puntualmente con: "Mamma che bona, a se anca simpatica". "Maremma buhaiola che fiha". "Sempre mejo de 'n carcio a li cojoni". Quelli che parcheggiano la Fiat uno fire 1000 verde smeraldo in prima fila con l'adesivo "kiss my ass" sul lunotto posteriore e un post-it sul cruscotto che dice "vado a benzina".
Varcato l'ingresso...
Come sempre ai loro posti, bellissime, fresche e felici di esser tornate all'ovile.
Senza neanche guardarmi intorno mi fiondo dritto in red zone, quel piccolo triangolo di club che ha messo in crisi più di uno, quell’angolo in fondo a destra del caminetto per salutare l'allegra combriccola che sarà al centro delle mie attenzioni anche oggi.
Giro, guardo, scruto, con gli amici decidiamo il da farsi....be insomma si va a mangiar qualcosa. Mai provata la cucina del mercoledì, un po scarsetta a dire il vero, soprattutto a pranzo. Due sigarette a bordo piscina e torniamo dentro al fresco.
Le ragazze sono in buon numero direi, almeno rispetto alle presenze maschili e tante ragazze brave sono libere si ma, cazzo io ora voglio quella tipa, la vedi? Quella vestita solamente da un paio di anni in più grazie al quel maquillage che odio più del mais sulla pizza.
Giusta come sempre però Rachel. Occupata da un bel tipo con barba curata e capelli da episcopato, scommetterei medico, sulla sessantina, sicuramente vicino alla pensione. Penso fra me e me -Stanno parlando da mezz'ora! Le starà raccontando come ha fatto ieri ad intasare lo scarico della doccia radendo i peli del culo!!! Doccia che sua moglie starà dividendo con quel vicino cattolico ma poco affidabile bevendo il Verduzzo dell'anno prima con ancora attaccata l'etichetta del 2x1-
Ma perchè non le lasciate stare ste creature invece di parlare, parlare, parlare. Cazzo avete da dirvi di così interessante da tenerle occupate mezza giornata Dio santissimo beato. Se volete parlare la canonica è sempre aperta ed è gratis, fate voi ?
La ragazza presa dal discorso la vedo accennare qualche si timido con la testa che muove, più che altro, ritmando le canzoni messe dal Dee Jay.
Rachel si infila una sigaretta in bocca, io ne infilo una sulla mia, capisce e ride. Ca va sans dire che in tempo zero ci troviamo a bordo piscina.
Simpatico il tuo amico? -Pffff
Lo ricordavo bene il colore degli occhi tuoi. Occhi furbi.
Sigaretta e se poi ti accompagno su in camera? -Daaaaa
Hai le ciabatte rosa o quelle nere oggi? Sghignazza quanto basta.
Mi chiede come sono stati gli ultimi mesi. -Be, tante pizze take away, litri di coca zero e vaschette di gelato alla stracciatella mangiato sul divano guardando le repliche del mondiale 2006. Tutta colpa dei decreti legislativi ?.
Salendo mi vien quasi da ridere pensando di avergli rubato la battuta pochi minuti fa, normalmente spetta alle ragazze il compito di accompagnare, no?
E rieccoci quà. Chiusa la porta non perdiamo un istante. Fin da subito avverto distintamente il fuoco che le arde dentro. Mi interrompe solo per ordinarmi di toglierle tutto. Gusto il sapore della sua pelle, la durezza dei suoi capezzoli, la morbidezza del suo corpo. Gioco senza fretta, con la bocca e le mani.
Quella doccia, la pelle d'oca quando sfiora i punti giusti. Le botte che risuonano in camera. Le sue mani si perdono un po' ovunque. La sua pelle bagnata scivola sulla mia e io di conseguenza faccio scivolare le mani lungo le sue cosce sode, é un continuo crescere di piacere. Questa ragazza è devastante come le falcate di Kaka nell'anno della Champions di Atene.
Fortuna che tutto è rimasto come lo ricordavo. Tutto tranne che...in camera soffro più di prima, lo ammetto, sento subito il fiatone da divano e Rachel che pizzica di continuo la mia nuova panzona non mi aiuta di certo.
Quel'infame gelato alla stracciatella ?.
Come volevasi dimostrare lei sarà la mia unica compagna di viaggio oggi con un paio di camere che da sole valgono la lunga attesa e lo sbattimento del viaggio.
Il mio oggi finisce così, tra gli amici, spunti di riflessione, aneddoti, storie e chiamate con chi non è salito che ti accompagnano fin sotto casa.
Così strano e surreale il momento che si accoda alla giornata. Si torna civili. Si torna persone dopo esser stati animali.
Tutto si è rimesso in moto quindi, ma è in batter d'occhio che la notte finisce e nel silenzio del buio risuonano le canzoni della metropolitana.
"Certe notti sei solo più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi.
Quelle notti son proprio quel vizio che non voglio smettere, smettere mai..."