L'INUTILE CACCIA A LAVINIA
L'ACCORDO DI CARTELLO
Dopo l'ennesima, deludente scorribanda lungo il BdA (l'unica nota per me positiva è la ricomparsa dell'Alfa di Michela al Benaglia), alla rotonda di Boltiére prendo la sinistra e m'incammino verso la promenade del piano di sotto. Il fascicolo dell'NSA su Lavinia è appoggiato sul sedile e, quando arrivo alla sua rotonda, lei è lì in postazione. Confortato dall'ora già abbastanza tarda (manca poco all'una di notte), sono fiducioso che non me la rapiscano e dunque mi concedo un giro esplorativo dei paraggi, più che altro per accertarmi dell'assenza di minacce aliene. Dopo la sempre inutile puntata sino a Palosco (che probabilmente fa parte del comprensorio solo per portargli in dote la P di promenade), ritorno rapidamente al rondò di Lavinia. Con mio sommo dispiacere, la fanciulla si è però smaterializzata e, trattandosi di una serata di week-end, immagino che un suo cliente fidelizzato sia passato a prelevarla e che assieme siano andati in motel.
C'è quindi da aspettare almeno 40-45 minuti e dunque inizialmente mi cimento in un'accurata indagine micro-economica, che è finalizzata a scoprire quanto sia rigido l'accordo di cartello sul prezzo del BJ. La prima tappa è Laura, stasera azzurro-vestita e con una nuova acconciatura con frangetta, che secondo me non le dona granché. La saluto in modo generico, senza fare alcun riferimento ai nostri precedenti incontri (che sicuramente non ricorderà, essendo ormai datati 5-6 mesi fa), e le domando se per 20 sia possibile ottenere un po' di intrattenimento orale. Come previsto dal tariffario locale, 30 è però la sua richiesta minima e non bastano né il mio sguardo supplice né il mio poco convinto "Ma ne sei proprio sicura?" a intenerirla, perché appare quasi stizzita quando mi risponde con la sua voce cantilenante: "Sì, sì, ne sono sicura!". Il tempo di ammirare le sue lunghe gambe e attraverso la provinciale, imboccando la stradina per campi che conduce a Calcinate.
Per vie traverse, arrivo al Baraccone e lì c'è solo quella che mi pare essere Mihaela, rosa come un confetto. Mentre le pongo la stessa domanda, mi scruta con uno sguardo che è una via di mezzo tra un "Ma noi ci siamo già visti?" e un "Ma tu non sarai mica straniero, vero?". Ci pensa un attimo (più che altro per rispondere ai quesiti che le si leggevano in fronte) e infine il prevedibile vaticinio è un "No" che non sembra lasciare speranze. "Ma sei proprio sicura? Anche veloce, se stai per andare a casa ...", cerco di insinuare il tarlo del dubbio. Mihaela esita un attimo, forse a 25 sarebbe stata anche disposta a scendere, ma poi si ricorda che è pur sempre la pilotessa del furgone dell'A-Team: se è la capo-macchina a tradire per primo l'accordo di cartello, figuariamoci cosa possono fare le passeggere! Per cui, seppure in modo più soft e quasi scusandosi ("Guarda ... davvero ... Non faccio proprio niente per meno di 30"), pure lei mi sbatte la porta in faccia.
Imbocco di nuovo la strada per Ghisalba, ignoro per il momento il drappello che staziona nello slargo sulla destra e un bel po' più avanti vedo un altro monovolume, rigorosamente con targa Dobric (TX), parcheggiato davanti a quello che sembra essere una serra o un vivaio. La fanciulla ha anche una silhouette slanciata e con i suoi pantaloni bianchi aderenti non si può non notarla nel buio della notte. Accosto, mi sembra un po' più avanti con l'età delle colleghe (direi sopra i 25) ed è anche abbastanza carina. Il suo approccio è cordiale e quindi lancio anche a lei la bomba del BJ per 20, che viene prontamente raccolta ancora inesplosa e rigettata nella mia vettura: "No, in macchina è comunque 30". "Sicurasicura?
", cerco di impietosirla. Riesco a vedere tutti i 32 denti mentre mi sorride, ma "Sicurissima
" è l'unica parola che esce dalla sua bocca. Mi dimentico di domandarle quali siano le pratiche da espletare per ottenere l'ambita targa TX, senza la quale si è completamente out lungo la promenade, ci salutiamo con un caloroso bye-bye e mi spingo di nuovo sino alla rotonda-Lavinia, ma la titolare non è ancora ricomparsa.
A questo punto è quasi una questione di principio: con la prima che violerà l'accordo di cartello, mi fermerò, foss'anche una Sconsolata! Nuova vasca sino al Baraccone, inversione di marcia alla rotonda e accosto di fianco alla più giunonica delle tre ragazze che stazionano davanti alle sbarre, nell'oscurità quasi completa. Quella che, per la statura (1,80 senza tacchi) e la corporatura, potrei definire la Corine di Mornico (o Calcinate?), è a sua volta irremovibile di primo acchito. Quando però provo a insistere un po', finalmente cede: "Per 20 proprio no, ma per 25 posso chiudere un occhio". Non è esattamente il mio tipo, ma ogni promessa è debito e dunque la invito ad accomodarsi a bordo, per farmi assaporare il fascino della trasgressione alle rigide regole della strada. Prendiamo così la strada di Mornico, dove potrò fare la conoscenza di questa ragazzona di nome Alessandra, che è anche abbastanza ciarliera e alla mano, e della sua arte amatoria, che rientra invece assolutamente nella norma.
MEAN TIME TO FUCK
Dopo il quarto d'ora d'intrattenimento con la Giunone di Mornico (nulla di memorabile, ma ne parlerò in separata sede), mi spingo per l'ennesima volta sino a Ghisalba. Qualcosa è cambiato, perché ora c'è una bottiglia d'acqua a fare compagnia alla lattina di Red Bull, ma di Lavinia si sono perse completamente le tracce. Iniziano così 15-20 minuti di vasche abbastanza serrate, che sono utili solo per raccogliere alcune statistiche sulla rotazione delle fanciulle:
- Lavinia: introvabile
- Giovanna + Maria la fuckstar di Madrid: introvabile la prima (vista per un paio di minuti durante la mia presenza lungo la PMG), quasi sempre in postazione la seconda
- Coppia di fanciulle alla rotonda successiva verso Mornico: sempre in postazione
- Laura + Daniela la sua dirimpettaia: assente il 50% del tempo la prima, prevalentemente presente la seconda
- Pedralina con giacca a vento(!) viola: sempre accucciata al telefono
- Avion Travons: probabilmente sfrattati dai lavori in corso all'Agip
Quando ormai è davvero troppo tardi perché ci sia anche solo una remota speranza che Lavinia possa riapparire, decido che per il momento il suo fascicolo può essere rimesso in archivio e mi fermo dalla mora compagna di postazione di Giovanna. Neppure lei indossa la tuta della Tamoil, ma un giubbotto, un corto abitino inguinale e degli appariscenti stivaloni da OTR. Di fisico non sembra male, mentre il viso non è proprio il massimo: se facesse la cameriera al bar, non sarebbe sicuramente la più carina ma, al massimo, la più simpatica e chiacchierona. Diciamo che, come la fuckstar Luana di Bergamo (i cui lineamenti trovo comunque più interessanti), anche lei potrebbe essere alternativamente definita come la Spigola. Seppure conscio che si tratti di una mission impossible (tranne che per il nostro maestro
), provo a tagliare il rate anche con lei. E' però davvero irremovibile sui 30, per cui cerco di rilanciare almeno sul livello di servizio: "A 30, non è esattamente regalato il BJ. Mi farai almeno vedere le stelle?
". Capisco che non ha capito la domanda, dato che mastica un italiano più che precario, per cui le domando: "Visto che sei così cara, sarai bravissima allora?
". "Sì, sono brava", mi risponde ridendo e dunque viene invitata ad accomodarsi a bordo.
L'ora è ormai tarda e, nell'uscire dalla stazione di servizio, riprendo la strada di Zingonia. Di Anka/Lavinia restano solo le suppellettili abbandonate sul ciglio della strada, per cui posso salutare la promenade, per stanotte. Un quarto d'ora più tardi sono ad Osio Sotto e ho la piacevole conferma che Michela è tornata proprio oggi dalle sue vacanze settembrine al mare. E' davvero troppo tardi per fermarsi (e, viste le peripezie della notte, anche inutile), per cui mi limito a un rapido saluto di benvenuto, mentre pure lei stava accingendosi a sbaraccare la postazione. Un'altra mezz'ora abbondante di macchina e, ad orario in cui il cielo di giugno sarebbe già chiaro, varco finalmente la soglia di casa.
L'ACCORDO DI CARTELLO
Dopo l'ennesima, deludente scorribanda lungo il BdA (l'unica nota per me positiva è la ricomparsa dell'Alfa di Michela al Benaglia), alla rotonda di Boltiére prendo la sinistra e m'incammino verso la promenade del piano di sotto. Il fascicolo dell'NSA su Lavinia è appoggiato sul sedile e, quando arrivo alla sua rotonda, lei è lì in postazione. Confortato dall'ora già abbastanza tarda (manca poco all'una di notte), sono fiducioso che non me la rapiscano e dunque mi concedo un giro esplorativo dei paraggi, più che altro per accertarmi dell'assenza di minacce aliene. Dopo la sempre inutile puntata sino a Palosco (che probabilmente fa parte del comprensorio solo per portargli in dote la P di promenade), ritorno rapidamente al rondò di Lavinia. Con mio sommo dispiacere, la fanciulla si è però smaterializzata e, trattandosi di una serata di week-end, immagino che un suo cliente fidelizzato sia passato a prelevarla e che assieme siano andati in motel.
C'è quindi da aspettare almeno 40-45 minuti e dunque inizialmente mi cimento in un'accurata indagine micro-economica, che è finalizzata a scoprire quanto sia rigido l'accordo di cartello sul prezzo del BJ. La prima tappa è Laura, stasera azzurro-vestita e con una nuova acconciatura con frangetta, che secondo me non le dona granché. La saluto in modo generico, senza fare alcun riferimento ai nostri precedenti incontri (che sicuramente non ricorderà, essendo ormai datati 5-6 mesi fa), e le domando se per 20 sia possibile ottenere un po' di intrattenimento orale. Come previsto dal tariffario locale, 30 è però la sua richiesta minima e non bastano né il mio sguardo supplice né il mio poco convinto "Ma ne sei proprio sicura?" a intenerirla, perché appare quasi stizzita quando mi risponde con la sua voce cantilenante: "Sì, sì, ne sono sicura!". Il tempo di ammirare le sue lunghe gambe e attraverso la provinciale, imboccando la stradina per campi che conduce a Calcinate.
Per vie traverse, arrivo al Baraccone e lì c'è solo quella che mi pare essere Mihaela, rosa come un confetto. Mentre le pongo la stessa domanda, mi scruta con uno sguardo che è una via di mezzo tra un "Ma noi ci siamo già visti?" e un "Ma tu non sarai mica straniero, vero?". Ci pensa un attimo (più che altro per rispondere ai quesiti che le si leggevano in fronte) e infine il prevedibile vaticinio è un "No" che non sembra lasciare speranze. "Ma sei proprio sicura? Anche veloce, se stai per andare a casa ...", cerco di insinuare il tarlo del dubbio. Mihaela esita un attimo, forse a 25 sarebbe stata anche disposta a scendere, ma poi si ricorda che è pur sempre la pilotessa del furgone dell'A-Team: se è la capo-macchina a tradire per primo l'accordo di cartello, figuariamoci cosa possono fare le passeggere! Per cui, seppure in modo più soft e quasi scusandosi ("Guarda ... davvero ... Non faccio proprio niente per meno di 30"), pure lei mi sbatte la porta in faccia.
Imbocco di nuovo la strada per Ghisalba, ignoro per il momento il drappello che staziona nello slargo sulla destra e un bel po' più avanti vedo un altro monovolume, rigorosamente con targa Dobric (TX), parcheggiato davanti a quello che sembra essere una serra o un vivaio. La fanciulla ha anche una silhouette slanciata e con i suoi pantaloni bianchi aderenti non si può non notarla nel buio della notte. Accosto, mi sembra un po' più avanti con l'età delle colleghe (direi sopra i 25) ed è anche abbastanza carina. Il suo approccio è cordiale e quindi lancio anche a lei la bomba del BJ per 20, che viene prontamente raccolta ancora inesplosa e rigettata nella mia vettura: "No, in macchina è comunque 30". "Sicurasicura?


A questo punto è quasi una questione di principio: con la prima che violerà l'accordo di cartello, mi fermerò, foss'anche una Sconsolata! Nuova vasca sino al Baraccone, inversione di marcia alla rotonda e accosto di fianco alla più giunonica delle tre ragazze che stazionano davanti alle sbarre, nell'oscurità quasi completa. Quella che, per la statura (1,80 senza tacchi) e la corporatura, potrei definire la Corine di Mornico (o Calcinate?), è a sua volta irremovibile di primo acchito. Quando però provo a insistere un po', finalmente cede: "Per 20 proprio no, ma per 25 posso chiudere un occhio". Non è esattamente il mio tipo, ma ogni promessa è debito e dunque la invito ad accomodarsi a bordo, per farmi assaporare il fascino della trasgressione alle rigide regole della strada. Prendiamo così la strada di Mornico, dove potrò fare la conoscenza di questa ragazzona di nome Alessandra, che è anche abbastanza ciarliera e alla mano, e della sua arte amatoria, che rientra invece assolutamente nella norma.
MEAN TIME TO FUCK
Dopo il quarto d'ora d'intrattenimento con la Giunone di Mornico (nulla di memorabile, ma ne parlerò in separata sede), mi spingo per l'ennesima volta sino a Ghisalba. Qualcosa è cambiato, perché ora c'è una bottiglia d'acqua a fare compagnia alla lattina di Red Bull, ma di Lavinia si sono perse completamente le tracce. Iniziano così 15-20 minuti di vasche abbastanza serrate, che sono utili solo per raccogliere alcune statistiche sulla rotazione delle fanciulle:
- Lavinia: introvabile
- Giovanna + Maria la fuckstar di Madrid: introvabile la prima (vista per un paio di minuti durante la mia presenza lungo la PMG), quasi sempre in postazione la seconda
- Coppia di fanciulle alla rotonda successiva verso Mornico: sempre in postazione
- Laura + Daniela la sua dirimpettaia: assente il 50% del tempo la prima, prevalentemente presente la seconda
- Pedralina con giacca a vento(!) viola: sempre accucciata al telefono
- Avion Travons: probabilmente sfrattati dai lavori in corso all'Agip
Quando ormai è davvero troppo tardi perché ci sia anche solo una remota speranza che Lavinia possa riapparire, decido che per il momento il suo fascicolo può essere rimesso in archivio e mi fermo dalla mora compagna di postazione di Giovanna. Neppure lei indossa la tuta della Tamoil, ma un giubbotto, un corto abitino inguinale e degli appariscenti stivaloni da OTR. Di fisico non sembra male, mentre il viso non è proprio il massimo: se facesse la cameriera al bar, non sarebbe sicuramente la più carina ma, al massimo, la più simpatica e chiacchierona. Diciamo che, come la fuckstar Luana di Bergamo (i cui lineamenti trovo comunque più interessanti), anche lei potrebbe essere alternativamente definita come la Spigola. Seppure conscio che si tratti di una mission impossible (tranne che per il nostro maestro



Appena sale in macchina, mi prega subito di alzare la temperatura del climatizzatore, perché è infreddolita dalla lunga attesa all'aperto. Il viaggio è invece breve e dopo un paio di minuti scarsi siamo alla sua sede operativa, che immagino essere quella di tutte le colleghe del vicinato. Un posto dove a tarda notte non si dà fastidio a nessuno ma dove, in prima serata, temo che la PL possa essere invece alquanto fastidiosa. Il breve tragitto dà giusto il tempo per raccogliere quattro informazioni di base, sempre utili per la redazione della scheda tecnica: registrata all'anagrafe delle OTR come Maria (dettaglio scoperto già al momento della stretta di mano iniziale), ha 29 anni, è transilvana di Brasov (è un po' che non incontro alcuna pitestina, sigh sigh) ed è stata quattro anni a Madrid, prima del suo esordio nel campionato italiano tre settimane fa. Tutto abbastanza credibile, dato che alterna quattromila parole nella lingua di Cervantes a tre nel nostro idioma. Masticherebbe anche un po' di rumeno, ma la mia comprensione si limita alle parole che finiscono in -ul e dunque è meglio comunicare in italo/spagnolo.
[...]Durante il viaggio di ritorno, mi racconta di essere stata in Spagna per 4 anni, 3 come camarera in un bar e 1 come intrattenitrice erotica in un puti-club, una sorta di discoteca con l'albergo sopra. Ora è da tre settimane "in prova" nella provincia bergamasca, per vedere se la crisi in cui è impastoiata l'Italia sia meno grave di quella spagnola. Quando siamo di nuovo al Tamoil, di Giovanna non c'è alcuna traccia e dunque riconsegno Maria al deserto dei Tartari. Nessun bacetto di congedo, ma un cordiale scambio di saluti, in cui lei butta lì un "Tornerai a trovarmi?" e io resto sul vago, dicendole che non passo così spesso da quei paraggi.
L'ora è ormai tarda e, nell'uscire dalla stazione di servizio, riprendo la strada di Zingonia. Di Anka/Lavinia restano solo le suppellettili abbandonate sul ciglio della strada, per cui posso salutare la promenade, per stanotte. Un quarto d'ora più tardi sono ad Osio Sotto e ho la piacevole conferma che Michela è tornata proprio oggi dalle sue vacanze settembrine al mare. E' davvero troppo tardi per fermarsi (e, viste le peripezie della notte, anche inutile), per cui mi limito a un rapido saluto di benvenuto, mentre pure lei stava accingendosi a sbaraccare la postazione. Un'altra mezz'ora abbondante di macchina e, ad orario in cui il cielo di giugno sarebbe già chiaro, varco finalmente la soglia di casa.