Dai
@Curvy questa mi sembra proprio la proverbiale foglia di fico.
Partiamo dal presupposto che la escort per legge debba pagare le tasse, su questo non si discute. Aggiungiamo che la stessa voglia adempiere agli obblighi di legge e comportarsi come un qualsiasi altro cittadino onesto, che sia per morale sua, per evitare di incorrere in sanzioni o per entrambi i motivi è irrilevante.
La normativa sulla professione specifica non è chiara, su questo non c'è dubbio. Inoltre, come hai fatto notare, si pone la questione della fatturazione, banalmente molti clienti non vorranno fornire dati personali all'esercente.
Non sono un commercialista e non mi sono mai posto il dubbio su come emettere una fattura anonima. Una soluzione pulita potrebbe esistere, quindi come prima cosa consulterei un professionista ma facciamo finta di dover immaginare noi delle soluzioni, così, su due piedi.
Una volta aperta la partita IVA con un codice ATECO che lasci sufficiente spazio all'immaginazione, l'esercente potrebbe:
- Come hai detto tu emettere le fatture nei confronti di un soggetto compiacente, magari lo stesso commercialista o comunque di un cliente che non si faccia troppi problemi al riguardo.
- Emettere la fattura inventandosi un soggetto fittizio e lasciando in bianco/con codici generali i campi specifici riguardanti codice fiscale e simili con svariati zeri o x come credo si faccia per fatture a soggetti privati stranieri.
- Emettere scontrino fiscale, per il quale non serve l'intestazione, anche se non si è un'attività aperta al pubblico. In teoria potrebbero farlo anche gli "artigiani" ma la cosa non mi è chiara.
- Contemporaneamente chiedere al proprio commercialista di aprire una richiesta presso gli uffici competenti per avere indicazioni su come procedere nel caso specifico.
Fatto questo, l'esercente potrebbe comportarsi come chiunque altro, dichiarando gli introiti, deducendo/detraendo le spese (pubblicità e simili) e pagando le tasse sull'imponibile.
Qualcuno proverà a contestare delle irregolarità a livello di codice Ateco o di fatturazione? Intanto l'esercente avrebbe dimostrato di aver pagato tutto quello che doveva e di aver messo tutta la buona volontà nel rispettare le norme e nel chiedere chiarimenti al riguardo. Vorrei proprio vedere sulla base di cosa si potrebbe venire condannati per un illecito dal momento che si è fatto tutto il possibile, mentre è proprio lo Stato a non aver chiarito in merito alla situazione.
L'esercente potrebbe avere la coscienza a posto e allo stesso tempo essere in regola per quanto reso possibile dalla normativa vigente.
L'alternativa è nascondersi dietro al fatto che "non è ben chiaro come ci si dovrebbe muovere per fatturare", evadere, contravvenendo la legge, secondo quanto stabilito da una sentenza definitiva.
Un po' come quelli che sostengono la fantomatica "evasione di necessità", da politici della peggior specie a menti brillanti come quel poveretto di Fabrizio Corona. Perché quello è il livello di un'argomentazione del genere.
Detto questo, mi sembra ovvio che sia necessaria una regolamentazione in materia, l'ho esplicitato da quando sono qui dentro, come molti prima di me, ma questa non è una buona ragione per non pagare un bel nulla, usufruendo di servizi, per quanto essi possano essere scandenti, che pagheranno altri.
Esatto, appunto, dice lei. Parole, non fatti. Se vuoi pagare, paghi, magari ci saranno irregolarità ma intanto hai pagato. Invece mi risulta (ma potrei sbagliarmi) che lei proprio non avesse dichiarato nulla. E la sentenza della cassazione è successiva al suo caso mi sembra, quindi è nel torto, fine.