Ciao e grazie per i dettagli. Avevo letto qualcosa in merito.Caro Smith ahimè vorrei fosse come dici tu ma purtroppo non lo ê. Mi permetto umilmente di spiegare il motivo per il quale asserisco questo.
Quello che dici tu è il procedimento chiamato “in vitro ed in vivo” o anche “fase 1” si sviluppa molti mesi prima di poterlo erogare, viene detta anche “sperimentazione pre-clinica” e si fa appunto su un numero ristrettissimo di soggetti (per virus di casse 3 come questo si parla di massimo 5,6 soggetti) testando sia la risposta immunitaria, la stabilità degli agenti ed il valore protettivo sviluppato nel soggetto.
Solo successivamente al superamento della fase1, si passa a quella detta “clinica” o “fase 2”, la differenza tra le due fasi risiede nel numero delle somministrazioni, nelle quantità delle dosi somministrata/soggetto per osservarne i suoi effetti al variare del volume ma soprattutto il fatto che nelle condizioni “in vitro” i soggetti rimangono isolati tra loro e sotto osservazione in “sterilità ambientale“, per evitare che elementi esterni possano condizionare l’evoluzione degli anticorpi a seguito del riconoscimento di quello che si chiama “firma molecolare del batterio”, in questa fase 2 invece i soggetti possono veicolare tra loro ma non fuori dall’area di somministrazione, si chiama appunto fase ”clinica”.
Per accordo mondiale (nessun Paese escluso previa la non vendibilità del prodotto all’esterno) solo dopo il superamento delle due fasi (e ci vogliono 8-10 mesi in un buon laboratorio) un vaccino può essere somministrato da una casa farmaceutica, come nel caso di questo articolo, e a questo punto siamo fuori dallla fase sperimentale ed entriamo in quella di distribuzione. Questo accade solo ed esclusivamente dopo che il vaccino sia stato trovato stabile nei test e la risposta immunitaria adeguata al target di lavorazione (altrimenti chi lo somministra, in caso di effetto rebound, verrebbe subito alle prese con richieste danni inimmaginabili e si assumerebbe la responsabilità di un eventuale fallimento, oltre a mettere in pericolo immensi numeri di persone) e venduto al colosso farmaceutico che lo distribuirà senza assumersi la responsabilità diretta in quanto appunti al di fuor delle fasi di sperimentazione.
Queste fasi sono obblighi a cui tutti i Paesi del mondo devono aderire prima di conferire a qualsiasi azienda la distribuzione.
Ps anche perchè nessun Paese farebbe test in grandi o piccoli numeri sui reparti di difesa, pensa solo se il test fosse instabile, un Paese come la Cina si troverebbe con tutti i militari affetti da effetti collaterali di un vaccino Covid instabile e quindi un knock out di dimensioni epiche ed i vaccini ahimé hanno effetti collaterali che si mostrano con il proseguire del tempo, difficilmente sono neutri come per alcuni medicinali scaduti, a questo servono gli acceleratori.
La discriminazione sulle somministrazioni dei vaccini è uno dei piú gravi atti razzisti che l’uomo possa commettere con consapevolezza, speriamo che l’articolo sia un fake.
Non ho compreso due cose però.
Tu ritieni che non sia già possibile una sperimentazione del genere perché non ci sono stati i tempi necessari o cosa?
Quando dici che tutti i vaccini hanno effetti collaterali a lungo termine ritieni quindi che sia meglio una cura piuttosto che un vaccino in linea di principio sempre?