Femminicidio - Quando non basta limitarsi solo a condannare

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Glenda Cherubino

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Ma che cazzate dici?
...come se fosse di conforto sentir parlare di femminicidio anzi che omicidio...
Mavalà...

Concordo con Te, il termine “femminicidio” suona sgradevole , e molti a sentirlo storcono il naso, perché rimanda all’idea sprezzante della latina “femina”, l’animale di sesso femminile. Ciò non toglie che i dati dell'OMS riportano che una delle prime cause di morte nel mondo delle donne è l'omicidio.
e se non ti ammazzano fisicamente, qualcuno che ci prova a farlo psicologicamente, lo si trova. Non si sta sindacando sul fatto che agli uomini non succeda, si sta parlando di un preciso argomento molto reale.
E il coraggio, ora....non mi manca piu'!

https://www.youtube.com/watch?v=-5VuOakcqNI



 
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Riprendo a leggere questa discussione dopo averla lasciata per un po ed ho qualche osservazione o precisazione da fare,così,in ordine sparso:
circa la separazione tra moglie e marito,mi preme precisare, in gioco non c'è solo la questione del mantenimento economico , ma soprattutto l 'affidamento dei figli minori che spesso viene dato alla moglie. Sarà dunque lei a permettere che al sabato il bimbo veda il padre,come disposto dal giudice ,salvo che il piccolo non si sia improvvisamente ammalato.Magari per un mese di fila fino a quando il padre potrà invocare l'intervento del giudice.Intervento che ,dalle nostre parti, arriverà non prima dei sei mesi,quando ormai il bimbo stesso non vorrà più icontrare un padre cattivo che lo ha abbandonato e soprattutto non vorrà far dispiacere la madre. Parlo per esperienza vissuta indirettamente e in parte anche direttamente.
Mi colpisce però l'osservazione di bludichina "chi uccide non riesce ad accettare un abbandono o un rifiuto" effettivamente questa è un altra chiave di lettura interessante. Nella nostra società è frustrante per l'uomo esser lasciati: oltre al comprensibile dolore per le progettualità comuni disattese,per la fiducia data e avvertita come mal riposta, pesa anche un giudizio sociale. L'esser lasciati da una donna per un uomo non è visto bene dalla nostra società. Non so come spiegarlo, è un po come le corna pare che se a farle è la moglie la cosa è giudicata dalla società più gravemente che non se al contrario a farle sia stato il marito. Eppure,razionalmente non dovrebbe essere così ma almeno dalle mie parti c'è questo comune sentire,specie in taluni contesti sociali.Qui credo che la responsabilità sia proprio di noi uomini.
P.S. Bungalow, ma tu che hai gettato la pietra nello stagno … non ci dici nulla,sei già in vacanza?
 
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Glenda Cherubino

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Mi colpisce però l'osservazione di bludichina "chi uccide non riesce ad accettare un abbandono o un rifiuto" effettivamente questa è un altra chiave di lettura interessante. Nella nostra società è frustrante per l'uomo esser lasciati: oltre al comprensibile dolore per le progettualità comuni disattese,per la fiducia data e avvertita come mal riposta, pesa anche un giudizio sociale. L'esser lasciati da una donna per un uomo non è visto bene dalla nostra società. Non so come spiegarlo, è un po come le corna pare che se a farle è la moglie la cosa è giudicata dalla società più gravemente che non se al contrario a farle sia stato il marito. Eppure,razionalmente non dovrebbe essere così ma almeno dalle mie parti c'è questo comune sentire,specie in taluni contesti sociali.Qui credo che la responsabilità sia proprio di noi uomini.

Penso sia una valida osservazione dalla quale partire.
 
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Glenda Cherubino

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Purtroppo il "femminicidio" esiste, ma esiste nella forma in cui la società lo crea, esiste nelle menti di quelle persone che ancora vedono l'essere femminile vulnerabile,diverso, incapace di reagire, incapace di essere.Certo, questo vale per tutte e tutti e non è detto che sia sempre commesso dall'uomo.... ma questo esiste ogni volta che lo permettiamo e non abbiamo il coraggio dii opporci davanti alle sopraffazioni e alla violenza di ogni genere nei riguardi di ogni individuo. Siamo spesso "colpevoli"... di indifferenza.
 
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Glenda Cherubino

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Trovo importante il thread aperto da Bungalow, sensibile ad una questione che tocca tutti, uomini e donne, bambini e bambine, tocca o dovrebbe toccare sempre piu' una società egoista,sorda, poco attenta e riflessiva che poco frequentemente fa lo sforzo di vederci il tentativo di evidenziare problemi reali....la Violenza, in questo caso sulle donne, in fondo un problema che si dovrebbe avere ancora piu' a cuore in un contesto dove la prostituzione non è sempre fatta di prestazioni e di seghe mentali, ma dove si dovrebbe avere maggiore sensibilità al riguardo. Se non si comprende questo e si vede solo un torto fatto a qualcuno.....beh, allora sarà davvero dura fare qualcosa.

"Quattro anni di violenze sessuali: lui era appena maggiorenne, lei invece quando è cominciato il calvario ne aveva appena 9. Una bruttissima storia accaduta nella Bassa vercellese che risale al periodo tra il 2009 e il 2013, ma che è venuta alla luce solo ora che la ragazzina (adesso ha 16 anni) ha cominciato a parlarne allo sportello di sostegno psicologico messo a disposizione dell'istituto superiore che frequenta.I due sono cugino e cugina. "

e certi segni, si portano per sempre!

http://www.notiziaoggi.net/pages/pe...ta-dal-cugino-7151.html#.V52Bq6OQq5s.facebook
 
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Femminicidio è una parola inventata in funzione di un programma di criminalizzazione del maschio che si protrae ormai da un pezzo; la teoria gender tende ad un androgine tendenzialmente asessuato (o parossisticamente sessuato, che è lo stesso); all’individuo assoluto dai caratteri propri al genere maschile o a quello muliebre; l’emancipazione dall’utero è agli albori; le virtù eroiche e virili sono prerogativa dei protagonisti dei cinepizzoni ollivudiani; orgoglio maschile, suona equivoco e sinistro; una maschera per la viltà; un’indole indotta da una natura violenta; contrapposta alla grazia femminile
il tutto a dispetto del fatto che le carceri femminili sono piene di “coniuge-cide”
 
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La violenza genera violenza il tradimento genera tradimento....volevo dire solo questo ...oltre alle vittime restano intere famiglie distrutte dal dolore...volevo dire solo questo.
 
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:scratch_one-s_head::unknw:

Icone di perplessità legittime le tue, non esiste il termine complementare di uxoricidio in italiano; preso in speciale considerazione dal codice penale, l’uxoricidio, come omicidio aggravato un articolo. e come omicidio attenuato in un altro articolo

la necessità di considerare la vittima come foemina, piuttosto che come uxor, mi sembra tuttavia la naturale ricaduta lessicale di un mutamento sociale in essere; il tasso di criminalità nella popolazione maschile per questo genere di reati è il medesimo di sempre; come lo è quello delle “uxoricide”

se bisogna inventarsi una parola nuova per situazioni vecchie un motivo ci sarà

le parole sono importanti
 
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Glenda Cherubino

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Ragazzi attaccatevi a tutto, ma non attaccatevi a quello che è vero. Se farvi "felici" è eliminare un termine, ok, ma non è così che cambierà la realtà. E' difficile vero? Lo comprendo,non è semplice per "nessuno".
 
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Glenda Cherubino

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La violenza genera violenza il tradimento genera tradimento....volevo dire solo questo ...oltre alle vittime restano intere famiglie distrutte dal dolore...volevo dire solo questo.

Non hai detto...."poco", ma la differenza ci può essere.
 
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Ragazzi attaccatevi a tutto, ma non attaccatevi a quello che è vero. Se farvi "felici" è eliminare un termine, ok, ma non è così che cambierà la realtà.....

Cara Glenda, la questione non la vedo nell’eliminare parole, quanto piuttosto nel perché inventarne di nuove; femminicidio è un neologismo, un aggiornamento della mente…

Ma non vorrei annoiarti; vediamo piuttosto come, molto meglio di me, a sviluppato l’argomento femminicidio l’autorevole professoressa in materia di figa, Valentina Nappi:

https://vimeo.com/69844738
 
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Glenda Cherubino

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Cara Glenda, la questione non la vedo nell’eliminare parole, quanto piuttosto nel perché inventarne di nuove; femminicidio è un neologismo, un aggiornamento della mente…

Ma non vorrei annoiarti; vediamo piuttosto come, molto meglio di me, a sviluppato l’argomento femminicidio l’autorevole professoressa in materia di figa, Valentina Nappi:

https://vimeo.com/69844738

Non è nemmeno necessario....
 
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Se una donna ne uccide un'altra è femminicidio?
Domanda interessante che a mio parere smaschera tutta la stupidaggine nascosta dietro a certi strilli giornalistici.
La violenza nasce dalla incapacità di relazionarsi, tanto è vero che la violenza domestica tra le coppie lesbiche è una realtà http://chaynitalia.org/la-violenza-domestica/violenza-nelle-relazioni-lesbiche/
Che poi non è mica una cosa obbligatoria il doversi relazionare, si può stare pure per i cavoli propri senza rompere le palle a nessuno ed imparare a relazionarsi con se stessi. E questo sarebbe già un grosso successo, poi si vedrà.
 
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Mi sa che hai la memoria corta...
L'hai già fatta questa domanda e non ti hanno risposto ... sai perché?
Te lo dico io..
In realtà non è una domanda, è una provocazione.
Rispondere provocherebbe flame.
Quindi, se non vuoi passare per flamer.....

L'età avanza.
Sul merito, la mia opinione è la seguente: "femminicidio" è una parola, e una fattispecie di reato, inventata dal politically correct per stabilire l'equivalenza donna=vittima, uomo=carnefice.
Nel discorso politically correct alla condizione di "vittima" corrispondono vari privilegi: sei a priori buono, anche se i fatti più clamorosi dimostrano che sei cattivo sei comunque giustificabile, etc., ti vanno riservate quote d'accesso a risarcimento degli svantaggi patiti dalla categoria, etc.
In più, i rappresentanti ufficiali della tua categoria hanno diritto a rappresentanza politica e mediatica, le organizzazioni da loro dirette hanno diritto al finanziamento pubblico, alle esenzioni fiscali, etc. Il contrario accade per chi appartenga alla categoria "carnefice".

Quanto alla realtà: per punire l'omicidio della fidanzata, moglie, compagna, etc., basta e avanza il reato di omicidio (colposo, volontario, premeditato) più le eventuali aggravanti. In Italia , il numero di omicidi di fidanzata, moglie, compagna è piccolo (e negli ultimi vent'anni in calo). Molto più numerosi nei civilissimi e femministissimi paesi scandinavi.
Un tempo, l'omicidio d'onore era motivato, oltre (e spesso più) che dalla passione, dalla riprovazione sociale assoluta che colpiva il cornuto che non reagisse con la violenza di fronte all'offesa.
Caso esemplare: il grande madrigalista principe Gesualdo da Venosa, che tradito dalla moglie, esitò molto a lungo (l'amava, era una persona sensibile) prima reagire uccidendo lei e l'amante.
Oggi, gli atti che si rubricano sotto la dizione "femminicidio" sono motivati a) dalla estrema fragilità psichica di uomini che non sanno ricevere il colpo di un rifiuto o di un tradimento senza crollare b) dalla passione (sono omicidi passionali) che quando è profonda e forte può sempre portare a gesti estremi, come sapeva anche Giacomo Leopardi:

"...Fin la negletta plebe,
l’uom della villa, ignaro
d’ogni virtù che da saper deriva,
fin la donzella timidetta e schiva,
che già di morte al nome
sentì rizzar le chiome,
osa alla tomba, alle funeree bende
fermar lo sguardo di costanza pieno,
osa ferro e veleno
meditar lungamente,
e nell’indotta mente
la gentilezza del morir comprende.
Tanto alla morte inclina
d’amor la disciplina."

 
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