«Ecco qui» mormora, e colpisce ripetutamente la parete interna della mia vagina senza mai smettere di leccare e succhiare con voluttà.
Inaspettatamente raggiungo un incredibile orgasmo che mi stordisce, facendo sparire tutto quello che sta succedendo al di fuori del mio corpo, mentre io mi contraggo e gemo. Accidenti, è stato così veloce.
Mi rendo vagamente conto che lui ha smesso di leccarmi. È sospeso su di me, in ginocchio, e si sta infilando un preservativo. Poi è dentro di me, duro e veloce.
«Oh, sì!» Geme mentre me lo spinge dentro. È appiccicoso, ci sono residui di gelato sciolto tra noi. È una sensazione strana, che quasi mi distrae, ma non ci penso più di qualche secondo, quando Christian all’improvviso esce da me e mi gira.
«Così» mormora e rientra bruscamente dentro di me, ma non inizia a muoversi al suo solito ritmo frenetico. Si china in avanti, mi libera le mani e mi tira su, in modo che praticamente io stia seduta su di lui. Muove le mani sui miei seni, afferrandoli entrambi e titillando gentilmente i miei capezzoli. Gemo, gettando la testa contro la sua spalla. Lui strofina il naso sul mio collo, mi morde, mentre solleva le anche, riempiendomi ancora e ancora, con dolce lentezza.
«Hai idea di quello che significhi per me?» mi dice in un sospiro.
«No» ansimo.
Lui sorride, con la bocca sul mio collo, le dita che si stringono intorno al mio volto, tenendomi forte per un momento.
«Sì che lo sai. Non ti lascerò andare via.»
Io gemo, mentre lui inizia ad aumentare la velocità.
«Tu sei mia, Anastasia.»
«Sì, tua» dico senza fiato.
«Mi prendo cura di ciò che è mio» sibila e mi morde l’orecchio.
Io grido.
«Ecco, così, bambina, voglio sentirti.» Mi fa scivolare una mano intorno alla vita, mentre con l’altra mi afferra il fianco e si spinge dentro di me con più forza, facendomi gridare ancora. E attacca il suo ritmo sfiancante. Il suo respiro si fa sempre più ruvido, spezzato, armonizzandosi con il mio. Sento il familiare calore che mi sale dentro. “Ancora!”
Sono tutta sensazioni. Questo è ciò che Christian mi fa: prende il mio corpo e lo possiede totalmente, tanto che non riesco più a pensare a nient’altro se non a lui. La sua magia è potente, inebriante. Sono una farfalla intrappolata nella sua rete, non ho più né la capacità né la volontà di scappare. “Sono sua… completamente sua.”
«Avanti, piccola» ringhia tra i denti e al suo segnale, da brava apprendista stregone quale sono, mi lascio andare, e veniamo insieme.