Re: [INFO] OTR A VICENZA
«Le multe non ci spaventano, restiamo». Scattata ieri l’ordinanza che vieta il meretricio in alcune aree della città. Soddisfatta l’Ascom. Ma le prostitute dicono «no». Le lucciole: «I controlli di questi giorni ci fanno lavorare poco. Pronte a un comitato».
VICENZA — Il rafforzato dispositivo di sicurezza voluto dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato d’urgenza dal prefetto qualche ora dopo la sparatoria a Borgo Casale ha sortito il suo effetto, con denunce e sequestri di droga in Campo Marzo ma anche con un ridotto afflusso di clienti sulle strade se è vero, come sostengono le prostitute del centro, che da qualche giorno non lavorano. «E’ quasi una settimana che non facciamo incassi, gli uomini sono spaventati dall’andare e venire di pattuglie con lampeggianti accesi e non si azzardano a chiederci prestazioni sessuali. Non è giusto - sostengono le lucciole, arrabbiate - Paghiamo noi per quella sparatoria che ha destato tanto allarme. Ne stiamo rimettendo di grosso, e ne rimetteremoancor più con l’ordinanza del sindaco».
Abiti succinti, trasparenze, cosce e seni in bella mostra su corso santi Felice e Fortunato, nel buio di un venerdì sera d’agosto. Una vetrina a cielo aperto di bellezze appariscenti, per lo più dell’Europa dell’Est e dell’Africa, quest’ultime arrivate in treno da Padova in cerca di clienti. La loro posizione è ferma, anche se sono disposte ad un confronto nelle ore in cui entra in vigore l’ordinanza che vieta le loro prestazioni nelle zone lungo viale Verona, corso San Felice e Stadio (scattata ieri). «Non ce ne andremo dalla strada, che ci multino pure, strapperemo il verbale e non pagheremo, così come abbiamo fatto fino ad oggi. Quasi tutte abbiamo collezionato più di una multa da 500 euro perché ci hanno trovato coi clienti,manessuna l’ha saldata». Una 34enne rumena, da 11 anni a Vicenza, da altrettanti sulla strada, aggiunge: «Che il sindaco si metta una mano sulla coscienza: sono sola, ho due figli, devo mantenerli e non ho di che vivere se non questo lavoro mi vergogno a stare qui, mi picchiano, mi minacciano,macosa posso fare? Ogni sabato la parrocchia di Santa Bertilla mi fornisce generi di prima necessità ma non bastano. Capisco la posizione di Variati ma anche lui deve capire la nostra. Se l’ordinanza bandisce delle zone vorrà dire che ci sposteremo in periferia, e se necessario ci riuniremo in comitato o chiederemo un incontro privato col sindaco». Un romena 30enne, capelli biondi e abito attillato, ribatte: «Che le forze dell’ordine facciano pure, io non pagherò le multe. Con 500 euro posso comprare cibo e vestiti per la mia bimba».
Un viado romeno, Mariangela, commenta. «Lavoro anche per soli dieci euro, e molte volte devo pure restituirli al cliente che mi minaccia col coltello. La nostra non è vita facile, e lo sarà ancora meno con questa ordinanza». Soddisfazione è stata invece espressa da Andrea Gallo, direttore di Confcommercio Vicenza, che in una lettera al prefetto e al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica aveva sollecitato nuove soluzioni al degrado cittadino. «E’ una piccola vittoria anche nostra: senza il nostro appello probabilmente i problemi si sarebbero prolungati. Una scelta coraggiosa quella di Variati, anche se non mette fine alla prostituzione, per quello ci vorrebbe una normativa nazionale in grado di regolamentare il fenomeno ». Della stessa idea Arrigo Abalti, del Pdl, che sostiene: «Variati mette una pezza sul problema prostituzione ma ci vuole ben altro che un’ordinanza dichiarata in pompa magna. Dovrebbe mettere in campo una serie di misure che aggrediscano il problema a 360 gradi, dovrebbe occupare con iniziative virtuose gli spazi a rischio».
http://corrieredelveneto.corriere.it/vi ... 8524.shtml
Questa è l'Ordinanza: https://servizionline.comune.vicenza.it ... ody/0.21A6
Dal relativo testo si può denotare come il decreto in questione non stia rispettando i principi generali dell'Ordinamento, poiché vieta la prostituzione su strada esercitata in qualsiasi modo, anche quando quest'attività non si svolge con comportamenti che creano o possono creare un concreto e gravoso danno alla collettività. In più, siccome la stessa Ordinanza tende a considerare le donne come meretrici, senza cogliere questi soggetti nel descritto fatto illecito compiuto, effettua una registrazione indiretta delle medesime persone sospettate di esercitare la prostituzione e tale fattispecie viola palesemente i dettami dell'articolo 7 della Legge 75/1958 il quale vieta le dette operazioni. http://www.webalice.it/cstfnc73/articolosette.htm
Quest'ultima disposizione legislativa è oltretutto garantita dall'articolo 6 della Convenzione ONU 1949/51 sul meretricio che l'Italia ha reso esecutiva con la Legge 1173/1966 e ratificato in via definitiva nel 1980. http://www.webalice.it/cstfnc73/convenzioneonu.htm
Tale parametro rende i principi in esame parte della Costituzione Italiana ai sensi dei relativi articoli 10 e 117 e di conseguenza questi dettami vengono resi imprescindibili dai provvedimenti che devono essere conformi ai principi generali dell'Ordinamento come le Ordinanze Sindacali sulla Sicurezza Urbana.
Con tutto ciò posso benissimo dire che si posssono svolgere i corrispondenti ricorsi in caso di sanzione. Si può inoltre fare ricorso al TAR del Veneto per far sospendere l'Ordinanza in esame.
Ripeto nuovamente che non mi sembra giusto che delle persone debbano pagare per le malefatte altrui; oltretutto se tali soggetti sono vittime dei medesimi criminali! E' una vergogna!
Avanti con la rivolta.
«Le multe non ci spaventano, restiamo». Scattata ieri l’ordinanza che vieta il meretricio in alcune aree della città. Soddisfatta l’Ascom. Ma le prostitute dicono «no». Le lucciole: «I controlli di questi giorni ci fanno lavorare poco. Pronte a un comitato».
VICENZA — Il rafforzato dispositivo di sicurezza voluto dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato d’urgenza dal prefetto qualche ora dopo la sparatoria a Borgo Casale ha sortito il suo effetto, con denunce e sequestri di droga in Campo Marzo ma anche con un ridotto afflusso di clienti sulle strade se è vero, come sostengono le prostitute del centro, che da qualche giorno non lavorano. «E’ quasi una settimana che non facciamo incassi, gli uomini sono spaventati dall’andare e venire di pattuglie con lampeggianti accesi e non si azzardano a chiederci prestazioni sessuali. Non è giusto - sostengono le lucciole, arrabbiate - Paghiamo noi per quella sparatoria che ha destato tanto allarme. Ne stiamo rimettendo di grosso, e ne rimetteremoancor più con l’ordinanza del sindaco».
Abiti succinti, trasparenze, cosce e seni in bella mostra su corso santi Felice e Fortunato, nel buio di un venerdì sera d’agosto. Una vetrina a cielo aperto di bellezze appariscenti, per lo più dell’Europa dell’Est e dell’Africa, quest’ultime arrivate in treno da Padova in cerca di clienti. La loro posizione è ferma, anche se sono disposte ad un confronto nelle ore in cui entra in vigore l’ordinanza che vieta le loro prestazioni nelle zone lungo viale Verona, corso San Felice e Stadio (scattata ieri). «Non ce ne andremo dalla strada, che ci multino pure, strapperemo il verbale e non pagheremo, così come abbiamo fatto fino ad oggi. Quasi tutte abbiamo collezionato più di una multa da 500 euro perché ci hanno trovato coi clienti,manessuna l’ha saldata». Una 34enne rumena, da 11 anni a Vicenza, da altrettanti sulla strada, aggiunge: «Che il sindaco si metta una mano sulla coscienza: sono sola, ho due figli, devo mantenerli e non ho di che vivere se non questo lavoro mi vergogno a stare qui, mi picchiano, mi minacciano,macosa posso fare? Ogni sabato la parrocchia di Santa Bertilla mi fornisce generi di prima necessità ma non bastano. Capisco la posizione di Variati ma anche lui deve capire la nostra. Se l’ordinanza bandisce delle zone vorrà dire che ci sposteremo in periferia, e se necessario ci riuniremo in comitato o chiederemo un incontro privato col sindaco». Un romena 30enne, capelli biondi e abito attillato, ribatte: «Che le forze dell’ordine facciano pure, io non pagherò le multe. Con 500 euro posso comprare cibo e vestiti per la mia bimba».
Un viado romeno, Mariangela, commenta. «Lavoro anche per soli dieci euro, e molte volte devo pure restituirli al cliente che mi minaccia col coltello. La nostra non è vita facile, e lo sarà ancora meno con questa ordinanza». Soddisfazione è stata invece espressa da Andrea Gallo, direttore di Confcommercio Vicenza, che in una lettera al prefetto e al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica aveva sollecitato nuove soluzioni al degrado cittadino. «E’ una piccola vittoria anche nostra: senza il nostro appello probabilmente i problemi si sarebbero prolungati. Una scelta coraggiosa quella di Variati, anche se non mette fine alla prostituzione, per quello ci vorrebbe una normativa nazionale in grado di regolamentare il fenomeno ». Della stessa idea Arrigo Abalti, del Pdl, che sostiene: «Variati mette una pezza sul problema prostituzione ma ci vuole ben altro che un’ordinanza dichiarata in pompa magna. Dovrebbe mettere in campo una serie di misure che aggrediscano il problema a 360 gradi, dovrebbe occupare con iniziative virtuose gli spazi a rischio».
http://corrieredelveneto.corriere.it/vi ... 8524.shtml
Questa è l'Ordinanza: https://servizionline.comune.vicenza.it ... ody/0.21A6
Dal relativo testo si può denotare come il decreto in questione non stia rispettando i principi generali dell'Ordinamento, poiché vieta la prostituzione su strada esercitata in qualsiasi modo, anche quando quest'attività non si svolge con comportamenti che creano o possono creare un concreto e gravoso danno alla collettività. In più, siccome la stessa Ordinanza tende a considerare le donne come meretrici, senza cogliere questi soggetti nel descritto fatto illecito compiuto, effettua una registrazione indiretta delle medesime persone sospettate di esercitare la prostituzione e tale fattispecie viola palesemente i dettami dell'articolo 7 della Legge 75/1958 il quale vieta le dette operazioni. http://www.webalice.it/cstfnc73/articolosette.htm
Quest'ultima disposizione legislativa è oltretutto garantita dall'articolo 6 della Convenzione ONU 1949/51 sul meretricio che l'Italia ha reso esecutiva con la Legge 1173/1966 e ratificato in via definitiva nel 1980. http://www.webalice.it/cstfnc73/convenzioneonu.htm
Tale parametro rende i principi in esame parte della Costituzione Italiana ai sensi dei relativi articoli 10 e 117 e di conseguenza questi dettami vengono resi imprescindibili dai provvedimenti che devono essere conformi ai principi generali dell'Ordinamento come le Ordinanze Sindacali sulla Sicurezza Urbana.
Con tutto ciò posso benissimo dire che si posssono svolgere i corrispondenti ricorsi in caso di sanzione. Si può inoltre fare ricorso al TAR del Veneto per far sospendere l'Ordinanza in esame.
Ripeto nuovamente che non mi sembra giusto che delle persone debbano pagare per le malefatte altrui; oltretutto se tali soggetti sono vittime dei medesimi criminali! E' una vergogna!
Avanti con la rivolta.