Sapete, anche io sono in una situazione del genere.
Lei un giorno, due anni fa, mi ha detto, "Vogliamo stare insieme? Dobbiamo costruire il nido, prima. Se guadagni 200 euro al giorno, possiamo stare insieme". Io le ho risposto, scherzando, "Anche i festivi?", lei, che scherzava meno, "I festivi 100!".
Io quei soldi lì non li guadagno, chiamatemi morto di fame, se credete. Vi dirò di più. Ho iniziato a frequentare ragazze che fanno questa professione, almeno in parte, perché ai soldi non do un valore eccessivo e so pure fare economia su altre cose. Chiamatemi stupido, se volete.
Ora, io sono in una condizione più favorevole rispetto ad altri. Sono scapolo, ho 35 anni, e il desiderio di avere una famiglia ce l'ho a intermittenza. Perché chi conosco e una famiglia se l'è fatta, mi pare in una situazione meno che invidiabile, fatta eccezione per uno o due casi. Mi correggo, perché anche gli amori più grandi, in realtà, li ho visti finire.
Il pregio della condizione che alcuni di noi vivono per me è chiaro, almeno quello. Ci si dice abbastanza chiaramente qual è la base di un rapporto duraturo. La stabilità economica. Però una medaglia ha sempre due facce, perciò il pregio è anche il difetto. Allora che si fa? Si ammette, almeno, io ammetto, che l'amore è una costruzione culturale, che non vi è molto di naturale. L'amore quindi è solo una questione di intendersi, di porre basi comuni e andare avanti, augurandosi di mantenere entrambi le stesse convinzioni. Succede di rado, mi par d'intendere.
Sempre due anni fa, quando le cose si facevano più serie tra di noi, il giorno prima di san valentino, mi chiamò e mi disse, "Domani vengo a Bologna". Io le risposi, "Sei carina a dirmelo, ma sono sicuro che non vieni per me!". E giù a ridere, entrambi. Veniva per altri uomini, innamorati di lei e incapaci di o impossibilitati a lasciare la famiglia. "Vieni alle 9, voglio che tu sia il primo". Arrivai puntuale e mi raccontò di come un uomo sposato che l'aveva pregata di venire per quella data, quando lei gli aveva inviato un sms per confermare l'arrivo, l'aveva chiamata per dirle di non permettersi mai più di cercarlo. Problemi con la moglie, com'è facile immaginare. Dopodiché, mentre noi due stavamo insieme, lui le aveva mandato un secondo sms, scusandosi e promettendole un regalo. Come rideva lei, leggendo l'sms, raccontandomi dei regali che lui le aveva fatto e chiedendomi perché un uomo deve pagarla e farle dei regali più costosi di quanto paga la "prestazione".
Che potevo rispondere io, che a lei un regalo non l'avevo mai fatto?
Poi è successo. A febbraio sono tornato dopo una lunga e solitaria permanenza all'estero, per motivi di lavoro. Il giorno successivo al mio ritorno, mi è arrivato un sms in cui leggo, "Sono a Bologna". Io l'ho chiamata e le ho detto, "Ti ho cercata, prima di partire, e un paio di volte anche dopo". Lei mi ha risposto, "Anche io ti ho cercato, ma il tuo telefono non prendeva mai". Era vero. Ho pensato, "Vedi che anche lei mi vuole bene!". Sono corso da lei, letteralmente, con un regalo. Sciocco, di poco valore, ma ci tenevo. Lei lo ha apprezzato. Io ci sono cascato con tutte le scarpe. E adesso è un tira e molla, diverso da quelli descritti sopra, per molti versi decisamente diverso. Io infatti non la vedo più, mica da tanto, da solo un mese. Quando lei viene in città e mi chiama, io le dico che sono fuori città. Perché io credo che vada bene porre basi economicamente solide a un rapporto, per carità, ma o le poniamo in due, o bona lè, come si dice dalle mie parti. Mica sono solo io a doverlo fare. Sennò sarei un perdente. Questo è quello che penso. Scusatemi se lo penso e urto la sensibilità di qualcuno. Perdente perché partirei da una posizione di svantaggio totale.
E in tutto questo, benché possa apparirvi irreale, io sono innamorato di lei. Saprei prendermi cura di lei e del suo bambino, che non è certo un neonato. Ma il fatto di essere stato dietro le quinte, di aver ascoltato i suoi racconti sugli uomini che buttavano soldi qua e là per lei convinti di poterla conquistare così, di aver notato il disprezzo per il genere uomo, che quasi invariabilmente una prostituta matura dopo anni di professione e di brutti incontri, mi fa stare all'occhio. E, ovviamente, sta all'occhio pure lei, perché ci vediamo, stiamo insieme per un'ora, un'ora e mezza, poi ci salutiamo. Non abbiamo idea di cosa voglia dire vivere giorno dopo giorno insieme, ma intuiamo che non è cosa facile. In generale, non nel caso specifico.
Ora, paradossalmente, abbiamo un terreno comune su cui portare avanti il nostro rapporto, composto da un mix di attrazione reciproca, rispetto, diffidenza, e sofferenza.
Io non so come va a finire, forse il 19 giugno potrò dirvi qualcosa di più, se lei verrà all'appuntamento che le ho dato.
Scusate il disturbo, ma mi andava di condividere con voi quel che mi succede.