Innanzitutto ringrazio un po’ tutti per essere intervenuti (animal, amico, guarda che se ci incontriamo te la chiedo veramente la birra) ed, in particolare, ringrazio L3ONARDO per aver messo a fuoco un altro profilo che non avevo trattato: ossia l’ipotesi in cui la giocherellona (scusatemi non riesco proprio a chiamarle bastarde – anche se magari lo meritano) venisse scaricata dal punter per qualche buon motivo e questa tentasse, in ogni modo, di riallacciare il rapporto anche con insulti o provocazioni. La chiamerei la nona mossa della “provocazione puteolenta” (sempre che L3ONARDO la approvi) in cui la troia fa’ la finta offesa al solo fine di “riagganciare” il punter.
Francamente, per mia esperienza, non mi è mai capitato perché di solito non è mio uso mandarle apertamente affanculo, come invece, credo, farebbe il mio maestro Rustyman che in questo, penso, vi provi anche un certo piacere. Preferisco, piuttosto, negarmi e non risponderle e quando iniziano ad essere insistenti blocco il contatto prima che la cosa degeneri.
Mi è stato richiesto, poi, in privato, di specificare meglio l’ottava mossa della “tragedia greca”. Sinceramente, scusatemi, credo che ci sia poco da approfondire. Solitamente la giocherellona (disonesta), quando è arrivata a fidelizzare il punter, vedendolo ormai perduto e completamente “nelle sue mani”, inizia a sparare in altro per fargli sganciare più soldi possibili. Arrivano, così, ad inventare storie finte (di qui “tragedie greche”), come incidenti finti, malattie o grosse problematiche di loro familiari inventati e che devono essere aiutati economicamente, catastrofi di ogni tipo, al fine di estorcere quanto più denaro possibile. A tale proposito ricordo a tutti un articolo apparso qualche mese fa di una troia che aveva inventato di tutto (finte gravidanze, aborti, ricoveri in ospedale ecc…) al fine di ricavare dal povero allocco (poveretto veramente!) quanti più soldi possibili. Questo è l’articolo:
http://www.corriere.it/cronache/15_...ro-b5c85d40-517e-11e5-9df5-79e99ad463e6.shtml
E’ evidente che sono casi limite ma, tuttavia, è un rischio reale e da tenere ben presente quando si approfondiscono troppo certi rapporti.
Come riconoscere i sintomi e come evitare la malattia.
Sicuramente, come dicono megabizzo o tillo, evitando di andare sempre dalla stessa si evitano certi meccanismi di “affezionamento” che possono sfociare, poi, in una sorta di innamoramento e quindi di contagio. Secondo me è una buona tattica per prevenire certi rischi ma, a volte, credo che non basti neppure questo. Infatti, non credo che a volte questo sia sufficiente perché, in certi casi, per mia esperienza, l’unica è quella di troncare immediatamente e definitivamente ogni contatto andando in "quarantena". Ma quando farlo? Al primo incontro, al terzo incontro, al decimo? Sicuramente è una questione di sensibilità soggettiva. E qui mi voglio riagganciare a quanto detto da L3ONARDO e da Shrike e, soprattutto, alla acuta domanda posta da quest’ultimo, ossia: “
ma se un uomo va sempre dalla stessa donna (specifico donna perchè che sia sesso a pagamento immediato o che sia dilazionato, si tratta sempre di donne/femmine ) perchè si trova bene a fare sesso con lei quale sarebbe il problema ? e perchè dovrebbe cambiare ?”. La mia risposta è che non dovrebbe cambiare, salvo che non trovi una migliore. Il problema a mio avviso non è tanto questo, o il numero di frequentazioni che si hanno con una sola escort, o con quale frequenza la si “cambi”. Il problema a mio avviso non sorge da li. Per mia esperienza il numero delle frequentazioni con una sola troia può a volte essere irrilevante. C’è, piuttosto, un elemento “qualitativo” che è determinante e che porta il rapporto a certi livelli di “marciume” dove solo i nasi allenati riescono subito a sentire l’odore ed a allontanarsi subito. Cerco di spiegarmi meglio. Quello che ho imparato è che ciò che conta (onde evitare casini o innamoramenti) non è quante volte si va da una puttana ma, piuttosto, quando si iniziano ad "accorciare le distanze" con questa. È solo quello il momento che conta per valutare chi si ha di fronte e capire a che gioco vuole giocare. Una escort ce la possiamo scopare anche 1000 volte di seguito e rimanere distaccati e freddi, perché non sentiamo alcun trasporto tale per cui ci si sente di dover approfondire la conoscenza. Ed in questi casi non mi è mai capitato nulla. Io mi sono scopato una troia domenicana (per chi bazzica il Ticino la conoscerà sicuramente), a fasi alterne per più di cinque anni, eppure non sento nulla (e non me ne fotte nulla!) perché non ho mai accorciato le distanze. Mi sono fatto solo delle grandi scopate. Oggi, per dirvi, non me la scopo più perché ne ho la nausea. Tra noi ci sono stati sempre dei paletti ben precisi, né lei ha mai provato ad “accorciare le distanze” o a raccontarmi storie del cazzo o utilizzare le tattiche sopra descritte. Il problemi (sentimentali e non) credo nascono da quando si iniziano ad “accorciarsi le distanze”. È in quel momento che inizia lentamente ad insinuarsi il virus. Paradossalmente basta anche una sola volta se una è molto brava, ed il punter inesperto, ed il gioco è fatto. Sono momenti credo che vanno oltre il sesso tout court, quando lei inizi a parlare di sé, poi chiede di noi, poi lei inizia a "sbottonarsi" e a parlare prolungatamente con noi (anche di cazzate) e questo fatto inizia a provocarci piacere, più della scopata in sé e per sé. Poi si inizia a condividere certi momenti, come uscite (senza pagare), cene, nottate insieme o cose di questo genere. Non sono questi fatti in sé che fanno innamorare il punter ma sono piuttosto gli effetti che essi producono successivamente nella sua mente. Credo che i primi sintomi si iniziano ad avere quando uno inizia a pensare a lei anche dopo esserci stato semplicemente a parlare. Quando si pensa, dopo, troppo a lei. Quando si inizia a non vedere più le altre. Qui secondo me bisogna bloccare la frequentazione ed iniziare ad allontanarsi a prescindere dal numero di incontri che si è fatto. Possono esserci stati 1 oppure 10 oppure 100 volte, non importa, ma quando si inizia a sentire dentro di noi certi punti di "contatto" è difficile rimanere indifferenti e bisogna troncare subito. Per essere concreti, io credo che quando si iniziano a subire le prime tre mosse che ho descritto sopra e, soprattutto, quando si esce fuori dalla stanza e si continua a pensare a lei insistentemente (non come pura attrazione sessuale ma come coinvolgimento emotivo) è già il caso di bloccare la frequentazione evitando tassativamente di proseguire e, soprattutto, di prendere numeri di telefono, o altro, che sono il “cavallo di troia” perché la situazione degeneri. Se eventualmente si ha già il numero di telefono è il caso di non rispondere ai suoi primi messaggi o eventualmente bloccarlo.
Al_jfk mi chiede se mi sia mai “influenzato” in Ticino. Come ho premesso non mi nascondo, ho già risposto, “si”, nel 2007-2008 di una brasiliana del vecchio Sixty di Chiasso. Di recente (e parlo degli ultimi anni) grazie a dio no. Nemmeno l’ultima che ho recensito e che, qualche goliardico amico della sezione svizzera, per prendermi in giro, mi ha accusato di averla troppo “angelicata” (questa è la recensione per chi avesse voglia di leggere:
http://community.punterforum.com/showthread.php?t=50277&p=1621949&viewfull=1#post1621949 ). Ecco, questo, ad esempio, è stato il classico caso di escort che ha provato ad usare le prime tre mosse e dove io ho iniziato a frequentarla assiduamente (nell’arco di una settimana ci sono stato quattro volte) trovandomi molto bene sessualmente. Arrivato, però, ad un certo punto ho iniziato a percepire chiaramente che mi stavo troppo “avvicinando” e, quindi, ho immediatamente tagliato volutamente la “relazione” evitato di frequentarla nuovamente e tagliando ogni successivo contatto telefonico. La fortuna ha voluto che, poi, lei se ne sia andata e, quindi, mi ha agevolato anche nel dimenticare rapidamente. Ma il punto è, a mio avviso, proprio questo: quando si iniziano ad accorciare troppo la distanza, questo, è il momento in cui bisogna smettere di frequentarla, magari frequentando altre, fintanto che la mente non si libera dal pensiero. E’ una questione soggettiva, di fiuto e di sensibilità. Proseguire significa cadere nella loro rete ed essere cannibalizzati, soprattutto se non son delle corrette professioniste. Sicuramente capire certi momenti non è facile quando li si vive di persona ma, forse, metterli nero su bianco può agevola il punter (inesperto) a comprendere, diffidare ed a mettere in prospettiva certe situazioni. Ma ripeto, è solo l’esperienza e la lunga pratica che permetterà di riconoscere i lupi travestiti da agnelli ed a saperli trattare come conviene.
A quest’ultimo proposito (su come trattarle) concludo con una aforisma che ho recentemente riscoperto rileggendo Nietzsche. Zarathustra, in un capitolo, viene interrogato da una vecchia che vuole conoscere il suo pensiero sulle donne. La vecchietta al termine del lungo discorso del profeta decide di fargli un regalo svelandogli la più sacrosanta verità sulle donne, sconosciuta persino allo stesso Zarathustra. E la vecchia donnetta così gli disse: “
Vai dalle donne? Non dimenticare la frusta!”.
Cari amici,
mutatis mutandis, credo che se la vecchietta si fosse rivolta ad un punter gli avrebbe tranquillamente detto : “
Vai dalle mignotte? Non dimenticare il bazooka!”.
In fede,
Hilts