Che se dici "era puttana" implichi che fosse qualcosa di intrinseco a lei. "Faceva la puttana" no. La prima cosa è più facile che ti lasci una qualche conseguenza strisciante dentro.Non percepisco la differenza tra le due! Cosa intendi?
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Che se dici "era puttana" implichi che fosse qualcosa di intrinseco a lei. "Faceva la puttana" no. La prima cosa è più facile che ti lasci una qualche conseguenza strisciante dentro.Non percepisco la differenza tra le due! Cosa intendi?
Per tutti quelli che si chiederanno se un giorno dimenticheremo... Credo che lei con il qualcuno vicino che la ami veramente dimenticherà! Io? Credo di no il ricordo che era una puttana rimarrá sempre dentro di me.
Mi sono ripromesso che questa mia cosa non influirà sulla relazione
Ha fatto uno sbaglio, GROSSO come una casa, ma ha pagato, in natura ma ha pagato!
Quello era! Ora peró è solo la mia. La mia puttana
Quando parlo di errore e sbaglio non intendo dire che lo sia il fare la pay in assoluto
Secondo me è difficile dire se, nel caso si lasciassero, il futuro di lei sarebbe migliore di quello che sarebbe restando insieme a Luca. Chi può dirlo?
se era un errore significa che ha fatto uno sbaglio: negarlo non cambierà le cose, riconoscerlo magari le migliorerà.
Quando parlo di errore e sbaglio non intendo dire che lo sia il fare la pay in assoluto
sono convinto starebbe molto meglio con lei rispetto a tante altre donne italiane e con lavori "normali"
Sbaglio è solo un nome che si da a certe scelte dimenticando che nel momento che erano state prese ci si credeva.
Rassicurati e rassicura lei, non c'è nessuno sbaglio, colpa o peccato di stampo cattolico ma solo una scelta.
Lo "sbaglio grosso come una casa" mi sembra che abbia portato felicità a due persone.
Butta nel cesso parole come puttana, interessi, sospetti e vivi questa storia come una storia "normale".
In bocca al lupo.
Complichi, analizzi fai precisazioni e scrivi un sacco di parole per ribaltare la frittata: il dramma è solo nella tua testa non nella sua.In fondo cosa posso fare se non sdrammatizzare?
So quello che ho letto nei post di Luca, e mi riferisco ai fatti, per quanto riguarda le mie opinioni sono per l'appunto opinioni che nascono dalle mie esperienze e non verità assolute. Se poi vuoi circostanziare la domanda posso provare a spiegare perché ho una tal idea piuttosto che un'altra.Ma scusa come fai a sapere tutte queste cose ed esserne certo?
Se un giorno dovessi accorgermi di essere insieme a lei per pietà saró il primo a parlarne con lei ed abbandonare la relazione. Sono abbastanza egoista da questo punto di vista. Stiamo cercando, insieme, che il passato non condizioni il futuro. Ci vuole tempo e non si puó cancellare il tutto con un click. Sulle battute e sulle allusioni hai ragione. Ma questo sono sempre stato io e cerco di sdrammatizzare in ogni situazione. Buttarla sul ridere e non sul piangere. Forse sbaglio ma sono così. Non farlo significherebbe non essere me stesso. Accetto e apprezzo il tuo consiglio e la tua critica. Battutine e sarcasmo andranno a scemarsi riconoscendo che è meglio non farle.Fare un errore è un conto, essere sbagliati perché si è commesso tale errore è differente. Certe cose non si sanno aprioristicamente. Bisogna scottarsi per sapere che il fuoco brucia.
Infatti! Ma non si rimane insieme per premura o peggio per pietismo. Non è con questi presupposti che sboccia un amore.
Ha vuotato il sacco, che altro deve fare? Una cronistoria dettagliata in forma scritta di tutto quanto accaduto? Secondo me si sta stigmatizzando e da che pulpito poi...
Questa a Napoli la chiamiamo “la pezza a colore” come a voler mettere una toppa per nascondere un malcelato pregiudizio.
E perché @aladino78? Chi può dirlo. Cosa cambia? Questo ci riconduce al concetto a me caro ed esposto dal buon @tommaso checkup : un conto è dire che una donna abbia fatto la prostituta, altro è dire che è una prostituta. Se fosse un po’ stronza ti darebbe del puttaniere e ti direbbe che non fai meno schifo di lei che si è prostituita. In quel caso avresti poco da controbattere.
Ad ogni buon modo, non voglio sembrare ostile, apprezzo molto l’onestà di Luca che ammette i suoi limiti, le sue perplessità e scrive sinceramente che il passato di questa donna in qualche modo gli condiziona la prospettiva futura. È naturale! Ma la domanda cardine dovrebbe essere “è giusto?”. No ma è così. L’istinto del missionario salvifico che fa la morale per qualcuno potrà essere encomiabile, me per è discutibile: mai che si ponga sul pulpito. Poi suggerivo da quello che è il mio punto di vista, condizionato dalle mie esperienze, di metterci una pietra sopra. Niente battutine, niente allusioni, si è sfogata, le sarà stato terapeutico, ma ora basta. Lascia che prenda le distanze dal passato se è fonte di turbamento. Non essere tu a ricordarglielo, anzi proiettala per quanto ti sia possibile in una dimensione di pace e di serenità. In fondo, come tu stesso hai scritto, Luca, la felicità dovrebbe essere proprio questo, no?
Temo sia stato dato poco peso all’intervento del saggio @ariace. Ti invito amichevolmente a rileggerlo con attenzione, nelle sue parole troverai il mio intento nei tuoi confronti e tutto ciò che realmente intendevo comunicarti. Trovate pace, dimenticate ciò che è causa di inquietudine. Nessuno dei due si erga a giudice, non potete permettervelo. Entrambi.
grazie per avermi dato retta, ma la mia è una battuta, non so neanche di cosa state parlando...@qpiello no anale zero assoluto. Ho provato ma ho ricevuto sempre risposte negative. Anche dopo 3 anni argomento offlimits. ?
Si. Sono d’ accordo. La morale che mi è stata inculcata? Forse. Sono al corrente che serve, mi serve, un cambio di mentalità per vivere una relazione (pay o non pay o ex pay). Ma la mentalità non posso cambiarla dalla sera alla mattina. Deve essere un percorso, percorso che ho deciso di fare con lei, con tutti i rischi e ostacoli che una relazione comporta. È solo una questione di scelte. Ho scelto così. Sbaglieró? Non lo so. Nessuno puó saperlo. Tra un pó di anni scopriró se è stata una scelta corretta.Complichi, analizzi fai precisazioni e scrivi un sacco di parole per ribaltare la frittata: il dramma è solo nella tua testa non nella sua.
Tu ora sei innamorato ma sei anche in conflitto con tutti i pregiudizi identici a quelli che ha @aladino78.
Ha provato a fare la prostituta e allora???
Papà e mamma preferivano una ragioniera del tuo paese, timorata e illibata?
Hai paura che un giorno riprenda...o magari un tuo amico venga a sapere cosa faceva e quindi come l'hai conosciuta?
Torno a farti in bocca al lupo ancora più scaramantico perché potresti far cadere tu la frittata continuando a ondeggiare tra morale che ti è stata inculcata (pregiudizi) e il sentimento che provi.
No no zero anale. In Russia ci sono blog su blog che spiegano come fare anale ma non è ben visto. La cosa è soggettiva ma la maggior parte delle ragazze dice che prima di fare anale ci vuole una preparazione di 1 settimana. Poi c’è tutto un discorso di flora e altre cose che mi ha spiegato. Ma a dirti la verità non l’ ho ascoltata molto e non so spiegarti. La mia attenzione si è fermata alla risposta “no”.grazie per avermi dato retta, ma la mia è una battuta, non so neanche di cosa state parlando...
comunque, non fa anale...giusto?
Un conto è dire che è un brutto lavoro, un conto è trarre giudizi, morali e no. Anche fare il minatore è un brutto lavoro che non augurerei a mia figlia/o. Tu avresti remore nel caso incontrassi una che ha lavorato in miniera invece che in un bordello?Submale, non ho un pregiudizio sulle pay, ho proprio un giudizio sul lavoro di pay e anche su di me che ci vado. Non è positivo e non lo nascondo. Parliamoci chiaramente, quanti vorrebbero che la propria figlia diventasse una pay? E anche le pay stesse non mi hanno mai detto una volta di essere felici di fare quel lavoro. E su me stesso? L'idea stessa di andare a pay rappresenta il cedimento a un istinto, quello sessuale, e la sua soddisfazione pagando. Non ne vado fiero ma neppure me ne vergogno, tanto che ai miei amici lo racconto tranquillamente, ma certo non con orgoglio.
Fare la prostituta è il mestiere più vecchio del mondo ma non il più bello.
Sarei ipocrita a dire che è un lavoro come un altro, invece no, non è un lavoro come un altro e lei ne ha sofferto, quindi non ha fatto bene a farlo. Ho conosciuto pay che questo lavoro ha cambiato proprio come persone, e non in meglio, e d'altronde parliamoci chiaramente, io da certe donne non mi farei neppure sfiorare e penso che lo stesso valga per loro verso certi uomini, una pay invece lo fa e non credo che ne sia felice. Infatti siamo noi a pagare loro e non viceversa.
Comunque Luca come detto lo ammiro e in senso buono lo invidio pure, e credo sia la migliore dimostrazione di come non ho pregiudizi verso le pay.
Io non ho tratto giudizi morali, ho detto che sia Luca sia la sua compagna non sono felici del suo passato da puttana, e quindi i loro giudizi coincidono e sono i loro che contano. Per tornare al tuo discorso, io sono il primo che in passato ha provato sentimenti per una prostituta e condivido tutti i dubbi e problemi che hanno elencato in questa discussione altri (Nautilus, sub male ecc), ma l'ipocrisia non sta nello scrivere che prostituirsi non sia un lavoro come tutti gli altri, sta nel negarlo. In un rapporto di coppia, a meno che non sia una cd coppia aperta, è ovvio che il passato da prostituta di lei (o di lui ma credo sia più raro il caso) non agevola e pone una lunghissima serie di ostacoli, ma non si superano fingendo che ciascuno di noi non abbia valori morali e non emetta giudizi. Li abbiamo e lo facciamo tutti, la differenza è come ci comportiamo dopo.Un conto è dire che è un brutto lavoro, un conto è trarre giudizi, morali e no. Anche fare il minatore è un brutto lavoro che non augurerei a mia figlia/o. Tu avresti remore nel caso incontrassi una che ha lavorato in miniera invece che in un bordello?
Risponderai che la prostituzione lascia tracce psicologiche pesanti. Vero. Ma le lasciano anche mestieri come il militare o l'oncologo infantile. Non vedo però questi problemi se uno si innamora di una di queste persone. La differenza, credo, sta tutta nello stigma sociale. Che si insinua, non voluto, nei cervelli di tutti noi. Ma si può combattere.