La Francia verso la criminalizzazione del cliente

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Scusami Franco, ti quoto solo per aggiungere che anche il Regno Unito sta andando nella medesima direzione. C'è una direttiva europea che ha imposto agli stati dell' Unione di ridurre la domanda, e la domanda ovviamente sono i clienti :)
Sì lo so che anche il Regno Unito sta andando in questa direzione.
Però, la direttiva UE in questione, già recepita dall'Italia, è quella contro la tratta di persone (2011/36/UE) ed essa stessa afferma che bisogna ridurre la domanda di chi chiede le persone trafficate al fine dello sfruttamento relativo. Essa stessa prevede che a discrezione degli stessi Stati, possa essere punito anche chi si avvale dell'operatività dei suddetti soggetti ridotti in schiavitù.
Ovviamente, i meretriciofobici stanno dicendo il falso, cercando di mistificare la realtà sollecitando l'approvazione del proibizionismo in merito.
Questa è la direttiva: http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32011L0036&from=IT
 
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ah ho capito
praticamente il modello svedese è la messa in pratica delle farneticazioni femministe dagli anni 70 sino ad oggi
le donne che si prostituiscono sono tutte povere fanciulline sfruttate in sostanza questo è il retro-pensiero dei legislatori svedesi...
e pensare che una volta quando si diceva a qualcuno "è uno svedese" s'intedeva dire che era molto aperto di pensiero :rofl:
 
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ah ho capito
praticamente il modello svedese è la messa in pratica delle farneticazioni femministe dagli anni 70 sino ad oggi
le donne che si prostituiscono sono tutte povere fanciulline sfruttate in sostanza questo è il retro-pensiero dei legislatori svedesi...
e pensare che una volta quando si diceva a qualcuno "è uno svedese" s'intedeva dire che era molto aperto di pensiero :rofl:
In effetti, questa politica prende anche il nome di "veterofemminista", oltre a quella di "femminista illiberale", ovvero "nazifemminista".
 
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Dipende da che punto di vista lo si guarda. Certo la tratta degli esseri umani (perché di questo si sta parlando, giusto?) non è stata eliminata del tutto, ma si è di gran lunga ridotta, mentre è aumentata in maniera spropositata nei Paesi Bassi e soprattutto in Germania. Il modello svedese è stato riconosciuto aver funzionato, ed effettivamente è così, per questo diversi altri paesi stanno andando nella medesima direzione (inclusi i Paesi Bassi). Lo scopo di queste leggi è abolire il traffico di esseri umani, purtroppo ad un certo punto si deve buttar via il bambino con l'acqua sporca, visto che altre soluzioni son risultate essere vincenti sulla carta, ma assolutamente fallimentari nei fatti.


Veramente sarebbe lei, gentile utente Petra, a dover giustificare le sue perentorie affermazioni di fallimento della regolamentazione, soprattutto considerato che questo é un forum di punter e lei sta caldeggiando la nostra criminalizzazione attraverso il modello svedese (se ne sono resi conto i lettori?). Sarebbe così cortese da presentarci dei dati, di fonte attendibile, che supportino le sue certezze?
Perché io conosco una storia diversa. E cioé che, a fronte di un'impressionante campagna propagandistica dei media, sostenuta dalle femministe più o meno radicali, volta a far credere che la schiavitù sia la normalità tra le lavoratrici del sesso, in realtà solo una piccola minoranza di esse fa la prostituta perché costretta. In Germania, ad esempio, proprio il paese delle piena legalizzazione, che secondo lei sarebbe un alveare di schiavisti sfruttatori, esistono dati ufficiali sulla cosiddetta "tratta", forniti dalla polizia federale. Questi dati sono stati citati e discussi in un articolo del ricercatore Matthis Lehmann tradotto in italiano

https://researchprojectgermany.word...e-tedesca-sulla-prostituzione-bugie-e-verita/

Gli stessi dati sono stati ripresi da Jonathan nel suo blog

https://jonathanxblog.wordpress.com/2013/07/07/il-corriere-colpisce-ancora/

Secondo questi dati, i casi di tratta in Germania si sono dimezzati dagli anni '90 ad oggi. E comunque sono numericamente irrisori di fronte ad un numero di lavoratrici del sesso che si stima intorno alle 400000. E' un vero peccato, anzi una vergogna, che sulla stampa italiana, ma anche internazionale, si preferisca invece dare enfasi alle sparate non documentate delle varie associazioni proibizioniste piuttosto che ai dati ufficiali della polizia federale tedesca.

Andrebbe inoltre considerato, una volta per tutte, che quando si parla di "trafficking" ("tratta") in alcuni paesi c'é molta ambiguità per come viene definita, il che sembra essere fatto apposta per gonfiare a dismisura i numeri. Come argomentato da Felicia Anna, una prostituta rumena che lavora nel quartiere (legale) a luce rosse di Amsterdam, e che da circa un anno tiene un blog da attivista proprio per smentire quelle che lei stessa considera menzogne dei proibizionisti

http://behindtheredlightdistrict.blogspot.it/
(tutto il blog é sull'argomento, inutile indicarne un post specifico)

in Olanda, altro paese della legalizzazione, tendono a conteggiare come "trafficata" una donna che venga a lavorare volontariamente come prostituta, ma che per fare ciò si appoggi ad una terza parte, per esempio per essere temporaneamente ospitata o per compilare i moduli per mettersi in regola. E' evidente che si tratta solo di uno stratagemma propagandistico per gonfiare indebitamente il numero di donne "trafficked" e indurre i lettori, ed elettori, più ingenui ad accettare come necessario un modello di legge che criminalizzi la prostituzione.

Tra l'altro noi, come, ripeto, punter dichiarati, possiamo fare affermazioni in tema di prostituzione fondate su un'esperienza diretta, cioé il contatto più o meno frequente con le prostitute stesse. Dal quale ricaviamo impressioni, se non dati scientifici, su quante di loro detestino il lavoro che fanno e che probabilità abbiano di esservi costrette. Esperienze dalle quali é sempre uscita rafforzata la mia impressione che la stragrande maggioranza lo faccia per libera scelta.

Posso chiedere, lei, invece, in base a quali esperienze parla?

Quanto al fatto che il mondo si stia spostando verso l'adozione del modello svedese, la cosa, certo, mi preoccupa ma non é necessariamente motivo per perdere la speranza. A partire dagli anni '30 del secolo scorso, il mondo sembrava spostarsi inarrestabilmente verso il nazifascismo e negli anni '70 verso il comunismo, ma oggi vediamo che poi non é andata così.
E' legittimo sperare che, alla fine, il buon senso prevalga anche in materia di prostituzione.
 
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Veramente sarebbe lei, gentile utente Petra, a dover giustificare le sue perentorie affermazioni di fallimento della regolamentazione, soprattutto considerato che questo é un forum di punter e lei sta caldeggiando la nostra criminalizzazione attraverso il modello svedese (se ne sono resi conto i lettori?). Sarebbe così cortese da presentarci dei dati, di fonte attendibile, che supportino le sue certezze?
Perché io conosco una storia diversa. E cioé che, a fronte di un'impressionante campagna propagandistica dei media, sostenuta dalle femministe più o meno radicali, volta a far credere che la schiavitù sia la normalità tra le lavoratrici del sesso, in realtà solo una piccola minoranza di esse fa la prostituta perché costretta. In Germania, ad esempio, proprio il paese delle piena legalizzazione, che secondo lei sarebbe un alveare di schiavisti sfruttatori, esistono dati ufficiali sulla cosiddetta "tratta", forniti dalla polizia federale. Questi dati sono stati citati e discussi in un articolo del ricercatore Matthis Lehmann tradotto in italiano

https://researchprojectgermany.word...e-tedesca-sulla-prostituzione-bugie-e-verita/

Gli stessi dati sono stati ripresi da Jonathan nel suo blog

https://jonathanxblog.wordpress.com/2013/07/07/il-corriere-colpisce-ancora/

Secondo questi dati, i casi di tratta in Germania si sono dimezzati dagli anni '90 ad oggi. E comunque sono numericamente irrisori di fronte ad un numero di lavoratrici del sesso che si stima intorno alle 400000. E' un vero peccato, anzi una vergogna, che sulla stampa italiana, ma anche internazionale, si preferisca invece dare enfasi alle sparate non documentate delle varie associazioni proibizioniste piuttosto che ai dati ufficiali della polizia federale tedesca.

Andrebbe inoltre considerato, una volta per tutte, che quando si parla di "trafficking" ("tratta") in alcuni paesi c'é molta ambiguità per come viene definita, il che sembra essere fatto apposta per gonfiare a dismisura i numeri. Come argomentato da Felicia Anna, una prostituta rumena che lavora nel quartiere (legale) a luce rosse di Amsterdam, e che da circa un anno tiene un blog da attivista proprio per smentire quelle che lei stessa considera menzogne dei proibizionisti

http://behindtheredlightdistrict.blogspot.it/
(tutto il blog é sull'argomento, inutile indicarne un post specifico)

in Olanda, altro paese della legalizzazione, tendono a conteggiare come "trafficata" una donna che venga a lavorare volontariamente come prostituta, ma che per fare ciò si appoggi ad una terza parte, per esempio per essere temporaneamente ospitata o per compilare i moduli per mettersi in regola. E' evidente che si tratta solo di uno stratagemma propagandistico per gonfiare indebitamente il numero di donne "trafficked" e indurre i lettori, ed elettori, più ingenui ad accettare come necessario un modello di legge che criminalizzi la prostituzione.

Tra l'altro noi, come, ripeto, punter dichiarati, possiamo fare affermazioni in tema di prostituzione fondate su un'esperienza diretta, cioé il contatto più o meno frequente con le prostitute stesse. Dal quale ricaviamo impressioni, se non dati scientifici, su quante di loro detestino il lavoro che fanno e che probabilità abbiano di esservi costrette. Esperienze dalle quali é sempre uscita rafforzata la mia impressione che la stragrande maggioranza lo faccia per libera scelta.

Posso chiedere, lei, invece, in base a quali esperienze parla?

Quanto al fatto che il mondo si stia spostando verso l'adozione del modello svedese, la cosa, certo, mi preoccupa ma non é necessariamente motivo per perdere la speranza. A partire dagli anni '30 del secolo scorso, il mondo sembrava spostarsi inarrestabilmente verso il nazifascismo e negli anni '70 verso il comunismo, ma oggi vediamo che poi non é andata così.
E' legittimo sperare che, alla fine, il buon senso prevalga anche in materia di prostituzione.

Condivido tutto.
 
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E' legittimo sperare che, alla fine, il buon senso prevalga anche in materia di prostituzione.

In effetti, la mia personalissima sensazione, è che, al contrario di quando anche il meno pessimista teme, in Italia si andrà contro corrente.
Alla faccia di chi da anni cerca di demonizzare puttane&puttanieri, penso che addirittura non solo si legalizzerà la prostituzione, ma faranno in modo anche che la stessa sia un settore economicamente molto rilevante e capillarmente diffuso, così che ne giovino anche e soprattutto le casse dello stato. ( una specie di monopolio sulla falsa riga dei giochi e tabacchi, per intenderci )
In questo, noi italiani, siamo particolarmente dotati di inventiva (perché quando si parla di interessi legati ai soldi non temiamo confronti) ..
per di più, anche la chiesa, per nome del sua massima espressione, sta riconsiderando la sua leggendaria rigidità in materia, lasciando intendere un minimo spiraglio su cui discutere.
Non sarei sorpreso se, in un futuro neanche tanto lontano, potremmo essere d'esempio anche per le altre nazioni "mentalmente evolute".
IMHO, naturalmente.
 
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—>
In effetti, la mia personalissima sensazione...
Condivido, è la fotografia sociale, reale di quello che pensa la nazione sull' argomento.
Ma c'è la totale assenza della politica sul tema, inspiegabile se non con il tornaconto personale di questi ultimi:
nessuno vuol passare alla storia come "puttaniere", vincente o peggio, politicamente perdente che sia.
Rottamatori, bene.
Secessionisti, bene.
Liberisti, bene.
Rivoluzionari, bene.
Consevatori, bene.
Fascisti neo democratici, bene.
ecc...ecc...
puttanieri.... nessuno.
 
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Però, io la chiamerei "Pro-criminalità organizzata"!
Oggettivamente tutte le legislazioni abolizioniste, oltre alle pratiche persecutorie che sono messe in atto anche se non previste, hanno l'effetto di garantire il monopolio alle organizzazioni criminali o perlomeno nei casi più leggeri un poderoso vantaggio. Non tutti quelli che sostengono la svolta proibizionista però hanno le stesse motivazioni.
Io sono personalissimamente convinto che la motivazione di favorire la criminalià sia propria soprattutto della politica e degli alti funzionari locali. Il popolo comune è carente nella capacità di mettersi nei panni degli altri, di rispettare chi fa scelte differenti dalle sue e queste caratteristiche psicologiche si manifestano nella morale e nel buonismo.
Dei due pregiudizi mi sembra che la morale imperversi in Italia mentre il buonismo è più diffuso a livello europeo.
La principale motivazione dei fautori delle legislazioni restrittive e punitive è che chi si prostituisce va difeso dalle proprie scelte sbagliate; costoro non a caso hanno come principali avversari le organizzazioni di prostitute. Anche chi non ha mai vinto un premio Nobel riesce a capire che questo punto di vista offende la dignità delle persone, è violento contro la libertà di scelta e di determinazione del proprio stile di vita ed è esso pure contrario alla morale civile e a quella cattolica.
La nostra legislazione punisce chi svolge attività di reclutamento a fini di prostituzione; in senso giuridico qualunque persona offra opportunità in maniera più o meno organizzata di iniziare l'attività in un luogo diverso da quello di residenza svolge un traffico di persone attinente alla prostituzione. Dobbiamo però renderci conto che sotto l'aspetto etico una gran parte della tratta di esseri umani non usa mezzi violenti, inganno o minaccia e le vittime dei traffici sono persone che prendono l'autobus. Il traffico di esseri umani ai giorni nostri in Europa consiste spesso nel far loro il biglietto.
 
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smith

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...cut...
Dobbiamo però renderci conto che sotto l'aspetto etico una gran parte della tratta di esseri umani non usa mezzi violenti, inganno o minaccia e le vittime dei traffici sono persone che prendono l'autobus. Il traffico di esseri umani ai giorni nostri in Europa consiste spesso nel far loro il biglietto.

E quindi?
Non capisco.
Visto che i metodi sono "soft" (ti faccio il biglietto, ti dico a chi presentarti quando arrivi a destinazione, ecc.) non è più tratta di esseri umani?
 
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smith

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Ad ogni modi esiste questo report.

http://www.lse.ac.uk/geographyAndEn...elopment-_prostitution_-anonymous-REVISED.pdf

Che come tutte le medaglie ha due rovesci.

Sembra che da un lato, nei paesi un cui il fenomeno è legale, effettivamente, ci possa essere/ci sia stato un aumento del traffico di esseri umani.
Per contro, "mediamente", le condizioni delle sex worker sono "migliorate" rispetto al passato (ho scritto "migliorate" tra virgolette perchè se cercate in rete pare che si trovino articoli giornalistici, e quindi sottolineo giornalistici non "scientifici", dove in verità si dice che una buona parte delle sex worker solo apparentemente è "libera", mentre di fatto dipende praticamente totalmente dal suo "datore di lavoro").

Nei paesi dove invece il fenomeno è "illegale", ossia Svezia e Danimarca (in realtà è illegale comprare prestazioni sessuali, alias viene punito il cliente come è stato giustamente scritto), pare che la tratta di essere umani sia calata.
Sembra per contro che siamo peggiorate le condizioni delle lavoratrici per quel fenomeno del mercato sommerso e illegale di cui appunto si parlava.

Comunque il report stesso afferma che il metodo di studio è stato appunto "empirico" (e forse non potrebbe essere altrimenti) quindi le conclusioni sono tutt'altro che definitive. Gli autori stessi affermano che ulteriori studi sarebbero necessari e opportuni.
Come del resto affermano che esulava dallo scopo dello studio il determinare se il modello proibizionista piuttosto che quello "legalista" fosse il migliore nella gestione del fenomeno.

Ad ogni modo se si conosce un po' l'inglese varrebbe la pena la lettura del report, anche se un po' impegnativa.
Almeno sembra uno dei pochi studi seri sulla cosa.
 
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Visto che i metodi sono "soft" (ti faccio il biglietto, ti dico a chi presentarti quando arrivi a destinazione, ecc.) non è più tratta di esseri umani?
Secondo la nostra legge si, la è; si tratta però di qualcosa di molto diverso da quello che la gente pensa quando legge sul giornale che una certa percentuale delle prostitute che esercita in un determinato paese è vittima di tratta. Quando la gente pensa al traffico di esseri umani pensa a persone legate mani e piedi e caricate su un camion al buio con un coltello alla gola e non pensa a persone che vogliono andare in un certo posto a fare una certa cosa e sono aiutate ad organizzarsi.
Le differenze sono due. Quella evidente è che manca l'elemento della violenza, minaccia o inganno. La differenza meno ovvia è che è diverso il bene aggredito. Nella classica tratta di persone dove si caricano degli esseri umani su un carro bestiame costoro non hanno scelto né il viaggio, né la destinazione e tantomeno il motivo del viaggio. Una buona parte delle prostitute moderne vittime della tratta invece hanno scelto cosa fare, si sono soltanto lasciate consigliare; una buona parte, non tutte ma nemmeno nessuna come vorrebbe la fantasia popolare.
Il bene aggredito dalla tratta tradizionale è la libertà personale e la determinazione della propria esistenza; il bene violato dal comportamento che ho descritto come tratta moderna è l'autonomia nell'organizzazione della propria attività, che comunque si è scelta. Io sono d'accordo con il nostro ordinamento che protegge anche il bene dell'autonomia organizzativa ma disprezzo i toni dei giornali e di chi in generale cerca lo scandalo che mettono tutto insieme e lo descrivono come tratta di esseri umani, lasciando spazio ad una immaginazione che travisa il fenomeno e le sue modalità.
 
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Ad ogni modi esiste questo report.

http://www.lse.ac.uk/geographyAndEn...elopment-_prostitution_-anonymous-REVISED.pdf

Che come tutte le medaglie ha due rovesci.
[...]

.

Ah sì, l'articolo di Cho, Dreher e Neumayer.
Very impressive, con tutto quel linguaggio scientifico, le formule matematiche ...

Eppure, pur non essendo digiuno di matematica, non ho mai pensato che valesse la pena di leggerlo. Sarà che, come dice Laura Agustin, una che da anni si occupa
di fenomeni migratori legati al lavoro sessuale (e guarda caso sconfessa la rescue industry, cioé quel complesso di persone e organizzazioni che amplificando
i dati della tratta e dello schiavismo ci campano), prima di inventare un modello matematico che elabori i dati a disposizione e fornisca delle previsioni,
é necessario verificare le validità dei dati, cioé la definizione dei termini usati: human trafficking, legal prostitution, ecc. Altrimenti, conclude la Agustin,
un lavoro che aspirerebbe ad essere scientifico rientra nella categoria che lei chiama "garbage in, garbage out"

http://www.lauraagustin.com/does-le...rease-trafficking-who-knows-without-real-data

Ossia, prendendo dati spazzatura, non si può che estrarre conclusioni spazzatura. Per esempio, l'articolo di Cho et al. sembra ignorare i dati ufficiali della polizia federale tedesca riguardo ai casi di trafficking (tra l'altro prima del processo, quindi nemmeno accertati), dati che ho già citato nel mio precedente intervento, che sono riportati dalla Agustin nel link qui sopra, e che riporto qui per facilità di lettura:

2002 — 811 victims (introduzione dell'attuale legge tedesca sulla normalizzazione della prostituzione)
2003 – 1235 victims
2004 — 972 victims
2005 — 642 victims
2006 — 775 victims
2007 — 689 victims
2008 — 676 victims
2009 — 710 victims
2010 — 610 victims
2011 — 640 victims

Mi spieghi dove c'é stata questa esplosione di schiavismo?

Aggiungo altre considerazioni.
Precisiamo intanto che il modello svedese in realtà é stato, per ora, respinto dalla Danimarca.

Secondo. Ammettiamo anche che dall'entrata in vigore del modello svedese, buona parte delle prostituzione volontaria, e quindi anche quella minoritaria
involontaria e soggetta a costrizione, si sia spostato in altri paesi dove invece la prostituzione é legale. Cosa dimostrerebbe ciò? Dimostrerebbe che la criminalizzazione dei clienti diminuisce la prostituzione e il trafficking? Non necessariamente. Se 16 anni fa il modello svedese fosse stato adottato ovunque, quelle prostitute che 16 anni fa hanno lasciato la Svezia per andare a lavorare in piena legalità altrove, probabilmente sarebbero rimaste in Svezia. Non ha senso trarre conclusioni quando il sistema é aperto.

Terzo. Che poi é il punto più importante
A giudicare dal dibattito, per come si svolge praticamente ovunque, sembra che lo scopo di una legge sulla prostituzione debba essere solo quello di minimizzare
il numero di donne costrette a prostituirsi. Obiettivo sacrosanto, certamente, ma mi permetto di osservare che non dovrebbe essere questa la sola variabile in
gioco: ci sono altri valori che andrebbero considerati e tutelati.
Tanto per fare un esempio, sappiamo che ci sono incidenti stradali, molti dei quali mortali: quindi una legge sul traffico deve solo diminuire il numero di morti sulle strade? Se fosse così, la legge sarebbe semplicissima: basterebbe proibire sempre e ovunque l'uso dell'auto. Se non si fa una legge del genere é perché si vuole, sì, ridurre il numero di morti sulle strade, mantenendo però il legittimo diritto delle gente a usare civilmente l'auto.

Perché per la prostituzione non dovrebbe essere così?

Prima di ogni legge, in un paese libero e civile, dovrebbero essere tutelate alcune libertà fondamentali dei cittadini. Una di queste libertà, secondo me molto importante e da mantenere assolutamente, é che se un uomo e una donna adulti vogliono fare sesso a casa loro, nel modo che gli pare, eventualmente dietro pagamento di denaro, é un loro diritto farlo. Il corpo é il loro e possono usarlo come gli pare. Né lo Stato, né la comunità hanno il diritto di impedirglielo, di controllare e manipolare la loro vita privata.

Quindi come mai, in materia di prostituzione, questo genere di considerazione é pressoché sparito?

Persino i detrattori del modello svedese, anche se forse questo si legge di più in ambito internazionale, visto che in Italia se ne parla ancora poco, dicono che
tale modello é sbagliato perché "aumenta la vulnerabilità e la stigmatizzazione delle sex-worker".
Be', un paio di palle.
Questo modello é sbagliato perché lo Stato entra nelle nostre vite private e ci dice cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare, tra adulti consenzienti.
E' sbagliato perché si appoggia ad una grossa quantità di menzogne propagandistiche.
E infine é sbagliato perché é sfacciatamente asimmetrico, considerando a priori le donne come delle vittime per punire i clienti e solo i clienti.
Cioè, di fatto, i maschi

Altro che aumentare la vulnerabilità delle sex-worker.
 
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smith

UOMO
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Ah sì, l'articolo di Cho, Dreher e Neumayer.
Very impressive, con tutto quel linguaggio scientifico, le formule matematiche ...

Eppure, pur non essendo digiuno di matematica, non ho mai pensato che valesse la pena di leggerlo. Sarà che, come dice Laura Agustin, una che da anni si occupa
di fenomeni migratori legati al lavoro sessuale (e guarda caso sconfessa la rescue industry, cioé quel complesso di persone e organizzazioni che amplificando
i dati della tratta e dello schiavismo ci campano), prima di inventare un modello matematico che elabori i dati a disposizione e fornisca delle previsioni,
é necessario verificare le validità dei dati, cioé la definizione dei termini usati: human trafficking, legal prostitution, ecc. Altrimenti, conclude la Agustin,
un lavoro che aspirerebbe ad essere scientifico rientra nella categoria che lei chiama "garbage in, garbage out"

http://www.lauraagustin.com/does-le...rease-trafficking-who-knows-without-real-data

Ossia, prendendo dati spazzatura, non si può che estrarre conclusioni spazzatura. Per esempio, l'articolo di Cho et al. sembra ignorare i dati ufficiali della polizia federale tedesca riguardo ai casi di trafficking (tra l'altro prima del processo, quindi nemmeno accertati), dati che ho già citato nel mio precedente intervento, che sono riportati dalla Agustin nel link qui sopra, e che riporto qui per facilità di lettura:

2002 — 811 victims (introduzione dell'attuale legge tedesca sulla normalizzazione della prostituzione)
2003 – 1235 victims
2004 — 972 victims
2005 — 642 victims
2006 — 775 victims
2007 — 689 victims
2008 — 676 victims
2009 — 710 victims
2010 — 610 victims
2011 — 640 victims

Mi spieghi dove c'é stata questa esplosione di schiavismo?

Aggiungo altre considerazioni.
Precisiamo intanto che il modello svedese in realtà é stato, per ora, respinto dalla Danimarca.

Secondo. Ammettiamo anche che dall'entrata in vigore del modello svedese, buona parte delle prostituzione volontaria, e quindi anche quella minoritaria
involontaria e soggetta a costrizione, si sia spostato in altri paesi dove invece la prostituzione é legale. Cosa dimostrerebbe ciò? Dimostrerebbe che la criminalizzazione dei clienti diminuisce la prostituzione e il trafficking? Non necessariamente. Se 16 anni fa il modello svedese fosse stato adottato ovunque, quelle prostitute che 16 anni fa hanno lasciato la Svezia per andare a lavorare in piena legalità altrove, probabilmente sarebbero rimaste in Svezia. Non ha senso trarre conclusioni quando il sistema é aperto.

Terzo. Che poi é il punto più importante
A giudicare dal dibattito, per come si svolge praticamente ovunque, sembra che lo scopo di una legge sulla prostituzione debba essere solo quello di minimizzare
il numero di donne costrette a prostituirsi. Obiettivo sacrosanto, certamente, ma mi permetto di osservare che non dovrebbe essere questa la sola variabile in
gioco: ci sono altri valori che andrebbero considerati e tutelati.
Tanto per fare un esempio, sappiamo che ci sono incidenti stradali, molti dei quali mortali: quindi una legge sul traffico deve solo diminuire il numero di morti sulle strade? Se fosse così, la legge sarebbe semplicissima: basterebbe proibire sempre e ovunque l'uso dell'auto. Se non si fa una legge del genere é perché si vuole, sì, ridurre il numero di morti sulle strade, mantenendo però il legittimo diritto delle gente a usare civilmente l'auto.

Perché per la prostituzione non dovrebbe essere così?

Prima di ogni legge, in un paese libero e civile, dovrebbero essere tutelate alcune libertà fondamentali dei cittadini. Una di queste libertà, secondo me molto importante e da mantenere assolutamente, é che se un uomo e una donna adulti vogliono fare sesso a casa loro, nel modo che gli pare, eventualmente dietro pagamento di denaro, é un loro diritto farlo. Il corpo é il loro e possono usarlo come gli pare. Né lo Stato, né la comunità hanno il diritto di impedirglielo, di controllare e manipolare la loro vita privata.

Quindi come mai, in materia di prostituzione, questo genere di considerazione é pressoché sparito?

Persino i detrattori del modello svedese, anche se forse questo si legge di più in ambito internazionale, visto che in Italia se ne parla ancora poco, dicono che
tale modello é sbagliato perché "aumenta la vulnerabilità e la stigmatizzazione delle sex-worker".
Be', un paio di palle.
Questo modello é sbagliato perché lo Stato entra nelle nostre vite private e ci dice cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare, tra adulti consenzienti.
E' sbagliato perché si appoggia ad una grossa quantità di menzogne propagandistiche.
E infine é sbagliato perché é sfacciatamente asimmetrico, considerando a priori le donne come delle vittime per punire i clienti e solo i clienti.
Cioè, di fatto, i maschi

Altro che aumentare la vulnerabilità delle sex-worker.

Provo a rispondere punto per punto.
Ma non per confutare le tue tesi nè difendere a spada tratta il report postato (tra l'altro non mi sembra proprio di averlo fatto nel mio primo post. Ho parlato infatti di medaglia a due facce).
Lo faccio solo per ragionare e appunto trovare ulteriori spunti di riflessione.

Punto dati della polizia.
Se devo "sospettare" dei dati del report, perchè non dovrei sospettare di quelli della polizia?
Quale sarebbe la discriminante reale e obiettiva per considerare validi certi dati piuttosto che altri?
Il modo come sono stati collezionati ed elaborati?
Pensi che quelli del report non siano stati collezionati ed elaborati in modo scientifico ma invece in modo tendenzioso?
E perchè quelli della "polizei" no? Solo perchè magari mi sta più simpatica la polizei?
I dati della "polizei" su cosa si basano? Sulle denunce suppongo (quanto meno in maggior parte penso).
E se la gente non denuncia cosa succede. Che i crimini formalmente calano ma di fatto il fenomeno magari invece aumenta.
Anche se concordo che i dati della polizei probabilmente fotografino la situazione a non meno del 80%.
Non ho controllato i riferimenti del report ma ritengo che pure loro si siano appoggiati, anche, a dati analoghi.

Punto secondo.
Sostanzialmente hai ragione e sono d'accordo.
Tuttavia anche qui ci sarebbe da fare un appunto.
Vero che il sistema è aperto, ma chi mi dice che le prostitute "scomparse" in Svezia siano appunto uscite dal paese?
E lecito e probabile pensarlo ma non è sicuro. E se uno non indaga per averne la sicurezza sono "solo" speculazioni.
E le speculazioni in ambito scientifico hanno valore iniziale in sede di ipotesi ma poi andrebbero indagate per confermarle o smentirle.
Magari le ragazze hanno semplicemente smesso il lavoro. Non è detto che siano uscite dal paese per riprenderlo altrove. Oppure sono emigrate ma per fare altro.
In pratica che un sistema sia aperto non implica automaticamente che "roba" debba uscire dal sistema al cambiare delle condizioni.

Punto terzo.
Evidentemente ritenevano totalmente illegittimo il fenomeno della prostituzione. Da ogni punti di vista (dei clienti, delle prostitute, degli sfruttatori, ecc.)
Lungi da me entrare nel merito di questa considerazione ma, se per un momento sposi questo punto di vista, il provvedimento adottato assume un certo grado di senso.
Io più che altro sono d'accordo sul fatto che considerare il cliente l'anello più forte dalla catena, che spezzato quello si ottengo i maggiori risultati, sia sbagliato. Come penso anche che l'anello più forte non siano a loro volta le sex worker. Secondo me questi due anelli sono solo i più facili da colpire.
L'esempio invece con il codice della strada lo vedo leggermente fuorviante e "distorcente".
L'uso del mezzo privato di fatto risponde anche ad un'interesse generale e collettivo. Per quello, ritengo, non ne viene proibito completamente l'uso anche se paradossalmente questo risponderebbe al massimo di efficacia in quanto a sicurezza.
La prostituzione a quale interesse generale e collettivo risponde?
Vero è che lo stato deve tutelare anche gli interessi privati, non solo quelli collettivi.
Comunque su questo passo si entra veramente nel merito di politica, economia, filosofia e chi più ne ha più ne metta.
Perchè rimanda ai principi (costituzionali?) su cui decide (?) di basarsi uno stato e una comunità di persone.
In parole povere su cosa lo stato ha il diritto dovere di legiferare sulla vita dei cittadini? E in che modo e misura?
Certi dicono che deve entrare nel minor merito possibile delle libertà dei cittadini.
Altri invece che dovrebbe essere più pervasivo. E' un discorso vecchio come il mondo.
 
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la prostituzione a quale interesse generale e collettivo corrisponde?
mah....se non esistesse la prostituzione molte persone (non solo uomini, ma anche donne, data l'esistenza dei gigolo) non potrebbero mai soddisfare le proprie pulsioni sessuali con evidenti problemi sia per la pubblica sicurezza (alcuni sottoposti a forti tensioni possono sviluppare anche comportamenti violenti) sia per il servizio sanitario nazionale (depressione e compagnia bella)
 
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Discordo parzialmente con l'amico Faustofiorentini nel limite in cui anziché analizzare l'interesse generale e collettivo ha esaminato l'interesse della restante parte della società, esclusi i clienti.
Il fulcro della questione è stabilire se la sfera sessuale faccia parte a pieno titolo della vita umana e se le esigenze connesse siano esigenze primarie al pari del cibo, della salute, della salubrità dell'ambiente. Siccome decine di studiosi hanno già stabilito da anni che sì, è così e questo concetto è risaputo in medicina, credo che sia abbondantemente futile discuterne tra noi.
 
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Provo a rispondere punto per punto.
Ma non per confutare le tue tesi nè difendere a spada tratta il report postato (tra l'altro non mi sembra proprio di averlo fatto nel mio primo post. Ho parlato infatti di medaglia a due facce).
Lo faccio solo per ragionare e appunto trovare ulteriori spunti di riflessione.

Punto dati della polizia.
Se devo "sospettare" dei dati del report, perchè non dovrei sospettare di quelli della polizia?
Quale sarebbe la discriminante reale e obiettiva per considerare validi certi dati piuttosto che altri?
Il modo come sono stati collezionati ed elaborati?
Pensi che quelli del report non siano stati collezionati ed elaborati in modo scientifico ma invece in modo tendenzioso?
E perchè quelli della "polizei" no? Solo perchè magari mi sta più simpatica la polizei?
I dati della "polizei" su cosa si basano? Sulle denunce suppongo (quanto meno in maggior parte penso).
E se la gente non denuncia cosa succede. Che i crimini formalmente calano ma di fatto il fenomeno magari invece aumenta.
Anche se concordo che i dati della polizei probabilmente fotografino la situazione a non meno del 80%.
Non ho controllato i riferimenti del report ma ritengo che pure loro si siano appoggiati, anche, a dati analoghi.

Punto secondo.
Sostanzialmente hai ragione e sono d'accordo.
Tuttavia anche qui ci sarebbe da fare un appunto.
Vero che il sistema è aperto, ma chi mi dice che le prostitute "scomparse" in Svezia siano appunto uscite dal paese?
E lecito e probabile pensarlo ma non è sicuro. E se uno non indaga per averne la sicurezza sono "solo" speculazioni.
E le speculazioni in ambito scientifico hanno valore iniziale in sede di ipotesi ma poi andrebbero indagate per confermarle o smentirle.
Magari le ragazze hanno semplicemente smesso il lavoro. Non è detto che siano uscite dal paese per riprenderlo altrove. Oppure sono emigrate ma per fare altro.
In pratica che un sistema sia aperto non implica automaticamente che "roba" debba uscire dal sistema al cambiare delle condizioni.

Punto terzo.
Evidentemente ritenevano totalmente illegittimo il fenomeno della prostituzione. Da ogni punti di vista (dei clienti, delle prostitute, degli sfruttatori, ecc.)
Lungi da me entrare nel merito di questa considerazione ma, se per un momento sposi questo punto di vista, il provvedimento adottato assume un certo grado di senso.
Io più che altro sono d'accordo sul fatto che considerare il cliente l'anello più forte dalla catena, che spezzato quello si ottengo i maggiori risultati, sia sbagliato. Come penso anche che l'anello più forte non siano a loro volta le sex worker. Secondo me questi due anelli sono solo i più facili da colpire.
L'esempio invece con il codice della strada lo vedo leggermente fuorviante e "distorcente".
L'uso del mezzo privato di fatto risponde anche ad un'interesse generale e collettivo. Per quello, ritengo, non ne viene proibito completamente l'uso anche se paradossalmente questo risponderebbe al massimo di efficacia in quanto a sicurezza.
La prostituzione a quale interesse generale e collettivo risponde?
Vero è che lo stato deve tutelare anche gli interessi privati, non solo quelli collettivi.
Comunque su questo passo si entra veramente nel merito di politica, economia, filosofia e chi più ne ha più ne metta.
Perchè rimanda ai principi (costituzionali?) su cui decide (?) di basarsi uno stato e una comunità di persone.
In parole povere su cosa lo stato ha il diritto dovere di legiferare sulla vita dei cittadini? E in che modo e misura?
Certi dicono che deve entrare nel minor merito possibile delle libertà dei cittadini.
Altri invece che dovrebbe essere più pervasivo. E' un discorso vecchio come il mondo.
Posso solo ribadire quello che ho affermato in precedenza. Il proibizionismo aiuta la criminalità organizzata, anche nello sviluppo della schiavitù in merito. Se nei posti dove esiste questa condizione non si riesce a rilevare la connessa costrizione, è causa del fatto che la relativa attività è nel sommerso e non certo nello scoperto, con controlli delle Forze dell'Ordine più facili da eseguire.
 
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OscarDabagno

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Mi permetto solo di aggiungere alla brillante disamina di Underground2, Franco e degli altri colleghi che oltre alla criminalità organizzata il proibizionismo converrebbe a meraviglia ai quei "professionisti delle beneficenza" che lucrano nella polimorfa galassia catto-comunista delle coop bianche e rosse (Buzzi docet), i quali - all'apice della disonestà intellettuale - preferiscono ignorare la libera determinazione delle sex-workers raffigurandole alla stregua di pecorelle smarrite da ricondurre all'ovile piuttosto che libere professioniste, in modo da potersi intascare i cospicui fondi che arrivano da Roma e da Bruxelles per le loro "meritorie iniziative".
Poi ci sono le vetero-femministe, acide befane sessantottine radical-chic, quelle col foulard di lana e seta e l'occhiale da vista dalla montatura tartarugata che affollano i salotti mondani e televisivi ma che in vita loro non hanno mai ricevuto un daty, sempre pronte a starnazzare contro il maschio "zozzone" e "sfruttatore di povere fanciulle" nella recondita speranza che se passa il proibizionismo, se non altro per fame, trovano finalmente qualcuno che se le s.... a dovere!
Mi fa ridere chi si riempie la bocca di belle parole sulla prostituzione e non ha mai conosciuto una loft o una otr manco col binocolo.
Ventanni di punteraggio alle spalle mi fanno dire che fortunatamente i casi di sfruttamento o costrizione sono rarissimi e per lo più in diminuzione.
Questi proliferavano purtroppo negli anni ottanta all'epoca del boom dell'eroina oppure all'indomani della caduta del Muro di Berlino nell'ambito delle prime migrazioni dall'area della ex Cortina e in concomitanza della prima ondata migratoria dall'Albania.
Io personalmente ho Incontrato soprattutto ragazze molto curate nell'aspetto e nel fisico, con una cultura medio alta (a volte perfino post-universitaria), consapevoli delle esigenze di prevenzione dal punto di vista igienico/sanitario e con basilari nozioni di psicologia, proprietarie di tutti gli status symbol tipici della società del benessere (vestiti firmati, scarpe che costano quasi metà del mio stipendio, belle auto nuove, smartphones, tablet, i-pod)...secondo voi queste sono circostanze compatibili con una situazione di sfruttamento???
Io ritengo che invece bisogna andare nella direzione opposta e che regolamentare l'attività delle e dei sex workers sotto il profilo sostanziale e fiscale sia un atto di civilità e un vantaggio per tutti:
1) per le ragazze significherebbe maggior sicurezza, regolari controlli sanitari e possibilità di versare contributi pensionistici.
2) per i punters vorrebbe dire ridurre al lumicino i rischi di truffe e rapine nonchè un mercato più trasparente sotto il profilo tariffario.
3) per lo Stato il gettito fiscale che si avrebbe dalla regolazione del fenomeno sarebbe forse pari a una piccola manovra economica. Gran parte di queste risorse si potrebbe impiegare per combattere lo sfruttamento e la tratta delle ragazze con azioni di polizia e prevenzione a livello sovranazionale soprattutto nelle aree dei paesi più a rischio.
COLLEGHI IN ITALIA NON SIAMO QUATTRO GATTI MA NOVE MILIONI, PRATICAMENTE LA METà DEI MASCHI ADULTI, FACCIAMOLO CAPIRE AI SIGNORI CHE CI RAPPRESENTANO CHE IL MODELLO SVEDESE QUI NON è APPLICABILE, SIAMO UN PAESE LATINO DI SCIUPAFEMMINE, SE PASSA IL PROIBIZIONISMO CHI CI RAPPRESENTA PERDERà LE PROSSIME ELEZIONI!!!
Giusto o sbagliato... fare il punter non può essere reato!
Saluti,
Oscar
 
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smith

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Posso solo ribadire quello che ho affermato in precedenza. Il proibizionismo aiuta la criminalità organizzata, anche nello sviluppo della schiavitù in merito. Se nei posti dove esiste questa condizione non si riesce a rilevare la connessa costrizione, è causa del fatto che la relativa attività è nel sommerso e non certo nello scoperto, con controlli delle Forze dell'Ordine più facili da eseguire.

Come cantava Bisio in una sua canzone "No, prudenza!"
Lungi da me dire che sono a favore del proibizionismo, specie nella materia trattata.
Tra l'altro sarebbe una grossa contraddizione essere iscritto qui e sostenere il proibizionismo in materia di servizi sessuali (anche se non vuol dire. La coerenza in verità è una virtù difficilmente praticata dalla razza umana).
Ho sempre scritto di essere a favore di una regolamentazione della cosa, specie in Italia, dove invece siamo in tipico limbo italiano dove non si capisce niente. I "deboli" subiscono la situazione mentre chi ha veramente la leva economica e non, ed è più forte fa praticamente quello che vuole.

Cercavo semplicemente di far notare che, forse, il report che ho postato non è poi fatto così male.
Che in parte ha le sua ragioni e che non sono da sottovalutare e/o liquidare così alla svelta e alla leggera come "false e tendenziose".

Cercavo solo di far notare che il traffico di esseri umani c'è e non è poi così marginale, anche e sopratutto (?) nei paesi dove esiste un fior fiore di regolamentazione della prostituzione.
Proibire quasi certamente è un errore ma anche nascondere la testa sotto terra come uno struzzo dicendo che la tratta è un fenomeno marginale e/o inesistente, frutto del parto di menti rancorose secondo me non porta a niente.
Porta solo al fatto che invece di portare migliorie a leggi già esistenti che magari sono fatte bene ma non perfette, si lascia tutto come sta, e sopratutto non si intensifica la lotta alla tratta di persone e allo sfruttamento, più o meno sommerso che sia.
Penso che nessuno qui voglia questo.

...cut...
COLLEGHI IN ITALIA NON SIAMO QUATTRO GATTI MA NOVE MILIONI, PRATICAMENTE LA METà DEI MASCHI ADULTI, FACCIAMOLO CAPIRE AI SIGNORI CHE CI RAPPRESENTANO CHE IL MODELLO SVEDESE QUI NON è APPLICABILE, SIAMO UN PAESE LATINO DI SCIUPAFEMMINE, SE PASSA IL PROIBIZIONISMO CHI CI RAPPRESENTA PERDERà LE PROSSIME ELEZIONI!!!
Saluti,
Oscar

E' interessante...ovviamente gli Stati Uniti non sono nè un paese nordico nè un paese latino però, anche lì, a parte il Nevada, mi pare che viga il modello proibizionista...
Poi mi si dirà "Sì ma infatti negli USA la prostituzione è formalmente vietata ma di fatto ampiamente tollerata...poi noi siamo in Europa...guardiamo a casa nostra..."

In verità per quello che so i paesi con la morale sessuale meno inibita e libera sono proprio quelli nordici.
Il che sarebbe in contraddizione con le leggi proibizioniste.
Il che mi fa sempre pensare che se invece là le propongano (e vengono votati da parlamenti certamente più democratici del nostro, indi più rappresentativi delle persone che votano e costituiscono la società) non sia solo questione di essere dei gran bigotti baciapile e/o dei radical chic o vetero femministe. Non mi pare che i parlamenti scandinavi siano sotto la tirannia di chissà quali élite politiche di stampo proibizionista, minimamente rappresentative del comune sentire dell'opinione pubblica.

Idem per quanto riguarda i paesi latini, sul versante opposto.
Dovremmo essere "caldi" e quindi i più inclini a leggi e regolamenti garantisti e liberisti del fenomeno.
Invece mi sa che i più bacchettoni a livello di opinione pubblica e comun sentire, siamo proprio noi latini...
 
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OscarDabagno

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Ricordiamoci poi che il divieto non genera astensione ma pratica sotto forma di trasgressione.
Mi sembra infantile e ridicolo pensare di eliminare un fenomeno coessenziale alle relazioni umane dall'alba dei tempi e a tutti i livelli con poche parole del Legislatore articolate in 3 commi!
Il meretricio col proibizionismo non scomparirebbe affatto solo risulterebbe piu' nascosto.
A farne le spese sarebbero soltanto le parti piu' deboli: le ragazze esposte con minori tutele al contatto di maniaci e malitenzionati e i punter piu' deboli e indifesi (anziani, pischelli, disabili) maggiormente a rischio di raggiri e rapine.
Ho fatto due chiacchere con un collega sveglio che ha lavorato in Svezia a Stoccolma e mi ha detto questo: di fatto funziona tutto come prima con siti di settore visibili e rates in linea a quelli europei.
La legge e' piu' che altro un feticcio ideologico e nei fatti ha conosciuto una rapida desuetudine applicativa: nessuno e' stato mai arrestato e le contravvenzioni elevate sono pochissime (per lo piu' in situazioni otr degradate).
Inoltre il super prefetto che era stato tra i principali fautori e vessilliferi della norma in esame.e' stato beccato a molestare un ragazzino minorenne!!!
Ogni commento e' superfluo.
Saluti,
Oscar
 
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