Equivale a contrastare il consumatore di droga, ma non lo spacciatore
Non mi piace questo paragone, che ho letto tante volte, con il traffico di stupefacenti.
Non sono moralista, non pretendo che la prosituzione sia per forza buona cosa, che avrà i suoi aspetti negativi come tutto. Non mi piace il paragone con lo spaccio di droga perchè non c'entra nulla, non ha proprio punti di contatto. Piuttosto paragoniamola al parapendio perché è uguale, c'entra allo stesso modo!
L'unica somiglianza è che trafficare in droga è un delitto e trafficare prostitute anche, le somiglianze finiscono quì. Salta subito all'occhio per esempio che prostituirsi in Italia e al momento non è vietato. Ma nemmeno essere un pacco di droga è vietato. Voi avete mai visto una bustina di droga in carcere? E una prostituta confiscata? Questa constatazione piuttosto facile dovrebbe far capire che ci sono delle differenze tra le due cose.
- La vendita della droga coinvolge una merce, che è la droga. La chiamano vendita per questo motivo. La prostituzione consiste in un servizio personale e
la merce non c'è. Non è un dettaglio questo, perché coinvolge tutta la catena: non c'è merce, non c'è trasporto, importazione, impossessamento, non c'è cessione, consumo, efficacia o effetto dell'assunzione,
non c'è niente.
- La cessione di stupefacenti è vietata perché danneggia il consumatore (detto amichevolmente il
tossico) mentre nelle intenzioni di chi vuole vietare la prostituzione l
a parte lesa è l'operatore. Qualcuno ha osservato che come nella prostituzione è colpito il cliente, nello spaccio di droga è punito lo spacciatore e non il tossico. Sbagliato! Nel paragone andrebbe punito il tossico e non la droga, che invece non è punita però viene confiscata (non ho idea di che cosa si provi ad essere confiscati, mi sa di cosa penosa).
- Nella prostituzione
il soggetto danneggiato da proteggere è il soggetto attivo che pone sul mercato il bene ceduto consistente nei servizi sessuali, al contrario nello spaccio di sostanze stupefacenti la vittima è il soggetto passivo a cui viene ceduto il bene oggetto dello scambio illecito.
- L'assunzione di sostanze stupefacenti provoca una menomazione della coscienza, quindi il tossico è considerato parte lesa perché
oggettivamente subisce un danno nelle proprie capacità e perché lo spacciatore nei suoi affari profitta di una persona menomata, per di più avendone provocato lui stesso la menomazione. Diversamente nella prostituzione la meretrice, che è la parte lesa, ha pieno possesso delle proprie facoltà di valutazione e così anche il cliente.
- La diffusione di sostanze stupefacenti crea un danno sociale perché come precedentemente illustrato i tossici sono rincoglioniti (spesso anche gli altri ma i tossici di certo, per effetto delle sostanze assunte).
La prostituzione, dedotte le ragioni pretestuose del tipo
se il cane le vede per strada si arrapa e già così tira troppo al guinzaglio,
è perfettamente indifferente (non trasparente, indifferente, cioè non da e non toglie niente) a chi non vi è direttamente coinvolto.
Adesso che mi sono impegnato a mostrare che il paragone non è adeguato, gentilmente impegnatevi pure voi,
fate un paragone con il parapendio.