L'ANGOLO DELLA POESIA...

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O Morte, vecchio capitano, è tempo, leviamo l'ancora. Questa terra ci annoia, Morte. Salpiamo. Se cielo e mare sono neri come inchiostro, i nostri cuori, che tu conosci, sono colmi di raggi.
Versaci, perché ci conforti, il tuo veleno. Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell'abisso, Inferno o Cielo, non importa. Giù nell'Ignoto per trovarvi del nuovo.

C. Baudelaire
 
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un'altra del grande Buk ..

Sosta (Layover)


Fare l'amore sotto il sole, nel sole del mattino
in una stanza d'albergo
sopra il vicolo
dove i poveracci cercano bottiglie;
fare l'amore sotto il sole
fare l'amore vicino a un tappeto più rosso del nostro sangue,
fare l'amore mentre i ragazzi vendono giornali
e Cadillacs,
fare l'amore vicino a una fotografia di Parigi
e un pacchetto aperto di Chesterfields,
fare l'amore mentre altri uomini - poveri idioti -
lavorano.

Da quel momento - a questo ...
potrebbero essere anni nel modo in cui loro misurano,
ma nella mia mente è solo una frase -
ci sono così tanti giorni
in cui la vita si ferma, accosta e si siede
e aspetta come un treno sui binari.
Io passo dall'albergo alle 8
e alle 5; ci sono gatti nei vicoli
e bottiglie e vagabondi,
e io guardo su alla finestra e penso,
Non so più dove sei,
e continuo a camminare e mi domando dove
va la vita
quando si ferma.
 
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concordo, decisamente.
quasi tutti poi lo conoscono esclusivamente come scrittore, per i racconti, i romanzi, il taccuino di un vecchio sporcaccione, alcuni dei veri e propri capolavori, ma per me è soprattutto un grandissimo poeta..
 
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Vuoi il mio rispetto,
squirtami sul petto,
io aspetto.

T'attacco al muro;
già ce l'ho duro,
ti dò sesso puro,
sburo sicuro!

Gast
 
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Paris at night

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

J. Prévert
 
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E mi dici che sei stanca...

Porcupine tree - My Ashes

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=cz1cIRqiyPY


E mi dici che sei stanca
mentre ti metti a piangere...

Anch'io lo sono, ma a me non è permesso farlo,
mentre penso che in fondo a ognuno di noi, la vita ha assegnato un diverso ruolo
in questa commedia d'arte drammatica.


Ti prendo per mano, siediti qui, vicino a me sul divano.
Ti abbraccio forte, e porto la tua testa sul mio petto, per ripararla dal dolore
come se fosse una tana e fuori stesse già piovendo.


Mi dai la tua angoscia, ed io me la prendo,
la metto là, insieme alla mia e a quella degli altri,
in attesa del raggio di sole che un giorno dissolverà tutte le paure.


Ti accarezzo i capelli.
Anche se li hai tagliati sono ancora così belli...


IlChaos
 
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BUONANOTTE FIORELLINO

Buonanotte, buonanotte amore mio,
buonanotte tra il telefono e il cielo.
Ti ringrazio per avermi stupito,
per avermi giurato che è vero.
Il granturco nei campi è maturo
ed ho tanto bisogno di te,
la coperta è gelata, l'estate è finita.
Buonanotte questa notte è per te.


Buonanotte, buonanotte fiorellino,
buonanotte fra le stelle e la stanza,
per sognarti, devo averti vicino,
e vicino non è ancora abbastanza.
Ora un raggio di sole si è fermato
proprio sopra il mio biglietto scaduto.
Tra i tuoi fiocchi di neve, le tue foglie di tè.
Buonanotte, questa notte è per te.


Buonanotte, buonanotte monetina,
buonanotte tra il mare e la pioggia,
la tristezza passerà domattina
e l'anello resterà sulla spiaggia,
gli uccellini nel vento non si fanno mai male,
hanno ali più grandi di me
e dall'alba al tramonto sono soli nel sole.
Buonanotte questa notte è per te.

​Francesco De Gregori
 
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Buongiorno, mezzanotte.
Torno a casa.
Il giorno si è stancato di me:
come potevo io - di lui?
Era bella la luce del sole.
Stavo bene sotto i suoi raggi.
Ma il mattino non mi ha voluta più,
e così, buonanotte, giorno!

Posso guardare, vero,
l'oriente che si tinge di rosso?
Le colline hanno dei modi allora
che dilatano il cuore.

Tu non sei così bella, mezzanotte.
Io ho scelto il giorno.
Ma, ti prego, prendi una bambina
che lui ha mandato via.

- E. Dickinson -
 
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"Il dramma più terribile, che un uomo sia contento della propria esistenza"

Viktor Sklovskij
 
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Invictus

Nella notte che mi avvolge,
Nera come la voragine infinita,
Ringrazio qualsiasi divinità vi sia
Per la mia anima invincibile.

Stretto nella morsa della circostanza
Non ho battuto ciglio o pianto ad alta voce.
Sotto le mazzate del fato
La mia testa sanguina ma non si piega.

Oltre questo luogo di odio e lacrime
Incombe solo l’orrore dell’ombra,
Eppure la minaccia futura
Mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto angusto è il passaggio,
O quanto pesante la sentenza,
Sono il padrone del mio destino:
Sono il capitano della mia anima.


William Ernest Henley.
 
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Abbiamo passato la notte; ti tengo la mano io veglio
Ti sostengo con tutte le mie forze
Incido su una pietra la stella delle tue forze
Solchi profondi dove scaturirà la bontà del tuo corpo
Ascolto in me la tua intima voce la tua voce per gli altri
E rido ancora di quell'orgogliosa che tratti
Come una mendicante
Dei folli che rispetti degli ingenui in cui credi
E nella mia testa che a notte
Dolcemente s'accorda con la tua
Mi meraviglio della sconosciuta che diventi
Una sconosciuta che ti assomiglia e assomiglia
A tutto ciò che amo
Che sempre si rinnova.

(Paul Eluard)
 
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G

Glenda Cherubino

Ospite
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Mi sono persa.E ho paura di guardare in faccia questa vita.
Eppure ho sempre creduto che sarei stata forte.
Questa rabbia, questa zona d’ombra che non voglio vedere,
se ne sta là… Se ne sta là… Laggiù; dentro di me,
ferma sul fondo, smarrita come un bambino.
Eppure so che mi appartiene.
Abbiamo solo bisogno di Perdono…
La sola nostra chiave di accesso al mondo.
Perdono…
Quello che temo di meritarmi.
Perdono… tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Perdono… che non sono certa di conoscere.
E’ stato l’amore non insegnato.
Intrappolato nella tua mente che non ne voleva sapere di me.
Una pietra silenziosa che mi ha spezzato il cuore
mentre cercavo disperatamente un segno.
Un tuo segno.
Hai provato dolore e hai provato paura. Ma hai deciso di non guardarla negli occhi.
Ci hai costruito il tuo destino.
Non è forse questo il tempo per il Perdono?
Perché abbiamo pagato.
Perdono…
La sola nostra chiave di accesso al mondo.
Perdono…
Per l’amore che non ci hanno insegnato.
Perdono…
Che sono pronta ad aspettare.
Perdono…
Perché abbiamo pagato.
Perdono…
La sola nostra chiave di accesso al mondo.
Perdono…
Per l’amore che non ci hanno insegnato.
Perdono…
Che sono pronta ad aspettare.

Forgiveness- Elisa feat Antony

http://www.youtube.com/watch?v=H7Hr-GmaUro&feature=related
 
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L'ho riascoltata stamattina in auto... RICETTA DI DONNA - O. Vanoni
http://www.youtube.com/watch?v=jD2TF_HCFVg

Deve avere l’aria
di chi ha già vissuto
l’espressione fiera
che non è un rifiuto
seno quanto basta
a riempir la mano
fianchi dove affonda
qualunque capitano

costano le donne costano
più dei motori dei gioielli e delle lacrime
ballano le donne ballano
ma quelle vere sono rare
e non si comprano
tu le puoi prendere ma non comprendere

dice il talismano
che la buona moglie
perde con il nome
tutte le sue voglie
stira lava e tace
anche orizzontale
e questa per un uomo
sarebbe l’idelae?!
sarebbe l’ideale??!!??!!

bella non è tutto
meglio affascinante
e una volta a letto dev’essere
importante
tenera e crudele
quando è innamorata
ma non avere miele
per la fame di un pirata

costano le donne costano
più dei motori dei gioielli e delle lacrime
ballano le donne ballano
ma quelle vere sono rare e non ritornano
puoi farle piangere
ma non rimpiangere
 
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C.W Glück/M. Kozena: O del mio dolce ardor...
http://www.youtube.com/watch?v=NTVJHLSTzYY

PARIDE E ELENA Dramma per musica.
testi di Ranieri De' Calzabigi
musiche di Cristoph Willibald Gluck

Oh del mio dolce ardor bramato oggetto!
L'aure che tu respiri, alfin respiro.
Ovunque il guardo io giro
le tue vaghe sembianze
Amore a me dipinge:
il mio pensier si finge
le più liete speranze;
e nel desio che così m'empie il petto
cerco te, chiamo te, spero, e sospiro.
Oh del mio dolce ardor bramato oggetto!
L'aure che tu respiri alfin respiro

------------------------------------------------

In queste sere d'ottobre, fredde e nemiche,
un'altra volta è nata la folle malinconia
che ferisce a sangue.

E' nata più forte di un urlo nella notte.
Pareva una fanciulla spaventata, ma erano
stelle cadenti quelle che, invece,
annerivan la loro lucentezza, nell'acqua del lago
Che resta da fare?
Morire o aver pietà?

Mi pare impossibile, ma la verità è che la vita,
è anche questa malinconia pazza, questo fiotto continuo,
questo trauma che mi rabbrividisce...


IlChaos
 
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In ricordo degli anni più bui.


Il sostegno.


Al fragile tronco di alberello,

il giardiniere legò un robusto palo di frassino

che gli facesse da tutore e lo aiutasse a crescere diritto.

Quando il vento invitava alla danza,

l’albero adolescente agitava la chioma sempre più folta

e ricominciava a dondolare e gridava:

“Lasciami, per favore, perché mi tieni cosi?

Guarda tutti gli altri si lasciano cullare dal vento.

Perché solo io devo restare cosi rigido?”

“Ti spezzeresti”.

Ripeteva inflessibile il palo di frassino.

“Oppure prenderesti delle brutte posizioni, diventeresti brutto e tutto storto”.

“Sei solo vecchio e invidioso, lasciami, ti dico!”

Il giovane albero si divincolava con tutta la sua forza,

ma il vecchio palo resisteva tenacemente, più saldo e ostinato che mai.

Una sera d’estate, annunciato da tuoni e lampi,

accompagnato da violente sferzate di grandine,

un uragano si abbatté sulla zona.

Ghermito da furiosi tentacoli di vento,

l’alberello scricchiolava in tutte le giunture,

con la chioma che a tratti sfiorava la terra.

Le folate più forti quasi strappavano le radici dal terreno.

“E’ finita” pensava l’alberello.

“Resisti figliolo!”

Gridò invece il vecchio palo di frassino,

che raccolse le forze ancora presenti nelle annose fibre e sfidò la bufera.

Una lotta dura, lunga, estenuante.

Ma alla fine l’alberello era salvo.

Il vecchio palo di frassino invece era morto,

spezzato in due miserabili monconi.

L’albero giovane capi e cominciò a piangere.

“Non mi lasciare! Ho ancora bisogno di te!”

Ma non ebbe risposta.

Un pezzo di palo di frassino era rimasto ancora stretto al giovane tronco dal laccio.

Come in un ultimo abbraccio.

Oggi i passanti guardano meravigliati quel robusto alberello che,

nei giorni di vento, sembra quasi che stia cullando teneramente

un vecchio pezzo di legno secco.


Bruno Ferrero


p.s.
Ciao nonna, a domani.
 
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