Qualche episodio un po' fuori dalle righe avvenuto negli ultimi anni.
Anno 2009: a Bergamo opera un brasiliana tutto pepe con delle interessanti prospettive: fisico tonico, seno rifatto, brava a succhiare e a concedere il cim. La chiamo e ci vado, mi troverò bene. E invece non mi trovo bene: faccio cilecca, non si alza. Per tre appuntamenti di seguito nel giro di un mese un mezzo. Faccio presente che nel mese e mezzo in questione (e anche prima) io ero sessualmente attivo (anche non pay) e il cazzo ha sempre funzionato a modino, ma con lei no. Mi impunto e fisso un quarto appuntamento. E qui il mio cazzo decide di funzionare. Lei mi pompa, mi gomma, la trapano e mi de-gommo, per venirle in bocca e qui scatta il momento fratelli vanzina: forse per la tensione delle precedenti cilecche, forse per la troppa gioia di esserle messe alle spalle, l'esplosione di gioia è stata...massiva! La poverina ha iniziato a tossire, gocciolando seme dal naso urlando "Marcello, Marcello! (nome di fantasia) E' tanto, è troppo! L'ho mandato giù porca puttana!" E così, facendo smadonnare la brasiliana, mi sono sbloccato.
Anno 2011: noto sulla piazza di Milano una loft che, fra recensioni e aspetto fisico, ha tutti gli elementi che mi mandano fuori di testa (mora, occhioni grandi, fisico tonico, seno rifatto in maniera decente). Decido di scriverle. Parte un "inseguimento" fra social e telefonate durato almeno due anni, fino a maggio del 2013, quando dopo mille pacchi e problemi di disponibilità miei e suoi (io per lavoro passo tanti mesi all'estero, di qui i due anni) finalmente mi dà appuntamento nella sua tana: ore 15.00, Milano zona Porta Nuova, prenotazione per 2 (io e il mio cazzo) per due ore.
Mi presento davanti alla palazzina (elegante casa di ringhiera recentemente ristrutturata) e digito il codice. Non risponde nessuno. Attendo qualche minuto e suono di nuovo, così per un po' di volte. Sarò rimasto lì per una buona quindicina di minuti quando una sciuretta milanese, entrando mi tiene la porta aperta: "Deve salire?".Sto per rispondere di no, ma ho una pessima idea. Entro e salgo al piano, dando per scontato che il numero dell'appartamento corrispondesse al piano. Onestamente non so cosa mi stesse passando per la testa.
Suono il campanello dell'appartamento e, pensa un po', non risponde nessuno (e cosa ti aspettavi?). Dovrei andarmene, invece suono ancora. Poi suono una terza volta. A un certo momento, perso nell'infinito della mia testa che girava per l'ennesimo pacco e il pomeriggio buttato nel cesso (mi ero tenuto libero dal lavoro), si apre la porta dell'appartamento di fronte e inizia un surreale dialogo fra me (M) e la vicina di casa (V), una ragazza mora, più o meno della mia età (ai tempi 25):
V: Stavi cercando Elena?
M: Ehhh
V: E' la ragazza che vive a quella porta. Avevi preso un appuntamento, forse? E' una ragazza molto bella. Mora, non tanto alta...
M: Mhhh
V: Sai è molto...
M Stronza.
V: Volevo dire impegnata.
M: (bofonchiando tipo pentola di fagioli) Ma io non ci posso credere. Ma questa cosa non ha diritto di esistere. Ma come è possibile.
V: Mi spiace. Ma io ho il suo numero privato. Vieni un attimo dentro che la chiamiamo.
Entro nell'angusto bilocale e salta fuori che anche la vicina è del mestiere, solo che lavora in un altro ambito: maschere di pelle, gabbie, frustini e stivali con tacchi e plateau improponibili si possono scorgere dalla porta della camera da letto. Laura la vicina (nome fittizio questo, visto che ora ha chiuso bottega) fa la mistress (ai tempi era anche recensita -non da me - qui) e nel momento esatto in cui lo realizzo, lei sta uscendo alla camera di letto col cellulare in mano, infatti i nostri occhi si incrociano, mi dice di aver parlato con Elena, che si scusa, ma è stata trattenuta.
Io scrollo le spalle sbuffando e inizio a maledire il giorno in cui ho puntato Elena (questo nome, invece è vero).
Probabilmente le avrò fatto pena, infatti Laura mi fa:
L: Dai, vieni un attimo di là.
M: No, ma non mi piace il genere, scusa. (anche un po' imbarazzato).
L: In che senso?
M: Ho intravisto in camera i tuoi giocattoli, sai prima, quando stavi uscendo.
L: Ma no, non credere. Ci rilassiamo un attimo, così ti tranquillizzi. Non mi va di mandarti fuori conciato così, ma nulla di serio, anche perché tra due ore devo essere al Portello per questo.
E mi porge il cellulare per mostrarmi la foto di un ragazzo moro, fisico palestratissimo, ma soprattutto con una michia gigante, fra l'altro anche bella ritta al momento della foto.
M: Scusa?!
L: E' il mio amico Yohi. E' francese e fa l'attore porno. Ci vediamo per scopare, anche se non so dove posso mettere tutta quella roba lì. Dai vieni.
Da dentro la camera da letto era ancora più inquietante (per una persona con la mia esperienza) che da fuori. C'erano oggetti di umiliazione di ogni tipo, sia sui lati che ai piedi del letto.
Per la mezz'ora successiva non è successo nulla. Siamo stati nudi sul letto a fumare un paio di sigarette, parlando dei nostri lavori e delle nostre vite. Ad un certo punto si alza e inizia un massaggio, che onestamente mi stava lasciando un po' in imbarazzo: era piacevole, ma io non stavo facendo nulla; oltretutto l'imbarazzo era potenziato dal fatto che al momento non capivo cosa stessi facendo lì, mi avrebbe poi mostrato il conto? Sarebbe arrivato un tizio in stile Zed di Pulp Fiction per incularmi? Per questo le chiedo di sbrigarsi a fare quello che doveva fare perché ero un po' stufo di stare con le mani in mano. Lei ribatte di non poter fare nulla perché "Poi mi devo vedere con Yohi!", al che le faccio presente che conoscevo altri modi per farla stare bene, senza stressare la sua parte più delicata. Difatti poco dopo mi metto a leccarle le fica, concedendomi qualche delicata digitalizzazione che nella fase finale hanno riguardato anche il suo canale di scarico. Dopo il suo orgasmo si mette accoccolata sul mio lato sinistro e mi sussurra all'orecchio "Dai, fatti una sega, avrai le palle gonfie, sono preoccupata." Ringrazio, ma obietto di non poterlo fare perché mancino e la sollevo fino a sbatterla sul lato destro. Lei si lavora con denti e lingua la zona compresa fra orecchio, collo e petto e io vengo copiosamente sulla sua coscia. Lei mi guarda e urla "Bene, ora che siamo pari, posso furmarmene una!" Torniamo a chiaccherare distesi sul letto, finché lo. squillo del suo cellulare in cucina non ci ha interrotto. Sento che impreca al telefono e poi mette giù. Mi urla che deve fare un paio di telefonate e se volessi qualcosa da bere, le rispondo che va bene l'acqua che c'è in camera. Dopo una quindicina di minuti e almeno 3-4 telefonate, fa ritorno da me. Le chiedo cosa stesse andando storto e lei mi risponde che Yohann (ma non si chiamava Yohi) l'aveva mandata in bianco e lei aveva telefonato ad amici comuni per capire se effettivamente aveva un impegno oppure fosse un presa per i fondelli.
Mezz'ora dopo io e lei stavamo facendo aperitivo al bar sotto casa sua, tutto gentilmente offerto dal sottoscritto, ma era evidente che l'umore le era cambiato in maniera inconsolabile. Dopo qualche chiacchera "istituzionale" era abbastanza evidente che l'atmosfera si fosse fatta un filo pesante, alché le dico: "Senti, sei stata gentile con me oggi, solo perché mi hai visto in difficoltà. Se ti va adesso ti porto da qualche parte per farti cambiare umore. O se ti serve qualcosa, ti posso aiutare." Lei, serafica e senza nemmeno abbassare gli occhiali da sole ribatte:"L'unica cosa che mi serve, è di scopare. Se vuoi essere d'aiuto, trovami qualcuno per scopare o levati dalle palle."
Due felafel e due coca-cola dopo stavamo rientrando a casa sua, lei mi ha quasi rotto la giacca e la camicia per la foga con cui voleva togliermele. Abbiamo scopato, ci siamo leccati e succhiati di maledetto. Abbiamo anche scherzato sul suo amico francese e sul suo palo della luce. il punto più alto della conversazione è stato: "Ma se ti dicessi che al posto del tuo cazzo, avrei voluto il suo, mi sfonderesti il culo per punirmi?" E io:"Onestamente no: ti sfonderei il culo perché mi va e ti punirei filmandoti e mostrando il video ai tuoi clienti. Che donna di potere è, quella che si fa sfondare il culo? Ti manderei sul lastrico." E giù a ridere.
Dopo essere venuti tutti e due 3-4 volte ci siamo addormentati sul letto. Ho lasciato la sua casa l'indomani mattina verso le otto dopo una doccia e una colazione casalinga.
Quella notte è nata un'amicizia che è durata 3 anni, ci vedevamo 2-3 volte al mese, non sempre per scopare. Siamo perfino andati in vacanza assieme. Ora lei fa tutt'altro lavoro, ha un compagno e per questo ci sentiamo solo al telefono o via chat, solo per fare quattro chiacchere.
L'escort alla fine l'ho timbrata. Meritava l'attesa.
Anno 2017: mi vedo da molti anni con una ex professionista del mercanteggio (ha alle spalle anche qualche film) è ormai un'amica e da tempo non la pago. Abbiamo iniziato a vederci come cliente e puttana a partire dal 2010 e poi, diventando amici, ci siamo ritrovati a scopare 3-4 volte l'anno sempre in occasione di weekend in cui lei mi veniva a trovare in Italia (lavorava come escort per lo più all'estero) e se capitava, capitava. Un venerdì sera, dopo una scopata, (sarebbe stata con me tutto il weekend), scherzando mi dice che non mi rendo conto di quale fortuna avessi a scoparla senza pagare, che come minimo l'avrei dovuta venerare come una divinità, una personale musa ecc...ecc... In tutta onestà le ribatto che se la "dea" avesse trovato un onesto tributo da portare al suo "oracolo", avrei valutato cosa fare. Dopo la nottata passata assieme, mi dice che ha trovato un tributo degno della sua attenzione: vorrebbe portarmi a scopare con una sua amica, che lo fa occasionalmente perché ha famiglia e che, ovviamente, andrebbe pagata. E io qui non ero troppo entusiasta della cosa. E non per il compenso, ma perché non sapevo chi fosse la sua "invitata". La mia amica, infatti, era attiva nel giro di gang-bang di Bergamo, giro in cui mi era stato riferito che ci fossero parecchi cessi, salvo qualche eccezione (vedi appunto la autonominatasi dea) e l'ultima cosa che volevo era ritrovarmi nel letto uno scaldabagno. Le dico che non mi va, le dico il perché, lei ribatte confermandomi che ha conosciuto questa donna in quel giro, ma che è bella e che avrebbe pensato a organizzare tutto lei, mantenendo discrezione per entrambi i. Il discorso cade. Passano gli anni (tre per l'esattezza), ma ogni volta che ci vediamo, lei mi stuzzica con questa storia, fino a che le dico che avrei preso in considerazione la cosa, se lei mi avesse fornito garanzie che non fosse un cesso: o me la presentava o mi. faceva vedere delle foto. Un mesetto prima del nostro successivo weekend pianificato lei mi chiama al telefono e mi chiede se mi ricordavo la mia promessa, mi dice di avere procurato delle foto (opportunamente censurate) per convincermi. Ed effettivamente, mi convince: le foto promettono bene, fisico tonico, seno abbondante, ma ahimé naturale, gambe muscolose. Il 7 luglio successivo ci saremmo trovati tutti e tre a casa mia per cenare e poi per la nottata a tre. Alla sua amica andavano 500 €. Nessuno poteva comunque togliermi dalla testa che, nonostante mi fossi fatto convincere, mi aspettava una nottata imbarazzante.
Non potete immaginare la mia sorpresa quando, aprendo la porta, mi vedo entrare una mia ex collega, con cui scopavo quando eravamo giovani e di cui avevo perso i contatti dopo che si era licenziata nel 2005!
La nottata è andata bene, mi ha lasciato giusto un po' di amaro in bocca a causa del tempo che passa: non vedevo la ragazza da 12 anni.