Scendo ordunque all'aereoporto di Lampedusa. Non porto bagagli con me, ho l'intenzione di ritornare a casa l'indomani, i vestiti non mi servono per la meravigliosa cavalcata che mi aspetta.
Ad attendermi all'uscita c'è lei, bella come il sole, sorridente, giuliva. Vestita in maniera garbata, forse per stuzzicare ancor di più la mia fantasia. Mi fa salire su un jeeppone per poi incamminarci, immagino. verso casa sua, un motel, la spiaggia e già volo con la fantasia.
Prendiamo quindi una strada sterrata e ci avviciniamo verso una fattoria, a ridosso del mare.
Sento l'odore del fieno e vociare di animali e penso che l'avventura si stia facendo sempre più intrigante. Una volta scesi mi dice di seguirla. Entriamo in una stalla e ci troviamo al cospetto di un paio di nitrenti puledri. "vuol farmi intendere che sarà lei la mia cavalla stanotte" penso tra me e me. E mi frego le mani.
"non vorrai mica calcare così vestito?" Ovvio che no, penso, ma mi chiedo se voglia farlo in mezzo alla paglia con i cavalli che guardano. Non ho mai provato tale emozione. Ma chi se ne frega, ripenso ancora, per il suo bel culo questo e altro.
Sto per sfilarmi i pantaloni, quando la vedo montare con grazia uno dei due puledri. Mi guarda intenerita "dai, sali sull'altro, è così docile. Così cavalchiamo verso il mare".
Resomi conto del fraintendimento le chiedo un attimo per fare una telefonata. Esco dalla fattoria, comincio a correre come Forrest Gump fino alla spiaggia, entro in acqua come Rocky quando si allena con Apollo, prendo il barcone di uno scafista in procinto di parcehggiare e mi dirigo dunque verso l'Africa. Sperando poi che qualcuno venga a salvarmi.