Ero passato un salto per tre cose: vedere se c'era gnocca interessante, per lo spuntino di metà giornata; avere news sulle palle di sodino; leggere l'ultima enciclica sull'amore universale di occel, dopo il suo ritiro al wellcum love council.
Niente di tutto questo. Però ho fatto bene a passare comunque, perchè ho notato che oggi Pupi ha omesso i suoi tipici saluti alla nazione; dunque non sta troppo bene. Non avendo alcun elemento per la diagnosi, direi che sarebbe utile un ceckup completo, comprensivo di visita urologica con ecogravia transrettale, prima di prescrivergli l'opportuna terapia.
Oh, in latino andavo malissimo a scuola. Dal momento che, però avevo nove in lettere italiane, la prof mi prese di mira, quasi le volessi fare un affronto personale. E' impossibile, diceva incazzosa, che un ragazzo così portato alle lettere, snobbi il latino. E' evidente che non si applica e io non posso transigere: rimandato a settembre!
La stessa cosa accadeva in altre materie. Nove in scienze, otto in storia e materie artistiche e insufficiente in matematica e fisica, con qualche picco di inclassificabile. Perlopiù verso la primavera, quando le frigole da minigonne, riduce notevolmente la concentrazione sui libri. Anche in questo caso, solita tiritera: significa che le capacità intellettive non mancano, dunque è solo questione di strafottenza e poca applicazione. La scuola, dicevano ai miei, non è un gioco e non si puù studiare solo quello che piace.
Nessuno dei cari professori dell'italica scuola, riusciva a capire che non siamo tutti uguali e che, per qualcuno, se non esiste un interesse, quella cosa proprio decide di ignorarla. Patii molto la scuola, soprattutto quegli accanimenti nei giudizi, che mi costrinsero ad anni di vacanze estive passate a ripetizioni di latino e matematica, che seguivo senza interesse, solo per passare l'esame di recupero.
A trent'anni mi imbarcai in un progetto tecnologico, dove mi erano necessarie nozioni di matematica che non possedevo. Comprai dei libri (internet ancora non esisteva) e in pochi mesi di notti insonni a studiare, questa volta non così alla cazzo, ma per un obbiettivo concreto, misi a punto quel che volevo, ottenendo l'incarico dall'azienda per cui stavo progettando, parecchi soldi e successivi altri lavori.
Il latino invece dovette aspettare ancora molto. L'incontro con una trentenne a Parigi, bizzarra e stravagante studiosa di lingue classiche e musica medioevale, oltre che interprete e pittrice. Strana persona, non immediatamente strafiga da copertina, forse anche per il suo look minimalista, ma che, una volta nuda, beh avrei preso pure la laurea in lingue ostrogote. All'epoca della mia frequentazione aveva anche iniziato a suonare il corno e non ho mai capito perchè. Mi sorbii volentieri qualche serata a tema e le sue appassionate peregrinazioni sui classici, perso nei suoi occhi color mare in tempesta e nelle sue marcate lentiggini, davanti al caminetto, con un bicchiere di Calvados e i suoi rossi capelli che mi solleticavano l'addome.
Ma si sà, carpe diem, quam minimum credula postero.