@Doc, non so perchè, ma il tuo loop mi ricorda tanto una scopata di PUPI.
Così, continua, forse anche nevrotica. Finchè non suona la campanella che è finita l'ora (o la mezz'ora). :sarcastic_hand:
Che cazzo vuoi cambiare con sta capoccia??
La capoccia. Mi pare ovvio.

Ma non ritenere che non ti comprenda. Qualche sera fa ho scritto, non ti capisco. Che non è la stessa cosa di non ti comprendo.
Perchè io l'ho passato, tutto, quel tempo in cui avevo responsabilità, in caso di insuccesso. Ma dei successi, i benefici li prendevano altri.
Il tempo in cui lavoravo, progettavo, sgobbavo per altri. Che si prendevano i meriti, quando si vinceva. Ma che sparivano, quasi non esistessero, quando c'erano i cocci da raccogliere. E' stata probabilmente una casualità fortunata, che un giorno mi ha fatto riempire la mia valigia, per iniziare un viaggio su una strada impervia. Dove i cocci sarebbero stati ancora miei, ma anche i meriti.
Non posso non capirti. E non apprezzarti. Per la tua serietà e soprattutto onestà. Non ti conosco all'infuori di qui, ma sono certo tu sia una persona molto onesta, non ci vuole molto a capirlo. E coraggiosa, fosse anche solo perchè mi leggi cagando.
Se fossi un filosofo che vende pensieri positivi, scriverei che tutti hanno in dotazione quella valigia e che basta solo saperla cercare. Ma non è così. Ci vuole anche una buona dose di fattore C. A volte l'ho avuto, altre molto meno. A volte ho sorriso, quando avrei voluto uccidere, a volte non sono riuscito nè a sorridere nè a uccidere e ho sbattuto porte che non si possono riaprire, da fuori.
Però, in tutta franchezza, l'unica porta che rimpiango di non aver sbattuto è stata quella di una fake.
Pur con la cosapevolezza di aver scelto sul sito una donna che avrebbe dovuto occupare un terzo del vano della porta e non sbordare oltre entrambi gli stipiti, entrai ugualmente. Forse solo spinto dalla curiosità di vedere dove finiva realmente quel corpo così immenso.
Ancora non frequentavo questi lidi e non avevo il conforto di altri sodali, ma entrando, sapevo che stavo rinunciando ai miei diritti. Peggio ancora, feci finta di non essere stupito. Qualcosa stava completamente oscurandomi la realtà e la verità. Mi feci fare tutto quello che lei, almeno volitiva e disponibile, mi elargì per soddisfarmi.
E io, alla fine, godetti anche. Incredulo, ma godetti. Se ci ripenso oggi, non ci posso credere che sono stato lì mezzora, in quel merdoso bilocale che puzzava di cipolla, a farmi spompinare da una donna che non avevo scelto, mentre nell'altra stanza una sua amica soffriggeva le cipolle. Ma è successo. Non la rimuovo questa storia. La lascio lì, tra i miei ricordi, per ricordarmi sempre che, quando è necessario, le porte vanno sbattute. Senza chiudere dentro mamma, s'intende.
