CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: Nora
RIFERIMENTO INTERNET:
http://vicenza.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/studentessa-aperta-8v2s63843163
CITTA DELL'INCONTRO: Vicenza
NAZIONALITA': italiana
ETA': 20 dichiarati e plausibili
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100%
SERVIZI OFFERTI: nella mail dichiara essere disponibile a rapporto e orale
SERVIZI USUFRUITI: DFK, DATY , BBBJ, Hard Petting, skull fucking, balls licking,, 69, Rai1, CIF, dildo show
COMPENSO RICHIESTO: 200 x 2h
COMPENSO CONCORDATO: 200
DURATA DELL'INCONTRO: più di due ore
DESCRIZIONE FISICA: alta, una quarta a goccia, bel culo e gambe lunghe. Viso notevole: occhi grandi e chiari, bocca carnosa da ventenne e capelli lunghi con frangetta.
ATTITUDINE: docile, partecipativa, curiosa e instancabile come il coniglietto Duracell
REPERIBILITA': tipo fontanella d’acqua fresca nel Sahara
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: -
INDEX RICERCHE: accessibile con scambio di email
LA MIA RECENSIONE:
Avevo ricevuto la sua email di risposta due settimane prima e mi sembrava di dover aspettare una eternità.
Invece, sono come sempre a palla in autostrada, con i minuti contati e il kit “first meeting - long session” buttato alla rinfusa nello zaino (barattolo di panna spray, cestino di fragole, dildo da 8 pollici soft con ventosa, lubrificante di alta qualità e un paio di altri strumenti di servizio).
Per fortuna non c’è traffico e parcheggio giusto in tempo per non fare una figuraccia.
Controllo che la panna non abbia farcito lo zaino e cerco di darmi un tono come se fossi arrivato già da un po’.
Mi chiama proprio in quel momento.
E’ la prima volta che sento la sua voce, ma la tensione è troppa per fare caso a quali emozioni nasconde.
Le spiego solo dove sono ad attenderla.
Inizio subito lo scanning intorno per tentare un matching con i parametri in mio possesso.
Nessuna femmina però corrisponde: “brutta; anziana; bambina; un’altra anziana; grassa; appena decente; adolescente; nera; simil badante; vigilessa”.
Forse è quella “appena decente”, ma me l’aspettavo diversa.
Riproviamo: “brutta; anziana; bambina; un’altra anziana; grassa; appena decente; adolescente; gran figa; nera; simil badante; vigilessa”.
Torna un attimo indietro… “gran figa”?...e viene pure verso di me!
Dai, non può essere lei. E’ molto alta, grandi occhi chiari, bocca appena truccata di rosso, capello lungo e frangetta stile “sì, porco, sono io quella che aspetti”, camicetta ben allacciata per tenere sotto controllo due ordigni bellici, jeans attillati e sguardo sicuro di se. Il realtà lo sguardo lascia supporre che stia pensando: “non sono del tutto sicura di me, ma ormai sono in gioco e vado fino in fondo”.
Non sono convinto sia lei, ma le faccio un cenno.
Lei risponde.
Resto con la faccia da Clint Eastwood, ma dentro inizia il carnevale di Rio.
Da quel momento sarà tutto in discesa.
Strada…chiacchiere rompighiaccio…reception… camera.
La stanza è come la volevo: ben illuminata da una grande finestra, apribile sopra e con vetro fisso sotto fino a terra.
Bagno. Prima lei e poi io.
Indossa l’accappatoio dell’hotel e mi nasconde ancora per poco quel miracolo che la genetica ha costruito da due sole cellule.
Gioca a raccogliersi i capelli davanti allo specchio.
Apro il kit e le offro una fragola con la panna.
Sorride come farà spesso durante l’incontro: un esplosivo sorriso libero accompagnato dai suoi occhioni sgranati, rimesso sotto controllo dopo una frazione di secondo.
Il dildo la incuriosisce molto.
Lo rigira come uno come che ha appena comprato un cellulare touchscreen e cerca dove sono i tasti.
Troppo presto per metterlo in gioco e la distraggo con la panna spray.
Lei accetta con divertimento la provocazione.
Se la spruzza sulla lingua che se l’avesse vista Freud ci avrebbe scritto un trattato sui doppi sensi.
In un battito di ciglia gli accappatoi scivolano via e andiamo sul letto per un lungo, lunghissimo, eterno DFK.
Liberata dall’accappatoio posso finalmente accarezzarla e godermi le sue giovani curve.
Il seno da solo valeva il viaggio: due grandi gocce di latte condensato morbidamente affidate alle forze contrastanti della tensione della pelle e della gravità.
Per una ragione che solo le donne possono comprendere, sembra non andare fiera di quel monumento alla maternità. Spero invece che si renda conto della fortuna che ha e porti fiera quel dono.
Mentre i pensieri scorrono fluidi nell’emisfero destro, il sinistro va col pilota automatico e gestisce i baci che scendono dal collo, alle tette, e poi ancora più giù, lungo un percorso che non sarebbe bastato uno skipass del Dolomiti Superski.
E’ molto sensibile al DATY, e quando vedo che l’eccitazione raggiungere i livelli giusti le propongo un’esperienza estrema: un fisting.
Lei è tra il curioso e il preoccupato, ma gli ormoni lavorano per me e mi lascia fare.
Lubrifico e infilo tutto quello che posso senza farle male. Poi via di spalla avanti e indietro.
Lei, superata la strana sensazione iniziale, si abbandona e se la gode tutta con squirt finale che lascia tracce molto evidenti sul lenzuolo.
E’ ora per lei di ricambiare e mentre è ancora un po’ tramortita, scendo dal letto e le avvicino un paio di corpi cavernosi ricoperti in pelle alla bocca.
Qui scopro una delle sue migliori capacità: BBBJ molto profondo, di quelli con lo “scatto”, cioè che a metà penetrazione fa resistenza e poi “glug” …passa e va giù.
Lei ha qualche tenero conato di vomito, ma incassa e resiste.
Mi godo per un po’ il massaggio e poi si passa alla vestizione per liberare la fantasia sulle posizioni realizzabili.
Dimostra di conoscere bene la pratica e, dopo averlo coperto, ripompa per qualche secondo per sigillare bene l’impermeabile. Poi via di pecora con tutte le sue varianti.
Soddisfatte le fantasie di quella posizione, propongo l’entrata in gioco dell’amico di gomma.
Risponde solo un flebile, ma convinto “Sì”.
Veste anche lui per massima igiene. E’ uno spettacolo vederla con i capelli sciolti, in ginocchio sul letto a gambe aperte e il dildone dritto in mezzo, a preparalo come se fosse vivo. Lo accarezza, lo stringe e gli fa aderire bene il vestito trasparente.
Quando è tutto pronto si guarda in giro indecisa sul da farsi. Sembra un orsetto di peluche con una granata innescata in mano.
Allora le porgo una mano e la invito a seguirmi dove già avevo pianificato: sulla soglia del bagno, dove la moquette del corridoio incontra le mattonelle del pavimento.
Pianto il dildone sulle mattonelle come una bandierina sul K2 e le spiego il piano: lei in ginocchio sulla moquette, infilata sul dildone e con l’originale in bocca.
Capisce al volo, si impala delicatamente e comincia un lento su e giù mentre con la bocca mi lucida l’argenteria. Va avanti così fino all’orgasmo.
La aiuto ad alzarsi perché le gambe molli non vengono solo a noi maschietti e la accompagno sul letto.
Si lascia cadere sfinita e per rilassarsi meglio…rimette la mano tra le sue cosce e ricomincia molto lentamente a masturbarsi.
Beh, allora riprendiamo : membro in bocca accarezzato dalle sue mani e dildo dove deve stare, azionato dai miei comandi manuali.
Quando intensifico il ritmo col dildone, sospende la pompa di bocca per ossigenarsi ed emettere gemiti che mi ricordano tanto una sua famosa concittadina.
Ad un certo punto, lascia l’impugnatura del mio membro e sposta la mano verso la mia tra le sue cosce.
Pensavo volesse farmi rallentare col dildone e invece, vuole solo aggiungere una intensa masturbazione.
E’ arrivato il momento di rigommarmi e sostituire il dildo: mica si può divertire solo lui!
Mentre lo vesto, lei mi guarda e si masturba a due mani (clito e vagina) con un sorriso dolcissimo per nulla imbarazzata.
Visto che la situazione le piace, prima di entrare in lei, la lascio ancora masturbarsi e aggiungo solo due dita nel culo, tanto per ricordarle che ci sono.
Poi entro. Lei tira su le gambe per sentirlo bene e avanti così a mission.
Mi sollevo in ginocchio per guardare lo spettacolo delle tette gonfie che ondeggiano.
Mi ricordano quei gadget anni ‘70 fatti con due fluidi, uno trasparente e uno blu, che simulavano le onde del mare. Si potevano guardare ipnotizzati per molto tempo.
Mi ripiglio dell’effetto ipnotico e mi prendo le sue gambe in spalla.
Martellata intensa e profonda. Geme, oggi tanto apre gli occhi blu-verdi per guardarsi tra le gambe e poi li richiude e mi stringe sulla schiena con le unghie.
Rallento con la scusa di farla riposare, ma sono io che ho finito la stamina.
MI sfilo da dentro e resto inginocchiato tra le sue gambe a guardarla mentre non molla il suo clitoride.
Non voglio interrompere quel momento magico e la accompagno con un doppio fingering (due dita in figa e due nel culo), mentre lei detta il ritmo con la mano sul bottoncino del piacere.
Al momento giusto rinfilo anche il dildo per dare l’effetto “turbo” e stavolta l’orgasmo è molto intenso.
Le contrazioni degli addominali sono fuori controllo e sembra Linda Blair nel famoso film (senza vomito per fortuna).
La lascio stremata sul letto e vado a lavarmi le mani e rinfrescarmi un po’.
Non resisto alla tentazione di vedere che fa mentre è sola e sbircio nello specchio che dal bagno riflette il letto.
Lentamente si sfila il dildone da in mezzo alle gambe e se lo appoggia una attimo sulla fronte, come fosse un panno freddo.
Poi se lo passa voluttuosamente tra labbra a occhi chiusi e…no…non ci credo…ricomincia a masturbarsi!
Non capisco se ha le batterie al plutonio o un livello galattico di testosterone.
Mi fiondo sul letto per una posizione defatigante: 69 laterale.
Il suo BBBJ è ancora meglio dell’inizio. Gagging, conati e sputazzi di muco colossali.
Mi stringe il culo con le unghie mentre datyzzo e fingerizzo.
Riprese le energie, mi viene un’idea: la invito a scendere dal letto, apro la finestra e la metto col busto fuori e le bocce al vento. Fuori c’è il giardino dell’hotel deserto. Solo il giardiniere che fa capolino ogni tanto mentre falcia l’erba ai bordi delle aiuole.
Lei non è per nulla imbarazzata e si lascia fare di tutto da me dietro di lei.
Bello scopare così al sole con l’aria calda della primavera che le muove i capelli.
Non ce la faccio più a resistere, la riporto dentro, in ginocchio per il finale.
Lei afferra il dildo, se lo rinfila e riprende a pomparmi.
Ogni tanto apre gli occhi e mi sorride, complice compagna di gioco.
Io ricambio il sorriso appoggiandole le palle alla bocca.
Lei lecca tutto e si lascia scivolare il mio attrezzo sul viso da una parte all’altra del naso, come se fosse un tergicristallo che le pulisce la faccia dal sudore.
L’afferro per i capelli e carico la molla.
Le si prepara a lingua fuori. Alle prime gocce già si rilassa, ma io so che il “pacco bomba” non è ancora partito e quando arriva le faccio gli occhiali che sembra il negativo di un panda.
Nessuna faccia disgustata o sorpresa o “oddio i capelli!” o “brucia negli occhi!”.
Lo piglia tutto e sorride.
Doccia insieme.
Controllo l’orologio: sono passate due ore.
Ne seguiranno molte altre prima di lasciarci, ma non voglio scrivere un libro e quanto sopra dovrebbe essere sufficiente per farsi una idea..
Al momento di controllare se abbiamo lasciato nulla nella stanza, le chiedo se vuole tenere il dildone o se le crea problemi in casa. Mi guarda come se avessi detto un’eresia e se lo mette subito in borsa sorridendo.
Sono di nuovo in autostrada…in ritardo come sempre.
200/+120/9
PS.: se volete usare lo stesso hotel è facile da identificare: ha le aiuole tagliate storte.