Nuove generazioni: Ignoranza a 360 gradi

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Io ho imparato a disegnare, leggere e scrivere, ben prima di andare a scuola, seguendo le trasmissioni in tv in bianco e nero del mitico Alberto Manzi; ero rimasto stregato da quegli enormi fogli bianchi su cui scriveva con carboncini neri e dai fogli neri su cui scriveva con gessetti bianchi.
Conservo ancora tutti i miei quaderni con gli appunti di quell'epoca.
Una volta la tv era una, e poi sono diventate due, ma le trasmissioni iniziavano sempre alle 6 del pomeriggio e finivano a mezzanotte.
E così si è andati avanti per parecchio tempo.
La scuola era autorevole, e l'insegnante delle elementari, unica e insostituibile per classi fino a 50 alunni, era un'autorità, e si comportava come una seconda mamma, con la stessa severità, ma anche con la stessa comprensione e dolcezza, quando serviva.
Adesso già dalle elementari le insegnanti minimo sono due, e le classi dimezzate, poi c'è la specialista di inglese, poi c'è quella di religione, più tutte quelle di sostegno.
I bambini sembrano più svegli e saccenti, ma sono solo più fragili; molti sono seguiti dallo psicologo; sono stati scoperti molti disturbi dell'apprendimento quali la dislessia, la disgrafia, discalculia, alessia, disturbi da deficit di attenzione/iperattività, ecc.
Una volta nella classe c'erano quelli bravi e gli "zucconi", che spesso ripetevano l'anno, ma che probabilmente soffrivano semplicemente dei disturbi di cui sopra e avrebbero potuto essere aiutati.
Ai miei tempi, se prendevi un ceffone dall'insegnante, era meglio che stavi zitto a casa, altrimenti avresti preso il resto.
Oggi i bambini sono giustamente iperprotetti dai genitori, che però in questo modo li rendono fragili, incapaci di affrontare la realtà che prima o poi si troveranno comunque ad affrontare nel loro futuro.
L'iperprotezione si spinge fino a contestare l'operato degli insegnanti, anche davanti ai figli, facendone perdere gran parte dell'autorevolezza.
Vero è che anche tanti insegnanti risultano inadeguati a condurre una classe, professione che, se ben fatta, per l'impegno e le qualità umane necessarie, richiede certamente una vocazione.
Peraltro la scuola, sempre più preoccupata di non creare discriminazioni, ha cercato sempre più di appiattire i programmi, adeguandoli ai meno capaci, generando di fatto anche un decadimento complessivo della qualità dell'insegnamento.
Più che di ignoranza delle nuove generazioni parlerei comunque di estrema superficialità nell'affrontare il quotidiano.
Quello che conta a mio avviso non sono le nozioni, le notizie, da cui ogni giorno veniamo bombardati, e possiamo ormai anche conoscere a memoria, dando l'impressione di essere dei sapienti, ma il senso critico con cui possiamo soppesarle, valutarle, classificarle e selezionarle.
Il senso critico si ottiene solo con l'esperienza diretta o con lo studio delle esperienze degli altri (la storia).
I Paesi che non studiano realisticamente la propria storia e non ne prendono coscienza, sono destinati e ricommettere irrimediabilmente gli stessi terribili errori nel futuro, con buona pace di quelli che continuano a dire "mai più".
I giovani sono disorientati da una quantità abnorme di notizie, che ormai non riescono più a distinguere, al punto da doversi affidare a degli "influencer" per fare delle scelte.
Finalmente tra poco avremo anche degli enti certificati che distingueranno le notizie vere dalle "fake news". Terribile!
Penso in ogni caso che debbano essere la scuola e la famiglia a tenere la barra dritta sulle questioni fondamentali dell'"uomo", che rimangono sempre quelle fin dalla notte dei tempi; tutto il resto è solo artefazione, mistificazione, intrattenimento, ecc..
Man mano che la tecnologia avanza, l'uomo diventa sempre più stupido e incapace; gli antichi Egizi costruivano edifici con un precisione impensabile anche per gli strumenti odierni, e disponevano solo della loro mente e di pochi strumenti di rame, di legno e di corda; lo sconcerto è giunto a tal punto che, per toglierci l'imbarazzo, ci siamo inventati anche la teoria degli extraterrestri.
La realtà è che la tecnologia avanza, ma in generale la qualità effettiva di tutto il resto arretra, e purtroppo arretra anche la qualità del nostro cervello e della nostra manualità, ovvero capacità di essere realmente in grado di fare bene qualcosa con le nostre mani, o di esprimere un pensiero indipendente con la nostra mente.
Alcune parti del nostro corpo se non vengono utilizzate si atrofizzano, lo stesso vale per il nostro cervello.
Non è colpa dei giovani se sono così superficiali e ignoranti: li abbiamo fatti noi così, vuoi per comodità, per pigrizia, per protezione, li abbiamo fatti crescere davanti alla tv, e ora, peggio, davanti al computer, o perennemente con il telefono in mano; non siamo stati capaci di dotarli di un pensiero critico autonomo, del piacere di conoscere e andare a fondo delle cose, di non limitarsi alla superficie.
Le nuove generazioni sono figlie delle vecchie, che a loro volta sono figlie dei loro padri e così via.
Ad ogni salto generazionale è corrisposto un decadimento di valori e un appiattimento del pensiero, che ad oggi hanno portato a una estrema superficialità, una grande ignoranza di fondo e una profonda fragilità interiore.



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@Paolo Tredici, la penso come te, ma sono anche dell'opinione che la perdita progressiva di facoltà mentali e manuali a seguito di ritrovati tecnici e di altri sostituti esterni sia un tratto caratteristico della natura umana, un destino che distingue l'uomo dagli animali. Tendiamo a vedere nella razionalità, in quella speculativa come in quella applicata, qualcosa di diverso se non addirittura contrapposto all'istinto e ai sensi, ma per amor di paradosso potremmo benissimo considerare l'intelligenza razionale nient'altro che un istinto specifico del genere umano, una facoltà istintuale che è causa e insieme conseguenza della debolezza di altre facoltà sensoriali e istintive. Insomma, un destino a cui ci condanna la nostra stessa limitatezza, un processo coatto che in sé non è né progressivo né regressivo, ma a somma zero: tanto si perde e tanto si guadagna.
Come te tendo, con l'avanzare dell'età, alla laudatio temporis acti. ma è una sindrome connaturata con quel processo: sappiamo bene ciò che è andato perduto, ma non sappiamo né il valore né il significato di ciò che lo sostituirà.
Non sono affatto un ottimista, anzi mi guardo attorno con desolazione. Ma non mi sopravvaluto. E in tanta tristezza non ho neppure la soddisfazione di sentirmi un profeta di catastrofi.
 
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"Fin dai tempi più antichi il filo d'oro è il simbolo di un sapere che nasce dall'esperienza personale e che è libero dai condizionamenti istituzionali.
E' un filo perché rappresenta la continuità di un'esperienza sempre antica e sempre nuova.
Ed è esile perché in ogni generazione questa consapevolezza viene mantenuta da una minoranza di individui.
Questo filo è d'oro perché è immortale.
Rimane sempre anche nei periodi più caotici e oscuri, a volte più apparente, a volte più nascosto."

WERNER WEICK
 
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E questo ci fa molto piacere, ma molto davvero.
Te lo dico da fanatico dei rapporti anali, viva le nuove generazioni.
 
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Forse sono stato troppo pessimista.
D'altra parte l'argomento è "nuove generazioni: ignoranza a 360 gradi".
Forse bisognava aprire anche un'altra discussione sui pregi e le qualità delle nuove generazioni.
In fondo a essere ignoranti forse si vive anche meglio.
Essere ignoranti non vuol poi dire essere stupidi, o poco intelligenti, o male persone, semplicemente si ignorano, non si conoscono, tante cose che le generazioni precedenti conoscevano o sapevano fare, forse proprio perché oggi non sono più necessarie per sopravvivere, o, almeno, non paiono più tali.
Penso comunque che, come sempre, non si possa "fare di tutta l'erba un fascio".
Noi saccenti con i capelli bianchi guardiamo sempre con nostalgia il passato, dimenticandoci spesso dei periodi terribili subiti, arrivando anche ad affermare che "si stava meglio quando si stava peggio", ma forse rimpiangiamo solo la nostra gioventù.
Mi chiedo, infine, da quale tremenda costernazione potrebbe risultare afflitto un solerte e attento funzionario della Polizia Postale che, invece di intrigarsi leggendo i racconti delle depravazioni operate da qualche spregevole e degenerato punter, gli tocca di sorbirsi delle discussioni di pura filosofia dei massimi sistemi, quali si fosse nella Scuola di Atene.
Forse che il mondo si stia ribaltando?
 
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beh, il solerte e attento funzionario della polizia postale, se fosse veramente solerte e soprattutto attento, conoscerebbe bene questa piattaforma e saprebbe che se vuole leggere di incontri e depravazioni avrebbe solo da aprire le sezioni apposite, per cui saprebbe anche che se aprisse la sezione generalista potrebbe capitargli di imbattersi in discussioni di ogni tipo. Perchè il punter è mica solo un punter, è un essere umano e ognuno di noi è anche padre, figlio, fratello, lavoratore, dispoccupato, studente, volontario, fancazzista, sportivo, lettore etc. etc etc.
Insomma noi tutti siamo "di tutto un po'"
 
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Personalmente sono avverso all'esprimere giudizi (che a parere mio sono un boomerang), penso che l'importante sia mantenere la diversità non solo biologicamente parlando ma anche mentalmente.... il pensiero unico è una brutta bestia, lo spirito critico invece è un bel grimaldello.
Studiare per avere certezzze, ma coltivare il dubbio per vivere bene (cit.)
 
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uno spazietto tra il 1° ed il 47°
[...] Studiare per avere certezzze, ma coltivare il dubbio per vivere bene (cit.)
;-)
 
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Le nuove generazioni, credono che FB, possa sopperire a un buon libro, e a una conoscenza della materia specifica.
Credere a scie chimiche o a altre teorie, sarebbero ascoltate dal sottoscritto se avessero una base logica, che puntualmente viene disattesa.
Ma d'altronde, non li vedo curiosi ma solo annoiati e amanti della loro confort zone, perché tanto il papi risolve tutto.
Non vogliono più sporcarsi le mani, e i genitori hanno la colpa maggiore.
Li trovi già all'asilo che il padre porta lo zaino e loro sono lì a guardarlo.
Le scuole poi, formano persone molte volte inoccupate su settori che non hanno sbocchi occupazionali.
Le aziende poi vogliono la pappa pronta senza formarli e così si ritrovano stagisti, o apprendisti, ma senza futuro, alla fine del contratto saranno sostituiti.
Contratti farlocchi e al limite della legalità.
Così a quarant'anni li ritrovi ancora a casa con i genitori.
Il prodotto Italia deve migliorare, i Giovanni ne sono il loro risultato.
 
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sul lago
Non lo so ... io sinceramente dissento fortemente da questa vostra visione negativa in merito alle nuove generazioni.
Quando vedo cose del genere
Capisco invece che ancora c'è speranza ?
 
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N

Nickylento

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Purtroppo credo che in Italia si siano concatenate delle cose che in altri paesi europei non sono mai successi.

La prima accusa: la classe politica che ha distrutto le ultima generazioni. Non facendo nulla per i giovani e le imprese. rendendoli sfruttati e sottopagati.
La seconda: le istituzioni: non hanno mai dato l'esempio, come possono crescere con basi solide. Troppi politici che raccomandano i figli in posti pubblici.
La terza: la scuola che non riesce a plasmare e educare. Troppi insegnanti che pensano più allo stipendio e alla politica.

La quarta l'italiano medio non studia l'Italia è la sua storia. Grandiosa. L'Italiano medio vive in un limbo costante di contemporaneità.

In Italia siamo affossati dai problemi. Quali politici hanno mai dato aiuto alle persone disabili per fare un esempio? i bigotti che hanno sempre dato contro alle figure degli assistenti sessuali per persone con handicap? Quale politico ha mai lottato per migliorare la vita del cittadino medio

Dopo il diploma ho preso tante di quelle batoste dai datori di lavoro che voleva già tutto pronto. Io dicevo sempre vengo a imparare, pagatemi anche me cosi imparo e loro sempre NO.

L'Italia migliore dei laureati sta andando via dall'Italia per colpa di politici incompetenti e anche tante aziende sfruttatrici(ma anche soffocate dalle tasse).

Troppi anche più giovani di me al momento vivono ancora mantenuti dai genitori, altri dai nonni ancora. Purtroppo arriverà il momento che quel flusso di soldi finirà.
Li inizieranno i problemi veri.

Poi aggiungiamo il discorso di esempi sbagliati della televisione, influencer ecc. La frittata in Italia è stata fatta.
Esempi troppo sbagliati.
La televisione italiana elogia troppo il successo di persone disoneste. Invece di elogiare personaggi positivi.
 
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