Se sei un farang e vuoi entrare nel regno? dato che sei un impuro per definizione, devi fare un test PCR prima di salire la scaletta dell’aereo, un altro appena arrivato, poi dopo 5 giorni (2kTHB ciascuno), poi devi avere un’assicurazione sanitaria (qualche kTHB). Per poter accedere ad un lupanaretto trasformato in finto ristorante, devi avere l'esito di un test antigenico non tanto vetusto. Se capita che risulti positivo ad un esame qualsiasi, anche se completamente asintomatico, devi permanere almeno 10 giorni in una specie di mix tra una pensione ed un ospedalozzo, miserabile ma costosissimo.
Tutto ciò perché hai gli occhietti rotondi, la pelle chiara e dunque non puoi che generare sospetto. La maggior parte dei thai, vaccinati o meno, skippa allegramente tutto questo ambaradan di norme e, se inciampano nell'obbligo di quarantena, lo possono fare a casa. Tu, invece, vieni da un posto dove i quattrini crescono sulle piante e così è giusto che te ne vengano ciuffati un po’, visto che la malasorte ha fatto i thai intelligenti, furbi, religiosi e onesti ma poveri.
Poi vai a vedere le statistiche sui contagi nella regione di Chonburi e…. leggi che nell’area di Chonburi il 20% della popolazione non ha ricevuto neppure la prima dose di vaccino, solo 1/3 ha completato il ciclo, i focolai non hanno nulla a che vedere con le aree turistiche ma sono concentrati in carceri, cantieri ed opifici più o meno occulti. Ad esempio i focolai Essilor Optical Laboratory company a Phan Thong, il Cluster di Si Racha dove c’è una concentrazione di aziende giapponesi (ad esempio Fujitsu General).
A livello nazionale è ancora più evidente come il turismo farang non sia in relazione con i focolai, che invece si concentrano in aree di frontiera con gran viavai di lavoranti vietnamiti e cambogiani a basso costo e baracche di operai ammassati. Tutti luoghi nei quali i test PCR, le assicurazioni sanitarie e gli hospitels sono diffusi quanto le melanzane alla parmigiana.
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